Skip to main content

Articoli filtrati per data: Luglio 2018

Medici chirurghi, provenienti da tutte le parti del mondo in visita, in questi giorni, all'Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Forlì per apprendere le tecniche robotiche applicate alle apnee ostruttive nel sonno (OSAS).
Presenza di prestigio il  prof.Stanley Yung Liu dall'Università di Stanford, USA, co-direttore della Stanford Sleep Surgery Fellowship e membro del comitato di medicina del sonno presso l'American Academy of Otolaryngology. Attualmente lavora su una task force, diretta dall'American Academy of Sleep Medicine (AASM) per aggiornare le linee guida chirurgiche per l'apnea ostruttiva del sonno negli adulti.
Dall'Olanda arriva invece un'altra esperta di apnee notturne, la dottoressa Madeline Ravesloot ,che lavora  presso il Jan van Goyen Medical Center di Amsterdam. E' conosciuta a livello internazionale per la sua esperienza scientifica e clinica nel campo dei disturbi respiratori del sonno ed è membro del consiglio della International Sleep Surgical Society.
Arriva invece dalla lontana Taiwan la dottoressa Ying-Chieh Hsu.
L’Unità operativa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Morgagni – Pierantoni di Forlì, diretta da Claudio Vicini, è  stata la prima al mondo ad aver applicato la chirurgia robotica alla cura del paziente con apnee ostruttive in sonno (OSAS), intervenendo sulla base della lingua. Nella chirurgia del distretto testa e collo la robotica rappresenta la tecnologia più sofisticata e moderna. Il suo più grande vantaggio è la possibilità di evitare approcci chirurgici invasivi (trans mandibolari/transcervicali) nelle neoplasie e nelle recidive dell’orofaringe che hanno un elevato tasso di complicanze post-operatorie e cicatrici deturpanti.
 
(nella foto, partendo da dx Stanley Yung Liu , Madeline Ravesloot , Ana Isabel Costa, Ying-Chieh Hsu)

Pubblicato in Notizie dal sito

Tre medici dell’ospedale Bufalini di Cesena sono da poco rientrati da un missione di volontariato in Zimbabwe, dove hanno operato, a titolo volontario, presso l’ospedale Luisa Guidotti - All Souls Mission di Mutoko, a circa 170 chilometri a est della capitale Harare.

Il dottor Massimo Magnani, direttore dell’Unità Operativa Otorinolaringoiatria, la dottoressa Federica Morolli, medico della stessa unità operativa e la dottoressa Elena Magnani medico dell’Unità Operativa Medicina Interna, insieme ad alcuni altri volontari romagnoli, hanno effettuato in nove giorni più di 400 visite otorinolaringoiatriche, 60 interventi chirurgici (di cui 10 in anestesia generale) e oltre 200 ecografie.

 “Si è trattato del primo campo medico di otorinolaringoiatria organizzato in questo ospedale- racconta il dottor Massimo Magnani - Avevamo programmato visite ed interventi chirurgici gratuiti prevedendo solo alcune decine di pazienti. Ci siamo invece ritrovati ad assistere un numero di pazienti che non avevamo lontanamente pensato. Il personale dell’ospedale si è impegnato molto, restando sempre al nostro fianco, anche fino a 12 ore al giorno”. “Per noi tutti è stata una esperienza unica e gratificante – continua il dottor  Magnani - tantissimi sono stati i ringraziamenti e le benedizioni che abbiamo ricevuto dai pazienti curati e dal personale medico ed infermieristico. Tutti ci hanno pregato di ritornare per continuare l’opera intrapresa. Presto torneremo per portare nuovi aiuti”.

Pubblicato in Notizie dal sito

La chirurgia laparoscopica è la tecnica più efficace per il trattamento del laparocele: garantisce ai pazienti un minor tasso di recidive e complicanze post-operatorie, una ripresa post-operatorio più rapida e meno dolorosa, un ritorno alla quotidianità senza limitazioni e l’assenza di cicatrici antiestetiche, poiché il trattamento è mininvasivo.

Lo evidenzia un importante studio clinico – il primo a livello europeo per casistica e follow-up – nel quale l’Unità operativa di Chirurgia generale del Presidio Ospedaliero di Rimini – Santarcangelo – Novafeltria dell’Ausl Romagna, diretta dal dottor  Gianluca Garulli, ha partecipato dando un contributo di rilievo.

Lo studio, recentemente presentato  al congresso “Chirurgia Laparoscopica della parete addominale... Forse c’è qualcosa di nuovo” svoltosi al Policlinico San Marco di Zingonia-Osio Sotto di Bergamo,  ha esaminato oltre 1.700 pazienti ed è stato condotto da un team di esperti: oltre al dottor Garulli anche il dott. Stefano Olmi, responsabile dell’U.O. di Chirurgia generale e oncologica, Centro di Chirurgia della parete addominale, Centro di Chirurgia Laparoscopica del Policlinico San Marco; il dott. Paolo Millo, responsabile della Struttura Semplice di Chirurgia bariatrica, metabolica e laparoscopia avanzata – Ausl Valle d’Aosta; la dott.ssa Micaela Piccoli, direttrice della Struttura Complessa di Chirurgia generale, d’urgenza e nuove tecnologie dell’Ospedale Civile di Baggiovara.

Il laparocele è un'ernia che può formarsi sul tessuto cicatriziale, a seguito di un intervento di chirurgia addominale. È una patologia legata alla lassità dei muscoli della parete addominale che interessa un’ampia percentuale della popolazione, pertanto la possibilità di offrire ai pazienti trattamenti innovativi, efficaci e mininvasivi ha sempre animato la discussione scientifica.

Dei 1.700 pazienti che hanno preso parte allo studio, oltre 300 erano in carico alla chirurgia riminese.

Pubblicato in Notizie dal sito

Archivio