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Articoli filtrati per data: Febbraio 2017

A seguito di procedura di selezione pubblica il dottor Federico Spelzini è stato nominato Direttore dell’Unità Operativa di “Ostetricia e Ginecologia” dell’Ospedale “Infermi” di Rimini. Il professionista, che ha preso servizio da pochi giorni, proviene dall’Azienda Sanitaria “Valtellina e Alto Lario” di Sondrio, presso la quale svolgeva già il ruolo di primario sui tre punti nascita di Sondrio, Sondalo e Chiavenna. E’ inoltre docente presso il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università Bicocca di Milano. Il professionista sostituisce il dottor Giuseppe Battagliarin, che ha raggiunto l’età pensionabile.

Quarantuno anni, sposato, tre figli, il dottor Spelzini si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia nel 2001, ha svolto due anni di fellowship in uroginecologia presso la Ku Leuven, la principale università belga, ed ha conseguito la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia all’università di Milano (sempre col massimo dei voti) nel 2006.

Intensa l’attività scientifica ed editoriale svolta dal dottor Spelzini, autore e coautore di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali, relatore in decine di congressi e seminari medico – scientifici nonché consigliere della Società Lombarda di Ostetricia e Ginecologia, membro della International Urogynecological Association, Responsabile della sezione scientifica Diagnostica Funzionale ed Imaging della Società Italiana di Pelviperineologia e Urologia Funzionale e membro del Gruppo di Lavoro Uroginecologia e Pavimento Pelvico.

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Manifestazioni anche a Rimini in occasione della Giornata Mondiale Contro il Cancro Infantile (o International Childhood Cancer Day, ICCD), ideata da Childhood Cancer International (CCI), rete mondiale di 183 associazioni locali e nazionali, guidate da genitori, provenienti da 93 paesi e 5 continenti, tra cui figura FIAGOP e, per quanto attiene alla realtà locale riminese, Arop.

Questa Giornata è un’importante occasione per riaffermare l’impegno dei genitori italiani nella lotta contro i tumori infantili, nello sviluppo della cultura della prevenzione e della tutela dei diritti del bambino e dell’adolescente colpito da questa malattia.
Le iniziative promosse sono:
▪ Venerdì 10 febbraio, si è svolto il convegno nazionale “Oncologia Pediatrica: terapia e nutrizione”, a Bari, con l’obiettivo di approfondire i diversi aspetti che riguardano la nutrizione in oncologia pediatrica. E’ ormai unanimemente riconosciuto che nell'ambito del trattamento multidisciplinare delle patologie infantili, la nutrizione riveste un ruolo determinante come terapia di supporto a quella farmacologica. Nelle neoplasie infantili, in particolare, un adeguato stato nutrizionale consente di fronteggiare gli effetti collaterali provocati dalla malattia e dalle terapie.
▪ Mercoledì 15 febbraio alle ore 11.00 Lancio di Palloncini. Anche quest’anno si terrà in numerose città d’Italia la festosa iniziativa che coinvolge le associazioni territoriali FIAGOP e altre associazioni amiche che si daranno appuntamento presso ospedali, scuole, piazze di: Bari, Bellizzi (SA), Bologna, Cagliari, Catania, Cosenza, Firenze, Genova, Lecce, Meda (VA), Modena, Monza Brianza, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Pescara, Pisa, Rimini, Roma, Rosignano Solvay (LI), Salerno, S.Agata Militello (ME), Udine, Varese, Cà di David (VE).
Anche l’Associazione Riminese Oncoematologia Pediatrica (AROP), che svolge la propria attività nel campo dei tumori e leucemie infantili, presso il Reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini, aderisce alla XV Giornata Mondiale contro il cancro Infantile con il lancio dei palloncini alle ore 11.00 presso le seguenti scuole: Nido d’Infanzia Interaziendale dell’AUSL Romagna “Belnido” (Rimini), Scuola Primaria “Bruno Lunedei” (Morciano di Romagna), Scuola Primaria “San Lorenzo” (Riccione), Scuola Primaria “Annyka Brandi” (Riccione), Scuola Primaria “Flavia Casadei” (Viserba), Scuola Primaria “Decio Raggi” (Rimini), Scuola Primaria IC San Giovanni in Marignano (San Giovanni in Marignano), Classi V del Liceo delle Scienze Umane “G.Cesare - M. Valgimigli” (Rimini).
Prenderanno parte all’iniziativa oltre 2000 persone tra bambini, ragazzi, genitori, insegnanti, medici e volontari.

