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Articoli filtrati per data: Marzo 2020

L'Ail Forlì-Cesena Odv, sezione provinciale dell'Associazione italiana
contro leucemie, linfomi e mieloma ha donato 10mila euro per l'acquisto di
mascherine chirurgiche per le Unità operative di Anestesia Rianimazione
degli ospedali "Morgagni-Pierantoni" di Forlì e "Bufalini" di Cesena.
"In questo momento così difficile ­- sottolinea il vicepresidente
dell'associazione di volontariato, Gaetano Foggetti - ci è sembrato
importante dare un segnale tangibile per contribuire alla lotta contro
l'epidemia e, nello specifico, farlo per rispondere ad una delle richieste
più pressanti da parte del personale medico".  "Ringraziamo moltissimo l'Ail
per la sensibilità dimostrata nei confronti degli anestesisti e dei
rianimatori che, in questo periodo, sono in prima linea nella lotta contro
il Coronavirus" dicono i medici Stefano Maitan e Vanni Agnoletti, direttori
rispettivamente dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione di Forlì e
di quella di Cesena.
La sezione provinciale dell'Ail è stata fondata nel 1995 e da allora
raccoglie fondi per finanziare la ricerca scientifica contro tutte le
malattie del sangue e sostenere i contratti di giovani medici specialisti
ematologi prima del loro ingresso nella pianta organica del Servizio
sanitario pubblico. Su tutto il territorio di Forlì-Cesena, poi, garantisce
con proprie risorse l'assistenza domiciliare ematologica.

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In questo momento di emergenza, ogni contributo può sostenere ed alleviare la fatica chi è in prima linea contro il Coronavirus.

Abbiamo visto tutti, in tv o sui giornali, le immagini delle piaghe sul volto degli operatori sanitari, conseguenza del portare, per ore ed ore, gli occhiali e le mascherine per proteggersi da quel nemico infido: il Covid-19, ma soprattutto per poter rimanere accanto e aiutare chi quel nemico lo ha dentro di sé.La prevenzione della malattia covid-19, che prevede anche l’uso continuo delle mascherine per gli “addetti ai lavori” degli ospedali, ha la controindicazione di mettere a dura prova la pelle. 
 In questi giorni, grazie alla segnalazione e alla collaborazione della dottoressa Lisa Pasini di Forlimpopoli  e della dermatologa Maria Bandini di Faenza, la ditta SVR di Milano ha donato al reparto di Anestesia e Rianimazione di Forlì delle creme idratanti per impedire lesioni al viso, generate da presidi di protezione individuali.

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Tra i soggetti affetti da Covid 19 ricoverati in Rianimazione presso l’ospedale “Infermi” di Rimini (ad oggi 35 in tutto) si registrano i primi quattro casi di pazienti “estubati”, pazienti cioè che erano in ventilazione meccanica e che hanno ripreso a respirare senza l’ausilio della macchina. Per loro si sta valutando il trasferimento in reparto al di fuori della Terapia intensiva, ovviamente sempre in area isolata.

I pazienti affetti da coronavirus le cui condizioni si aggravano in maniera importante e che richiedono di essere collocati in ventilazione meccanica, solitamente restano in tale condizioni per periodi prolungati; i quattro pazienti dell’”Infermi” sono rimasti in respirazione assistita per un periodo compreso tra i 12 e i 15 giorni, dunque relativamente breve, in virtù anche della loro età non particolarmente avanzata. Si tratta di tre pazienti di sesso maschile e di una donna, tutti di età compresa tra i 60 e i 70 anni.

