Skip to main content

Articoli filtrati per data: Maggio 2019

La “Banca di Credito Cooperativo Ravennate, Forlivese e Imolese” (“La BCC”), da sempre impegnata in iniziative benefiche e attenta alle esigenze  territoriali, ha effettuato un’importante donazione all’Unità Operativa di “Medicina riabilitativa” di Ravenna, finalizzata all’acquisto di due sollevatori per pazienti “Rifton Tram Low” che sono stati collocati uno all’Ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna, fruibile da tutti i pazienti con grave disabilità ricoverati nei reparti per acuti (ad esempio Neurologia, Medicina…) e l’altro presso la Casa della Salute di Russi, dove è già attivo un servizio di valutazione e prescrizione ausili in collaborazione coi medici di famiglia.

Questa attrezzatura è uno strumento indispensabile per il trasferimento di pazienti con gravi disabilità e diversa corporatura, e permette di sollevarli da seduti in posizione eretta ed effettuare la deambulazione assistita. Ha un telaio compatto e ultraleggero, è semplice da maneggiare anche in spazi stretti  e riduce significativamente le tensioni e le sollecitazioni alla schiena degli operatori, garantendo un ambiente di lavoro più sicuro ed efficiente.

“La BCC”  ci ha inoltre donato un apparecchio per elettroterapia a quattro canali con relativa tavola (denominato “Compex Phisio”), pensato per  trattare muscoli denervati e patologie complesse dell'arto superiore e inferiore . Può essere utilizzato per stimolare la muscolatura dopo somministrazione di tossina botulinica nei pazienti neurologici, ma adatto anche  nel post-operatorio di patologie ortopediche  complesse.

Alla sobria cerimonia di donazione che si è svolta ieri pomeriggio erano presenti il dottor Paolo Tarlazzi (direttore del Presidio Ospedaliero di Ravenna), la dottoressa Cinzia Lotta  (direttore della “Medicina riabilitativa” di Ravenna), il dottor Giuseppe Benini (presidente del Comitato Locale de “La BCC”, il dottor Giorgio Bonavia (capoarea de “La BCC”), il ragionier Piero Roncuzzi (membro del Comitato Locale de “La BCC”).

La dottoressa Lotta ha espresso il proprio sentito ringraziamento verso la “Banca di Credito Cooperativo Ravennate, Forlivese e Imolese”, rilevando che tali attrezzature contribuiranno  al miglioramento della  gestione dei pazienti quotidianamente assistiti presso la “Medicina riabilitativa” nella sede di Ravenna  e nella Casa della Salute di Russi, “facilitando i trasferimenti e  migliorando le autonomie dei pazienti con gravi disabilità, che è il principio base della riabilitazione” ha spiegato la professonista. Un ringraziamento particolare anche alla presidente dell’Associazione A.L.I.Ce. Ravenna (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) signora Daniela Toschi, che ha contribuito alla realizzazione della procedura di donazione.

(Si allega un file zippato con le foto dell’evento).

Pubblicato in Notizie dal sito

L’ospedale Bufalini di Cesena si rafforza grazie all’acquisizione di nuove attrezzature e tecnologie, per un investimento operato dall’Azienda USL della Romagna pari a 2.650.999 euro nel 2018 e di 1.792.000 euro nel 2019. Le nuove macchine - presentate questa mattina in conferenza stampa dal Direttore Sanitario dell’Ausl Romagna Stefano Busetti, dal Direttore del Presidio ospedaliero Carlo Lusenti e dal Direttore dell’Area Dipartimentale Risorse Strutturali e Tecnologiche Stefano Sanniti - vanno a consolidare e in alcuni settori anche a potenziare l’attività ospedaliera, consentendo diagnosi e cure sempre più qualificate. Tra le nuove acquisizioni tecnologiche si annoverano:

 

TOMOGRAFO COMPUTERIZZATO PER LA NEURORADIOLOGIA

E’ stato recentemente installato, presso l’Unità Operativa di Neuroradiologia dell’Ospedale Bufalini di Cesena  il  nuovo tomografo computerizzato (MSTC) a 128 strati Revolution Evo GE.

Del valore di 468.236 euro, la Tac è progettata per una vasta gamma di applicazioni specialistiche in campo neurologico, vascolare, cardiologico, oncologico, traumatologico.

