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Articoli filtrati per data: Novembre 2021

Arrivata alla 12° edizione l’iniziativa "Aiutaci a crescere, regalaci un libro", grazie alla quale la Libreria Giunti al Punto di Cesena, anche quest’anno, ha donato un cospicuo quantitativo di volumi alla Pediatria di Comunità dell’Ausl Romagna ambito di Cesena.

L’iniziativa solidale, nata a livello nazionale dall’impegno delle Librerie Giunti al Punto presenti sul territorio, anche quest’anno ha lanciato la raccolta di libri finalizzata ad arricchire le biblioteche scolastiche delle scuole elementari e materne del territorio e delle aree pediatriche dell’ambito territoriale cesenate.

“In 12 anni  - spiega Mirna Foschi della Libreria Giunti al Punto di Cesena, promotrice dell’iniziativa cesenate - a livello nazionale siamo riusciti a raccogliere e donare oltre 1 milione di volumi preziosi che hanno arricchito non solo le nostre scuole, ma anche gli ospedali pediatrici e le nostre biblioteche. Sostenere la donazione di un libro è progettare INSIEME un percorso di crescita e di benessere dei nostri ragazzi. Allestire e sviluppare una biblioteca, di una scuola o di reparto pediatrico, rappresenta la realizzazione di un servizio ricreativo ed educativo, nell'ottica di una sempre maggiore tutela del bambino. Siamo lieti di annunciare che nel 2021 abbiamo raggiunto le 277.527 copie donate a livello nazionale, di cui più di 1500 donati nel territorio di Cesena, grazie ai clienti e agli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa. Un grazie speciale ai nostri clienti, quest’anno particolarmente generosi, ben il 51% hanno aderito alla “raccolta”.

I volumi donati quest’anno sono 569, coprono tutte le età dei bimbi che si trovano nelle varie aree pediatriche del territorio di Cesena e sono stati consegnati questa mattina durante una cerimonia di ringraziamento presso la sede della Pediatria di Comunità di Cesena, in Piazza Anna Magnani, da Mirna Foschi alla Direttrice Dott.ssa Antonella Brunelli, alla coordinatrice infermieristica Marcella Lombardi e a Ginetta Nucci, infermiera professionale referente del progetto “Nati per leggere,” e a ElisabettaMontesi, per il progetto Pediatria a misura di bambino”

“Una bellissima iniziativa – dichiara Teresa Ghini, Pediatra referente aziendale del Progetto Nati per Leggere - che ci consente di utilizzare i libri nei servizi pediatrici e di regalarli ai bimbi che vi accedono. L'Unicef afferma che basta avere 1 libro in casa (UNO!) per migliorare i risultati su literacy e numeracy: con questo dono faremo venire voglia a tutti di averne altri, di leggerli e di passare del tempo piacevole con i propri genitori, per crescere e maturare sereni, accolti e sostenuti”.

Del resto – afferma Antonella Brunelli- Responsabile della Pediatria di Comunità di Cesena - da 30 anni, con la promozione del progetto Nati per Leggere nato proprio qui a Cesena, sosteniamo la lettura come intervento precoce, utile, insieme ad altri interventi precoci, a promuovere una “buona partenza” per tutti i bambini, indipendentemente dal livello socio economico a cui appartengono: l’OMS, infatti,  definisce gli interventi precoci “potenti strumenti per riequilibrare le sorti dei bambini”.

L’Azienda USL ringrazia la Libreria “Giunti al Punto” di Cesena, rappresentata dalla storica libraia Mirna Foschi, che con il suo proverbiale entusiasmo, consolida la sua collaborazione al progetto di promozione della lettura in età pediatrica e tutte le persone che hanno scelto di donare, contribuendo ad incentivare la presenza dei libri nei luoghi cura e a regalare emozioni ai bambini che accedono alle strutture sanitarie.

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Eccomi qua, siamo giunti alla quarta puntata della rubrica dedicata alla storia dei grandi benefattori dell’Ausl della Romagna. Oggi ci spostiamo nella città di Riccione e vi scriverò dello “spirito fondante” dell’Ospedale Ceccarini.

Nel Sette-ottocento alcuni tipi di malattie necessitavano dei benefici dell’ acqua marina e dell’ aria salubre, per cui molti medici consigliavano soggiorni al mare. Purtroppo le cure risultavano costose in quanto richiedevano spostamenti e permanenze nelle località marittime.

Per questo motivo, a partire dal 1856, alcune associazioni benefiche si organizzarono per inviare presso località di mare gruppi di bambini di famiglie non benestanti.

La presenza di ricchi villeggianti, che a Riccione trascorrono una vita spensierata, ha per contorno la vita quotidiana delle famiglie povere che vivono sulla maggior parte del territorio.

