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L'Ospedale degli Infermi di Faenza: Architetto Gian Battista Campidori (1752-1763)

La cura attraverso l'arte
Ospitali e Ospedali - un percorso attraverso la Romagna

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Il progetto dell'Ospedale Infermi di Faenza Il progetto dell'Ospedale Infermi di Faenza

Riprendiamo la nostra rubrica e, come anticipato, da oggi scriverò sulla storia degli Ospitali e Ospedali presenti nella nostra terra romagnola.

Prima di tutto è doveroso spiegare la differenza tra Ospitale e Ospedale: l’ospedale è un luogo destinato all’assistenza e cura dei cittadini mentre, l’ospitale, era un luogo destinato all’ospitalità di forestieri, poveri, pellegrini e altri che ammalandosi necessitavano di cure apportando un cambio di finalità alla struttura.

Intorno alla metà del settecento esistevano a Faenza molteplici istituzioni con diverse funzioni: sostentamento degli anziani, ricovero e cura degli infermi. Gli ospitali di Sant’ Antonio Abate e di San Nevolone erano le due maggiori istituzioni finalizzate ad attività assistenziali.

L’attuale ospedale degli Infermi di Faenza, fu edificato in una decina d’anni dal 1752 al 1763. Promotore fu il vescovo Antonio Cantoni, che chiese al Papa di poter far costruire l’ospedale sopra i resti di una possente rocca pontificia. Il vescovo Cantoni affidò la conduzione dell’ospedale all’ordine di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), che mantennero l’incarico fino al 1797, anno in cui furono espulsi dai francesi. Anche la forma architettonica della struttura mostrò, fin dalla fase progettuale, la scelta del vescovo di affidare la conduzione dell’ospedale ai Fatebenefratelli.

L’ospedale era costituito da due corpi principali: le corsie dei malati erano disposte a croce greca e avevano al centro l’altare destinato alla funzione religiosa per i malati.

Alla fine del XIX secolo, furono apportate importanti modifiche strutturali, rispondenti ai nuovi criteri di cure e d’igiene. La crociera originaria dell’ospedale fu dimezzata orizzontalmente: al piano terra si realizzò il profondo atrio, che diede vita alla galleria dei benefattori, mentre il piano superiore fu destinato ai reparti; il raccordo tra atrio e reparti fu attribuito allo scalone monumentale.

Curiosità: una delle palle di cannone che avevano colpito la Rocca durante l’assedio di Cesare Borgia (25 aprile 1501) è stata rinvenuta a seguito di recenti lavori di manutenzione.

Bibliografia: Sonia Muzzarelli, la cura attraverso l’arte: piccole guide di storia e opere del patrimonio artistico della Romagna, Ausl della Romagna, centro stampa di Cesena, dicembre 2020 - patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it

Le pagine di questa rubrica daranno vita ad un nuovo “quaderno”, che andrà ad arricchire la collana “la cura attraverso l’arte”.

Ultima modifica il Lunedì, 14 Febbraio 2022 10:32 Modificato da:
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