PE per comprendere la portata del fenomeno sociosanitario legato all’oncologia pediatrica, l’impatto assistenziale e il carico organizzativo sostenuto dai singoli poli oncologici, è necessario conoscere alcuni dati epidemiologici essenziali.

Secondo il rapporto AIRTUM 2012 l’incidenza annua di neoplasie nel periodo 2003-2008 è di 164 casi per ogni milione di bambini. Sulla base dei dati epidemiologici disponibili, la stima del numero atteso di tumori maligni di età compresa tra età 0 e14 anni al 2012 è la seguente:

·         1360 casi/anno in Italia,

·         98 casi/anno in Emilia Romagna

·         25 casi/anno nell’area vasta di Romagna

·         7.5 casi/anno in provincia di Rimini

Dal momento della sua apertura, nel centro di Rimini sono stati curati circa 250 bambini, con una sopravvivenza di circa l’80%, in linea con i migliori risultati nazionali ed internazionali. L’attività del centro riminese è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni passando da 13 nuovi casi/anno nel 2011 a 30 nuovi casi/anno nel 2014 e 2015, un numero superiore rispetto all'atteso poiché una gran parte dei casi è stata inviata da altri servizi pediatrici della regione e qualcuno anche da fuori regione. Il carico assistenziale è di almeno il doppio dei nuovi casi diagnosticati ogni anno, considerando che ogni bambino riceve chemioterapia per circa 2 anni (a seconda del tipo di tumore).

L'approccio diagnostico e terapeutico in oncologia pediatrica è di tipo rigorosamente multidisciplinare, cioè si avvale di conoscenze/competenze di numerosi esperti nelle varie discipline specialistiche già esistenti e ben funzionanti all'Infermi di Rimini quali la chirurgia pediatrica, il centro trasfusionale, la radiologia, il laboratorio, l'anatomia patologica, la rianimazione, la neonatologia, l’oncologia e l’ematologia dell’adulto.

Nell’assistenza globale del bambino oncologico, altri attori entrano in campo e giocano un ruolo determinante nel percorso verso la guarigione: il pediatra di famiglia, gli infermieri, lo psicologo, l’AROP (associazione riminese di oncoematologia pediatrica), gli animatori con la loro clownterapia, i parenti, gli amici, altre associazioni laiche di volontariato (es progetto “Nati per leggere”). Queste figure si impegnano in un patto di alleanza terapeutica che viene stipulato con la famiglia ed è finalizzato alla realizzazione del progetto guarigione attraverso momenti di ascolto, di condivisione di ansie-angosce e di sostegno, diretti ad alleviare le sofferenze vissute durante l'intero periodo del trattamento.

La probabilità di guarigione in oncologia pediatrica rappresenta una concreta realtà, con una percentuale che si aggira attorno al 75-80 per cento.

Per comprendere la portata del fenomeno sociosanitario legato all’oncologia pediatrica, l’impatto assistenziale e il carico organizzativo sostenuto dai singoli poli oncologici, è necessario conoscere alcuni dati epidemiologici essenziali.

