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How Just Say No! La poetica del Respirare e del Fermarsi I giovani di Ravenna creano Cinema, Musica, Testi per la Promozione della Salute e la Prevenzione delle Dipendenze Patologiche nel nostro territorio.

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How Just Say No! La poetica del Respirare e del Fermarsi I giovani di Ravenna creano Cinema, Musica, Testi per la Promozione della Salute e la Prevenzione delle Dipendenze Patologiche nel nostro territorio. How Just Say No! La poetica del Respirare e del Fermarsi I giovani di Ravenna creano Cinema, Musica, Testi per la Promozione della Salute e la Prevenzione delle Dipendenze Patologiche nel nostro territorio.

Ampia la partecipazione di studenti, familiari e insegnanti al Centro Culturale Casa Matha di Ravenna dove è stata presentata venerdì 3 marzo,  la terza edizione dei Progetti Regionali CREALAB, Laboratori Creativi di Produzione Artistica e Musicale: il Laboratorio Cinematografico “How to say no” e il Laboratorio Musicale “MusicaleMente Peer to Peer- Sparirò e Basta” promossi dalla Ausl della Romagna – U.O. Dipendenze Patologiche di Ravenna e dal Comune di Ravenna – Assessorato Politiche Giovanili, Cultura e Scuola. All’evento hanno partecipato l’Assessore dott. Fabio Sbaraglia, il Direttore di U.O.DP Ravenna dott.ssa Deanna Olivoni e il Direttore del Dipartimento Salute  Mentale Dipendenze Patologiche dott.ssa Antonella Mastrocola.  I Laboratori hanno coinvolto giovani in libera aggregazione, Peer educator studenti del Liceo Artistico “L. Nervi Severini”, del Liceo Scientifico “A. Oriani” e dell’ Istituto Tecnico Agrario “Perdisa” con la preziosa collaborazione della Prof.ssa Nicoletta Pasini (Liceo Artistico).

Il pomeriggio si è aperto con una performance dei ragazzi di recitazione del testo musicale “Sparirò e Basta!” creato nei gruppi e successivamente con la visione del film “How to say NO” a cui hanno fatto seguito gli interventi dei giovani e dei rappresentanti delle Istituzioni.

I progetti sono stati coordinati dalla dott.ssa Sabrina Drei Dirigente Psicologo dell’ U.O.Dipendenze Patologiche, coordinatrice degli interventi di Promozione alla Salute nelle Scuole e territorio di Ravenna; partner anche la Cooperativa Librazione e l’Istituto Oncologico Romagnolo.

I due laboratori hanno l’obiettivo, come ha detto la dott.ssa Sabrina Drei, di mantenere attivo un senso di comunità orientato all’ascolto e all’attenzione verso i giovani durante il periodo estivo, unendo giovani in libera aggregazione e studenti che partecipano ai percorsi di Peer Education promossi ogni anno dall’ Equipe Scuola dell’ U.O. Dipendenze Patologiche (Progetto Regionale “Tra Rischio e Piacere”) narrando storie attraverso linguaggi creativi come il cinema e la musica.

In questi anni, l’orizzonte dell’Equipe Scuola, è stato quello di sviluppare sempre maggiori contaminazioni fra la Sanità pubblica e il mondo dell’Arte e della Cultura, consapevoli del loro ruolo nella promozione della salute e complementare ai percorsi di cura tradizionali. Dice Chiara, nel ruolo della ragazza senza nome: “Interpreto la ragazza con dipendenza affettiva, spesso le persone con questa dipendenza perdono se stesse e diventano più l’altra persona… tutti i personaggi del film sono difficili, sia da comprendere che interpretare.. la dipendenza affettiva è qualcosa che riguarda noi giovani che siamo inesperti del mondo..e molto spesso non siamo abituati ad affrontare situazioni che sono più grandi di noi… ritengo che averne parlato in questo modo sia stato molto importante perché può aiutare molti ragazzi ad affrontare questa cosa..

