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Articoli filtrati per data: Marzo 2022

Si è tenuto oggi, all'ospedale di Forlì, il primo incontro del gruppo giovani della Società Italiana di otorinolaringoiatria sezione Emilia Romagna (GOS).
L’evento è stato presieduto dal dottor Giovanni Cammaroto,  delegato regionale GOS e medico della Unità operativa Orl di Forlì, diretta  dal prof Claudio Vicini, ed  ha visto relatori provenienti da varie località emiliano - romagnole.
Il tema del corso era ‘la risonanza magnetica nucleare nella patologia delle alte vie respiratorie’ ed ha visto la partecipazione di oltre cinquanta giovani otorinolaringoiatri provenienti da tutta la Regione.

Il gruppo Giovani Otorinolaringoiatri SIOeChCF (GOS) nasce con l’intento di aggregare tutti i giovani soci under 40 (o con meno di dieci anni di pratica professionale dal conseguimento del titolo di specialità) e promuovere la formazione, il network , la ricerca scientifica e il senso di appartenenza e di identità al fine di concretizzare le idee, le proposte e le esigenze dei giovani otorinolaringoiatri.

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U.O. Oculistica ospedale di Faenza. Una riorganizzazione di forte integrazione con l’Oculistica di Forlì. A soli tre mesi dall’inizio dell’interazione fra i due servizi sono già evidenti le importanti sinergie fra i professionisti e la migliore qualità per i cittadini.

Sono trascorsi appena tre mesi dall’affidamento dell’incarico di direzione dell’Oculistica di Faenza al dott. Giacomo Costa, (faentino d’origine) già dirigente medico per 17 anni presso il presidio faentino ed oggi,  direttore della U.O.Oculistica del Morgagni-Pierantoni di Forlì, ma già si possono cominciare a tirare le somme di questa importante sinergia.

Tra gli obiettivi prefissati, era indicata l’integrazione delle equipe mediche con lo scopo di garantire una più ampia opportunità terapeutica sul presidio faentino e offrire ai giovani professionisti la possibilità di un percorso formativo più ampio, sfruttando il background clinico e il case mix più complesso offerto dall’ospedale polispecialistico.

Integrazione fra i professionisti

Oggi il processo di integrazione delle due equipe è stato portato a termine; i professionisti più giovani lavorano in entrambe le sedi, in autonomia o con tutoraggio; tutti i medici partecipano alle attività di reparto, rimodulate sulla base delle competenze e dell’impegno assistenziale, alle attività di pronto soccorso e pronta disponibilità notturna su entrambi i presidi ospedalieri.

Incremento delle attività chirurgiche

Sono stati creati dei percorsi di cura per la chirurgia avanzata del glaucoma, spostata da Forlì a Faenza, in quanto il setting assistenziale era particolarmente favorevole per questo genere di chirurgia, come dimostrato dall’incremento della attività in day-hospital, quasi raddoppiata in questo inizio anno rispetto al 2021 (sono stati effettuati più di 20 interventi di glaucoma e chirurgia vitreoretinica con una proiezione a fine anno di un centinaio di casi trattati). Questo ha permesso al contempo di assorbire su Forlì le terapie intravitreali; in questo modo si sono riportati i tempi di attesa virtualmente a zero per i nuovi pazienti ed è stato  fornito un servizio puntuale, svincolato dalle logiche di sala operatoria, che mal si addicono ad una utenza molto anziana, sfruttando l’ambulatorio chirurgico dedicato all’interno del reparto forlivese.

Più offerta delle prestazioni ambulatoriali

E’ stata anche ampliata l’offerta di prestazioni ambulatoriali con prenotazione CUP, anche strumentali di secondo livello come l’OCT (tomografia ottica computerizzata).

