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"La cura attraverso l'arte". I tesori dalla collezione dell'Ausl Romagna nella mostra visitabile dal 4 marzo (Palazzo Rasponi dalle Teste, Ravenna) e gli eventi correlati

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Il Comune di Ravenna e l’Ausl Romagna presentano, negli spazi di Palazzo Rasponi dalle Teste a Ravenna, la mostra "LA CURA ATTRAVERSO L’ARTE. Opere dal patrimonio storico e artistico Ausl Romagna"

L’Azienda USL della Romagna è infatti proprietaria di un importante patrimonio storico, artistico, archivistico che documenta, attraverso la sua produzione artistica, e non solo, seicento anni di storia sociale e sanitaria di una delle più grandi Aziende sanitarie italiane.

Un tempo gli ospedali erano “ospitali”, strutture destinate ad una assistenza indifferenziata, dove le prime tecniche di medicina si mescolavano alla religione e alle credenze dell’epoca. In quei tempi così diversi, lontani dalle conoscenze e dai reparti polifunzionali di oggi, gli ospedali erano anche luoghi ricchi di meravigliose opere d’arte.

Nelle sale di Palazzo Rasponi dalle Teste, nel cuore di Ravenna, vengono così presentati alcuni dei tesori dell’intera collezione Ausl Romagna, provenienti dai territori d’origine: Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
In mostra sono presentati alcuni strumenti scientifici accanto a venticinque preziosi dipinti realizzati tra il XVI e XX secolo e con importanti presenze artistiche del nostro territorio come: Giambattista Bassi, Maceo Casadei, Luigi Folli, Francesco Longhi, Pietro Melandri.

La mostra, curata da Sonia Muzzarelli e Paolo Trioschi, è promossa congiuntamente dal Comune di Ravenna, dall’Ausl Romagna, dal MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna e da Acosi - Associazione culturale ospedali storici italiani.

Il percorso si divide in sei sezioni.

Sala 1 - RIMINI

Il viaggio alla scoperta della formazione del patrimonio storico artistico sanitario inizia dalla collezione di Rimini che dal 1920 conserva la maggior parte delle opere nel Museo della città di Rimini, Ex Collegio dei Gesuiti poi “Ospedale Infermi” fino al 1974.

Tra il XII e tutto il XV secolo, i documenti d’archivio testimoniano l’esistenza di 49 ospitali in città e di 72 nel contado, per un totale di 121 enti caritativo-assistenziali. Questo elevato numero è in parte legato alla grande affluenza in città di soldati e pellegrini che giungevano per imbarcarsi verso la Terrasanta.

Nel 1486 Galeotto Malatesta sollecitò e ottenne l’unificazione di 11 strutture cittadine nell’ “Ospedale di Santa Maria della Misericordia” che restò operativo fino al suo trasferimento avvenuto nel 1800 nell’ex collegio dei Gesuiti, assumendo la denominazione di “Ospedale Infermi”.

Nel 1974 l’ “Ospedale Infermi” fu trasferito nella sede attuale, mentre la struttura originaria è ora sede del Museo della Città.

Le opere esposte provengono dal Museo della Città di Rimini, dove troviamo una cinquantina di opere di proprietà Ausl Romagna. Tra i pezzi di maggior interesse ricordiamo: il Crocefisso ligneo di Johannes Teutonico, dell’ultimo terzo del XV secolo; la Vocazione di San Matteo di Guido Cagnacci (1601-1603); Sant’Ubaldo che libera un’ossessa di Gian Francesco Nagli detto “il Centino” (1661-1675).

Non va dimenticata la città di Riccione, che alla fine del XIX secolo inaugurò il suo Ospedale, intitolato al dottor Giovanni Ceccarini.

Opere esposte

  • Francesco Longhi, Madonna con bambino e Sant’Anna, XVI secolo, olio su tela, cm 114x96, Rimini, Museo della Città
  • Giovanni Francesco Nagli, il Centino (?), San Giovanni Evangelista, metà XVII secolo, olio su tela, cm 115x89, Rimini, Museo della Città
  • Anonimo olandese, San Giorgio che uccide il drago, XVI secolo, olio su tela, cm 46.5x59.5, Rimini, Museo della Città
  • Claude Vignon (Guido Cagnacci), San Marco Evangelista, 1539(?), olio su tela, cm 147x115, Rimini, Museo della Città
  • Scuola italiana del XVIII secolo, Tobiolo e l’arcangelo Raffaele, XVIII secolo, olio su tela, cm 74x47.5, Rimini, Museo della Città

Sala 2 – VIDEO "Non ti potrò scordar… Romagna mia"

Il video intitolato Non ti potrò scordar… Romagna mia è stato ideato da un gruppo di lavoro aziendale e presentato nel 2021 alla quinta edizione dell’Alzheimer Fest.