Come ha sostenuto nel suo intervento, il Direttore di Dipartimento Salute Mentale Dipendenze Patologiche dott.ssa Antonella Mastrocola “è stato importante riuscire a spiegare alcune tematiche cosi complesse come la salute mentale e le dipendenze, con un linguaggio così immediato…ringrazio un pezzo del mio Dipartimento che riesce a entrare nella vita delle scuola, del territorio e della società e ci aiuta a diminuire il livello delle sofferenze di cui ci dobbiamo occupare….E’ cosi difficile parlarsi e ascoltarsi tra generazioni, però mi sembra che questo progetto abbia rimesso in moto il valore di una società di adulti competenti e una possibilità di riaprire in maniera creativa e informale una forma di ascolto e dialogo che sia capace di generare nuove modalità di stare insieme e di ascolto”. Anche Pietro, nel ruolo di Virginio, afferma che “…è molto importante la leggerezza spirituale con cui abbiamo interpretato argomenti seri nel film, mi è piaciuto contribuire alla prevenzione delle dipendenze dei giovani”.

La dott.ssa Deanna Olivoni, direttore delle Dipendenze Patologiche, rinforza la necessità di una Scuola che garantisca una comunità educante per il nostro territorio sempre attiva durante il tempo libero ed estivo attraverso progetti creativi, protettivi e di crescita.

L’Assessore alle Politiche Giovanili Dott. Fabio Sbaraglia ha rimarcato le caratteristiche di “un progetto che sta a pieno titolo nelle progettualità che come Politiche Giovanili portiamo avanti. Siamo certi che questa è una progettualità che continuerà ad offrire spunti… Abbiamo bisogno di sentire più forte la voce della loro generazione, dei giovani, in fase progettuale” valorizzando la continuità e stabilità di percorsi come questi. A tale proposito William, nel ruolo di Isaia, richiama l’attenzione del pubblico: “la frase del film… ”come stai?” non è banale, quante volte facciamo questa domanda ma, quante volte volete sapere veramente come stanno le persone? Poche volte…si passa avanti…nel film invece si scava nel profondo…”il ciao come stai” non è quello formale che le persone utilizzano per iniziare la conversazione, ma è il fatto che le persone dovrebbero fermarsi e  riflettere sull’aspetto più profondo degli altri, e io me ne sono accorto durante il film..”.

I progetti hanno visto il coinvolgimento di artisti professionisti del territorio di Ravenna: il Regista Gerardo Lamattina, il Musicista e Docente di Conservatorio Marco Rosetti, nel ruolo di consulenti e facilitatori della creatività. Il valore di tali collaborazioni è anche quello di favorire la scoperta delle proprie passioni e desideri, incrementare una visione artistica e poetica del mondo. Racconta così Linda, nel ruolo di Enea, “ non avevo mai recitato davanti a una telecamera…ho provato una esperienza nuova…non abbiamo trattato solo il tema della droga in sé ma anche disagi che si possono avere di cui magari non si parla troppo, o di cui una persona esterna non sa come comportarsi… la speranza è che vedendo questo film una persona possa interessarsi e documentarsi…e magari la prossima volta che si incontra qualcuno con una certa difficoltà sapersi relazionare…”.

Come sempre è stato prezioso il contributo multi professionale e intergenerazionale di peer senior, cittadini volontari, lo scrittore Tahar Lamri, la stagista aiuto regista Serena Savoia e le famiglie Cangialeoni di Sant’Alberto e Bustacchini di Ravenna. Si ringrazia inoltre Tempi Dispari Associazione Musicale di volontariato presso San Marco, di cui era presente il Presidente Roberto Nardiello, che valorizzando l’esperienza, auspica di proseguire questa collaborazione tra Associazioni di Volontariato artistico-musicale e Istituzioni del territorio. Si ringraziano anche i Presidi e le professoresse degli Istituti che hanno partecipato all’evento.