Secondo il rapporto AIRTUM 2012 l’incidenza annua di neoplasie nel periodo 2003-2008 è di 164 casi per ogni milione di bambini. Sulla base dei dati epidemiologici disponibili, la stima del numero atteso di tumori maligni di età compresa tra età 0 e14 anni al 2012 è la seguente:

·         1360 casi/anno in Italia,

·         98 casi/anno in Emilia Romagna

·         25 casi/anno nell’area vasta di Romagna

·         7.5 casi/anno in provincia di Rimini

Dal momento della sua apertura, nel centro di Rimini sono stati curati circa 250 bambini, con una sopravvivenza di circa l’80%, in linea con i migliori risultati nazionali ed internazionali. L’attività del centro riminese è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni passando da 13 nuovi casi/anno nel 2011 a 30 nuovi casi/anno nel 2014 e 2015, un numero superiore rispetto all'atteso poiché una gran parte dei casi è stata inviata da altri servizi pediatrici della regione e qualcuno anche da fuori regione. Il carico assistenziale è di almeno il doppio dei nuovi casi diagnosticati ogni anno, considerando che ogni bambino riceve chemioterapia per circa 2 anni (a seconda del tipo di tumore).

L'approccio diagnostico e terapeutico in oncologia pediatrica è di tipo rigorosamente multidisciplinare, cioè si avvale di conoscenze/competenze di numerosi esperti nelle varie discipline specialistiche già esistenti e ben funzionanti all'Infermi di Rimini quali la chirurgia pediatrica, il centro trasfusionale, la radiologia, il laboratorio, l'anatomia patologica, la rianimazione, la neonatologia, l’oncologia e l’ematologia dell’adulto.

Nell’assistenza globale del bambino oncologico, altri attori entrano in campo e giocano un ruolo determinante nel percorso verso la guarigione: il pediatra di famiglia, gli infermieri, lo psicologo, l’AROP (associazione riminese di oncoematologia pediatrica), gli animatori con la loro clownterapia, i parenti, gli amici, altre associazioni laiche di volontariato (es progetto “Nati per leggere”). Queste figure si impegnano in un patto di alleanza terapeutica che viene stipulato con la famiglia ed è finalizzato alla realizzazione del progetto guarigione attraverso momenti di ascolto, di condivisione di ansie-angosce e di sostegno, diretti ad alleviare le sofferenze vissute durante l'intero periodo del trattamento.

La probabilità di guarigione in oncologia pediatrica rappresenta una concreta realtà, con una percentuale che si aggira attorno al 75-80 per cento.

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Partirà il 22 febbraio la nuova iniziativa per le scuole organizzata dall’attivissimo team forlivese della campagna Viva per la rianimazione cardiaca, coordinato da Sandra Nocciolini e Debora Bombardi.

Questa volta la task force di volontari, composta da medici e infermieri di Rianimazione, Pronto Soccorso, Medicina d’Urgenza, 118, Cardiologia di Forlì, entrerà nelle scuole medie per il Progetto “Salvaunavita”, che coinvolgerà i ragazzi delle scuole mediai forlivesi da febbraio a maggio 2017.

“Recenti studi  - spiegano le coordinatrici - hanno dimostrato che i ragazzi tra i 12 e 14 anni hanno una notevole facoltà ricettiva in merito alle nozioni salvavita per affrontare situazioni di emergenza quali riconoscere le diverse situazioni di emergenza, capire in quali circostanze è necessario chiamare i soccorsi e sapere come comportarsi. Da questa considerazione è nato il Progetto Salvaunavita, che vedrà la realtà forlivese tra le prime ad applicarlo e ad introdurre sempre più nelle scuole la cultura del soccorso sanitario.”