In questo contesto si inserisce Maria Boorman Ceccarini, figura ponte tra i due mondi, il suo privilegiato e ricchissimo e l’ altro privo di quasi tutto. Maria Boorman era rimasta vedova di Giovanni Ceccarini e decise di portare avanti alcune azioni nei confronti degli abitanti domiciliati nelle parrocchie di Riccione, come a suo tempo aveva concordato col marito.

Il contributo più importante di Maria Boorman Ceccarini sarà la costruzione dell’ ospedale, che prenderà il nome del defunto marito. L’ ospedale Giovanni Ceccarini fu inaugurato nel 1893 e fu destinato ad accogliere gli ammalati più bisognosi delle parrocchie dei dintorni di Riccione.

Curiosità: il 23 ottobre del 1893 fu inaugurato l’Ospedale e l’ orologio pubblico collocato nella sua facciata.

 

Bibliografia:  Sonia Muzzarelli, la cura attraverso l’arte: piccole guide di storia e opere del patrimonio artistico della Romagna, Ausl della Romagna, centro stampa di Cesena, dicembre 2020 - patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it

Le pagine di questa rubrica daranno vita ad un nuovo “quaderno”, disponibile dalla primavera del 2022 che andrà ad arricchire la collana “la cura attraverso l’arte”.

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La Federconsumatori Provincia di Forlì-Cesena ha presentato oggi alla stampa e alle autorità  la Guida multilingue "Il SSN ai tempi del Covid", presso il Salone Comunale di Forlì.

La guida operativa tradotta in cinque lingue ( italiano,inglese, francese, arabo e cinese) è stata realizzata a cura di Milad Jubran Basir con la collaborazione di Federica Galeotti e la prefazione del dottor Mattia Altini, direttore sanitario dell'Ausl Romagna. La traduzione in lingue è a cura della Cooperativa Dialogos e l'iniziativa di presentazione è stata realizzata in collaborazione con la dottoressa Tiziana Rambelli, ufficio stampa ambito di Forlì dell'Ausl Romagna.

Alla presentazione sono intervenuti Gianluca Zattini, Sindaco di Forlì, Stefano Boni, direttore del Distretto di Forlì, l'assessore comunale Rosaria Tassinari, Renza Barani, Presidente Federconsumatori Emilia Romagna e Milad Basir, presidente Federconsumatori di Forlì e Cesena .

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"Il referto psicologico nel contrasto alla violenza di genere"

Seminario di presentazione della pubblicazione

Venerdì 26 novembre 2021

ore 9

Casa Matha di Ravenna

 

Il 26 novembre 2021, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, in concomitanza con la giornata internazionale dedicata al contrasto alla violenza di genere, si svolgerà a Ravenna presso la Casa Matha, Schola Piscatorum in Piazza Andrea Costa n. 3, il seminario di presentazione della recente pubblicazione "Il referto psicologico nel contrasto alla violenza di genere", frutto della collaborazione fra diversi professionisti che da anni operano nel contesto sanitario e sociale alla realizzazione di azioni di intercettazione ed assistenza alle vittime.

 

"L’occasione - spiega Rachele Nanni, Responsabile Programma Psicologia dell'Ausl Romagna, vuole essere anche un momento d’incontro e di rinnovata condivisione progettuale fra professionisti sociali, sanitari, giuridici, dei centri antiviolenza e delle forze dell’ordine che costituiscono la rete interistituzionale di contrasto alla violenza.Il più recente rapporto nazionale realizzato nel 2020 dal Ministero della Salute, in merito agli accessi delle donne con vissuto di violenza nell’ambito delle U.O. di Emergenza - Urgenza con riferimento al triennio 2017-2019, afferma che sono state 16.140 le donne in Italia che hanno avuto almeno un accesso in Pronto Soccorso con diagnosi di violenza, per un numero totale di accessi nell’arco del suddetto triennio10 pari a 19.160 (1,2 accessi per ciascuna). Tuttavia, emerge anche che, nella medesima casistica e nello stesso arco temporale, il numero di accessi nei Pronto Soccorso sono molto più numerosi rispetto alla casistica generale. Più precisamente, il numero pro-capite di accessi per queste donne, a prescindere dalla diagnosi, è stato superiore a 5 e nella classe di età 18-44 anni superiore a 6. Questo dato pone in luce come una donna che ha subito violenza nell’arco del triennio torni in media 5/6 volte in Pronto Soccorso per motivazioni che non riferisce o che non sono riconducibili dai sanitari alla violenza".

