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Donato un laser giallo ad Oculistica di Forlì: uno strumento innovativo per la cura delle maculopatie e di gravi patologie della retina, indolore e privo di danni retinici

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Donato un laser giallo ad Oculistica di Forlì: uno strumento innovativo per la cura delle maculopatie e di gravi patologie della retina, indolore e privo di danni retinici Donato un laser giallo ad Oculistica di Forlì: uno strumento innovativo per la cura delle maculopatie e di gravi patologie della retina, indolore e privo di danni retinici

L’Ausl della Romagna, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sezione Forlì-Cesena, la Bcc Ravennate, Forlivese e Imolese, e numerose realtà locali e singoli cittadini, si è fatta promotrice di un’importante raccolta fondi che ha permesso l’acquisizione e la donazione odierna di un “laser giallo per trattamenti sottosoglia” alla UO di Oculistica di Forlì, strumento innovativo per la cura delle maculopatie e di gravi patologie della retina."

Erano presenti alla donazione il dottor GIANLUCA ZATTINI, Sindaco di Forlì, il dottor MARCELLO TONINI, Direttore Generale Ausl Romagna, il dottor GIACOMO COSTA, Direttore della UOC Oculistica di Forlì, il prof. CLAUDIO VICINI, direttore del Dipartimento Testa Collo dell’Ausl Romagna, il dott. ANGELO CENCI, Banca di Credito Cooperativo Ravennate Forlivese e Imolese e il signor FABIO STRADA, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sezione Forlì-Cesena. Alla presentazione dell’iniziativa era presente anche la dottoressa Elisabetta Montesi, responsabile del fund raising per l’Ausl Romagna.

L’UO di Oculistica di Forlì fornisce circa diecimila prestazioni all’anno - spiega il dottor Costa - e proprio grazie alla particolare attenzione data dal nostro Centro alla patologia glacumatosa, Forlì sarà sede organizzatrice, il 23 ottobre 2020, del 27° Congresso Nazionale di perimetria e diagnostica per immagini. I trattamenti laser per la retina sono parte integrante della storia della oculistica moderna. Dall’inizio degli anni ’70 lo sviluppo delle tecnologie laser ha migliorato la prognosi visiva di pazienti prima incurabili. Contemporaneamente però, la migliore conoscenza della fisiopatologia delle strutture oculari, la biologia molecolare, la continua ricerca e sviluppo di farmaci innovativi ha reso da circa 15 anni il “gold standard” per il trattamento delle forme essudative/vaso proliferative della retina la somministrazione di sostanze per via intravitreale, e i trattamenti laser convenzionali sono finiti in “seconda linea”, perché troppo invasivi, dolorosi e meno efficaci. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla cronicizzazione e quindi dalla continua necessità di sottoporsi a trattamenti ripetuti, solitamente a cadenza mensile, che impegnano tempo e incidono inevitabilmente sulla qualità della vita dei nostri pazienti e dei loro famigliari.”

“Queste nuove necessità, associate all’avvento di nuove tecniche di imaging ad altissima risoluzione (Tomografia Ottica Coerente) - prosegue il medico - hanno permesso di dare un nuovo impulso allo sviluppo di tecnologie innovative per il trattamento di quelle che oggi, nei paesi industrializzati, sono purtroppo le principali cause di disabilità visiva, ovvero degenerazione maculare legata all’età, edema maculare diabetico e patologie vascolari retiniche occlusive che nell’insieme colpiscono un 20% della popolazione. Ecco quindi aprirsi la porta ad una nuova generazione di laser, i quali, utilizzando lunghezze d’onda da 577 nm Giallo, consentono di produrre un effetto terapeutico senza indurre un danno retinico permanente visibile come i vecchi fotocoagulatori Argon Verde. Il laser giallo sottosoglia che è stato donato, stando ai dati riportati in letteratura scientifica, è in grado, oltre a funzionare come un normale fotocoagulatore standard (ma senza procurare dolore), di ridurre significativamente il numero di trattamenti con farmaci intravitreali per le patologie retiniche con conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti poiché consente anche il trattamento della zona “nobile” della retina senza arrecare danni permanenti.”

Anche il direttore del Dipartimento Testa Collo dell’Ausl Romagna (di cui fa parte anche l’Oculistica), il dottor Claudio Vicini, ha plaudito all’acquisizione di questa importante tecnologia, unica in Romagna, ribadendo la tradizione di condivisione dell’ospedale forlivese, che ha da tempo avviato anche un percorso sull’utilizzo del robot chirurgico con i colleghi degli altri ospedali romagnoli.

“Il dottor Costa - ha sottolineato il direttore generale Marcello Tonini - da una parte sta portando avanti un’importante tradizione dell’oculistica forlivese, ma dall’altra rappresenta anche, per il futuro, un esempio di trasversalità e condivisione delle professionalità e delle tecnologie. Ne approfitto per ringraziare tutte le istituzioni pubbliche e private che si sono attivate per creare queste virtuose sinergie per l’acquisizione dello strumento.”

Anche il Sindaco di Forlì ha ringraziato tutti per la donazione, di cui ha sottolineato l’importanza anche alla luce del futuro percorso del corso di laurea di Medicina in Romagna.

“La sfida è aperta - ha concluso il dottor Costa - e l’U.O. Oculistica di Forlì, la cui vocazione è da sempre il trattamento medico/chirurgico delle patologie della retina, ha deciso di dotarsi di questo laser, impegnandosi nello studio, nella ricerca e nella applicazione sul campo di queste nuove tecnologie. Solamente il contributo congiunto dell’Unione Ciechi di Forlì-Cesena, della Bcc Ravennate Imolese e Forlivese, dell’Azienda USL della Romagna e di quanti hanno creduto in questo progetto, ha permesso di raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati, installare il primo laser in uno dei nostri centri ospedalieri. Ad oggi sono già state effettuate diverse sedute laser, e si sta avviando un progetto per condividere le modalità di accesso alle prestazioni.”

Ultima modifica il Mercoledì, 16 Ottobre 2019 16:00 Modificato da:
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