“Il Gruppo VIVA di Forlì  - proseguono – da febbraio a maggio coinvolgerà le classi terze delle scuole medie con la somministrazione agli studenti, qualche giorno prima dell’incontro formativo, di  un questionarioAll’incontro i volontari, medici e infermieri, insegneranno le manovre di massaggio cardiaco e disostruzione delle vie aeree con l’ausilio di video e dimostrazioni pratiche su manichino. Il percorso terminerà alla fine dell’anno scolastico con la somministrazione del questionario di valutazione dell’apprendimento”

Di seguito il calendario degli incontri (cui potranno aggiungersi, in itinere altre scuole):

  • Mercoledì 22 febbraio: sei classi terze della Scuola Media Pietro Zangheri
  • Mercoledì 15 marzo : tre classi terze della Scuola media Piero Maroncelli 15 marzo
  • Mercoledì 12 aprile : cinque classi terze Scuola media Marco Palmezzano
  • In data ancora da definirsi : sei classi terze della Scuola Media Orceoli

“In caso di emergenza – concludono i volontari di VIVA -  ogni minuto è importante. Nell’attesa che arrivino i soccorsi, è fondamentale sapere cosa fare e, soprattutto, cosa non fare, evitando comportamenti scorretti che potrebbero provocare esiti negativi. La settimana di sensibilizzazione VIVA 2016, svoltasi a ottobre, ha riscosso un grandissimo successo nelle scuole  forlivesi, ci auguriamo che anche questo progetto raccolga lo stesso entusiasmo”

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Ha avuto luogo pochi giorni fa la simbolica consegna dell'"assegnone" di 2.500 euro, vale a dire il ricavato di una cena che l'associazione di Coriano "Festa per far Festa" ha organizzato nel novembre scorso, in occasione della Giornata mondiale del Prematuro, e devoluti all'associazione "La Prima Coccola" che sotiene i progetti del reparto di Terapia Intensiva Neonatale - Neonatologia dell'Ospedale "Infermi" di Rimini.

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Circa 500 partecipanti all’incontro “Progettare la Salute: il budget di salute” organizzato dall’Ausl Romagna e svoltosi ieri a Cervia. Professionisti, operatori, famigliari delle persone affette da disagio psichico, amministratori locali, che si sono confrontati su uno strumento innovativo per la gestione dei pazienti, e che può diventare rivoluzionario, quello, appunto del budget di salute. Anche la modalità dell’evento è stata, per di più, molto innovativa: ad un primo momento di relazioni frontali sono infatti seguite sessioni di lavoro in gruppo, su temi suggeriti dagli organizzatori ma anche emersi spontaneamente dai partecipanti, per poi tirare le conclusioni in plenaria. Un metodo estremamente operativo, denominato “Open Space Technology”, che ha ricevuto molto apprezzamento dagli intervenuti

Il quadro di riferimento. Le persone seguite in un anno dai servizi di Psichiatria adulti dell’Ausl Romagna sono circa 18.000, di cui, sempre nell’anno, 4.600 nuovi ingressi (e più o meno altrettante dimissioni). Gli stranieri sono 1.400. Circa un terzo delle persone seguite ha una diagnosi riconducibile ad un disturbo grave. Ogni utente riceve in media 32 prestazioni all’anno.

I ricoveri ospedalieri sono 1.762, i ricoveri in residenze di breve periodo (RTI-RTP) 860; i ricoveri in residenze riabilitative di medio-lungo periodo (RTR, Comunità Alloggio, Gruppi appartamento) sono 572 e i progetti di domiciliarità supportata (prime sperimentazioni locali di budget di salute) 81.

I servizi per le Dipendenze Patologiche seguono circa 8.400 persone in un anno in Romagna, di cui circa 2.750 nuovi ingressi. Di questi, 5.300 sono seguiti per droghe/farmaci, 2.040 per alcool, 330 per tabacco, 260 per gioco, 450 per altre dipendenze tra cui si affaccia quella da internet. Circa 400 utenti, nell’anno, effettuano percorsi residenziali in comunità.

