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Articoli filtrati per data: Ottobre 2019

A seguito di procedura selettiva il dottor Carlo Gurioli è stato nominato direttore dell’Unità operativa di “Pneumologia” dell’ambito territoriale di Ravenna che svolge la sua attività presso le sedi di Lugo, Ravenna e Faenza. In particolare l’attività di degenza dei pazienti è a Lugo (con 16 posti letto) insieme a quella relativa ai disturbi respiratori del sonno (di cui è riferimento per l’intera Ausl Romagna), a Ravenna si concentra quella interventistica mentre l’attività ambulatoriale ha luogo a Lugo, Ravenna e Faenza. Stamane il professionista è stato presentato alla presenza del dottor Stefano Busetti, direttore sanitario dell’Ausl Romagna.

Curriculum del dottor Gurioli.

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1986 presso l’università di Milano, il dottor Gurioli ha conseguito la Specializzazione in Tisiologia e Malattie dell’apparato respiratorio, sempre a Milano e sempre con il massimo dei voti, nel 1989. Successivamente, sempre in ambito formativo, ha svolto corsi di perfezionamento in particolare in toracoscopia ed endoscopia, nonché in management sanitario, in vari ospedali d’Italia.

Il professionista ha prestato servizio come tirocinante presso il “San Raffaele” di Milano, e la sua carriera si è poi sviluppata all’Ospedale “Morgagni – Pierantoni” di Forlì, presso il quale era responsabile della Struttura semplice “Modulo di alta professionalità in Broncologia diagnostica”.

Molto spiccata l’attività di ricerca e supera i cento l’elenco di corsi e convegni, sia a livello nazionale che internazionale, ai quali il dottor Gurioli ha partecipato in qualità di relatore o uditore, e decine sono le pubblicazioni scientifiche, in particolare sui temi su temi di Fisiopatologia respiratoria, Endoscopia toracica, Clinica e terapia, Allergologia, Oncologia toracica.

Il dottor Gurioli svolge attività broncoscopica dal 1992 e negli ultimi 10 anni ha effettuato oltre diecimila indagini endoscopiche sia diagnostiche (con l'utilizzo anche di metodiche innovative) che terapeutiche (nell’adulto: disostruzione, laserterapia e posizionamento di endoprotesi bronchiali, trattamento toracoscopico e dello pneumotorace; nel bambino: rimozione di corpi estranei endo-bronchiali e toracosco-pie per il trattamento dell'empiema complesso).

Nel presentarsi, ha spiegato che “l’attività di questa unità operativa è strutturata su tutti e tre i presidi ospedalieri dell’ambito territoriale ravennate: in particolare a Faenza viene svolta attività ambulatoriale, a Ravenna attività endoscopica/interventistica, mentre a Lugo sono presenti il reparto degenza, che si occupa di tutte le patologie legate alla respirazione, tra cui la prevalente sono le broncopneumatopatie ostruttive, ed il Centro del sonno”. Attivato due anni fa circa, si occupa di tutte le patologie del sonno, che sovente portano a problemi respiratori, e viceversa, e raccoglie l’80 per cento dei pazienti. “Il mio obiettivo – ha aggiunto il dottor Gurioli – è quello di completare l’offerta di questo servizio, che già vede circa 500 pazienti l’anno, e strutturarlo ulteriormente. Altro importante obiettivo è l’appropriatezza delle prestazioni e dei percorsi dei pazienti”.

L'unità operativa di Pneumologia

L’Unità operativa di Pneumologia dell’ambito territoriale di Ravenna effettua circa 32mila prestazioni l’anno, e precisamente (dati 2018): 11.330 visite ambulatoriali, 255 prestazioni di allergologia, 18.860 di fisiopatologia respiratoria, 512 broncoscopie; 733 polisonnigrafie e 154 ecografie. Sono stati 332 i pazienti ricoverati a Lugo, di cui metà ventilati. I medici in forze all’unità operativa sono 7, gli infermieri e oss 20.