“Il miglioramento clinico di questi quattro pazienti rappresenta per noi un elemento molto importante, sia dal punto di vista clinico sia dal punto di vista psicologico – racconta il dottor Giuseppe Nardi, direttore della Anestesia Rianimazione riminese -. E’ intanto un elemento importante sul fronte scientifico, e ci dice che vi sono possibilità di ripresa anche nei casi più gravi, in questa malattia ancora assai poco conosciuta. E poi è servito a darci coraggio. La nostra equipe lavora con grande entusiasmo ed abnegazione, nonostante la fatica di questi giorni, e ora lavorerà anche con più gioia. Questi quattro casi rappresentano una speranza importante anche per gli altri pazienti e soprattutto per i loro famigliari che finalmente hanno una notizia positiva dopo giorni di buio in cui non hanno potuto vedere i loro cari, e che finalmente hanno una notizia positiva”.

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A seguito della diffusione dell’infezione da Covid 19, e nell’ottica di riconvertire per quanto possibile, in maniera graduale ed equilibrata, i servizi alla risposta a tale situazione, l’orario di apertura del Punto di Primo Intervento del Comune di Cervia viene temporaneamente convertito ad orario diurno “H12”, cioè dalle ore 8 del mattino alle 8 di sera.

Tale decisione, operativa da oggi, tiene conto anche del fatto che da un recente monitoraggio risulta un utilizzo molto limitato di tale struttura, soprattutto in orario notturno.

Per contro tale riconversione, operativa dalla giornata di domani, sabato 21 marzo, consente di dedicare il personale medico e infermieristico alla gestione di pazienti affetti da Covid presso l’Ospedale di Ravenna e, in prospettiva, a quei pazienti che, dopo la fase acuta, potranno eventualmente aver bisogno di convalescenza con riabilitazione respiratoria.

Dichiarazione del sindaco di Cervia Massimo Medri: “Comprendiamo l’emergenza in cui ci troviamo e lo soforzo eccezionale che sta facendo l’Ausl Romagna per prestare soccorso e cure a tutti i cittadini, in questo momento straordinario, a causa dell’aumentare dei casi di Coronavirus, per questo comprendiamo la necessità dell’Azienda di prendere momentaneamente questa decisione. Ricordiamo a tutti i cittadini che è una situazione non ordinaria e di emergenza e che non perdurerà nel tempo ”.

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Si informa la popolazione che da lunedì 23 marzo il Punto prelievi e lo Sportello CUP di Miramare resteranno chiusi al pubblico fino a data da definirsi, mentre le accettazioni della Radiologia negli ospedali di Riccione, Cattolica e Novafeltria chiuderanno alle ore 14,00. Si ricorda che per prenotazioni che dovessero rendersi necessarie è possibile utilizzare il servizio Cuptel al recapito 800 00 22 55.

Si informa inoltre che anche l'attività di broncoscopia, effettuata dalla Pneumologia, subirà forti limitazioni sempre nell'ottica della riorganizzazione per dare risposta alla situazione coronavirus.

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Nei giorni scorsi questa Direzione Generale, prendendo a riferimento le disposizioni adottate dal Governo regionale sul Comune di Medicina e le zone limitrofe e sulla base di una preoccupante evoluzione dei contagi in particolare nell’area sud della provincia di Rimini, aveva chiesto di adottare analogo provvedimento anche in questo territorio. Ciò esclusivamente in ragione di una forte preoccupazione che questa espansione del fenomeno possa nel breve determinare una grave difficoltà sui nostri ospedali. A tale riguardo non rientra nell’ambito di competenza di questa Direzione entrare nel merito del percorso decisionale che ha portato all’Ordinanza emanata nelle ultime ore.

Rimane forte la nostra preoccupazione sulla capacità, nelle prossime settimane, di dare adeguata risposta sanitaria ad un flusso di patologia così rilevante. Pertanto, volendo da una parte assicurare la comunità intera e le Istituzioni sulla professionalità, coraggio e piena consapevolezza del ruolo che straordinarie donne e uomini della sanità stanno dimostrando, dall’altra occorre sottolineare che ciò potrebbe non essere sufficiente per uscire in tempi rapidi dalla situazione che si sta venendo a determinare. Di conseguenza sarà molto importante tutto ciò che si potrà garantire, attraverso uomini e mezzi, per il più rigoroso controllo della mobilità delle persone tra i Comuni della provincia e nondimeno verso i territori di confine con la provincia di Pesaro – Urbino e della Repubblica di San Marino, anch’essi pesantemente colpiti dal coronavirus.