E’ confortante vedere, l’aumento (+10%) di attività chirurgica ambulatoriale maggiore, (sono stati effettuati 340 interventi di cataratta, al momento nel blocco operatorio di Faenza è presente una sala operatoria dedicata all’Oculistica che è attiva tutte le mattine dal lunedì al venerdì, è inoltre in programma un prossimo incremento di attività in alcuni pomeriggi) un ritorno di fiducia dei pazienti che si affidano alle cure di questa oculistica faentina, dimostrato dall’aumento dei pazienti, passati da circa 300 a fine anno, ai 423 rilevati al momento in cui scriviamo. E’ attualmente in corso l’unificazione delle liste di attesa per la chirurgia ambulatoriale, allo scopo di dare anche per la patologia benigna, ma che può essere invalidante, una risposta in tempi accettabili con un occhio di riguardo alla prossimità delle cure.

Gli ammodernamenti tecnologici

Un importante lavoro è in corso in queste settimane anche per l’ammodernamento tecnologico.

Grazie al coordinamento del personale delle ingegnerie cliniche e il supporto economico della Direzione Generale, è stato spostato un fluorangiografo digitale da Forlì a Faenza con riapertura delle agende di prenotazione, sono stati acquistati quattro strumenti per la diagnostica di base (tonopachimetri e auto refrattometri computerizzati), un microscopio endoteliale per la chirurgia della cataratta, due lampade a fessura ed andrà a completare la dotazione strumentale un Angio-OCT, che andrà ad interfacciarsi con la strumentazione già presente a Forlì, anche in telemedicina, a supporto degli ambulatori delle cronicità.

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Un nuovo ecografo palmare di ultima generazione è stato consegnato questa mattina al dipartimento di Cure Primarie e Medicina di Comunità nel territorio di Faenza, presso la sede della Medicina Generale Marconi (FA2) che costituirà il nucleo pilota nella sperimentazione, che progressivamente potrà interessare tutti i Nuclei strutturati o operanti all’interno delle Case della Comunità provinciali.

Si tratta di uno dei tre ecografi donati dal Rotary International ad ognuno dei 3 Dipartimenti di Cure Primarie e Medicina di Comunità aziendali, più precisamente una Sonda ecografica portatile Wireless  Cardio+Convex+Linear Color Doppler.

La Sonda Ecografica Wireless è un piccolo ecografo, leggero, e portatile, tascabile e soprattutto senza fili, si interfaccia con tablet, smartphone o PC, essendo compatibili con i sistemi operativi iOS, Android e Windows.

E’ uno strumento versatile nell’utilizzo in situazioni d’emergenza in qualsiasi luogo, consentendo al personale sanitario di fare una diagnosi bed site, visite domiciliari e in ambulatorio.

Garantisce massima sicurezza nella gestione diagnostica priva di contaminazioni in campo batterico, per l’interfaccia macchina/utente immediata, con pronta risposta nella esplorazione veloce e tempestiva.

Strumenti già utilizzati nella eco esplorazione toracica a casa del paziente da parte dei Medici USCA durante la pandemia da Covid19, rappresentano una delle opportunità tecnologiche che il medico di famiglia può utilizzare per confermare in tempo reale una ipotesi diagnostica, per documentare un reperto, per decidere di avvalersi o meno di un approfondimento di secondo livello su riscontri oggettivi.

In tale ottica è stato programmato un minicorso formativo per i componenti della Medicina di gruppo di Viale Marconi, allo scopo fornire gli elementi base, per l’interpretazione delle immagini ultrasonografiche e per l’illustrazione delle caratteristiche tecniche e il corretto utilizzo della sonda.

Siamo grati al Rotary per questa donazione, dichiara Donatina Cilla, direttrice del Distretto di Faenza - che si va ad aggiungere a tante altre iniziative del Rotary in questo delicato e complesso periodo per la sanità pubblica, donazione importante perché ci permette di  dare gambe al progetto pilota avviato con la medicina territoriale. Il supporto della esplorazione ecografica alla visita medica tradizionale negli ambulatori di medicina generale è uno strumento fondamentale, in un’ottica di evoluzione culturale del ruolo della Medicina Generale, in grado di apportate numerose informazioni aggiuntive e con una risposta immediata a molti quesiti clinici”.