Zoom su Lugo.

Il dottor Busetti ha rimarcato che “la strutturazione di questa unità operativa, che opera su tutti e tre i presidi, rappresenta molto bene il concetto di rete, che sta alla base della distribuzione di nostri servizi sul territorio. Siamo molto soddisfatti della nomina del dottor Gurioli, che dà guida stabile all’unità operativa e rappresenta un  rilancio dell’attività del servizio. Per quanto riguarda Lugo, aggiungo che proseguono anche gli investimenti strutturali e organizzativi: abbiamo attivato, ad esempio, l’iter per coprire i primariati di Ortopedia e Medicina generale”.

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L'Azienda USL della Romagna informa la cittadinanza dello sciopero generale indetto dalle Associazioni sindacali CUB, SGB, SI COBAS e USI-CIT con l’adesione di SLAI COBAS, per l’intera giornata di venerdì 25 ottobre e coinvolge il personale appartenente a tutti i settori pubblici e privati. Nella giornata dello sciopero saranno assicurati i servizi pubblici essenziali, nel rispetto della vigente normativa, attraverso l’individuazione dei contingenti minimi di personale a garanzia delle prestazioni indispensabili e non dilazionabili, equivalenti ai servizi minimi assicurati normalmente nei giorni festivi.

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L’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena si è dotata di nuove preziose strumentazioni grazie ad ASTRA Onlus, l’Associazione Sos Traumaneuro Romagna che si occupa di promuovere sul territorio attività di solidarietà e assistenza sociosanitaria nel settore anestesiologico e rianimatorio, anche con l'acquisizione delle tecnologie necessarie all'assistenza e alla cura dei pazienti.

Si tratta di uno stativo per monitor e di due tablet, del valore complessivo di oltre mille euro, che servono a completare la nuova postazione medica dedicata all’intubazione difficile mediante laringoscopia e allestita nella sala operatoria di Neuroradiologia.

Questa donazione si aggiunge alle molte altre iniziative intraprese in questi ultimi anni da ASTRA a sostegno dell’attività del reparto cesenate. In particolare, ad oggi, l’Associazione ha donato una Colonna video per broncoscopia assistita, una apparecchiatura per il progetto di collaborazione fra Università di Bologna-Dipartimento di Informatica Scienza e Ingegneria sede di Cesena e Trauma Center sull’innovazione tecnologica e il tracciamento dei pazienti con politrauma, materiale utile al alla realizzazione dell’evento “Preveni..amo” rivolto agli studenti delle scuole superiori della Romagna per sensibilizzarli sui traumi e la loro prevenzione, il finanziamento di diversi eventi di formazione e didattica.

L’Azienda USL della Romagna ringrazia l’Associazione ASTRA e tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta dei fondi necessari all'acquisto delle attrezzature. Un particolare ringraziamento va ai familiari dei pazienti ricoverati nel reparto di rianimazione cesenate.

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Per il quarto anno consecutivo l'Associazione podistica Corri Forrest di Forlì organizzerà, domenica 27 ottobre, a Terra del Sole, la "Fuga Forrest" a favore dell'Unità Operativa di Pediatria di Forlì, diretta dal dottor Enrico Valletta e l'Istituto Comprensivo Valle del Montone.

La Società Corri Forrest è un associazione sportiva dilettantistica che promuove la corsa a piedi, sia su strada che in montagna. Ha sede in Terra del Sole (FC) ed e’ composta da 120 associati provenienti dalle province di Forlì, Ravenna ,Bologna, Forlimpopoli, Castrocaro Terme, Terra del sole e Medicina, che frequentano le podistiche domenicali di tutta Italia. I suo soci hanno sviluppato nel tempo una forte attenzione alle tematiche sociali, animando eventi come la Diabetes Marathon di Forlì e arrivando ad organizzare, nel 2014, la traversata coast to coast dell’Italia dal Tirreno all’Adriatico, denominata TAR ’14, per finanziare la manutenzione di una navetta per il trasporto dei pazienti dell’ Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola.