 

"Ancora - prosegue la dottoressa Nanni - i dati forniti nel 2020 dal Ministero dell’Interno, relativi agli omicidi volontari sull’intero territorio nazionale e commessi durante il periodo del lockdown - imposto quale misura per fronteggiarel’emergenza sanitaria pandemica da Covid 19 -, dimostrano che nei primi sei mesi del 2020 si è ridotto il numero complessivo degli omicidi avvenuti nel nostro Paese rispetto all’analogo periodo del 2019 (-19 %). Tuttavia, in controtendenza, il numero di vittime disesso femminile è aumentato del 5%. Di fatto, mentre nel 2019 le donne costituivano il 35% delle vittime di omicidio, nel 2020 esse ne rappresentano il 45%. Questi dati da soli evidenziano l’importanza fondamentale non solo di Protocolli specifici di Contrasto alla Violenza di Genere, ma di una formazione continua che consenta ai professionisti dei Pronto Soccorso di svolgere pienamente la propria funzione di intercettazione,rilevazione, assistenza ma anche di avvio della donna ad una rete multiprofessionale ed interistituzionale di accompagnamento alla fuoriuscita dalla spirale ricorsiva della violenza domestica".

 

"Un grande sforzo - conclude - è stato realizzato negli anni dall’Azienda Usl della Romagna in questa direzione attraverso la piena adozione delle Procedure Aziendali n. 109/17 “Linee guida per l’accoglienza e la presa in carico delle vittime di maltrattamento ed abuso” e n. 106/2011. “Presa in carico e trattamento di uomini autori di violenza di genere, Liberiamoci dalla violenza”, come anche con la realizzazione di un piano formativo articolato che ha coinvolto facilitatori sanitari e sociali dei Pronto Soccorso e dei Consultori Famigliari. L’impegno dell’Azienda rispetto a questi temi si è tradotto in un’attenzione anche al suo interno con l’attivazione di percorsi di ascolto e supporto rivolti ai dipendenti che ritengano di aver subito molestie e/o discriminazioni, affinché non venga consentita o tollerata nei loro confronti alcuna azione persecutoria o discriminatoria".

 

Scarica da qui la pubblicazione integrale: https://www.auslromagna.it/organizzazione/reti-programmi/psicologia/referto-psicologico-violenza-genere

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Al fine di fornire un aggiornamento rispetto all'evoluzione del quadro epidemiologico dell'infezione da Covid 19 nel territorio romagnolo, su un arco temporale più significativo rispetto alla situazione di una singola giornata, si riportano, in allegato, alcuni dati relativi alla settimana dal 8 al 14 novembre (precisando che si tratta dei casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo).
Nella settimana di riferimento, si sono registrate 1815 positività (5,0%) su un totale di 36.640 tamponi.
Si registra un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+630). Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID, che ci pone nel livello arancione. In totale sono ricoverati 109 pazienti, di cui 4 in terapia intensiva.

“Assistiamo ad un trend in costante crescita in queste ultime settimane, commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagna, allineato al dato nazionale e regionale che evidenzia la continua e costante circolazione del virus. Quindi, potrebbero dire i detrattori del vaccino, cosa è cambiato dall’anno scorso quando la campagna vaccinale non era ancora partita? Risposta secca:. molto, si è passati dalla “notte al giorno”.In una fase, spesso caratterizzata dalla memoria corta e dalle notizie che si bruciano in pochi istanti, abbiamo voluto mettere a confronto, in una slide riportata sul bollettino, lo stesso periodo dell’anno precedente con l’attuale. Alcuni dati significativi per comprendere immediatamente le differenze: 3744 nuovi casi nella settimana 9-15 novembre 2020 a fronte di 1815 nella settimana 8-14 novembre 2021; 451 ricoveri a fronte degli attuali 109, di cui 41 ricoveri in Terapia Intensiva a fronte degli attuali 5. Per quanto riguarda infine i decessi 45 nella settimana 2020 presa in considerazione, a fronte dei 15 attuali. Se a questo si aggiunge che l’anno scorso eravamo in presenza di forti restrizioni, mentre oggi ci muoviamo in libertà, la differenza è ancora più evidente.

Ecco allora a cosa serve il vaccino! Ma da solo non basta. Occorre supportarlo ancora con le misure che conosciamo: distanziamento, mascherine e igiene delle mani. Abbiamo ancora una parte di popolazione che ha scelto di non vaccinarsi ed un’altra parte, i bambini , che ancora, speriamo per poco, non possono effettuare il vaccino. Ai primi non smetteremo mai di  rivolgere l’invito ad aderire alla campagna vaccinale. Come si dice, i numeri non barano e dando un’occhiata anche distratta, alla slide17 di questo bollettino, le ragioni sono più che evidenti”.

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"It's about time", è arrivato il momento: questo è lo slogan scelto per la campagna 2021 promossa dalla World Pancreatic Cancer Coalition per sensibilizzare l’opinione pubblica sui sintomi e i fattori di rischio del Tumore al Pancreas, sulla necessità di adeguare gli investimenti alle dimensioni di questa patologia che costituisce la terza causa di morte oncologica e che in Italia ogni anno colpisce oltre 14mila persone.

 

È davvero una “questione di tempo”...

 

È una questione di tempo sorvegliare da vicino chi è più a rischio (es: familiari di pazienti affetti da tumore al pancreas, chi ha il diabete, chi ha cisti pancreatiche o soffre di pancreatiti,...).