“Siamo molto soddisfatte di questa nuova dotazione – afferma Elena Bazzocchi, Coordinatrice della Medicina di Gruppo Marconi - perché consente di modificare in maniera sostanziale il percorso assistenziale del paziente offrendo al medico la possibilità di orientarsi subito e di conseguenza prendere decisioni circa l'iter diagnostico e terapeutico. La dotazione alla Medicina di gruppo, consentirà tra l’altro di offrire questa opportunità a ben 5000 assistiti”

Alla cerimonia di donazione erano presenti il Sindaco di Faenza Massimo Imola,  il  presidente del Rotary Club di Faenza Andrea Rava, accompagnato dal consigliere  Piccinini e da Riccardo Vicentini assistente del Governatore del distretto 2072, mentre in rappresentanza dell’Azienda Usl della Romagna la direttrice del distretto di Faenza Donatina Cilla, il direttore del Dipartimento di Cure Primarie di Ravenna  Mauro  Marabini, la Coordinatrice del Nucleo FA2 e della Medicina di Gruppo Marconi, Dott.ssa  Elena Bazzocchi insieme alle colleghe.

Da parte dell’Azienda USL della Romagna, un sentito ringraziamento al Rotary Club Faenza, al Distretto 2072, e alla Rotary International, che con questo ennesimo generoso contributo a beneficio dei pazienti assistiti da tutta la medicina territoriale, hanno consolidato un rapporto di collaborazione già da tempo esistente, sostenendo in modo sempre più attento e sensibile i bisogni  della sanità locale.

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Nel 2022 l’associazione Amici dell’Hospice raggiunge un traguardo importante, ovvero i 20 anni di attività. Nata nel 2002, supporta il Servizio Sanitario Pubblico nell’ambito delle Cure Palliative, sviluppate prima presso l’Hospice di Forlimpopoli (aperto nel medesimo anno di fondazione dell’associazione) e successivamente (2007) anche presso quello di Dovadola, intitolato alla Beata Benedetta Bianchi Porro.

L’attività dell’associazione integra, come si è detto, il servizio pubblico, mettendo a disposizione personale sanitario (infermieri, medici e OSS) sia nelle strutture che nell’assistenza domiciliare dei malati con patologie inguaribili, oltre che offrire servizi aggiuntivi, quali quello di compagnia tramite una rete di volontari e del servizio di parrucchiera. Inoltre l’associazione promuove il concetto delle cure palliative, sulla scia della fondatrice Cicely Saunders, tramite azioni di sensibilizzazione tese alla valorizzazione della dignità della vita in ogni momento, specie nei casi di patologie complesse inguaribili, situazioni in cui è necessario capire che c’è una bellezza di vita anche in queste circostanze, che esiste un’altra cura, quella dell’amicizia, della vicinanza, degli affetti e delle attenzioni anche sulle piccole cose quotidiane, tutti aspetti che possono rendere dignitosi gli ultimi tempi di vita delle persone ed essere di grande aiuto per i famigliari. Questo intreccio di valori così forti è stato scelto dai volontari dell’associazione per dare vita ad un’iniziativa molto interessante per celebrare i 20 anni degli Amici dell’Hospice: si tratta di un concorso fotografico il cui tema è “La bellezza che cura”, riservato a tutti i cittadini del territorio e in particolare a coloro che hanno vissuto l’esperienza della malattia, in qualità di sanitari o di famigliari. Una modalità per valorizzare, tramite l’immagine fotografica, intensi momenti che comunichino quanto la bellezza della vita possa curare e offrire serenità e consapevolezza sul valore dell’esistenza umana. Il concorso fotografico è aperto a tutti, eccetto i professionisti, e prevede che ogni persona possa inviare all’associazione Amici dell’Hospice fino a 3 immagini, indicandone il titolo e l’autore. La trasmissione delle foto è da effettuare entro il 15 giugno 2022 alla casella di posta elettronica ventennale@amicihospiceforli.it: successivamente una commissione di esperti selezionerà le immagini pervenute, al fine di organizzare una mostra aperta al pubblico, che si svolgerà dall’11 al 18 settembre presso l’Oratorio San Sebastiano di Forlì, a fianco dei Musei San Domenico. “Riteniamo che questa iniziativa - afferma Alvaro Agasisti, presidente dell’Associazione Amici dell’Hospice - sia la modalità migliore per celebrare i nostri 20 anni di attività, in quanto favorisce la condivisione con la comunità dei valori che fondano le nostre attività e rappresenta un forte momento di sensibilizzazione sulle cure palliative, anche con persone che non conoscono o conoscono parzialmente gli aspetti legati alle patologie inguaribili e alla possibilità di vivere con dignità questi momenti, spesso ritenuti senza speranza”. Per chi desidera partecipare al concorso, si consiglia di consultare il regolamento, pubblicato all’interno del sito www.amicihospiceforli.it.