Per questo è indispensabile, a tutti i livelli, dimostrare capacità di andare oltre ogni ostacolo, abbandonare ogni atteggiamento corporativo, superare ogni ritrosia e creare i migliori presupposti affinchè le persone stiano a casa il più possibile anche provvedendo ad organizzare servizi a sostegno della domiciliarità in favore delle fasce più fragili.

Queste misure di contenimento sociale, comprensibilmente dolorose, insieme ad una forte attenzione ai nostri comportamenti individuali, anche quelli apparentemente più banali come il lavarsi le mani, sono i mezzi più potenti per limitare la circolazione del virus e farci uscire più rapidamente da questa difficile situazione.

Da qui l’appello affinchè ognuno assuma un forte e continuo senso di responsabilità.

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La provincia di Rimini e in particolare la zona sud (Cattolica, San Giovanni in Marignano, Morciano, San Clemente, Misano Adriatico e Riccione) presentano un’alta frequenza di casi positivi di coronavirus e di conseguenza un importante impatto sugli ospedali. E’ stato pertanto predisposto e si sta mano a mano realizzando un piano di riorganizzazione dei posti letto da dedicare alle polmoniti che causa il virus, ivi compresi i posti letto di rianimazione da dedicare ai casi più complessi. Al momento sul totale dei posti letto predisposti per questa emergenza ne sono stati occupati attorno al 50-55 per cento.

E’ certamente preoccupante il numero di pazienti che accedono ai Pronto Soccorso e che vengono ricoverati e pertanto è necessario, in via cautelativa, prevedere ulteriori ampliamenti dell’offerta di posti letto anche attingendo dalle Case di Cura private per far fronte alla patologia ordinaria così come è necessario prevedere di dedicare strutture intermedie (ad esempio le nuove RSA di Bellaria e Novafeltria piuttosto che strutture ricettive alberghiere) che possono eventualmente accogliere pazienti che hanno superato la fase acuta e che si avviano alla guarigione. Tutto questo non deve stupire né spaventare ma si rende necessario per combattere un nemico molto insidioso, invisibile ma non invincibile e lo si deve fare in particolare sul fronte ospedaliero.

Qui si inserisce fondamentale la necessità di mantenere in massima sicurezza i veri, straordinari artefici di questa battaglia e cioè tutti gli operatori sanitari ospedalieri e del territorio fornendo loro gli adeguati dispositivi di protezione individuale. Senza di loro non si va da nessuna parte.

Sino a questo momento ci siamo sostanzialmente riusciti ma con molte difficoltà  questo certo può stupire ma per molti motivi (non si producevano nel nostro Paese, si assiste a fenomeni di accaparramento...) è purtroppo così. A tale riguardo si sta operando in tutte le direzioni nazionali ed internazionali e ci si sta attivando con aziende del territorio affinchè anche loro ne producano per renderci il più possibile autosufficienti.

Il terzo importantissimo punto sta nel rispettare e far rispettare tutte le disposizioni adottate per limitare sempre di più  la circolazione del virus e pertanto ridurre la mobilità delle persone, di ognuno di noi, ed il distanziamento sociale (tradotto bisogna stare a casa!). Così come occorre moltiplicare gli sforzi ed assumere un atteggiamento di massima responsabilità nei comportamenti personali anche quelli apparentemente più elementari (lavarsi le mani e le altre misure ormai note, anche per la vita quotidiana) ma in realtà estremamente importanti. Su questo le Istituzioni locali e la Direzione aziendale lavorano in piena sintonia tra di loro e con i livelli istituzionali superiori e di fronte a situazioni come questa non può che essere così.