 

È questione di tempo osservare i sintomi precoci di malattia: dolore nella parte superiore dell’addome, dolore in mezzo alla schiena, colorazione gialla della pelle e degli occhi (ittero) o prurito, perdita di peso inspiegabile, cambiamento nelle abitudini intestinali, perdita di appetito, difficoltà digestive, diabete di nuova insorgenza e uno scarso controllo dei valori della glicemia in pazienti già diabetici in terapia.

 

È questione di tempo arrivare alla diagnosi prima che sia troppo tardi, non sottovalutando i rischi…

 

È questione di tempo iniziare la chemioterapia adeguata e trovare la chirurgia adatta all’intervento da eseguire.

 

È arrivato il momento di investire sull’istituzione delle Pancreas Unit, sullo studio, sulla prevenzione e sulla ricerca affinché le cure divengano sempre più efficaci e questa patologia sempre più curabile.

 

Serve difendere la dignità della persona (che sia paziente o familiare) per attraversare il dolore con ogni tipo di protezione: quelle già disponibili e quelle da inventare ancora, per sentirsi parte di una comunità viva, capace di sostenersi a vicenda ed in cammino verso la ricerca…

 

Il 18 Novembre l’Associazione di volontariato Oltre la Ricerca ODV, propone la campagna…“Coloriamoci di Viola” (con il patrocinio del Comune di Rimini e dell’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna), perché il viola è il colore simbolo di questa patologia, aiutando così a diffondere la cultura e l’attenzione: basta indossare una mascherina, appendere un fiocco viola al balcone, parlare di questo tumore come si parla delle altre patologie e non stare in silenzio pensando che non ci sia nulla da fare…

 

Anche Rimini con la Rocca Malatestiana, Cattolica con il suo Municipio, Carpegna con il Palazzo del Principe, Tavullia con la Torre del Cassero, si illumineranno di Viola a sostegno delle campagna di sensibilizzazione nazionale ed internazionale.

 

Perché il primo modo per cambiare le cose… è appunto non stare in silenzio.

 

Per questo motivo le Associazioni Pazienti (Oltre la Ricerca ODV, Fondazione Nadia Valsecchi, Codice Viola, Nastro Viola, Associazione Pierluigi Natalucci Insieme per l’Arte e la Scienza, My Everest) con la collaborazione di AISP (Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas), danno la parola ai pazienti ed a chi, a distanza di anni dalla diagnosi, racconta la sua storia, in un evento in live streaming dalle ore 19 alle 20 sulla pagina FB Giornata Mondiale Tumore al Pancreas e sulla pagina delle Associazioni Pazienti.

 

Per maggiori informazioni www.oltrelaricerca.org - fb_ Oltrelaricerca

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La nuova struttura conta

Importante passo in avanti nel percorso di sviluppo e potenziamento della rete dei servizi territoriali in Ausl Romagna. Oggi è stato  inaugurato il nuovo Ospedale di Comunità (OsCo) di Santarcangelo, il primo della provincia di Rimini. 

Realizzato al secondo piano del complesso edilizio che comprende l’ospedale Franchini e la Casa della Salute di Santarcangelo, la nuova struttura è dotata di 12 posti letto ed offre un livello di assistenza intermedia tra l’assistenza in ospedale e al domicilio.  Dal 22 novembre accoglierà per ricoveri temporanei pazienti che non presentano patologie acute, che hanno bisogno di cure difficilmente gestibili a casa oppure pazienti fragili con patologie croniche, residenti nell’ambito territoriale del Distretto di Rimini e, in particolare, a quelli residenti nel territorio di afferenza del Nucleo di Cure Primarie di Santarcangelo-Verucchio.

Alla cerimonia erano presenti,  tra gli altri, la Sindaca di Santarcangelo Alice Parma, la responsabile del Servizio Assistenza Territoriale della Regione Emilia Romagna Fabia Franchi, il  Direttore Generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori, il presidente del Comitato di Distretto di Rimini Kristian Gianfreda, l’Assessore del Comune di Bellaria Flaviana Grillo,  il direttore del Distretto di Rimini Mirco Tamagnini, il direttore dell’unita  operativa Cure Primarie di Rimini Antonella Dappozzo, la direttrice della direzione infermieristica e tecnica Cristina Fabbri, il direttore del presidio ospedaliero Francesca Raggi, il direttore dell’U.O. Progettazione e Sviluppo Edilizio Enrico Sabatini, il medico di medicina generale e coordinatore medico del nuovo OsCo di Santarcangelo-Verucchio Ippolito Savì, la responsabile gestionale direzione infermieristica e tecnica del Dipartimento di Cure Primarie Medicina di Comunità – degenze, Simona Arlotti, insieme a diversi medici di medicina generale, personale sanitario e socio sanitario.