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Dalle 9 alle 18 visite guidate con gli operatori per conoscere come funziona. Dalle chiamate agli smistamenti dei mezzi di Soccorso.

Il sistema 118 Romagna assicura gli interventi di soccorso in emergenza nei Comuni che fanno parte dell’AUSL della Romagna con il coordinamento della Centrale Operativa 118 che ha sede a Ravenna (una delle tre centrali regionali assieme a Bologna e Parma).

L’Emilia Romagna è la regione che ha avuto un ruolo pionieristico nello sviluppo dei sistemi di soccorso sanitario preospedaliero. L’esperienza di centrali operative a valenza provinciale che gestiva le risorse di mezzi disponibili al fine di fornire una risposta efficace ed efficiente risale a metà degli anni ’80. Questo modello ha contribuito in modo determinante a quanto presente nel DPR 27 marzo 1992 (“Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza”) che sancisce la “nascita” del 118, del sistema di risposta alle emergenze territoriali.

La centrale operativa Romagna Soccorso

Nel corso degli anni, il sistema 118 Romagna si è andato consolidando (nel 2006 si aggregano Ravenna e Forlì, poi nel 2008 confluisce Cesena e infine nel 2009 Rimini), mentre la Centrale Operativa 118 Romagna è allocata a Ravenna. In questi anni, grazie anche ad un continuo confronto con le migliori esperienze internazionali ed italiane, è cresciuto progressivamente il livello delle performance garantite dai team sanitari, di pari passo con il progresso della scienza della medicina preospedaliera d’emergenza.

La centrale operativa unica ha consentito un forte investimento tecnologico, attraverso sistemi di radiotelefonia avanzati e di cartografia aggiornati e puntuali. Questo ha accresciuto la sicurezza degli infermieri, nella fondamentale attività di geo-localizzazione della chiamata e della corretta e lineare raccolta delle informazioni necessarie a fornire risposte tempestive ed efficaci.

Nell’esperienza del 118 Romagna su tutte le ambulanze è presente un infermiere, con esperienza e formazione specifica. Ne deriva l’indubbio vantaggio che già del primo intervento è garantita una risposta sanitaria qualificata e professionale, specialmente nel caso delle patologie “tempo-dipendenti” ovvero delle condizioni acute che richiedono cure precoci e qualificate per ottenere la miglior ripresa possibile per il paziente (arresto cardiaco, infarto miocardico, ictus, trauma grave).

La presenza ulteriore di automediche consente, nei casi di maggiore gravità, il simultaneo intervento di medici in grado di trattare il paziente con la necessaria competenza diagnostico-terapeutica. Ad ulteriore integrazione del sistema di risposta preospedaliera occorre considerare l’elisoccorso, che quest’anno (il 5 luglio 2022) “compie” 35 anni di attività. Esso rappresenta una “terapia intensiva volante” che consente l’anticipazione sul territorio dei trattamenti di “medicina critica dell’emergenza” con guadagno di tempi e avvio di percorsi ospedalieri di trattamento definitivo.

 

I Mezzi di Soccorso sul Territorio

Per quanto riguarda i numeri, sono presenti sul territorio romagnolo 43 ambulanze con infermiere, 12 automediche. Nei mesi estivi vi è un potenziamento, con 10 ambulanze aggiuntive. A questo si aggiunge l’elisoccorso. Il sistema di soccorso ha uno stretto legame con la rete ospedaliera policentrica di AUSL della Romagna, consentendo il trasporto mirato nell’ospedale idoneo per il trattamento del paziente, con percorsi diretti in caso di specifiche patologie (accesso ai laboratori di emodinamica per l’infarto miocardico, lo stroke center in caso di ictus). Nel 2021 sono stati eseguiti 130 mila interventi di soccorso, con un terzo degli stessi nei mesi di giugno, luglio ed agosto.