Il budget di salute. E’ uno strumento, come evidenziato dal direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl Romagna, dottor Claudio Ravani, che rappresenta una nuova modalità di gestione dei problemi complessi del cittadino, nel quale le Istituzioni (locali e sanitarie), le risorse del contesto (volontariato, cooperazione, famiglia) e la persona stessa, condividono percorsi costruiti sui bisogni del soggetto. Per ogni utente viene dunque definito un budget di salute personalizzato (e diverso dagli altri) che raccoglie le risorse economiche, sociali, personali e di contesto. Un nuovo modo, insomma, di pensare il welfare, che passa da un modello prevalentemente erogativo ad un modello partecipato che attiva e valorizza anche le risorse spontanee del contesto sociale. Si realizza in questo modo una integrazione fra prestazioni sanitarie e determinanti sociali di salute i quali, come è noto,  incidono fortemente sulla salute dei cittadini. Lo stato dell’arte rispetto all’utilizzo di questo strumento e i percorsi di ulteriore implementazione sono stati illustrati dal dottor Roberto Bosio, direttore del Centro di Salute Mentale di Cesena.

Le prospettive. Concetto dominante, la valorizzazione del senso di comunità, mirato alla presa in carico dell’utente con disagio psichico, a tutti i livelli e con tutte le risorse a disposizione. Senso di comunità che, come ha specificato l’assessore Michela Lucchi del Comune di Cervia, deve trasformarsi in “nuovo welfare di comunità: il welfare – ha precisato Lucchi – non è finito, ma va pensato con nuovi strumenti”.

La dottoressa Mila Ferri direttore del servizio “Assistenza Territoriale” della Regione Emilia Romagna ha quindi evidenziato come la messa a sistema e valorizzazione di tutte le risorse di contesto possa portare ad una presa in carico del paziente più puntata sulle cure territoriali, piuttosto che alla collocazione in struttura e, nei casi in cui ciò sia appropriato, al ritorno di persone collocate in struttura ad un ambiente di vita esterno con un’adeguata presa in carico territoriale.

Sempre per parte regionale, il consigliere Paolo Zoffoli (presidente della Commissione “Politiche per la Salute e Politiche Sociali” dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna) ha espresso soddisfazione per il lavoro in corso e per la buona riuscita della giornata.

L’innovatività di questo approccio è stata sottolineata anche dal direttore generale Marcello Tonini, che ha messo in relazione l’importanza di rispondere in maniera sempre più puntuale e adeguata ai bisogni di salute degli utenti e dei cittadini, con un ulteriore salto di qualità che l’Ausl Romagna intende fare sia nell’organizzazione dei servizi sia nella percezione da parte del pubblico.

Un grande apporto ai lavori della giornata è stato fornito dal mondo della Cooperazione Sociale, degli Enti Locali e delle Associazioni; in particolare le Associazioni dei famigliari e dei pazienti hanno partecipato numerose ed in modo attivo all’evento, proponendo gruppi di lavoro tematici e stimolando la discussione.

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Continua, e si amplia, il progetto di collaborazione tra l’ospedale “Infermi” di Rimini e la facoltà di Medicina dell’Università di Passo Fundo, dello stato di Rio Grande do Sul, Brasile.

Anche quest'anno infatti, come ormai da 9 anni, l'Ospedale Infermi di Rimini ha accolto alcuni giovani studenti brasiliani in virtù del progetto, nato nel 2008 e formalizzata come accordo bilaterale nel 2012, e che prevede la frequenza di 15-16 studenti ogni anno in diverse unità operative della struttura riminese. Il tutor aziendale del progetto è il dottor Renzo Pini, dell’unità operativa di “Pediatria” (diretta dal dottor Gianluca Vergine) che organizza, insieme al coordinatore di Medicina dell’Università brasiliana, professor Josè Ivo Scherer, lo scambio scientifico.