“L’Ospedale di Comunità arricchisce con un nuovo servizio il nostro presidio, un servizio diretto alle persone più fragili che rappresenta una novità assoluta anche per il territorio riminese”, dichiara la sindaca Alice Parma. “La nuova struttura offrirà la possibilità di effettuare ricoveri ospedalieri seguiti direttamente dai medici di medicina generale con adeguato supporto infermieristico, così da offrire una risposta alle persone che non si trovano nella situazione di dover ricevere cure per acuti ma hanno necessità di osservazione e assistenza che per qualche ragione non è possibile assicurare in forma domiciliare. Si tratta quindi di un vero servizio di prossimità – conclude la sindaca – che va nella direzione delle nuove necessità di medicina territoriale, sempre più importanti alla luce dell’invecchiamento della popolazione e delle conseguenze della pandemia”.

“La realizzazione di questa nuova struttura – afferma il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori - è un esempio concreto di quella interdisciplinarietà e di quella integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali che rappresentano  il paradigma della sanità, un tassello importante del percorso di potenziamento della rete dell’assistenza territoriale che punta a rispondere in modo sempre più sinergico ed efficace ai bisogni di salute della popolazione, evitando l’ospedalizzazione nel momento in cui non è più necessaria. Il risultato è sempre frutto del contributo di diversi professionisti e più ambiti di cura e assistenza”.

 

Il nuovo Ospedale di Comunità di Santarcangelo

 

La Struttura

I nuovi spazi, completamente ristrutturati, sono situati al secondo piano del corpo di fabbrica centrale dell’Ospedale Franchini ed hanno un’estensione di circa 300 mq. L’accesso al reparto avviene dal vano scala A, che afferisce all’ingresso principale del presidio ospedaliero.

E’ dotato con 12 posti letto suddivisi in 4 stanze di degenza con servizi, sala attesa per i visitatori, servizio igienico per ospiti con accessibilità per persone con ridotta capacità motoria, ambulatorio medico, ambulatorio infermieristico con servizio igienico annesso, ambiente per la residenzialità con servizio igienico annesso e altri locali di servizio. Le camere di degenza sono dotate di ogni confort ambientale ed adeguate dal punto di vista impiantistico e dotate di travi testaletto complete di impianti gas medicinali e impianti di chiama a degli infermieri.

Le opere di ristrutturazione complessiva dei locali hanno riguardato in particolare l’accessibilità agli spazi, il sistema distributivo interno con particolare attenzione allo sviluppo dell’autonoma capacità orientativa e fruitiva dei servizi, il riassetto degli spazi interni destinati alle cure cliniche a bassa intensità, il sistema per la sicurezza, l’ergonomicità, il confort climatico-ambientale, la percezione diffusa della qualità edilizia.

L’intervento, nel rispetto di tutti i requisiti di autorizzazione e accreditamento, comprende il rifacimento di tutte le finiture architettoniche interne, la realizzazione di servizi igienici delle stanze di degenza idonei a consentire l’accesso ai pazienti disabili o comunque con mobilità ridotta, il completo rinnovo degli impianti elettrici e speciali e degli impianti di condizionamento, aeraulici e distribuzione dei gas medicinali, oltre a tutto quanto necessario per il rispetto dei requisiti prescritti dalla normativa di Sicurezza Antincendio. Costo complessivo dell’intervento realizzato dall’Uffici Tecnico dell’Azienda nell’ambito della più ampia riqualificazione del presidio ospedaliero,  ammonta a circa 450mila euro.

Il modello organizzativo assistenziale

Case della Salute e Ospedali di Comunità sono nodi centrali nella nuova rete dell’assistenza territoriale e nella fattispecie l’Ospedale di Comunità si colloca all’interno delle “strutture intermedie”, sia nel senso del passaggio da ospedale per acuti al rientro al domicilio dei pazienti, che per il livello del bisogno di salute da trattare e dell’intensità di cure garantite.

L’Ospedale di Comunità, in particolare, afferisce al Dipartimento di Cure Primarie e Medicina di Comunità dell’Ambito di Rimini e prevede una gestione infermieristica, dove l’assistenza è garantita dalla presenza continuativa di una équipe assistenziale presente H 24, 7 giorni su 7. La responsabilità Clinica è in capo ai Medici di Medicina Generale del Nucleo di Cure Primarie di Santarcangelo/Verucchio, la maggior parte dei quali lavora nell’attigua Casa della Salute, in integrazione con altri professionisti (fisioterapisti, assistenti sociali, ecc.) a seconda dei bisogni emersi dai Piani di Assistenza Individualizzati (PAI) multidisciplinari delle persone assistite. La responsabilità inerente l’organizzazione e la qualità dell’assistenza, attraverso la gestione e il governo delle risorse umane e dei fattori produttivi assegnati nonché complessiva dei pazienti è affidata ad un Responsabile Infermieristico. La degenza media è di 15/20 giorni e l’accesso può avvenire dal domicilio o dalle strutture residenziali su proposta del medico di famiglia, dai reparti ospedalieri o direttamente dal pronto soccorso.