 

Pandemia Covid: triplicate le chiamate giornaliere alla Centrale Operativa

L’organizzazione del sistema 118 ha consentito di rispondere al meglio alla pandemia COVID-19. La prima ondata del febbraio – marzo 2020 ha impattato in modo assai rilevante in termini di chiamate al 118, passando in un giorno (dal 21 febbraio data del primo caso in Italia, ai giorni successivi) da 450 chiamate ad oltre 1300, triplicando il numero di richieste. Questo numero assai elevato di chiamate era legato a richieste di informazioni in merito a percorsi da seguire, alla paura ed all’ansia rispetto ad una condizione che non si conosceva: il 118 è stato per diverse settimane punto di riferimento per i cittadini, in una fase di riorganizzazione di tutto il sistema sanitario.

L’encomiabile impegno degli operatori tecnici che per prima rispondono alla chiamata ed indirizzano la richiesta (azione di “filtro”) e degli infermieri che hanno saputo rispondere e processare chiamate per emergenze sanitarie e per fornire informazioni con finalità di tranquillizzare le persone, ha consentito di rispondere in modo puntuale a tutti i cittadini.

La risposta territoriale ha comportato nelle fasi più critiche di diffusione dell’infezione SARS-CoV-2 un impegno del personale 118 nella valutazione domiciliare dei pazienti al fine di supportare la rete territoriale nella decisione di ricovero o meno in ospedale, con la finalità di non sovraccaricare il pronto soccorso con pazienti paucisintomatici in grado di essere trattati a domicilio, ed al tempo stesso di garantire il trattamento tempestivo ai casi più severi.Una intensa attività di trasporti di pazienti critici fra terapie intensive, nell’ambito di una collaborazione proficua della rete regionale 118.

L’esperienza dell’epidemia COVID-19 ci ha lasciato diversi spunti di riflessione e valorizzato i punti di forza del sistema 118 Romagna. In particolare, sono emersi il valore del lavoro di squadra e la forza dell’organizzazione sanitaria come elemento fondamentale per affrontare imprevisti e situazioni di grande criticità.

La forza di un’organizzazione è nel continuo sviluppo di strategie, di modifiche continue che, sulla base dell’analisi dei dati e delle evidenze scientifiche consente di fornire sempre le risposte più appropriate ed efficaci. In particolare, lo sviluppo della tecnologia (videoconferenza), consente da un lato di poter fornire alle persone presente sul posto istruzioni pre-arrivo per mettere in atto manovra di soccorso, come la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione precoce, che portano a migliorare la sopravvivenza delle vittime di arresto cardiaco, e dall’altro di implementare sistemi di “telemedicina” e di “teleconsulto” per integrare ancora più puntualmente l’attività dei team sanitari, infermieri e medici.

A distanza di trent’anni l’esperienza largamente positiva rafforza l’obiettivo di rendere l’organizzazione del sistema 118 Romagna ancora più uniforme ed integrata nell’ambito dell’offerta sanitaria complessiva.

Per meglio fare conoscere come opera il sistema 118, nelle giornate di sabato 26 marzo 2022 e domenica 27 marzo 2022, dalle ore 9.00 alle ore 18.00, è stato programmato un “open day” presso la centrale operativa 118 e la base elisoccorso di Ravenna aperto a tutti i cittadini.

E’ richiesto il green pass per poter accedere alle aree individuate per la visita che sarà guidata da operato del 118.

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Al fine di fornire un aggiornamento rispetto all'evoluzione del quadro epidemiologico dell'infezione da Covid 19 nel territorio romagnolo, su un arco temporale più significativo rispetto alla situazione di una singola giornata, si riportano, in allegato, alcuni dati relativi alla settimana dal 14 al 20 marzo (precisando che si tratta dei casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo). Nella settimana di riferimento, si sono registrate 6.336 positività (23.9%) su un totale di 26.484 tamponi (molecolari e antigenici). Dopo sei settimane di calo si registra per la seconda settimana consecutiva un aumento dei nuovi casi sia in termini assoluti (+1732) che percentuali. Si registra un tasso di occupazione dei posti letto di pazienti affetti da Covid in crescita rispetto alla scorsa settimana. In totale sono ricoverati 161 pazienti, di cui 6 in terapia intensiva.