Le caratteristiche principali sono:

-          altissima qualità dell’immagine diagnostica che permette di visualizzare i dettagli anatomici più piccoli

-          avanzata tecnologia di ricostruzione delle immagini che rende possibile una sensibile riduzione (fino all’80%) della dose di radiazioni erogata al paziente senza compromettere l’efficacia diagnostica, e inoltre l’eliminazione degli artefatti originati da protesi metalliche o  corpi estranei

-          maggior velocità nell’esecuzione degli esami e capacità di eseguire più studi in meno tempo grazie a opzioni intelligenti e automatizzate, dalla preparazione del paziente alla post-elaborazione, dunque migliore gestione delle operazioni nei reparti con flussi di lavoro intensi

-          diametro del tunnel ampio (70 cm) che permette di eseguire esami TAC anche su pazienti di grande taglia, senza incontrare problemi di posizionamento, e facilita la manovre da parte dell’operatore durante l’esecuzione di pratiche interventistiche

-          maggior potenzialità della TC nelle tecniche di angioTC e perfusione cerebrale anche per una miglior risposta assistenziale ai pazienti con stroke ischemico

Il sistema è progettato per contenere al massimo la dose da radiazione: l’erogazione dei raggi x è personalizzata in base alle caratteristiche fisiche del paziente e vi è la possibilità di preservare  dall’esposizione gli organi sensibili. Particolare attenzione è stata dedicata ai pazienti in età pediatrica con protocolli diagnostici diversificati in base ad altezza e peso.

 

ANGIOGRAFO DIGITALE  PER LA NEURORADIOLOGIA (costo 650.732 euro).

Si tratta di un Sistema in grado di coprire tutte le necessità della Radiologia Interventistica moderna. L’esclusivo sistema anti-collisione consente di proteggere il paziente da collisioni inattese con la macchina, e allo stesso tempo permette il posizionamento dell’arco ad alta velocità. Il letto radiotrasparente, con elevata capacità di carico, è concepito espressamente per l’interventistica radiologica e cardiologica.

L’uso di Detector a Flat Panel, in combinazione con il software clarity IQ e il nuovo algoritmo ATC con compensazione automatica dello spessore paziente, consente di ottenere immagini di elevata qualità, anche in situazioni dinamiche e difficili. Il generatore di ultima generazione e la tecnica a controllo di griglia, consentono la generazione di Radiazione X con grande precisione, evitando così le emissioni di radiazioni inutili e dose non necessaria al paziente. L’esclusiva funzionalità “3D Roadmapping in real-time” consente la correlazione di immagini 3D vascolari sovrapposte all'acquisizione fluoroscopica per la visualizzazione dell'avanzamento in tempo reale di guide, cateteri e spirali nel volume 3D.

L’angiografo viene utilizzato dalla Neuroradiologia per garantire una migliore risposta assistenziale ai pazienti colpiti da ictus ischemico e per la necessità di avere due angiografi a disposizione per l'attività neuroradiologica, così da garantire la contemporaneità degli interventi endovascolari alla luce della crescita dei pazienti colpiti da ictus che vengono trattati (centralizzazione dei pazienti di Rimini e Forlì) e l’attività che la Neuroradiologia di Cesena svolge per la patologia vascolare malformativa sia in urgenza che in elezione.

L’angiografo mantiene inoltre gli utilizzi della Radiologia, della Chirurgia Vascolare e della Cardiologia  in particolare con l’avvio dell’attività di emodinamica in urgenza h24 per i pazienti in carico al Trauma Center e i degenti ricoverati in ospedale. Alla fine dell’estate verrà installato in una area contigua al blocco operatorio una nuova apparecchiatura angiografica che permetterà una miglior suddivisione delle funzioni sopra indicate.

 

SISTEMA RADIOLOGICO TOMOGRAFICO MOBILE PER LA NEUROCHIRURGIA

Sistema Radiologico Medtronic O Arm (costo 573.400 euro). Si tratta di un portatile radiologico di Scopia, con Detector Digitale di tipo Flat Panel, e con funzioni di Tomografia a Fascio Conico (CBCT). Uno speciale design telescopico del braccio ad “O” consente di accedere direttamente al lettino per poter eseguire la scansione. La maneggevolezza del sistema è identica a quella di un arco a C classico con il vantaggio di essere servo assistito in tutti i suoi movimenti. La tecnica CBCT consente anche di utilizzare una tecnica di emissione pulsata per ridurre la dose paziente.