L’Ospedale di Comunità fornisce un’alternativa valida, efficace, sicura e appropriata al ricovero nell’ospedale per acuti, in situazioni che non richiedono la complessità e l’intensità di cure di quest’ultimo; l’accesso in OsCo, anzi, non è “riduttivo” rispetto all’ospedale per acuti, ma più appropriato e orientato alla presa in carico globale dell’individuo e della sua famiglia.

All’OsCo di Santarcangelo si accede “di rientro” dall’ospedale per acuti, quindi per completare percorsi di recupero verso il proprio domicilio, nella maggior parte dei casi, oppure direttamente dal domicilio su richiesta del proprio Medico di Medicina Generale. In entrambi i casi l’accesso è preceduto da una valutazione multidimensionale della persona e del suo contesto condotta in équipe multidisciplinare (NuCOT) e che precede una pianificazione assistenziale.

 

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Il 17 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata della Prematurità, con lo scopo di aumentare la consapevolezza sulle sfide che la nascita pretermine pone per i neonati e per le loro famiglie. I neonati pretermine sono quelli che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale e rappresentano una grande sfida per la neonatologia e per la società. Un bambino su 10 nasce prima del termine ed uno su 100 viene alla luce prima dei 7 mesi di gravidanza.

Anche quest'anno molte città si tingeranno di viola per i bambini, le famiglie e gli operatori delle Terapie Intensive Italiane e grazie alla preziosa e fattiva collaborazione di numerose Associazioni, sul territorio romagnolo si svolgeranno diverse iniziative a sostegno dell’attività delle Terapie Intensive neonatali e delle Neonatologie dell’Ausl Romagna

 

Qui Rimini

In provincia molti comuni hanno risposto positivamente alla richiesta dell’Organizzazione di Volontariato “La Prima Coccola”, che da anni opera a sostegno dei bambini e delle famiglie ricoverati nella T.I.N. di Rimini e verranno illuminati monumenti, piazze e fontane per ricordare che ogni anno nel mondo nascono circa 15 milioni di bambini prematuri, ovvero circa 1 bambino su 10.

A Rimini, dove ogni anno nascono circa 180 bambini pretermine, cioè con una età gestazionale inferiore alle 37 settimane (alcuni di essi, soprattutto quelli con peso inferiore al chilo e mezzo,  hanno bisogno di ricoveri molto prolungati) sarà Castel Sismondo ad illuminarsi di colore viola nel pomeriggio di mercoledì e “La Prima Coccola” allestirà un banchetto in Piazza Cavour dalle ore 16.30, dove accoglierà tutti i cittadini che vorranno partecipare, conoscere le iniziative dell’associazione e acquistare i regali di Natale solidali. A tutti i bambini verrà offerta una merenda preparata da Tulips Market.

La campagna della Giornata Mondiale della Prematurità 2021, sostenuta anche dalla Società Italiana di Neonatologia, ha come obiettivo quello di non separare i bambini dai genitori, ma anche di non mettere limiti di tempo quando sono insieme e di dare la possibilità ai genitori di prendersi cura dei loro bambini. Questo è il senso e il significato profondo di questa giornata e di questo mese. Le luci, le manifestazioni, le feste organizzate dalle associazioni invitano a questo: "Agiamo adesso! Non separare i bambini prematuri dai loro genitori."

La TIN di Rimini, diretta dalla dottoressa Gina Ancora, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neonatologia e coordinatrice nazionale della traduzione degli standard europei per l’assistenza al neonato pretermine, è aperta ai genitori H24, senza restrizioni all’ingresso neanche in fase pandemica. Il principio è che ‘i genitori non sono visitatori’ e che ogni bambino ha diritto ad averli accanto a sé per poter raggiungere il miglior sviluppo  neurologico, comportamentale ed emozionale. Uno degli obiettivi degli operatori è proprio motivare e sostenere la presenza dei genitori in TIN che devono essere accolti, coinvolti e resi autonomi nella cura e nell'accudimento del loro bambino. La TIN di Rimini, grazie alla presenza di Natascia Simeone, trainer con una certificazione riconosciuta a livello internazionale supporta anche la formazione di altri centri italiani riguardo la cura in collaborazione con la famiglia

 

Qui Ravenna

A Ravenna anche quest’anno le associazioni “Dalla parte dei minori OdV” e “Cuore di maglia” saranno insieme nel realizzare in collaborazione con la Neonatologia (responsabile dottor Giancarlo Piccinini) iniziative di sensibilizzazione sulla giornata della Prematurità.

