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Il Presidio Ospedaliero Bufalini Marconi Angioloni si riorganizza per potenziare la risposta all’emergenza sanitaria

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Il Presidio Ospedaliero Bufalini Marconi Angioloni si riorganizza per potenziare la risposta all’emergenza sanitaria Il Presidio Ospedaliero Bufalini Marconi Angioloni si riorganizza per potenziare la risposta all’emergenza sanitaria

Attivazione di nuovi posti letto per pazienti Covid positivi, rimodulazione di attività e gestione in rete con le altre strutture sanitarie presenti sul territorio cesenate. Questo è il concetto alla base degli interventi di riorganizzazione che il Presidio Ospedaliero Bufalini Marconi Angioloni in sinergia con le amministrazioni locali è pronto ad attuare per rispondere in maniera efficiente e tempestiva da qui ai prossimi mesi all’aumento dei ricoveri dei pazienti covid positivi. Anche nel cesenate, infatti, sebbene con un trend meno spiccato rispetto alla media nazionale, l’andamento dell’infezione da Covid 19 sta contemplando nelle ultime settimane un aumento di incidenza tra la popolazione, con conseguenti ripercussioni sull’ospedale Bufalini di Cesena che si sta avvicinando alla soglia di saturazione dei 120 posti letti covid dedicati attualmente disponibili.

La riorganizzazione prevede azioni di sistema in rete con gli altri ospedali del Presidio e le amministrazioni locali, finalizzate ad ampliare il numero di posti letto in grado di ospitare pazienti covid e rafforzare l’ospedale Bufalini di Cesena con l’obiettivo di continuare a garantire tutte le altre attività no covid ordinarie. Nel dettaglio il nuovo assetto prevede:

Conversione ad orario H12 del Punto di Primo Intervento dell’ospedale Marconi di Cesenatico. A partire dalle ore 20 di domani mercoledì 13 gennaio, come già avvenuto nella prima fase dell’emergenza sanitaria, è prevista la sospensione dell’attività notturna (dalle ore 20 alle ore 8.00) del Punto di Primo Intervento (PPI) dell’Ospedale Marconi di Cesenatico dove resteranno comunque attive H24 auto medica e ambulanza per tutte le situazioni di emergenza-urgenza. Questa misura temporanea, che tiene anche conto dell’utilizzo molto limitato di tale struttura che si continua a registrare in questi mesi di emergenza da parte dei cittadini, consentirà di dedicare personale sanitario a supporto dell’ospedale Bufalini. La Direzione di presidio, in condivisine con il Comitato di Distretto, si riserva ulteriori eventuali sospensioni che saranno valutate in relazione all’andamento dell’emergenza sanitaria.

Nuovi posti letto covid dedicati all’Angioloni di San Piero in Bagno. L’Ospedale Angioloni di San Piero in Bagno si sta preparando ad attivare, in stretta collaborazione con i professionisti del Bufalini, una area di degenza dedicata a pazienti Covid positivi post acuti trasferiti dall’ospedale Bufalini di Cesena. Presso la struttura sarà comunque mantenuta la funzione di degenza per pazienti acuti no covid.

Potenziale attivazione fino a 16 posti letto al Nuovo Roverella. Per alleggerire gli ospedali del territorio, grazie alla disponibilità dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona del Distretto Cesena-Valle Savio (Asp), potrà essere prevista l’attivazione fino a 16 posti letto CoVid dedicati nella struttura per anziani Nuovo Roverella di Cesena presso il Nucleo osservazionale allestito nei mesi scorsi e funzionalmente autonomo rispetto al resto della struttura. Ciò consentirà di far fronte alle necessità di assistenza a pazienti fragili e anziani provenienti dalle strutture ospedaliere del territorio, in attesa del loro ritorno a domicilio. Una destinazione temporanea che consentirà di alleggerire la pressione sul Bufalini dedicando i posti letto a pazienti covid positivi che necessitano di ricovero ospedaliero.

“La situazione sanitaria che stiamo vivendo – commentano i Sindaci di Cesena Enzo Lattuca, di Bagno di Romagna Marco Baccini e di Cesenatico Matteo Gozzoli – continua ad essere grave e la diffusione del contagio sta generando la necessità di potenziare il numero di posti letto per malati CoVid del nostro sistema ospedaliero. Lo sforzo e la capacità organizzativa dell’Asl consentono di dare continuità alle cure per l’intera popolazione anche in merito a patologie diverse dal CoVid. Come amministratori delle nostre comunità sosteniamo con convinzione questa riorganizzazione, ci sentiamo in dovere di farlo come contributo minimo all’impresa che Ausl e tutti i professionisti sanitari stanno conducendo da oltre dieci mesi”.

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