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Ancora una mostra all'Ospedale di Ravenna nel percorso di umanizzazione delle cure

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Un momento dell'inaugurazione Un momento dell'inaugurazione

Ancora una mostra negli spazi dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci”, nell’ambito del percorso di umanizzazione delle cure del presidio sanitario. Si tratta della mostra dedicata al “Medico Santo Giuseppe Moscati” inaugurata con una conferenza presso l’aula  Pavone blocco DEA dell’Ospedale, in concomitanza con l’esposizione delle reliquie del Moscati, presso l’Opera di Santa Teresa.

Ha aperto i lavori il dottor Stefano Coccolini dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (che ha organizzato la mostra in collaborazione con gli ordini professionali di tutte le professioni sanitarie), il quale ha ringraziato per l’accoglienza delle reliquie del Santo la città di Ravenna, e la Direzione del  Presidio Ospedaliero di Ravenna per l’impegno ed il supporto accordato.

Ringraziamenti contraccambiati dal dottor Paolo Tarlazzi (Direttore del Presidio Ospedaliero di Ravenna), il quale ha sottolineato l’importanza dell’aspetto umano e solidale di tutti gli aspetti della cura, che diventa anche relazione col paziente e tra professionisti.

Quindi il presidente dell’Ordine dei medici di Ravenna, dottor Stefano Falcinelli, sottolineando quanto la figura di Moscati, che si è “donato” a pazienti e studenti ma che si è occupato anche dalla salute pubblica in generale, sia di riferimento per tutti: “Maestro di rilievo ha saputo coniugare competenza ed umanità, aiuto  ai poveri e alle persone bisognose, vocazione alta che gli proveniva anche dalla fede, insegnamenti ancora oggi attuali anche nell’era della sanità tecnologica, che non potrà però mai sostituire il rapporto umano col paziente”.

 Paola Suprani, Presidente dell’Ordine Infermieri di Ravenna, ha a sua volta evidenziato come il rapporto e la relazione col paziente siano previsti anche nei protocolli di assistenza. E se questo era valido ai tempi del Moscati, in un’epoca difficile contraddistinta da gravi epidemie, lo è anche ora.

Soddisfazione per la collaborazione instauratasi con gli Ordini e con l’Ausl, è stata espressa da Mirko Coffari, vicepresidente dell’Unione professioni sanitarie e presidente dell’associazione “Scienza e Vita”, il quale, raccogliendo un invito del dottor Tarlazzi, ha assicurato la possibilità di dare continuità ad iniziative come questa.

Toccante l’intervento del Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, don Alberto Brunelli, il quale ha ricordato come, per il credente, nel malato si rispecchi l’immagine di Gesù, e ricordando l’importanza della connessione tra corpo ed anima, anche durante la malattia. Per questo per il medico è importante esercitare la pazienza e aiutare, oltre a recuperare la salute del corpo, l’equilibrio dell’intera persona.

Ha concluso l’inaugurazione il dottor Paolo Bassi, direttore delle “Malattia infettive” di Ravenna nonché esperto e studioso della vita di Giuseppe Moscati: “Per me Moscati è un amico ed è un aiuto nella mia professione. Oggi, anche a causa della estrema specializzazione che ognuno di noi deve avere, si rischia di perdere il contatto con altri colleghi e con la complessità del paziente. Anche all’epoca di Moscati tutto rimaneva chiuso con estrema gelosia nei percorsi ospedalieri e di cura, ma lui ne fece libera circolazione per il bene di tutti, quindi un esempio anche in questo. Su questo percorso umano si pone quello che lo ha portato, anche in virtù di alcuni miracoli riconosciuti, a diventare Santo”.

Ospiti d’onore alla cerimonia Padre Tommaso Guadagni da Napoli custode delle reliquie in mostra all’opera di Santa Teresa e don Alberto Graziani dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia.

Ultima modifica il Lunedì, 03 Febbraio 2020 12:17 Modificato da:
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