“I dati della settimana presa a riferimento, commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagna, indicano un aumento del numero dei contagi, a conferma di una circolazione virale ancora molta alta. Tuttavia, all’andamento dei nuovi casi non corrisponde al momento stesso incremento dei ricoveri, in particolate nei reparti di terapia intensiva, grazie all’effetto vaccini che riduce nettamente i sintomi più gravi e preoccupanti della malattia. Questa risalita non deve allarmarci, deve piuttosto spingerci a prestare ancora molta attenzione ai nostri comportamenti. C’è sicuramente una minor percezione del pericolo covid, ma la pandemia non è finita. Dobbiamo continuare tutti ad adottare le consuete misure di sicurezza, mentre chi si è immunizzato con due dose deve proseguire con la terza perché il vaccino, soprattutto se a ciclo completato e con la terza dose ricevuta, protegge dal rischio di contrarre l’infezione in forma severa, con tutto ciò che ne consegue. Non è certo questo il momento di allentare la presa.”

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Raggiunto l’obiettivo di 20.000 euro, la città di Riccione abbraccia l’ospedale ‘Ceccarini’ con la partecipazione di un migliaio di persone allo spettacolo- evento ‘Io amo il mio ospedale’, promosso martedì 22 marzo dal Comune in collaborazione con Ausl Romagna, secondo appuntamento della rassegna dedicata al Centenario, La Riccionese – Conversazioni e contemplazioni. Presenti tra il pubblico, riccionesi ma anche tantissime persone fuori provincia e amministratori di comuni limitrofi per sostenere la causa benefica utile all’acquisto di 1 barella endoscopica radiotrasparente e di ulteriori 4 barelle per il servizio di endoscopia digestiva per l’ospedale riccionese.

A intrattenere la platea con uno spettacolare show il “Romagnolo Dop” e riccionese Paolo Cevoli con un excursus sui principali vezzi romagnoli accompagnato dalle note del pianista Pietro Baltrani e dalla potente voce di Daniela Galli. Ad aprire la serata dal palco della sala Concordia sono stati il sindaco Renata Tosi, l’assessore regionale alle politiche per la Salute Raffaele Donini e il direttore generale Ausl Romagna Tiziano Carradori.  “Finalmente dopo un lungo e difficile periodo sia dal punto di vista sanitario che  umano - ha esordito il sindaco Tosi - ci ritroviamo ad abbracciare il nostro ospedale con tutti i suoi operatori sanitari. L’ospedale Ceccarini è un' istituzione e come tale va salvaguardata e valorizzata anche grazie ad un rapporto di costante confronto con le istituzioni preposte che ringrazio. Questa sarà la prima di una serie di altri incontri di città dedicati alla sanità della Perla Verde”.

“Sono orgoglioso di essere qui - ha aggiunto l’assessore regionale Donini - perchè in questa occasione la comunità riccionese si riconosce nel suo ospedale ed è giusto che ogni cittadino lo senta come proprio riconoscendo la grande famiglia di operatori sanitari che durante la pandemia ha dato prova di generosità, professionalità e competenza. Questo è un lavoro di squadra tra Comune, Regione e Ausl che vede la donazione di nuove apparecchiature e che in previsione ha la prossima realizzazione a Riccione della casa della salute con i fondi PNRR”. Il direttore generale Ausl Romagna Carradori dopo aver sottolineato “la concreta testimonianza del forte senso di appartenenza della collettività nei confronti delle strutture sanitarie che insistono sul territorio” ha ricordato “la valenza distrettuale dell’ospedale Ceccarini, non solo in Romagna, ma anche nel territorio marchigiano”.