Dopo il successo degli oltre mille partecipanti all'edizione 2018, l'Associazione propone agli iscritti tre percorsi: la 13 Km collinare (ex percorso Fugarena); la 7 Km collinare e, novità del 2019, il percorso interno alle mura, per i bambini e i ragazzi, con medaglia ricordo a tutti i partecipanti.

 

L'iniziativa è patrocinata dai Comuni di Castrocaro Terme - Terra del Sole, Forlì, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, dall'Ausl Romagna e dalla UISP sport per tutti.

 

Parte di quanto sarà raccolto grazie a questa manifestazione sarà impiegato per sostenere il progetto di musicoterapia in Pediatria

Con l’obiettivo di “guarire giocando” alla base del Progetto Pediatria a misura di bambino, approda nei reparti di Pediatria la Musicoterapia come strumento di evasione e sollievo, per rispondere ai disagi e alle sofferenze collegati alla condizione di malattia. La musicoterapia è un intervento sempre più utilizzato in Pediatria per il sostegno psicologico del bambino in ospedale, per favorire il rilassamento, ridurre l’ansia e la paura, migliorare la gestione del dolore e la collaborazione alle cure, favorendo allo stesso tempo, nel bambino e nei familiari, la condivisione delle emozioni più complesse connesse alla malattia e alla permanenza in ospedale. L’attività sonoro-musicale può addirittura diventare terapeutica attraverso la stimolazione sensoriale e il coinvolgimento relazionale, favorendo i processi di attivazione, regolazione, creatività e immaginazione e stimolando i sentimenti più profondi. Grazie all’attività di un terapeuta professionista specializzato, i bambini saranno coinvolti in attività musicali sia attive che ricettive, nell’ascolto della musica e delle canzoni preferite, cantando e suonando con semplici strumenti messi a disposizione dei bambini per introdurli attivamente in piacevoli esperienze espressive. Per realizzare questo progetto, abbiamo bisogno del sostegno e della generosità di quanti ci vorranno aiutare per l’acquisto degli strumenti musicali che andranno collocati in modo stabile presso le Pediatrie della nostra AUSL e per sostenere i costi di gestione dell’attività.

“Crediamo molto nell’efficacia di questa modalità terapeutica come supporto alle cure tradizionali – afferma il Dott. Valletta - e siamo grati alla Corri Forrest, che ormai da anni sostiene la pediatria del’ospedale Morgagni, per avere anche quest’anno deciso di aderire al nostro progetto, dedicando parte del ricavato della Fuga Forrest al miglioramento della qualità dell’assistenza dei nostri bambini"

 

Si allega programma.

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In occasione dell'8 Congresso Triennale di Anatomia Patologica tenutosi a Torino in data 16-19 Ottobre il Dr.Luca Saragoni, della U.O.Anatomia Patologica di Forlì è stato eletto nel Consiglio Direttivo della Società Italiana di Anatomia Patologica,  in carica nel prossimo triennio 2020-2022. Al Congresso hanno partecipato circa 800 patologi italiani.

Al Dr.Saragoni è stato assegnato il ruolo di Coordinatore delle Regioni del Centro Italia, importante incarico di tipo gestionale-organizzativo, come riconoscimento della bontà del lavoro precedentemente svolto in qualità di Segretario della Regione Emilia-Romagna e di Coordinatore del Gruppo Italiano di patologia dell'Apparato Digerente.

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Ancora riconoscimenti scientifici per l’Ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna. Sono arrivati nell’ambito del congresso nazionale di Urologia, svoltosi recentemente a Venezia, presieduto dal dottor Salvatore Voce, presidente (uscente) della Società Italiana di Urologia e direttore del reparto di Urologia dell’ospedale ravennate.

“È stato un anno ricco di impegni, incontri e soddisfazioni che si è concluso degnamente con l’organizzazione e la presidenza del più importante congresso di urologia italiano - commenta il dottor Voce -. Erano presenti duemila urologi tra cui i più importanti professionisti europei e statunitensi”.