Il Sistema O-arm è ottimizzato per l’acquisizione di immagini tridimensionali per le strutture ossee, che lo rende estremamente versatile in chirurgia vertebrale. In particolare il bloccaggio di chiodi endomidollari possono essere trattati unitamente al sistema di navigazione StealthStation in dotazione del Reparto, consentendo di affrontare con maggior sicurezza anche le casistiche più complesse, ridurre tempi di recupero e chirurgie correttive.

Completerà l’innovativo sistema, un piano operatorio completamente radiotrasparente anch’esso in via di acquisizione per un importo indicativo di 30.000 euro.

Le procedure strumentate di chirurgia vertebrale sono finalizzate alla stabilizzazione di segmenti della colonna o alla correzione di deformità, prevalentemente mediante l’utilizzo di barre e viti peduncolari, che consentono la risoluzione dei sintomi correlati alla patologia individuata e il ripristino della stabilità primaria e dell’allineamento sagittale della colonna.

L’attuale standard di cura consiste nell’impiego dell’amplificatore di brillanza, uno strumento radiologico in grado di fornire una visione diretta in tempo reale di organi e tessuti interni del corpo non visualizzabili dall’esterno. L’indagine anatomica basata su immagini intra-operatorie 2-D ottenute mediante l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza rimane ancora oggi la tecnica più comune, nonostante ne siano riconosciuti i limiti nel fornire informazioni relative alla terza dimensione, essenziali per un corretto e preciso posizionamento delle viti peduncolari.

L’eventuale mal posizionamento della vite nel peduncolo potrebbe comportare complicanze dal punto di vista clinico, con conseguenti costi aggiuntivi correlati all’inevitabile incremento della durata sia della procedura chirurgica che dell’ospedalizzazione, ai re-interventi di rimozione, sostituzione e riposizionamento delle viti.

Il sistema O-Arm, confrontato con l’attuale standard di cura, consente di ottenere un incremento significativo dell’accuratezza nel posizionamento della strumentazione  e di ridurre l’esposizione del paziente e del personale di sala operatoria alle radiazioni ionizzanti. Offre inoltre l’opportunità di verificare e constatare in sede intra-operatoria l’eventuale mal posizionamento di una vite peduncolare e di intervenire nell’immediato per la revisione dell’impianto. Studi clinici dimostrano come l’impiego del sistema O-Arm consenta di ottenere un tasso di accuratezza nel posizionamento della vite nel peduncolo compreso tra il 95% ed il 100%  rispetto al tasso stimato per l’attuale standard di cura, il cui valore risulta compreso tra l’84% ed il 95%. Inoltre, è stato riscontrato un tasso di accuratezza compreso tra il 72% e il 92% nel caso di utilizzo del solo sistema di imaging con fluoroscopia senza l’ausilio di un sistema di navigazione.

Tra le altre nuove acquisizioni tecnologiche si contano anche: un telecomandato (costo 242.170 euro) per la Radiologia; un polifunzionale per la Diagnostica Radiologica (207.016 euro); un angio - ct per l’Oculistica (195.141 euro); un mammografo per la Radiologia (200.507 euro); ottiche per le attività di endoscopia e laparoscopia per le sale operatorie (127.624 euro) e un laser CO2 per il blocco operatorio del Dipartimento Testa Collo (94.731 euro); un poligrafo (48.652 euro) e un apparecchio di anestesia  (41.099 euro) per la nuova sala Angiografia; un montavetrini per l’Anatomia Patologica (47.580 euro); un tavolo operatorio per la sala di Ginecologia (36.600 euro); un aggiornamento software per le risonanze magnetiche per permettere esami multiparametrici per la prostata ed esami funzionali cerebrali  (117.933 euro) e varie altre attrezzature.

Pubblicato in Notizie dal sito

Giovedì 9 maggio all' "Ospedale Morgagni – Pierantoni" di Forlì l'Associazione PROGETTO EMERA ONLUS in collaborazione con il Centro Studi " Gianni Donati" per il volontariato ha presentato  un incontro con Madre Prudenziana Madre Generale della Congregazione Cuore Immacolato di Maria (Mgolole sister).

Il Progetto St. Kizito Hospital Mikumi (Tanzania) è stato illustrato, dalle suore e dal dottor Alberto Zaccaroni, anche alla trasmissione FOCUS di Teleromagna che andrà in onda giovedì 16 maggio, ore 13.30, Ch14 Teleromagna, ore 17.30 ch11 TR24, venerdì 17 maggio ore 16 ch14 Teleromagna, lunedì 20 maggio ore 18.15 ch14 Teleromagna, ore 21.30 ch11 TR24.

