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Una “pagnotta” di duemila anni fa sottoposta oggi ai raggi x nell’ospedale di Forlì. Indagini radiodiagnostiche al servizio dell’archeologia con la collaborazione della Soprintendenza e Ausl Romagna Cultura In evidenza

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Una “pagnotta” di duemila anni fa sottoposta oggi ai raggi x nell’ospedale di Forlì.  Indagini radiodiagnostiche al servizio dell’archeologia con la collaborazione della Soprintendenza e Ausl Romagna Cultura Una “pagnotta” di duemila anni fa sottoposta oggi ai raggi x nell’ospedale di Forlì. Indagini radiodiagnostiche al servizio dell’archeologia con la collaborazione della Soprintendenza e Ausl Romagna Cultura

 

Verrà portata oggi all’ospedale “Morgagni – Pierantoni” di Forlì una paziente “speciale”, una pagnotta di pane di circa duemila anni, ritrovata proprio negli scavi del forlivese.

 

La consolidata esperienza in campo paleoradiologico, maturata in seno alla collaborazione tra l’UO di Radiologia dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì diretta dal dott. Mauro Bertocco, e il dott. Mirko Traversari, antropologo fisico, che vantano al loro attivo anche la recente analisi sui resti del protovescovo San Mercuriale, è stata impiegata su di un quesito diagnostico sollevato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini (SABAP). La sessione di indagine, che si colloca nella cornice delle attività coordinate dal dott. Traversari assieme al Gruppo AUSL Romagna Cultura per lo studio e la valorizzazione del territorio, si è tenuta il 19 febbraio e si è concentrata su una pagnotta di pane rinvenuta nel 2017, all’interno di una delle sepolture intercettate in Piazzale della Vittoria.

Gli scavi effettuati recentemente da Hera, per la realizzazione della rete di teleriscaldamento hanno infatti permesso di recuperare reperti archeologici di grande interesse: l’antica via Emilia e una necropoli romana che ha restituito 23 sepolture e arredi funebri. Le sepolture individuate sono state 23, di cui 21 cremazioni (14 dirette e 7 indirette) caratterizzate da varie tipologie tombali (fossa semplice, a pozzetto, in cassetta laterizia o copertura alla “capuccina”) e due inumazioni (una in fossa semplice e una a “cappuccina”). Una prima analisi del materiale di corredo delle sepolture scavate, ha permesso di collocare la frequentazione dell’area funeraria fra il I sec. a.C. e l’inizio del II sec. d.C.

Si tratta di una tipologia di rinvenimento molto raro - commenta riferendosi alla pagnotta la dott.ssa Romina Pirraglia, funzionario archeologo SAPAB che ha supervisionato le operazioni -per questo è stato necessario acquisire più informazioni possibili, anche sulla struttura interna della forma di pane, per meglio orientare le future operazioni di restauro e consolidamento. Le immagini digitali potranno inoltre servire per produrre modelli tridimensionali del prezioso ritrovamento”.

“In accordo con la Soprintendenza, abbiamo effettuati alcuni microprelievi” conclude il dott. Mirko Traversari, coordinatore delle operazioni - “che saranno destinati a future indagini chimico fisiche per meglio comprendere la composizione interna della pagnotta”.

All'indagine erano presenti il radiologo Enrico Petrella e la dottoressa Tiziana Rambelli del gruppo Ausl Romagna Cultura.

 

 

Ultima modifica il Martedì, 19 Febbraio 2019 13:59
a cura della