E nell’ambito del congresso l’Urologia di Ravenna si è particolarmente distinta per le molteplici presentazioni durante le sedute plenarie e le moderazioni. In particolare va evidenziata la premiazione del dottor Giulio Francesco Reale che si è aggiudicato il “Premio D’Armiento” come migliore lavoro scientifico di Endourologia italiana e del dottor Gaetano Antonino Larganà che si è aggiudicato il “Premio Naturneed 2019”.

I risultati ottenuti hanno avuto notevole rilevanza nazionale con vari articoli presentati sulle maggiori testate giornalistiche italiane (Corriere della Sera, Repubblica ecc.). E grande successo ha avuto la sessione, definita Urotechno, in cui sono state presentate le più recenti e innovative tecnologie relative ai trattamenti focali dei tumori urologici, con tecniche mini-invasive, fortemente voluta dal dottor Voce, il quale è stato infine coinvolto nella presentazione delle più recenti terapie farmacologiche in tema di immunoterapia per il trattamento dei tumori della prostata, del rene e della vescica.

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Il dottor Luca Aiello e il dottor Daniele Bellantonio della UO di Anestesia e Rianimazione di Forlì, diretta dal dottor Stefano Maitan, hanno presentato, nel settembre scorso, due importanti pubblicazioni scientifiche al 38° congresso Europeo di Anestesia Loco-regionale (ESRA: European Society of Regional Anesthesia), svoltosi a Bilbao, in Spagna.

I due lavori rappresentano due innovative esperienze applicate nell'ospedale “Morgagni – Pierantoni” di Forlì.

Una riguardava un  nuovo approccio anestesiologico al carcinoma della mammella e l’altra al tumore della prostata, trattato con la chirurgia robotica.

“Il carcinoma della mammella - spiega il dottor Luca Aiello - è la neoplasia maligna più frequente nelle donne e ne rappresenta, in Italia, la prima causa di morte per tumore. Il trattamento chirurgico, associato alla chemioterapia e/o radioterapia, rappresenta la terapia di elezione. Circa il 30-40% delle pazienti affette da carcinoma mammario vanno incontro a mastectomia, cioè asportazione dell’intera ghiandola mammaria. Questa tecnica chirurgica richiede un ampio uso intraoperatorio e postoperatorio di farmaci oppioidi, spesso con un controllo del dolore non adeguato. Tali farmaci, inoltre, presentano effetti collaterali quali stipsi, nausea e vomito e recentemente sono stati anche chiamati in causa come probabili co-responsabili della ripresa di malattia oncologica, a distanza di tempo. Recentemente abbiamo trattato una donna alla decima settimana di gravidanza, affetta da carcinoma mammario, candidata ad intervento di mastectomia. Abbiamo adottato un protocollo di anestesia basato sul solo approccio loco-regionale associato ad una leggera sedazione, evitando così l’uso di oppiacei sia nel periodo intraoperatorio che postoperatorio, con grande beneficio per la gestante e per il feto, essendo farmaci in grado di attraversare il filtro placentare. La tecnica di anestesia prevede una iniezione di anestetico locale sotto guida ecografica, sul dorso della paziente, in vicinanza della scapola del lato da operare. Tale nuovo approccio anestesiologico ha permesso di eliminare la necessità di ulteriori analgesici nel post-operatorio con minore impatto per il feto. La paziente è stata precocemente mobilizzata e dimessa dalla struttura ospedaliera e la gravidanza è stata portata a termine senza problematiche”.

“L’approccio robotico - prosegue il dottor Daniele Bellantonio - è diventato la metodica di scelta per il trattamento chirurgico del tumore della prostata. A Forlì abbiamo elaborato un protocollo di anestesia che combina il beneficio delle tecniche locoregionali all’anestesia generale. Così facendo si riduce il consumo di farmaci oppiacei sia nel periodo intraoperatorio che postoperatorio e le complicanze ad essi correlati quale stipsi, nausea e vomito. Dalla nostra esperienza è emersa oltre ad una riduzione del dolore postoperatorio, anche la completa risoluzione del disagio dovuto alla presenza del catetere vescicale. Viene così garantita una più precoce mobilizzazione del paziente ed una ridotta degenza ospedaliera riducendo, di conseguenza, i costi della spesa sanitaria.