Quest'anno la frequenza riguarda le unità operative di “Pediatria”, di “Ortopedia” (il dottor Marcello Zavatta si offre come tutor per gli studenti già da qualche anno), di “Cardiologia”, di “Chirurgia Generale”, di “Dermatologia”, di “Ostetricia Ginecologia”. Il progetto prevede, oltre alla frequenza diretta degli studenti nelle strutture riminesi, anche una serie di lezioni universitarie che i dottori Pini e Zavatta effettuano, a titolo volontario, presso la università brasiliana.

Attualmente 7 gli studenti brasiliani presenti a Rimini, che in questi giorni hanno ricevuto la visita del vice-rettore della loro università, la professoressa Bernadete Maria Dalmolin , accompagnata dal professor Jorge Winckel. . Di iniziale formazione infermieristica, la docente insegna già da 25 anni, ed è particolarmente interessata, per conto della sua università, a conoscere i modelli organizzativi italiani, sostanzialmente diversi da quelli brasiliani, dove il settore privato della sanità ha un peso maggiore, a fronte però, ad esempio, di una medicina di base molto sviluppata negli ultimi anni.

“Ho trovato l’ospedale di Rimini molto qualificato – ha commentato, a caldo, la professoressa Dalmolin– e in particolare la parte organizzativa sarà per noi molto interessante da analizzare”.

“Anche per noi andare a svolgere uno stage in Brasile – ha aggiunto il dottor Pini – è stato molto interessante: vi sono molte differenze, ad esempio, tra la struttura universitaria italiana e quella brasiliana, molto aperta e che incentiva un profondo confronto tra docenti e discenti”.

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Si è tenuto nei primi giorni di febbraio ad Örebro, città universitaria che dista circa 200 chilometri dalla capitale svedese Stoccolma, ilSimposio mondiale di Endovascular Hybrid Trauma and Bleeding Management. L’importante evento ha visto la partecipazione di rappresentati dei più importanti Trauma Centers del mondo, in un ricco confronto in merito alle complesse tecniche di Resuscitative Endovascular Balloon Occlusion of the Aorta (REBOA), ancora pionieristiche nell’ambito traumatologico. L’AUSL della Romagna era rappresentata dal Dr. Emiliano Gamberini,del Sistema Integrato di Assistenza al Trauma Grave (SIAT). Il SIAT, coordinato dal Dr. Vanni Agnoletti in qualità di Direttore della Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena, è identificato dai primi anni 2000 quale centro traumi della Romagna.

Lo scopo del SIAT è quello di fornire al paziente con trauma maggiore la cura più appropriata nel più breve tempo possibile. Questo significa che già in fase pre-ospedaliera deve essere identificato il trauma maggiore affinchè il trasporto converga nella sede di cura definitiva nel più breve tempo possibile.

Un trauma maggiore è un evento che determina lesioni singole o multiple di entità tale da costituire un pericolo per la vita del paziente.

L'Emilia Romagna può vantare, da ottobre 2006, persino un Registro regionale dei traumi gravi, cui contribuisce anche il trauma Center di Cesena, un flusso informativo nel quale confluiscono dati sui pazienti traumatizzati, sui percorsi assistenziali attivati e sugli esiti delle cure.

Al convegno mondiale il Dr. Emiliano Gamberini ha avuto l’opportunità di presentare per l’Italia gli incoraggianti risultati ottenuti dal “Romagna” Trauma Center di Cesena, con l’applicazione della tecnica REBOA, applicata in modo innovativo nel trattamento del paziente vittima di trauma grave con shock emorragico. "E’ stato possibile raggiungere tali risultati - spiegano i medici romagnoli - solo grazie all' efficace partecipazione di tutti i professionisti coinvolti (118, Pronto Soccorso, Chirurgia d’Urgenza, Radiologia diagnostica ed interventistica, Centro trasfusionale, Ortopedia, ecc.) in una interazione che non può che essere multidisciplinare per essere efficace. "

“E’ stato veramente emozionante poter scambiare la propria esperienza con colleghi provenienti da tutto il mondo” - prosegue il Dott. Gamberini - La strada intrapresa è quella giusta: continueremo a lavorare sapendo che siamo parte di una rete internazionale e che il nostro lavoro è riconosciuto e stimato anche fuori dai confini nazionali”.