Le suore del Cuore Immacolato di Maria sono una congregazione di 460 suore Tanzaniane che operano in tutta la Tanzania gestendo:

  • • a Mgolole, villaggio poco lontano dalla città di Morogoro un grande orfanotrofio una scuola primaria e una secondaria, un dispensario (centro medico di prima accoglienza), una falegnameria, una tipografia, una officina meccanica, una fabbrica di ostie e ceri, una sartoria e altre attività per l’inserimento sociale degli orfani diventati grandi che non possono avere una famiglia che li ospiti.
  • • a Melela Bustani (località nella savana a circa 30 Km ovest dalla città di Morogoro) una fattoria, lasciata in donazione da una comunità tedesca, con circa 2.000 ettari di terreno, allevamento di mucche, maiali, galline, conigli etc in cui studiano e lavorano circa 60 ragazze che iniziano il percorso formativo come candidate e postulanti per diventare suore.
  • • altri dispensari, Health Center, asili e scuole primarie e secondarie sparse in tutta Tanzania.
  • • A Mikumi, cittadina sulla strada da Morogoro per Iringa, l’ospedale St. Kizito situato in un grande complesso in cui sono presenti anche una scuola primaria e secondaria sempre gestiti dalle sorelle del Cuore Immacolato di Maria
  • • L’ostello Amabilis in Morogoro: struttura alberghiera per alloggio e conferenze.
  • • A Kichangani (Nane-Nane), quartiere della città di Morogoro, un dispensario molto efficiente con il progetto già in fase esecutiva per diventerà un health center nei prossimi mesi.

Tutte queste strutture sono organizzate in modo da auto sostenersi; le scuole in particolare sono ai primi posti fra tutte le scuole tanzaniane.

Progetto St. Kizito Hospital Mikumi (Tanzania)

Direttrice Ospedale: Sister Antuza (medico)

Organico:

due tecnici di anestesia

3 clinical officer

2 medical officer

5 assistant medical officer

14 infermiere professionali

16 OS

28 inservienti

Sala operatoria

Gli interventi vengono prevalentemente eseguiti in anestesia spinale o con Ketamina

Prevalentemente vengono eseguiti cesarei, appendici, piccola traumatologia, prostatectomie, ernie ombelicali.

Interventi in anestesia generali non sono possibili non essendo presente un apparecchio da anestesia né i farmaci né tubi endotracheali né un laringoscopio.

È presente un vecchio tavolo operatorio con scialitiche obsolete.

La centrale di sterilizzazione non funziona adeguatamente.

Progetto ospedale di MIKUMI:

La direttrice dell’ospedale è un chirurgo. La regione di Mikumi comprende circa 500.000 abitanti ed è una regione ad endemia gozzigena. Non esiste un centro in grado di trattare chirurgicamente la patologia tiroidea.

PROGRAMMA FORMAZIONE CHIRURGIA ENDOCRINA

  • • PRIMA FASE: allestimento della sala operatoria con:
  • • 2 apparecchi di anestesia, 3 letti operatori 2 scialitiche 2 bisturi elettrici (verranno donate dall’AUSL Romagna)
  • • Acquisizione di 3 laringoscopi (da acquistare)
  • • Tubi endotracheali (da acquistare)
  • • Farmaci di anestesia (da acquistare)
  • • Due pompe da infusione (da acquistare)
  • • Fibroscopio (da acquistare)
  • • Adeguamento centrale di sterilizzazione
  • • NIM 3.0 (dono della ditta Medtronic)con tubi e sonde ed elettrodi
  • • Set chirurgico per chirurgia tiroidea ( da acquistare)
  • • SECONDA FASE: allestimento di centro per la diagnosi e il trattamento delle patologie tiroidee con:
  • • Ecografo ( da acquistare)
  • • Siringhe per agoaspirato
  • • TERZA FASE: invio del materiale con container (mese di giugno)
  • • QUARTA FASE: missione (SECONDA QUINDICINA DI AGOSTO) composta da:
  • • Endocrinologo (valutazione dei pazienti candidabili ad intervento)
  • • Chirurgo (15 interventi di chirurgia tiroidea COME TRAINING PER Sister Antuza)
  • • Anestesista (Training al tecnico di anestesia)
  • • Infermiere strumentista (Training alle infermiere locali)
  • • Infermiere anestesia (Training agli infermieri locali)
 
Pubblicato in Notizie dal sito

 

 

