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Storie di Ravenna: Gagì protagonista d'eccezione per l'appuntamento di lunedì 30 gennaio al Rasi. La testa mummificata proprietà di Ausl Romagna

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Storie di Ravenna: Gagì protagonista d'eccezione per l'appuntamento di lunedì 30 gennaio al Rasi. La testa mummificata proprietà di Ausl Romagna Storie di Ravenna: Gagì protagonista d'eccezione per l'appuntamento di lunedì 30 gennaio al Rasi. La testa mummificata proprietà di Ausl Romagna

Durante la seconda puntata della rassegna dedicata alla setta degli accoltellatori verrà esposta la testa di uno dei briganti che negli stessi anni dell'Ottocento imperversavano in città

Il secondo appuntamento, lunedì 30 gennaio, della quarta stagione di Storie di Ravenna - fortunata serie che nasce dalla volontà di raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti utilizzando, però, i tempi ed i linguaggi del teatro - avrà un protagonista d'eccezione.

Sarà infatti una delle quattro teste mummificate appartenuta ad uno dei briganti che imperversavano nella Ravenna dell'Ottocento ad aprire la seconda puntata della rassegna che inizierà alle 18:00 al Teatro Rasi e che approfondirà il tema della setta degli accoltellatoriGagì (il soprannome è legato al fatto che il brigante fosse biondo di capelli) e i suoi compari - Tegna o Tigna, Cippon e Chilazzo - sono oggi di proprietà dell'Ausl Romagna e sarà la loro conservatrice, Sonia Muzzarelli, a raccontarne la vicenda salendo sul palco insieme a Claudia Bassi Angelini studiosaGiovanni Gardini iconografo, Museo Diocesano FaenzaAlessandro Luparini storico e direttore della Fondazione Casa OrianiLaura Orlandini storica, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e provincia.

L'appuntamento approfondirà la storia della “setta” che negli anni Sessanta dell’Ottocento portò Ravenna alla ribalta delle cronache nazionali, quando tra le vie della città si verificò una serie di omicidi all’apparenza inspiegabili, ma legati da un’unica matrice. In una terra attraversata da accesissime passioni politiche, da una modernità piena di contrasti, il processo agli accoltellatori portò sulla scena pubblica i conflitti di un’epoca, tra sogni di rivoluzione e banditi di professione.

Tutti gli spettacoli vengono ospitati alle 18:00 al Teatro Rasi di Ravenna. 

Presso l’Ospedale di Santa Maria delle Croci e in particolare nella sede del Campus Universitario di Ravenna - Facoltà di Chirurgia e Medicina sono visibili, dal giugno del 2022, quattro teste mummificate e ventisette plastici anatomici, a uso didattico.

I reperti e i manufatti sono ascrivibili alla fine del XIX secolo.

Nel 2001, il nubifragio che allagò gran parte della città di Ravenna tra cui gli scantinati dell’Ospedale fece emergere le teste che, galleggiando, riaccesero l’attenzione sulla loro storia: Pietro Puntiroli detto Chilazzo, Antonio Fusconi detto Cippon, Luigi Casadio, detto Gagì e Francesco Bertini detto Tigna (o Tegna), erano gli ultimi ghigliottinati di Ravenna.

Le teste mummificate ci rimandano a un’epoca particolare della storia di Ravenna quando, nel neonato Stato Italiano, siamo poco dopo gli anni sessanta dell’ottocento, la legge capitale era ancora vigente: l’ultima decapitazione ravennate risale al 28 luglio 1868. Le cronache del tempo riportano un dettaglio macabro che fa intendere il mal funzionamento della ghigliottina che difettava di manutenzione.

Nella stessa sede sono visibili anche i plastici anatomici in gesso policromo che fanno parte di una serie di ventisette pezzi un tempo appartenenti alla scuola infermieri di Ravenna, nella quale furono collocati almeno dagli anni settanta del novecento.

Incorniciati da una cassetta lignea protetta anteriormente da un vetro, riproducono vere e proprie preparazioni anatomiche di vari organi, apparato segmenti corporei.

Ultima modifica il Lunedì, 30 Gennaio 2023 09:04 Modificato da:
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