La serata moderata, dalla giornalista Cristina Tassinari, è proseguita con l’invito sul palco degli 11 primari dell’ospedale, di cui 5 di recente nomina, ossia i direttori Eleonora Renzi per l’Unità Operativa di Radiologia, Rosa Intermite per l’Unità Operativa Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza, Andrea Lucchi per l’ Unità Operativa Chirurgia e le due dottoresse di recenti nomina Cristina Trojani, Direttore Unità Operativa Medicina Interna e Marina Terzitta, Direttore Unità Operativa Anestesia e Rianimazione. Il focus sulla sanità con la presentazione dei medici primari della città accompagnato da incursioni di Cevoli a sorpresa, è proseguito con la parola a Bianca Caruso, direttore sanitario dell’ospedale Ceccarini che ha ricordato il forte impatto emotivo del Covid quando fece irruzione nelle corsie d’ospedale due anni fa, e i ringraziamenti della Presidente di Banca Malatestiana, Enrica Cavalli. La serata benefica ha chiamato a raccolta numerose realtà del territorio, hanno detto sì a gran voce all’iniziativa i service locali Club 41, Famija Arciunesa, Inner Wheel Riccione, Lions Club Riccione, Rotary Riccione, Riccione Chapter Harley Davidson, Round Table Riccione e Soroptimist Club Rimini.

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Uno studio della Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate di Forlì, diretta dal prof. Giorgio Ercolani, pubblicato sulla prestigiosa rivista della Società Giapponese di Chirurgia Epato-bilio-pancreatica (Impact factor:7.0), il Journal of Hepato-Biliary-Pancreatic Sciences

(il Giappone è una delle patrie della chirurgia laparoscopica mondiale) . Primo autore il prof. Alessandro Cucchetti.

Lo studio è stato condotto sul database italiano delle resezioni epatiche laparoscopiche (IGoMils) che ad oggi conta oltre quattromila casi,  raccolti in vari centri italiani. Scritto a “quattro mani” dal  Prof. Alessandro Cucchetti e dal Prof. Luca Aldrighetti dell'Ospedale San Raffaele di Milano, il "padre"  del  registro, ha avuto come obiettivo misurare i risultati della chirurgia laparoscopica del fegato, “aggiustandoli” per la differenza dei casi operati. Tra i 41 centri individuati ed oggetto dello studio, Forlì si posiziona, ormai stabilmente, tra  i primi dieci per numero di casi forniti all'anno.

"La valutazione delle prestazioni viene utilizzata dal Sistema Sanitario Nazionale per definire i livelli di assistenza adeguati – spiega il prof.  Prof. Ercolani - nonché per lo sviluppo ed il monitoraggio di strategie di miglioramento. Fornire ai potenziali consumatori la consapevolezza delle prestazioni ospedaliere serve ad acquisire fiducia nel sistema sanitario e ad informare correttamente i pazienti sui risultati attesi dopo l'intervento chirurgico." 

La resezione epatica laparoscopica si è infatti notevolmente evoluta nell'ultimo decennio, espandendosi sul territorio ed affrontando casi clinici sempre più complessi. Con i riconosciuti benefici dell'approccio mininvasivo e la diffusa conoscenza nella popolazione, sempre più centri hanno modificato la propria pratica clinica per offrire tale approccio ai pazienti. Di conseguenza, diversi ospedali ora offrono ed eseguono resezioni epatiche laparoscopiche, ma con diversa selezione dei pazienti ed approcci tecnici diversi.

"L'aggiustamento del rischio -  aggiunge il Prof. Cucchetti:  è un processo analitico che permette di isolare l'effetto ‘ospedale’, analizzando il ‘case-mix’ dei pazienti trattati in ciascun ospedale. I risultati di questo studio suggeriscono che, a fronte di una resezione epatica laparoscopica, aggiustando per fattori confondenti, il tasso di conversione (passaggio da chirurgia laparoscopica a chirurgia open) è dell'8,9%, le complicanze complessive sono del 22,1%, le complicanze maggiori sono del 5,1% e il prolungamento della normale degenza ospedaliera è del 26,0%."

Nessuno dei centri coinvolti ha dei risultati osservati diversi dagli attesi e, considerando la complessità dei casi operati, presso la Chirurgia Generale di Forlì i risultati sono in linea, o addirittura superiori, agli standard qualitativi nazionali per questo tipo di intervento chirurgico.  