I ragazzi attraverso il film, il testo e la musica hanno raccontato la loro esperienza nei laboratori e i vissuti che hanno interpretato nel film. Come racconta Giada, nel ruolo di Amata, “molto spesso noi giovani siamo pieni di problemi, tutti diversi e che hanno le loro particolarità, ma tutti accomunati dal fatto che noi dentro ci sentiamo spaventati, ci sentiamo giudicati e abbiamo un turbine di emozioni che non riusciamo ad esprimere...arriva il momento in cui mi devo svegliare, una rinascita, perché io così non sto bene, quando si tocca il fondo bisogna rialzarsi e risalire..un significato profondo che rappresenta il cortometraggio…Esperienza fantastica io adoro stare con queste persone e partecipare a questo progetto perché oltre all’amicizia, penso sia stupendo sensibilizzare oltre che i ragazzi, anche i genitori, le persone più grandi..che magari non è che non sanno come ci sentiamo ma è che si sono dimenticati che anche loro hanno passato momenti difficili quando erano giovani e inesperti..per me è bello andare a sensibilizzare le persone e fargli aprire gli occhi”.

I lavori del pomeriggio, seguendo la commozione aperta dal film e dagli interventi dei ragazzi, si sono conclusi con delle letture musicate dagli operatori della Equipe Scuola U.O. Dipendenze Patologiche, D.ssa Sabrina Drei, D.ssa Elisa Gnani, D.ssa Vania Baravelli, Dott. Angelo Gazzilli, che hanno voluto raccontare in termini poetici le voci e gli echi di tutto il progetto.

Nei laboratori la musica e il cinema sono nati da una esperienza di gruppo profonda di espressione di vissuti, a volte anche difficili da raccontare, momenti di fiducia reciproca che ha lasciato un sentimento di partecipazione e sicurezza inaspettata di questi ragazzi, considerando che molti di loro non si conoscevano e non avevano esperienze concrete di musica o recitazione, eppure si sono messi in gioco. Noi operatori siamo abituati alle musiche interiori che emergono nelle terapie, ma eravamo con loro per fare promozione della salute, eppure…. Quel gruppo fatto di ragazzi e adulti, ha accarezzato, ha sfiorato qualcosa che attiene fortemente ad una dimensione espressiva e riparativa, legata all’interiorità dei ragazzi, al loro bisogno di trovare un luogo, simile ad una soglia aperta ad un luogo “altro”, indefinito, sospeso (andare oltre lo specchio direbbe chi ha scritto la canzone) dove poter esprimersi profondamente, vivere un attimo dove “ti fermi e basta, ti fermi e sei un poco di più te stesso”… poi tornare dall’altra parte, la vita quotidiana, fatta di ruoli, esami, scuole, gioie e tristezze… il gruppo è stato, come narra la canzone “una danza di avanzate e ritirate”, una specie di “rifugio” dalla terribile sensazione di “sparire”, di essere rubati dal caos della vita.

Noi speriamo di essere tornati con qualcosa di diverso dentro ciascuno di noi… a volte noi stessi ci siamo chiesti Dove ci stessero portando questi ragazzi. Forse è la magia delle relazioni, del seminare storie, come dice la canzone “la magia frammenta l’insoddisfazione”… le fortezze divenute catene, i muri, le prigioni… forse ci vuole una “magia” per sciogliere tutto questo, forse nasce proprio in quel fare assieme, nel vissuto dell’ ”orchestra”. È stato bello vedere i ragazzi “DIVENIRE CORO” nonostante le loro diversità, le stranezze, i silenzi e gli imbarazzi, varcare uno spazio CREATIVO dove “esserci e divenire” con se stessi e gli altri.

Ci piace così pensare che questo laboratorio sia stato una messa in comune dell’espressione di Sé, delle nostre fragilità, rendendola generativa di qualcosa di VIVO, di nuove strade del divenire, nuove parole del sentire, nuovi luoghi del desiderare, nuove cartografie del vivere.

Forse questi ragazzi ci chiamano al bisogno di respirare, di fermarsi (come dice la canzone) di fronte ad una società iperaccellerata e centrata sulle prestazioni, sull’efficienza e la perfezione…

Pensiamo sia questo ciò che ci hanno insegnato… Una poetica del respirare e del fermarsi.

 

Per accedere alla visione del film How to say NO

questo il link: https://www.youtube.com/watch?v=8rZYQwN27fw