I testi, volutamente semplici e letti dalle psicologhe dei Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze dell’Ausl Romagna, intendono presentare la Romagna alle persone con demenza stimolando, attraverso le numerose opere d’arte di proprietà aziendale, il risveglio di ricordi ed emozioni che appartengono alle esperienze personali, familiari e sociali più lontane nel tempo.

Gruppo di lavoro: Federica Boschi (Direttrice Distretto - Lugo di Romagna), Stefano De Carolis (Direttore U. O. Cure Primarie Forli’ - Cesena), Sonia Muzzarelli (Conservatore del Patrimonio storico-artistico Ausl Romagna), Rachele Nanni (già Responsabile del Programma Psicologia Ausl Romagna).

Sala 3 – FORLÌ

Nel XIV secolo uno dei più importanti luoghi di assistenza della città era l’hospitale Domus Dei, chiamato anche Hospitale della Cà di Dio.

Nella seconda metà del Quattrocento sono elencati a Forlì ben 33 luoghi assistenziali, ma ritenuti inefficienti. Si avviò un processo di unificazione che ebbe compimento solo nel 1541 con la “Casa di Dio” nota con la denominazione di “Spedale Maggiore”.

Negli anni settanta dell’Ottocento, l’Ospedale presentava internamente grandissimi inconvenienti. Già dai primi anni del Novecento, fu pubblicato un progetto per la costruzione di un nuovo Ospedale intitolato ad Aurelio Saffi. Nel 1921 l’Ospedale assunse il nome di Ospedale “Giovan Battista Morgagni”, oggi sede del Campus Universitario di Forlì.

L’ inadeguatezza e la mancanza di spazi del centrale Ospedale “Morgagni” portarono, nel 1973, alla decisione di destinare l’area di Vecchiazzano, già centro sanatoriale nel 1932, a sede del nuovo Ospedale cittadino.

Nel 2004, la generosa donazione dell’ingegner Rambaldo Bruschi (Forlì, 1885 - Torino, 1966) destinata all’Azienda sanitaria di Forlì, diede vita nell’area di Vecchiazzano, al nuovo blocco ospedaliero “G.B. Morgagni - L. Pierantoni”.

Intorno all’edificio si estende il grande parco, messo a dimora negli anni Trenta. In mostra sono visibili i ritratti di Delfina Cima e Rambaldo Bruschi, ingegnere che lavorò alla Fiat al fianco del senatore Giovanni Agnelli e la Divina Commedia illustrata da Amos Nattini e le due tele dei Santi Andrea e Bartolomeo, provenienti dalla Chiesa del “Santissimo Crocifisso” di Meldola, undicesimo nucleo del Museo diffuso Ausl Romagna La Cura Attraverso l’Arte.

Opere esposte

  • Maceo Casadei, Venezia, 1970, olio su tela, cm 40x50, Forlì, Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Vincenzo Stagnani, Sala operatoria, 1949, olio su faesite, cm 47.5x114.5, Forlì, Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Mario Micheletti, Ritratto di Rambaldo Bruschi, 1950 circa, olio su tela, cm 51x42, Forlì,Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Mario Micheletti, Ritratto di Delfina Cima, s.d., olio su tela, cm 68x49, Forlì,Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Maceo Casadei, Piazza San Marco, 1952, olio su tela, cm 33x23, Forlì,Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Amos Nattini, Divina Commedia, 1931-1941, carta, pelle, legno, ottone, Forlì,Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Pittore forlivese, L’Apostolo Bartolomeo, olio su tela, cm 84x65, Forlì, Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Pittore forlivese, L’Apostolo Andrea, inizio XVIII secolo, olio su tela, cm 84.5x96, Forlì, Ospedale “Morgagni – Pierantoni”

Sala 4 – OSPEDALI STORICI IN ROMAGNA

Dal gennaio del 2021, l’Ausl Romagna fa parte dell’Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani (ACOSI). Gli Ospedali storici, in alcuni casi nati diversi secoli fa, sono una delle ricchezze culturali e morali del nostro Paese. Continuano a essere luoghi di cura e di produzione medico-scientifica delle nostre città per le necessità sanitarie dei cittadini, ma sono anche straordinari compendi storici di arte, architettura, documentazione, letteratura, ricerca e di vicende umane.