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Sabato 18 febbraio, dalle 9 alle 12.30, l’Unità Operativa Cardiologia dell’Ospedale di Lugo in Viale Dante n. 10 invita la cittadinanza a “Cardiologie aperte 2017” per fornire informazioni sulla prevenzione dei fattori di rischio cardio-vascolare. Quest’anno saranno trattati i temi dello scompenso cardiaco, della sincope e della morte improvvisa. L’iniziativa è organizzata nell’ambito della Campagna Nazionale “La settimana per il Tuo cuore” promossa dalla Fondazione “per il Tuo cuore” dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO).

I medici e gli infermieri della Cardiologia di Lugo risponderanno alle domande poste dai presenti.

Per favorire la partecipazione dei cittadini sono state individuate due fasce orarie, rispettivamente ore 9.00 e ore 10.30, nelle quali si ripeterà il seguente programma: Visita alla struttura cardiologica (Laboratori di diagnostica non invasiva, Terapia Intensiva); Controllo pressorio, ECG, ecodoppler carotideo per chi lo desidera; Relazione malattie cardiovascolari ed educazione al corretto stile di vita per prevenirle, scompenso cardiaco, sincope e prevenzione della morte improvvisa; Consegna opuscoli informativi.

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E’ considerato uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di malattie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Parliamo del fumo, un problema che colpisce il 27% dei cesenati. L’abitudine alla sigaretta evidenzia tassi più alti di fumatori nella classe di età 35-49 anni, negli uomini, e nelle persone con livello di istruzione più basso.

Liberarsi definitivamente della dipendenza da tabacco è possibile e non è mai troppo tardi. Smettere di fumare è importante in quanto la morbilità e la mortalità decrescono all’aumentare del tempo passato senza fumare. Per aiutare chi vuole smettere di fumare l’Ausl promuove due nuovi corsi gratuiti LIBERATI DAL FUMO, che si terranno:

- A Cesena dal 27 febbraio al 23 marzo, il lunedì e il giovedì dalle ore 18 alle 19.30 nella sede del Ser.T (via Brunelli, 540)

- A Savignano Sul Rubicone dal 20 marzo al 13 aprile, il lunedì e il giovedì dalle 18 alle ore 19.30, alla Casa della Salute del Rubicone (in via F.lli Bandiera, 15).

I corsi, gratuiti, comprendono il colloquio/visita medica presso il Ser.T. di Cesena, la partecipazione agli incontri e il materiale didattico. Ogni corso, tenuto da un professionista psicologo, prevede un massimo di 12 partecipanti e si articola in 8 incontri bisettimanali di un’ora e mezzo e ulteriori 3 incontri di verifica e rinforzo a distanza di 10, 15 e 30 giorni dal termine del corso. Durante il corso sono previsti un incontro con un esperto di stili di vita sani e un incontro con un pneumologo.

Per iscrizioni e informazioni rivolgersi al Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena, in via M. Moretti 99: tel. 0547 352079; sportello.prevenz.ce@auslromagna.it. (mercoledì e venerdì: dalle 8.30 alle 13). Unico requisito di ammissione richiesto, l’effettuazione di una visita e colloquio orientativo con un medico esperto in dipendenze patologiche, che valuterà il grado di dipendenza dalla nicotina e la motivazione a smettere di fumare.

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Uno spot video per mettere in guardia le persone anziane rispetto ai possibili truffatori. Lo hanno realizzato i Carabinieri di Rimini, ed è in corso di veicolazione nel territorio della provincia. Già nei mesi scorsi l'Azienda si era mossa presso il Distretto di Rimini, per la promozione di questa, e di altre iniziative mirate al contrasto di questa odiosa pratica, purtroppo sempre più diffusa.

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