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Grande succcesso, sabato scorso a Cattolica, per la serata "Noi ci saremo sempre", organizzata dall'Associazione Nazionale Carabinieri, il cui ricavato è stato destinato al Dipartimento Materno Infantile di Rimini dell'Ausl Romagna. Magistralmente diretta da Cristina Tassinari, e con la bellissima sorpresa della presenza di Anna Falchi, la serata ha visto alternarsi comici, musicisti e altri artisti, con la musica della Fanfara dei Carabinieri che già aveva allietato il centro storico di Cattolica nel pomeriggio. Teatro della Regina pieno e tanto divertimento, a fin di bene, per tutti, come emerge anche dalla gallery fotografica.

 

 

 

 

 

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Presentati oggi pomeriggio a Forlì, nell’Abbazia di San Mercuriale, gli ultimi risultati delle indagini laboratoristiche sulle reliquie su San Mercuriale, ad un anno dalla ricognizione scientifica.

Il progetto, che ha preso avvio con la ricognizione scientifica del 19 settembre 2018, è nato grazie ad una proficua collaborazione tra ricercatori ed istituzioni. Protagonisti dell’iniziativa sono Mirko Traversari, antropologo fisico e responsabile del progetto, il gruppo Ausl Romagna Cultura, e la Diocesi di Forlì-Bertinoro, con il contributo del Lions Club Forlì-Cesena Terre di Romagna, particolarmente attivo su attività di valorizzazione e tutela della città di Forlì, che si è dimostrato immediatamente sensibile all’importante iniziativa.

Erano presenti Don Pietro Fabbri, Vicario Generale della Diocesi di Forlì-Bertinoro, Don Enrico Casadio, Abate di San Mercuriale, Valerio Melandri, Assessore alla Promozione settore culturale e museale, Università, Politiche internazionali, Progetti europei e Innovazione Tecnologica del Comune di Forlì, Massimo Fiori, Presidente del Lions Club Terre di Romagna, Elisabetta Cilli, professore a contratto e tecnico di laboratorio presso il laboratorio del Dna antico di Ravenna, Tiziana Rambelli, coordinatrice della comunicazione del gruppo AUSL Romagna Cultura.

“Ad un anno dall’avvio degli studi, l’incontro ha presentato i risultati delle indagini laboratoristiche effettuate, che hanno spaziato dalla paleodieta, fino alla mobilità ed alcuni quadri patologici potenzialmente sofferti dal Santo - spiega Mirko Traversari  - gran parte di queste analisi si sono svolte presso l’Università di Parma e di Modena - Reggio Emilia e si sono concentrate principalmente sullo studio di alcuni isotopi presenti in natura che, per loro peculiarità, interagiscono con il corpo umano in cui si fissano. È stato inoltre ricavato il dosaggio presente sulle reliquie, di alcuni elementi, definiti elementi in traccia, che riflettono l’interazione dell’individuo con il suo ambiente e con la sua alimentazione. Dai risultati ottenuti si può dedurre che la dieta di San Mercuriale era a base di cereali come il frumento, non di cereali poveri come sorgo o miglio. Inoltre, in base ad alcuni valori isotopici si può ipotizzare che le proteine della sua alimentazione provenivano principalmente da animali terrestri; il pesce era scarsamente consumato. Il suo regime alimentare era probabilmente ad alto contenuto proteico: carne e latticini venivano consumati in buona quantità.”