Da ultimo un pensiero ed un abbraccio ad ogni dipendente dell’Azienda. In questi anni abbiamo avuto modo di conoscerci (con molti di voi da sempre) e sapete dei miei difetti ma anche che sono uno che non ha paura di sporcarsi le mani, che si fanno errori ma che l’impegno e la voglia di fare di più e meglio non mancano. Dirvi che vi sono grato è troppo poco nella mia testa c’è un sentimento mille volte più forte. Teniamo duro ne usciremo insieme e con noi l’intera comunità. Le cose stanno così.

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La famiglia Silvestrini - Vespignani di Forlì , in memoria dell'"amico e collaboratore Andrea Ragazzini", recentemente scomparso a causa del Coronavirus, ha donato, con il contributo di Unieuro,  dieci cellulari al reparto di Malattie Infettive di Forlì da utilizzarsi per i pazienti in isolamento.

"Abbiamo voluto raccogliere le richieste della dottoressa Maria Teresa Rinieri, della coordinatrice infermieristica Simonetta Bonacchi e di tutto il personale delle Malattie Infettive di Forlì - spiega Maria Grazia Silvestrini - per venire incontro alle esigenze dei malati di Coronavirus che trascorrono le loro giornate in isolamento, vivendo un comprensibile timore per sé ma anche per i propri cari con cui alcuni di loro hanno difficoltà di collegamento“.

I cellulari saranno in uso gratuito ed individuale ai degenti  per tutta la durata del loro ricovero. Potranno essere utilizzati innanzi tutto per chiamare i propri cari, ricreando così un contatto più stretto, anche se virtuale, con le famiglie a casa."

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Anche i neonati piccolissimi ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale sentono il disagio e il dolore esattamente come gli adulti. Ecco perchè è nato il programma NIDCAP, che permette di interpretare i segnali mandati dal neonato che non può esprimersi come un adulto. Le linee-guida NIDCAP, di cui domani ricorre la Giornata mondiale, sono fedelmente seguite nel reparto TIN di Rimini, guidato dalla dottoressa Gina Ancora. Grazie all'impegno pioneristico di Natascia Simeone, insieme a tutto lo staff, è possibile garantire il controllo del dolore, l’allattamento al seno, la dimissione precoce, la crescita armonica e un adeguato sviluppo psicomotorio. Per raggiungere questi obiettivi è doveroso lavorare precocemente con la famiglia, favorendo la relazione attraverso il coinvolgimento attivo di entrambi i genitori nelle cure e nell'accudimento. Questo aiuta anche mamma e papà a diventare genitori competenti, migliorando la loro condizione emotiva e riducendo paura, depressione e ansia.
Tutto questo, con le opportune precauzioni va salvaguardato anche ai tempi del coronavirus. Se gli spazi della TIN sono stretti è necessario che mamma e papà vengano in reparto in momenti diversi, indossando la mascherina e igienizzandosi bene le mani, senza però rinunciare mai ai benefici dell'allattamento al seno ed al contatto pelle a pelle. La Terapia Intensiva Neonatale di Rimini ha deciso così di festeggiare insieme ai genitori la giornata mondiale NIDCAP, con una torta a tema, regalata dall'associazione “La Prima Coccola”, dimostrando che mantenendo le giuste distanze e le corrette precauzioni i genitori supportati dagli operatori possono continuare a mantenere quel contatto fondamentale per la crescita del bambino.

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Giovedì, 19 Marzo 2020 11:49

Come donare all'AUSL Romagna

La Direzione aziendale vuole rivolgere un sentito ringraziamento ai cittadini che si stanno facendo avanti per offrire contributi e donazioni per le strutture sanitarie e a coloro che stanno organizzando vere e proprie raccolte fondi. I relativi fondi saranno utilizzati per l'acquisizione di apparecchiature e dispositivi per l'assistenza ai malati, e sarà dato preciso riscontro dell'utilizzo di tutti i fondi pervenuti.

 

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