Giovedì l'Associazione Progetto Emera Onlus, in collaborazione con il Centro Studi "Gianni Donati" per il volontariato, ha presentato un incontro con Madre Prudenziana, Madre Generale della Congregazione Cuore Immacolato di Maria (Mgolole sister). Le suore del Cuore Immacolato di Maria sono una congregazione di 460 suore tanzaniane che operano in tutta la Tanzania gestendo a Mgolole, villaggio poco lontano dalla città di Morogoro un grande orfanotrofio una scuola primaria e una secondaria, un dispensario (centro medico di prima accoglienza), una falegnameria, una tipografia, una officina meccanica, una fabbrica di ostie e ceri, una sartoria e altre attività per l’inserimento sociale degli orfani diventati grandi che non possono avere una famiglia che li ospiti.

Le  suore e il dottor Alberto Zaccaroni hanno rpesentato il progetto anche alla trasmissioen Focus di teleromagna che andrà in onda giovedì 16 maggio, ore 13.30 Ch14 Teleromagna, ore 17.30 ch11 TR24, venerdì 17 maggio ore 16 ch14 Teleromagna, lunedì 20 maggio ore 18.15 ch14 Teleromagna, ore 21.30 ch11 TR24

 

Il progetto dell'ospedale St-Kizito, diretto da suor Antuza, ha nell'organico due tecnici di anestesia, tre clinical officer, duemedical officer, cinque assistant medical officer, quattordici infermiere professionali, 16 operatore sanitari e 28 inservienti. Gli interventi vengono prevalentemente eseguiti in anestesia spinale o con Ketamina. Prevalentemente vengono eseguiti cesarei, appendici, piccola traumatologia, prostatectomie, ernie ombelicali. Interventi in anestesia generali non sono possibili non essendo presente un apparecchio da anestesia né i farmaci né tubi endotracheali né un laringoscopio. È presente un vecchio tavolo operatorio con scialitiche obsolete. La centrale di sterilizzazione non funziona adeguatamente.

La direttrice dell’ospedale di Mikumi è un chirurgo. La regione di Mikumi comprende circa 500.000 abitanti ed è una regione ad endemia gozzigena. Non esiste un centro in grado di trattare chirurgicamente la patologia tiroidea. Il programma di formazione chirurgica endocrina prevede una prima fase con l'allestimento della sala operatoria con due apparecchi di anestesia, 3 letti operatori 2 scialitiche 2 bisturi elettrici (verranno donate dall’Ausl Romagna), l'acquisizione di 3 laringoscopi (da acquistare), tubi endotracheali (da acquistare), farmaci di anestesia (da acquistare), due pompe da infusione (da acquistare), fibroscopio (da acquistare), adeguamento centrale di sterilizzazione, Nim 3.0 (dono della ditta Medtronic) con tubi e sonde ed elettrodi ed un set chirurgico per chirurgia tiroidea (da acquistare).

La seconda fase consisten nell'allestimento di un centro per la diagnosi e il trattamento delle patologie tiroidee con un ecografo (da acquistare) e sringhe per agoaspirato. La quarta fase prevede l'invio del material con container nel mese di giugno, mentre la quarta ed ultima fase, nella seconda metà di agosto, può avvalersi di un endocrinologo (valutazione dei pazienti candidabili ad intervento), un chirurgo (15 interventi di chirurgia tiroidea come training per suor Antuza), anestesista (Training al tecnico di anestesia), infermiere strumentista (Training alle infermiere locali) ed infermiere anestesia (Training agli infermieri locali).

 

Pubblicato in Notizie dal sito

Pubblicato il nuovo rapporto  “Profilo di Equità Prenatale e Perinatale” realizzato dall’ unità operativa Epidemiologia e Comunicazione del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna.

Evidenze scientifiche dimostrano che garantire, nei primi anni di vita, le migliori condizioni di salute possibili riducendo le disuguaglianze sociali di salute, migliora gli esiti sia a breve che a lungo termine sulla salute.

Il primo passo per poter impostare un efficace programma di azioni è conoscere quali sono le criticità presenti, per questo sono stati analizzati alcuni indicatori di salute e accesso ai servizi, ricavati dalle banche dati disponibili e letti con l’ottica dei determinanti socio economici (età, cittadinanza, titolo di studio, attività lavorativa….).  

Pubblicato in Notizie dal sito

Forlì capitale della Paleopatologia italiana nel 2019

Grazie al lavoro scientifico svolto dal dottor Mirko Traversari e dal gruppo Ausl Romagna Cultura, Gipaleo sceglie Forlì per il suo meeting nazionale.