“Dallo studio isotopico - prosegue - si deduce che San Mercuriale non sia vissuto nello stesso luogo in età infantile ed in età adulta. Probabilmente proveniva da una località posta in una zona mediamente più calda rispetto alla città in cui egli ha trascorso gli ultimi anni dalla sua vita. I valori tendono infatti a diminuire con l’aumentare dell’età: questo indica uno spostamento del Santo in età giovanile verso un luogo con valori isotopici meno radiogenici rispetto al luogo in cui è nato. Il valore degli isotopi dello stronzio, che variano durante la crescita dell’individuo, assieme all’indice cefalico riportano ad una ipotetica provenienza nord medio orientale dell’individuo: probabilmente era armeno.

L’analisi genetica delle reliquie condotte dall’Università di Bologna - aggiunge Traversari - ha permesso di attribuire le diverse reliquie conservate in varie chiese del centro storico, ad un unico individuo; non ci si è potuti spingere oltre a causa dell’alta frammentarietà del filamento del DNA, che è inoltre apparso fortemente degradato, stato in gran parte riconducibile agli interventi di consolidamento operati nella ricognizione degli anni, in cui è stata utilizzata una sostanza chimica di derivazione fossile, che ha purtroppo compromesso la componente genetica delle ossa. Non va inoltre trascurato il fatto che le reliquie in periodo storico, subirono alcune alluvioni, causate dall’esondazione del fiume che decorreva a poche decine di metri dalla chiesa e che hanno lasciato evidenti tracce sui resti osteologici”.

“Il progetto non si limita all’importante studio scientifico delle reliquie, effettuato dagli esperti dell’Università - spiega Tiziana Rambelli, coordinatrice della comunicazione per Ausl Romagna Cultura - come già realizzato infatti per la figura di Giovan Battista Morgagni e per lo studio della pagnotta millenaria effettuato dalla Sovrintendenza, cercheremo di coinvolgere scuole, istituzioni, privati e associazioni, per ideare e realizzare iniziative di comunicazione sulla conoscenza e la valorizzazione della storia di questi personaggi e di questi reperti. Naturalmente ci avvarremo, anche per questo progetto, della collaborazione dei componenti del gruppo Ausl Romagna Cultura”.

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L’Associazione Cardiologica Forlivese ha donato in questi giorni all’Unità Operativa di Cardiologia di Forlì quattro bilance di precisione che verranno utilizzate negli Ambulatori e nel Reparto di Degenza. La strumentazione acquisita, corredata di statimetro mobile, permette il calcolo dell’indice di massa corporea, biomarcatore della condizione o meno di obesità.

“L’Associazione Cardiologica Forlivese ha come scopo principale la prevenzione e il miglioramento della cura delle malattie cardiovascolari - dichiara il Sig. Eris Mambelli, Vice-Presidente dell’Associazione – Questo obiettivo, perseguito intensamente nei 35 anni dalla sua nascita, è stato raggiunto anche attraverso il costante sostegno che, in questo lungo periodo, l’Associazione ha dato alla Cardiologia del nostro Ospedale. È quindi per noi motivo di grande soddisfazione proseguire lungo questa strada grazie a questa donazione. Questo dono ci permette di confermare il sostegno, anche per il futuro, al nostro reparto contribuendo così alla sua costante qualificazione”.

Il Direttore dell’UO di Cardiologia e Presidente dell’Associazione Cardiologica Forlivese, Marcello Galvani, sottolinea che “la misurazione del peso corporeo è fondamentale in tutti gli ambiti della Cardiologia: negli Ambulatori per identificare la condizione di sovrappeso o di obesità in tutti i soggetti che vengono visitati e nel Reparto di Degenza e anche negli Ambulatori, per misurare il peso corporeo dei pazienti con scompenso cardiaco. La misurazione dell’indice di massa corporea, in generale, e, nei pazienti con scompenso cardiaco, la sola misurazione del peso corporeo, è infatti un indicatore importantissimo dello stato di salute delle persone e permette di seguire, meglio di più moderni, e costosi, indicatori laboratoristici e strumentali, l’andamento clinico dei pazienti affetti dal problema ormai pandemico dello scompenso cardiaco”.

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