 

Clicca qui per leggere la pubblicazione in oggetto: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35305075/

 

(Nella foto allegata, da sx :  Alessandro Cucchetti, Giorgio  Ercolani e Giuliano La Barba)

 

 

Variations in risk-adjusted outcomes following 4318 laparoscopic liver resections - PubMed

Background/purpose: Quality measures in surgery are important to establish appropriate levels of care and to develop improvement strategies. Purpose of this study was to provide risk-adjusted outcome measures after laparoscopic liver resection (LLR). Methods: data from a prospective, multicenter database involving 4318 patients submitted to LLRs in 41 hospitals from an intention-to-treat ...

pubmed.ncbi.nlm.nih.gov

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Tante ceramiche singole che fanno un insieme pieno di vita. Una “spirale della vita” come è stata definita dall’artista Mirta Morigi che, insieme al suo staff, ha realizzato una splendida opera, che da oggi è presente all’interno dell’Ospedale ed è parte integrante della Pediatria di Faenza. E’ un’opera raffinata, piena di raffigurazioni e di simbologie, dalla famiglia al centro, agli animali, alle stelle, ai cuori. La famiglia è un’entità, un elemento dell’Universo – afferma Mirta.

Si rimane estasiati nel guardarla e nell’immaginare, per ogni singola ceramica, le narrazioni che ne possono nascere, come ha sottolineato il Sindaco di Faenza Dr Massimo Isola presente all’inaugurazione.

La preziosa opera è stata realizzata grazie alla sensibilità del Rotary Club nelle persone di Flavio e Paola Ricci.

Un sentito ringraziamento è stato rivolto all’artista, alle figure presenti del Rotary Club - Presidente Dr Andrea Rava, Segretario Dr Giovanni Montevecchi, Prefetto Dott.ssa Alessandra Bentini – e soprattutto ai donatori, dal Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero Dr Davide Tellarini, dal Responsabile Organizzativo della Direzione Infermieristica Dott.ssa Anna Lusa, dal Dr Federico Marchetti, Direttore della Pediatria e da tutto lo staff medico e infermieristico.

Un’opera che rende l’ambiente della Pediatria più bello, più accogliente, pieno di immaginazione e di speranza e che rientra a pieno titolo nel prezioso patrimonio artistico dell’Ospedale di Faenza.

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Dal 2017 in Emilia-Romagna la vaccinazione contro l’Herpes Zoster viene offerta gratuitamente con chiamata attiva al compimento dei 65 anni presso gli ambulatori vaccinali dell’igiene pubblica.

Ausl Romagna ha già avviato una chiamata  straordinaria rivolta ai nati nel 1955, 1956 e 1957 per invitarli a vaccinarsi gratuitamente contro l’Herpes Zoster. Le persone interessate hanno ricevuto  un sms con l’invito a prenotare la vaccinazione attraverso i soliti canali (Sportelli Cup, CupTel, FarmaCup…)

L'HERPES ZOSTER (detto anche Fuoco di Sant’Antonio) è una malattia virale acuta causata dal virus responsabile della varicella che dopo la prima infezione rimane nell’organismo e può riattivarsi in fasi successive della vita. La riattivazione del virus è spesso associata a condizioni che indeboliscono il sistema immunitario quali malattie croniche, terapie immunosoppressive o età avanzata.

L’Herpes Zoster si presenta con lesioni della pelle di tipo vescicolare (come la varicella) accompagnate da dolore intenso e prurito. In alcuni casi, si possono sviluppare complicanze quali dolore persistente (nevralgia post-erpetica), infezioni batteriche della pelle e altre complicanze che possono richiedere il ricovero in ospedale.

La vaccinazione è lo strumento più efficace per proteggersi dall’Herpes Zoster e per prevenire la neuropatia post-erpetica. Il vaccino per l’Herpes Zoster offerto ai 65enni è un vaccino vivo attenuato che viene somministrato in dose singola.

Per aumentare la possibilità di accesso alla vaccinazione, nei mesi di marzo e aprile 2022 sono previste sedute straordinarie di vaccinazione presso i centri vaccinali aziendali.

Il giorno dell’appuntamento è importante avere con sé la documentazione sanitaria su malattie sofferte e terapie in corso o recenti.

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