Con la collaborazione dei commercianti le vetrine mostreranno i lavori creativi delle volontarie di Cuore di maglia che vestono con generosità i neonati dei reparti Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali della Romagna ricevendo attestati di riconoscenza emozionanti come quello inviato da una mamma: «Vi scrivo per ringraziarvi per lo splendido servizio che fate nelle TIN. Sono già passati molti mesi da quando ho conosciuto l’associazione. Non dimenticherò mai quella data perché è stato il giorno che dopo un mese di lotta in incubatrice le mie “ragazze” si sono conquistate il loro posto in una culletta aperta. Il primo giorno in cui ho potuto vestire le mie bimbe… una banalità per la mamma di un bimbo nato a termine ma un grande traguardo per noi mamme premature. Per festeggiare il grande giorno io e il papà abbiamo scelto di mettergli i completini fatti da voi che l’infermiera ci ha donato».

Da aprile 2019, l’associazione Dalla parte dei minori OdV è impegnata attivamente nel progetto “Genitori Prematuri”, nato dalla collaborazione con l’Unità Operativa di Pediatria e Neonatologia dell’Ospedale di Ravenna, diretta dal dottor Federico Marchetti, come supporto alle famiglie di bambini pretermine o in particolari condizioni di vulnerabilità organiche per garantire la continuità di accompagnamento psicologico nella delicata fase post ospedaliera. Attualmente sono 9 le famiglie che utilizzano il counselling offerto dalle professioniste della Associazione, diverse decine quelle che nel periodo più lungo del progetto hanno fatto questa esperienza entrata nella prassi clinica della neonatologia dei nati prematuri”.

Il Comune di Ravenna mostrerà la sua sensibilità illuminando di viola nella serata del 17 novembre il palazzo Rasponi dalle Teste.

I neonati ricoverati saranno vestiti dai loro genitori con i corredini donati dall’Associazione Cuore di maglia

 

Qui Cesena e Forlì

L’Associazione dei genitori della Terapia Intensiva Neonatale e della Neonatologia di Cesena e Forlì ‘Crescere a Piccoli Passi’ organizza domenica 21 novembre, alle ore 15, al Teatro Verdi di Cesena l’iniziativa benefica “A piccoli passi sul palco” (l’ingresso è a offerta libera). L’obiettivo è raccogliere fondi a sostegno del reparto di Cesena diretto dal dottor Marcello Stella e del reparto di Forlì diretto dal dottor Enrico Valletta. Informazioni e prenotazioni: Samantha 3498090458

Anche il Comune di Cesena aderisce alla giornata di sensibilizzazione illuminando di viola nella serata del 17 novembre un monumento simbolo della città, la Fontana Masini, in piazza del Popolo.

La nascita pretermine rappresenta un pericolo concreto per la salute del neonato ed un trauma profondo per la famiglia che la vive. La Terapia Intensiva Neonatale si deve prendere cura sia del neonato sia dei genitori e dei fratelli del piccolo. L'equipe curante è un unione di figure professionali (medici, infermieri, fisioterapisti e psicologi) che assieme alla famiglia si occupa di rispondere a tutte le necessità assistenziali di questi neonati particolarmente fragili, ma con enormi potenzialità. In tutto il lungo processo di cura è infatti fondamentale il coinvolgimento attivo dei genitori, che imparano a comunicare con i bambini attraverso il contatto diretto, la musica, il canto e la lettura di un libro: storie brevi, che possono essere ripetute per instaurare un rapporto; ciò che nasce e persiste al di là delle parole è questo dialogo totalmente “empatico” fra madre e figlio, che ci si augura contribuisca a sanare la profonda ferita psichica della nascita prematura.

Il sostegno ai piccoli prematuri e alle loro famiglie si avvale anche della preziosa attività dell’Associazione “Crescere a piccoli Passi”  presieduta da Alice Gazzoni. E’ nata a fine 2017 dall’idea di alcuni genitori che hanno vissuto, con i loro figli, un’esperienza nei Reparti di Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia degli Cesena e Forlì, e che propone di aiutare le famiglie che stanno attraversando un cammino analogo a quello già intrapreso dalle mamme e dai papà soci, avvalendosi della sinergia tra i genitori stessi e il personale sanitario che opera in reparto.

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Presso i nuovi laboratori didattici del Padiglione Valsalva dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, la prof.ssa Katia Mattarozzi, docente di psicologia generale del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale, assieme alla sua collaboratrice Arianna Bagnis, ha avviato delle attività teorico-pratiche che vedono coinvolti gli studenti del secondo anno.

"Si tratta di un'esperienza unica quella che stiamo realizzando al Corso di laurea di Medicina di Forlì con il Cold Pressure Test - spiega la prof.ssa Katia Mattarozzi - Per un futuro medico è davvero fondamentale riuscire ad apprendere a livello esperienziale il dolore. È una esperienza sempre soggettiva, che dipende da molti fattori: esperienze pregresse, paura, aspettative, ansia anticipatoria, etc... I nostri test stanno dimostrando che qualsiasi situazione che diminuisce ansia e paura diminuisce anche il dolore. Le persone malate e isolate socialmente percepiscono di più il dolore".

