Ancora riconoscimenti di livello internazionale per la Chirurgia della Spalla e del Gomito dell’Ospedale “Cervesi” di Cattolica, diretta dal professor Giuseppe Porcellini: due interventi che verranno effettuati domani mattina nel reparto, saranno infatti trasmessi in diretta, attraverso un collegamento con le telecamere a circuito chiuso dell’ospedale cattolichino, a 13mila specialisti ortopedici di tutto il mondo che stanno svolgendo un importante congresso sulla specialità a Nuova Delhi (India).
Il congresso è l’“Isksaa Global Summit 2016”, iniziato oggi e che proseguirà anche domani presso l’importante città indiana. Sul posto il dottor Paolo Paladini, dell’equipe del professor Porcellini il quale già stamane ha tenuto un intervento sul tema “Varie modalità di ripresa dall’intervento di Laterjet” e sulle “Opzioni chirurgiche per la retrazione massiva della cuffia dei rotatori”.
Ma il giorno clou sarà domani, mercoledì 23, quando dalle ore 9:30 alle 12:30 (ora italiana) dalla sala operatoria del “Cervesi” le immagini partiranno per l’India, dove il dottor Paladini fungerà da moderatore e commentatore degli interventi che i medici di tutto il mondo potranno vedere. Si tratterà di un intervento di Laterjet e di una artroscopia della spalla con una delle nuove protesi “a stelo” utilizzate dal professor Porcellini a Cattolica.
Dopo l’intervento, e sempre in collegamento diretto “Cattolica – Nuova Delhi”, il professor Porcellini, coadiuvato dal dottor Paladini, commenteranno l’intervento e più in generale le tecniche che si utilizzano a Cattolica. E lo faranno, come detto, di fronte al “gotha” della chirurgia ortopedica mondiale. Al “Isksaa Global Summit 2016” sono infatti presenti 13mila ortopedici in rappresentanza di tutti i paesi e tutti specializzati in particolare nell’ortopedia dell’arto superiore.
Ad ulteriore testimonianza della rilevanza dell’appuntamento, il fatto che in un congresso di pochi giorni quello cattolichino sarà uno dei pochissimi interventi videotrasmessi in diretta, “e questo grazie – commenta il professor Porcellini – alle protesi di alto livello e alle tecniche operatorie all’avanguardia che riusciamo a mettere in campo. Voglio infine ricordare che il ‘Cervesi’, ospedale pubblico, dispone, a supporto della nostra unità operativa, un ambiente di riabilitazione di altissimo livello grazie alla vasca per riabilitazione in acqua e al laboratorio di biomeccanica gestito dai colleghi fisiatri”.
è il folivese Vanni Agnoletti
Si è svolta questa mattina a Cesena la conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore dell'unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale Bufalini di Cesena.
Quarantasei anni, forlivese, Vanni Agnoletti è il nuovo direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena, nonché responsabile del Trauma Center, essendo l’ospedale cesenate centro hub di riferimento in Romagna per i grandi traumi.
Il dottor Agnoletti si è laureato e specializzato all’Università degli Studi di Bologna. Ha iniziato il proprio percorso professionale all’Ospedale S.Orsola Malpighi di Bologna, svolgendo anche una esperienza in Inghilterra al Freeman Hospital di Newcastle nel 2005, ospedale con vocazione oncologica e trapiantologica.
Dal 2006 al 2014 ha lavorato all’Ospedale di Forlì (nel 2010 è stato nominato titolare dell’incarico di Alta Professionalità in “Chirurgia Toraco - Vascolare”) e dal 2014 al 2016 ha ricoperto l’incarico di direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Arcispedale S. Maria e dell’Azienda Ospedaliera IRCCS di Reggio Emilia.
Nel corso degli anni, il dottor Agnoletti ha approfondito in modo particolare l’ambito della anestesia in chirurgia toracica e del management di sala operatoria, avviando una collaborazione attiva con l’Università americana di Stanford. Ha curato anche l’attività di ricerca e vanta oggi una significativa produzione scientifica, in particolare negli ambiti della tracciabilità e della informatizzazione delle sale operatorie per la valutazione delle performance dei team (Anestesista, Chirurgo, Infermiere) e della terapia antalgica toracica. Sin dal 2004 ha svolto attività di docenza e tutoraggio nelle facoltà di medicina degli atenei di Bologna e Modena. E’ autore di numerose pubblicazioni internazionali ed è stato relatore a numerosi congressi nazionali ed internazionali.
L’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Bufalini di Cesena è parte integrante del Trauma Center. Garantisce assistenza intensiva e anestesiologica per i pazienti traumatizzati e per i pazienti in condizioni estremamente critiche provenienti da altri reparti ospedalieri. Nel 2015 sono stati ricoverati nel reparto cesenate 800 pazienti, con una durata mediana della degenza di 5 giorni.
Sono Davide Melandri ed Elena Bondioli, rispettivamente direttore della Banca Regionale della Cute e Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Bufalini e direttore tecnico della Cell Factory.
Il Consiglio Europeo ha nominato il dottor Davide Melandri, direttore della Banca Regionale della Cute e Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Bufalini, e la dottoressa Elena Bondioli, direttore tecnico della Cell Factory di Pievesestina, tra i revisori internazionali che avranno il compito di elaborare le nuove linee Guida per la Qualità e la Sicurezza di Cellule e Tessuti destinati alle applicazioni cliniche. Complessivamente i revisori nominati sono 32: di questi 4 sono di nazionalità italiana.