Opere esposte

  • Materiale sanitario, Maschera per anestesia Ombredanne, inizio XX secolo, Forlì, Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Materiale sanitario, Misuratore di microenergia, inizio XX secolo, Forlì, Ospedale “Morgagni – Pierantoni”
  • Materiale sanitario, Microscopio, 1889, Forlì, Ospedale “Morgagni – Pierantoni”

Sala 5 – CESENA

In epoca medievale, nel territorio cesenate esisteva una fitta rete di ospitali ed il “Santissimo Crocifisso” era riconosciuto come “Spedale del Comune di Cesena”.

Nel 1452 Malatesta Novello, signore di Cesena, fu artefice del grande cambiamento nella storia ospedaliera cesenate, unificando i vari ospedali della città e del contado in un unico Ospedale denominato “Maggiore”. Alla fine del diciottesimo secolo, nell’area ormai fatiscente dell’Ospedale quattrocentesco del “Santissimo Crocefisso”, l’edificio fu ‘rifabbricato’.

Il palazzo settecentesco OIR (Ospedale-Istituti Riuniti), che fu sede amministrativa dell’ex Ausl di Cesena fino al 2007, oggi presenta una delle facciate più attraenti della città, dove si può ammirare il portone seicentesco eseguito da Gregorio Razzani, originale nel suo genere poiché riporta nelle bugne a intarsio i nomi e gli stemmi costituenti il più antico elenco dei benefattori delle istituzioni assistenziali e caritative della città di Cesena. Tra questi, spicca Malatesta Novello, artefice della grande innovazione ospedaliera cesenate. In mostra possiamo vedere un raro ritratto frontale di un giovane Malatesta Novello, artefice del grande cambiamento della storia ospedaliera cesenate.

Tra i grandi donatori della storia sanitaria cesenate vanno ricordati il conte Pietro Roverella e la moglie Maria, la quale, rimasta vedova, confermò i voleri testamentari del marito di lasciare i beni ai poveri della città. L’Opera Pia Roverella fu istituita con statuto in data 20 luglio 1904. I candelabri liberty del 1889 che possiamo ammirare nel percorso espositivo, facevano parte del complesso architettonico della tomba Roverella, commissionata all’artista Tullo Golfarelli dalla contessa Maria Bertaccini “a perenne memoria del marito Pietro Roverella”.

Opere esposte

  • Pittore del XVII secolo, Ritratto di gentiluomo con collare di rouche, XVII secolo, olio su tela, cm 60x40, Cesena, Direzione generale AUSL
  • Scuola italiana del XVII secolo, Madonna egiziaca, XVII secolo, olio su tela, cm 60x40, Cesena, Direzione generale AUSL
  • Scuola italiana del XIX secolo, Fanciulla con fiore, XIX secolo, olio su tela, cm 52x36, Cesena, Direzione generale AUSL
  • Pittore del XVI secolo, Cristo e la Samaritana al pozzo, XVI secolo, affresco riportato su tela, cm 110x179, Cesena, Direzione generale AUSL
  • Pittore del XVII secolo, Ritratto di Malatesta Novello, XVII secolo, olio su tela, cm 62x46, Cesena, Direzione generale AUSL
  • Tullo Golfarelli, Coppia di candelabri, s.d., bronzo – Fonderia Bastianelli, Roma, h. cm 85, Cesena, RSA “Violante Malatesta”

Sala 6 – RAVENNA

La formazione del patrimonio ravennate, che in epoca medioevale presentava una fitta rete di strutture ospitaliere, è l’unione delle collezioni provenienti dai territori di Lugo, Faenza e Ravenna.

Ravenna

Il numero elevato di ospitali a Ravenna può trovare giustificazione nella presenza dei numerosi pellegrini che sostavano in città durante il viaggio verso Roma. Ricordiamo le vicende degli ospedali maggiori dedicati a San Giovanni Evangelista e Santa Maria delle Croci, le cui storie si legano sino alla realizzazione dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci”, che in prossimità del secondo conflitto mondiale vide l’avvio dei lavori di edificazione. L’Ospedale fu inaugurato il 12 aprile 1959.

Lugo di Romagna

La storia assistenziale del territorio di lughese e delle aree limitrofe ha avvio in epoca medioevale e si esprime anche visitando i nuclei del Museo diffuso “La Cura Attraverso l’Arte” presenti a Lugo, Massa Lombarda e Fusignano.