"Nello specificio, nel nostro laboratorio lo studente viene sottoposto ad un Cold Pressure test per valutare le variabili sociali che possono influire sulla percezione del dolore - prosegue la professoressa Mattarozzi - ha l'obiettivo di far acquisire agli studenti, attraverso simulazioni pratiche, delle conoscenze relative a come funziona la nostra mente, ovvero lo studio dei processi cognitivi ed emozionali e come essi consentono di relazionarci con il mondo esterno. Una delle attività del Laboratorio di Psicologia vuole rendere consapevole lo studente, futuro medico, che il dolore è un’esperienza soggettiva (International Association for the Study of Pain 2020) influenzata da diversi fattori, tra questi i tratti di personalità, l’esperienza pregressa e le aspettative, la paura e l'ansia associata alle esperienze che possano indurre dolore, e le caratteristiche del contesto sociale".

"Attraverso una procedura di induzione sperimentale del dolore, il Cold Pressure Test - conclude - lo studente avrà la possibilità di apprendere in modo diretto (experiential learning) non solo un metodo per studiare la percezione del dolore ma anche come vengono "operazionalizzate" in laboratorio i fattori che ne modulano l’intensità. I test hanno dimostrato che un paziente che si trova con persone non affettivamente rilevanti per lui prova più dolore. La fiducia agisce sul dolore. Questo avvalora ancora una volta l'importanza della relazione tra medico e paziente".

Clicca qui per vedere l'intervista alla professoressa Mattarozzi su Teleromagna 

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Lunedì, 15 Novembre 2021 17:31

Punti HUB vaccinali, nuovi orari di apertura

Cambiano gli orari di apertura dei punti Hub vaccinali aziendali.  La rimodulazione è stata definita a livello aziendale al fine di ottimizzare le risorse a fronte del calo di afflusso in questa fase della campagna vaccinale che prosegue spedita.

Da settembre ad oggi, infatti,  la percentuale dei posti non occupati è in costante aumento: su un potenziale vaccinale di 83.561 dosi a settimana, nei centri vaccinali provinciali e distrettuali dell’Azienda ne è stato utilizzato solo il 30,2%. Si va da una trend di circa il 35% dei posti non occupati di settembre e ottobre al 70% di posti non occupati di novembre.

“Si tratta di una rimodulazione provvisoria – spiega la Direzione aziendale – che è stata valutata in considerazione del numero di prenotazioni e accessi giornalieri presso tutti i centri vaccinali aziendali. Ciò ci consente di ottimizzare l’attività degli Hub e l’utilizzo del personale sanitario attualmente impiegato, continuando a garantire tutte le somministrazioni richieste. La nostra è una macchina organizzativa rodata che ha dimostrato di essere flessibile e dinamica, siamo pertanto in grado di aumentare in ogni momento la capacità di somministrazione”.

Ecco gli orari di accesso dei Centri HUB provinciali e distrettuali dal 15 novembre

 

Cesena  - Fiera via Dismano 3845 Pievesestina, dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle 19.30

Savignano sul Rubicone - Rubicone Fashion Outlet, Piazza Trattati di Roma 1, dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 14

Forlì - Fiera via Punta di Ferro 2, dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle 19.30

Ravenna - c/o Centro commerciale ESP, in via Marco Bussato 220, dal lunedì alla domenica

dalle 8.30 alle 19.30

Faenza - Fiera via Risorgimento 3, lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 8.30 alle 14; martedì e giovedì dalle ore 14 alle 19.30

Lugo - Centro Sociale "il Tondo" via Lumagni 30, lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 8:30 alle 14; martedì e giovedì dalle ore 14 alle 19.30

Rimini - Strada Consolare Rimini-San Marino al numero civico 76 (superstrada direzione San Marino - semaforo INCROCIO VIA PIANAZZO E VIA DELLA GROTTA ROSSA, dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle 19.30

Riccione - piano terra ingresso lato mare del centro commerciale Perla Verde di via Berlinguer dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 19.30 e il sabato dalle ore 8 alle 14.

 

Al fine di facilitare ulteriormente l’accesso alla somministrazione della dose di richiamo (booster) alle persone dai 60 anni in su, oltre alla già prevista modalità di prenotazione attraverso i consueti canali (Cup-Cuptel-Farmacup e Cupweb), è possibile anche accedere direttamente ai punti hub vaccinali senza prenotazione. Questa modalità è applicata anche ai cittadini con più di 60 anni che hanno eseguito la vaccinazione con Johnson&Johnson.

I cittadini di età inferiore ai 60 anni che hanno effettuato la vaccinazione con il vaccino monodose Johnson & Johnson, possono recarsi direttamente senza prenotazione negli Hub vaccinali aziendali per ricevere la dose di richiamo con un vaccino a m-RNA (Pfizer  o Moderna).

Si ricorda che per la somministrazione del richiamo, devono essere trascorsi sei mesi (180 giorni) dalla prima vaccinazione.

 

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