La Banca Regionale della Cute dell’Emilia Romagna, che fa capo al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena, è una delle cinque banche del tessuto cutaneo italiane accreditate dal Centro Nazionale Trapianti (CNT) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Con bacino di utenza di circa 5 milioni di abitanti, la Banca della Cute presta la propria attività su scala europea e nell’ambito della Medicina Rigenerativa, avviando, inoltre, una sezione dedicata all’Attività di Ricerca Clinica. Proprio su questi ambiti specifici dal 2009 la Banca Regionale della Cute lavora in stretta sinergia con la Cell Factory, una piattaforma biotecnologica all’avanguardia che ospita tutte le attività di accettazione, manipolazione, conservazione, validazione e distribuzione di cellule e tessuti a fine trapianto.
Importante convegno scientifico sabato 4 ottobre nella Sala Convegni dell’ospedale Bufalini di Cesena
Curare le grandi ustioni o, più in generale, ricostruire non solo cute, ma anche tendini e cartilagine con tessuto ingegnerizzato in laboratorio, a partire da materiale biologico, quindi da donatore. E’ la nuova frontiera della Medicina Rigenerativa, oggi considerata uno degli ambiti più promettenti della medicina “moderna”. Sabato 4 ottobre 2014, nella sala convegni dell’Ospedale Bufalini di Cesena, si terrà il primo convegno scientifico dal titolo “Le Banche dei Tessuti e delle Cellule nel Sistema Sanitario Nazionale: esperienze in Regione Emilia Romagna”.
Il convegno, organizzato dal Centro Grandi Ustionati e dalla Banca Regionale della Cute, metterà a confronto le esperienze portate avanti in Emilia Romagna e le prospettive dei nuovi ambiti della Medicina Rigenerativa, che ormai non sono solo riservati alla ricerca ma sempre più calati nella pratica clinica. Porteranno il loro contributo relatori esperti nei settori della ricerca e dell’applicazione clinica di tessuti e cellule, sia in ambito romagnolo che regionale. Attraverso il confronto tra le Banche, le Cell Factory e le realtà sanitarie della Regione si cercheranno eventuali criticità offrendo al contempo spunti e idee per un miglioramento dei percorsi clinici assistenziali.
La sanità in Romagna ha una lunga storia. I personaggi che abbiamo scomodato come testimoni per questo avvio del sito web dell’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna, rappresentano un elemento di continuità per la clinica, per l’organizzazione dei servizi e sono figli di una comunità che ha una storia ed un futuro comune.
Crediamo che ricordare di avere una storia comune possa rappresentare un elemento che accomunabile e che rende orgogliosi di appartenere ad una comunità in continuo sviluppo.
I nostri padrini sono noti: partendo da sinistra il ravennate Luigi Carlo Farini (era nato da una famiglia di medici e farmacisti a Russi nel 1812) fu medico e politico. Agli inizi operò come medico condotto a Montescudo nel riminese fino a giungere nel 1843 ad essere primario medico ad Osimo, nelle Marche, ma la carriera politica lo prende sempre più fino ad essere nominato Direttore generale della Sanità dello stato pontificio, primo embrione di Ministero della Sanità. Da allora in poi é un susseguirsi d’incarichi politici sempre più prestigiosi, fino alla sua triste fine nel 1866. Per noi rappresenta il legame ineludibile tra clinica e governo delle politiche sanitarie.
Alla sua destra Giovanni Bianchi, noto anche come Jano Planco, nato a Rimini nel 1693 e qui deceduto nel 1775. Affascinante personaggio di medico, scienziato, filosofo, protagonista: famoso in tutt'Italia per i suoi studi scientifici, per le sue polemiche, e per le sue raccolte naturalistiche e storiche, ebbe rapporti con intellettuali di ogni parte. Intellettuale creativo, curioso e pronto a ricredersi solo su fatti concreti. È per noi sinonimo di quella vena di creatività che rende più viva la scienza.
Il terzo personaggio da sinistra é il celeberrimo fondatore dell’anatomia patologica Giovan Battista Morgagni al quale ogni studente di medicina, ancora oggi, deve rendere merito. Nato a Forlì nel 1682 fu riconosciuto in tutta Europa come “Sua Maestà Anatomica”. Le sue scoperte scientifiche e i suoi scritti sono troppi e troppo noti per essere qui riferiti anche in sintesi. Morì nel 1771, forse per un ictus. Rappresenta la punta avanzata della nostra ricerca scientifica e che la nostra terra sa esprimere e riconoscere grandi personalità.
L’ultimo personaggio, Maurizio Bufalini nacque a Cesena nel 1787 anche lui da una famiglia di medici. Oltre ad essere stato uno dei più grandi clinici dei suoi tempi, ebbe il grande merito di rivoluzionare l’insegnamento stesso della medicina, basandosi unicamente sull’osservazione e sulla sperimentazione, cioè sul metodo scientifico. Ci ricorda che l’arte della medicina è il risultato di studio, costanza, applicazione e forte motivazione: un esempio e un monito.
In mezzo ai quattro numi tutelari abbiamo collocato il simbolo di una “caveja” che tutti i romagnoli riconoscono come simbolo identitario, inserendovi però il “caducèo”, simbolo di pace e prosperità e del serpente attorcigliato sul bastone di Asclepio, dio della Medicina. La caveja era uno strumento che serviva a guidare i buoi durante l’aratura. Ci piace pensare che i quattro anelli ricordino i nostri quattro ambiti territoriali che camminano “insieme sulle vie della cura”.