Lugo di Romagna - Oratorio di Sant’ Onofrio

Fondato nel 1679 assieme all’Ospitale omonimo, l’Oratorio lughese rispecchia lo spirito tridentino e a suo interno è possibile godere del ciclo pittorico narrante scene della vita di Sant’Onofrio, eseguito dall’artista bavarese Ignazio Stern (1679-1748). Dal 2014 è sede di un’esposizione permanente di opere di proprietà Ausl e provenienti degli Ospitali lughesi unificati nell’ Ospedale “Maggiore degli Infermi”.
Proveniente dall’Oratorio è l’opera eseguita da Girolamo Donnini: Madonna e i Santi Rocco e Sebastiano. Entrambi i Santi, protettori contro peste e ferite, sono ricorrenti nell’iconografia ospedaliera.

Massa Lombarda - Centro culturale “Carlo Venturini”

Ospitato nell’antico edificio liberty, è uno dei nuclei più significativi della storia sanitaria romagnola. Provenienti dal Centro Culturale “Venturini” sono i dipinti: Saffo sulla rupe di Leucade di Luigi Folli e Abele morente di Gian Battista Bassi, amico del Canova. Nel nucleo espositivo del Museo diffuso di Massa Lombarda possiamo ammirare le opere commissionate dalla Signoria estense a grandi artisti come:
Sebastiano Filippi, detto Bastianino e Benvenuto Tisi, detto Garofalo.

Fusignano - Museo San Rocco, già Ospedale San Rocco

Quello che era l’Ospedale di San Rocco, fondato nel XVI secolo e attivo fino agli anni ’90 del Novecento; oggi è sede del Museo Civico comunale di Fusignano. Proviene dalla raccolta del nucleo di Fusignano il dipinto Natura morta con mandolino e libri eseguito dal maestro Francesco Verlicchi (1915-2008). In questo nucleo espositivo, si segnalano per qualità e pertinenza, il dipinto raffigurante San Girolamo; l’insegna storica del vecchio Ospedale, la stampa fotografica che ritrae il dottor Giuseppe Gotti e la preziosa cornice contenente l’opera Madonna con il Bambino.

Faenza

Nel 1742 fu il Vescovo Antonio Cantoni che si adoperò per unificare gli Ospedali esistenti in un’unica struttura più vicina ai rinnovati criteri d’igiene e di ricovero. Il grande e moderno edificio sorse nell’area della vecchia rocca papalina all’interno delle mura cittadine, nei pressi dell’antica Porta Imolese, in una zona ritenuta maggiormente salubre.

L’ Ospedale “degli Infermi” di Faenza è in attività da oltre tre secoli, adeguando di volta in volta gli spazi al mutare delle esigenze dei tempi. In mostra è visibile il dipinto Ritratto del Vescovo Cantoni con il religioso che tiene in mano la lettera che lo indica come nuovo Arcivescovo. Il Grande vaso di Pietro Melandri qui esposto, fu realizzato per il nuovo Padiglione Bagni, che ospitava una innovativa veranda con terrazza per convalescenti, inaugurato nel 1926.

Opere esposte

  • Nicola Valletta (?), Ritratto del Vescovo Antonio Cantoni, seconda metà XVIII secolo, olio su tela,cm 95,5x75,5, Faenza, Ospedale “degli Infermi”
  • Luigi Folli, Saffo sulla rupe di Leucade, 1860 circa, olio su tela, cm 144x101.5, Massa Lombarda, Centro culturale “C. Venturini”
  • Gianbattista Bassi, Abele morente, XIX secolo, olio su tela, cm 78.5x100, Massa Lombarda, Centro culturale “C. Venturini”
  • Francesco Verlicchi, Natura morta con un mandolino e libri, 1967, olio su tela, cm 74x100, Fusignano, Museo civico “S. Rocco”
  • Girolamo Donnini (attribuzione), Madonna col Bambino e con i Santi Rocco e Sebastiano, prima metà XVIII secolo, olio su tela, cm 140x81, Lugo, Oratorio di “S. Onofrio”
  • Pietro Melandri, Grande vaso, 1926, maiolica, h. cm 72.5x55.48, Faenza, Ospedale “degli Infermi”

Eventi programmati intorno alla mostra presso Palazzo Rasponi dalle Teste

Sabato 25 marzo alle ore 11.00
l’Associazione Culturale Ospedali Storici Italiana, di cui l’Ausl Romagna fa parte, presenterà il Volume: "LO SPLENDORE DELLA CURA-VIAGGIO NEGLI OSPEDALI ITALIANI". A seguire visita guidata alla mostra LA CURA ATTRAVERSO L’ARTE
Mercoledì 12 aprile alle ore 17.00
incontro conviviale per festeggiare i 64 anni dell’Ospedale di Ravenna 
Ultima modifica il Venerdì, 14 Luglio 2023 11:45 Modificato da:
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