 

 

Si terrà presso la prestigiosa cornice del Centro Residenziale Universitario di Bertinoro il 18 maggio, il V Meeting Nazionale del Gruppo Italiano di Paleopatologia (GIPaleo). “Per la prima volta l’importante convegno esce dalle sue sedi canoniche di Pisa e L’Aquila, che hanno ospitato i precedenti incontri” dice Mirko Traversari, della segreteria scientifica ed organizzativa, “E questo grazie ad una lunga collaborazione con il direttivo GIPaleo, che ha permesso di pervenire a questo splendido traguardo”. Maria Giovanna Belcastro, anch’essa della segreteria organizzativa ricorda che “La tematica principale del Meeting, la paleopatologia, studia le malattie del passato principalmente dal punto di vista morfologico e mediante l'esame diretto dei resti umani antichi. Oltre al duplice interesse antropologico e storico, che permette di ricostruire stile di vita e condizioni di salute dei nostri progenitori e di personaggi storici, la conoscenza delle malattie antiche riveste un’autentica importanza medica perché può contribuire ad una migliore comprensione delle malattie attuali” Luca Ventura, Coordinatore Nazionale GIPaleo, inoltre precisando che “il GIPaleo, riunendo gli anatomopatologi esperti di malattie del passato, vuole rappresentare una sorta di "casa comune" per tutte le professionalità coinvolte nell'approccio multidisciplinare ai resti umani antichi. Questo è lo spirito fondamentale dei nostri Meeting ed ecco perché a Bertinoro ascolterete anche Antropologi Fisici, Archeologi, Storici della Medicina, Conservatori e tanto altro”. Venendo nel merito del V Meeting di Bertinoro, Raffaele Gaeta, Segretario Nazionale GIPaleo, anticipa che “Il programma della giornata sarà ricchissimo, abbiamo ricevuto numerosissime richieste di adesioni, anche oltre le aspettative. Avremo le rappresentanze di ventuno Università italiane ed estere, sette Aziende ospedaliere, oltre a diversi Musei, Soprintendenze e Società scientifiche internazionali, un eccellente risultato insomma!”. Luca Saragoni, coorganizzatore dell’evento specifica che “Avremo il piacere di ascoltare contributi con firme prestigiose, fra le quali non possiamo non citare Gino Fornaciari ed Ezio Fulcheri, fra i più importanti paleopatologi al mondo e veri e propri decani, se non addirittura i fondatori della disciplina in Italia” a questo, Mirko Traversari aggiunge che “Essendo un evento assolutamente gratuito e rivolto a tutti, abbiamo pensato di fare un regalo alla cittadinanza ed ai curiosi aprendo la giornata con una lecture del prof. Fornaciari, che ci parlerà dello studio paleopatologico compiuto sui resti di Giovanni dalle Bande Nere, figlio di Caterina Sforza e forlivese di nascita” io stesso, conclude Traversari “relazionerò sulle ultime novità riguardo allo studio su San Mercuriale, tuttora in essere e che peraltro è soggetto principale della locandina dell’evento”.

L’evento, completamente gratuito e aperto al pubblico accoglierà chiunque sia interessato fino ad esaurimento posti in sala, si terrà il 18 maggio presso la Sala del Teatro del Centro Residenziale Universitario di Bertinoro, dalle ore 8:30 alle 19:00. 

Il V GIPaleo gode del patrocinio del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna-Campus di Ravenna, dell’AUSL della Romagna, della Provincia di Forlì-Cesena, Comune di Bertinoro e Comune di Forlì; è realizzato grazie al contributo di Daniele Versari di Estados Cafè Solidale, il Panificio di Camillo, AT.ED 2 Attrezzaturificio.

 

 
Pubblicato in Notizie dal sito

" LA DATAZIONE EMERSA COLLOCA LE RELIQUIE ENTRO UN ARCO TEMPORALE CHE VA DAL II AL III SECOLO D.C E IL VOLTO RICOSTRUITO COINCIDE CON LE RAPPRESENTAZIONI DEL SANTO"

 
 Sabato 11 maggio, presso l’Abbazia di San Mercuriale, sono stati presentati in anteprima nazionale i risultati della seconda fase di studio sulle reliquie di San Mercuriale, primo Vescovo di Forlì. Dopo i saluti di mons. LIVIO CORAZZA, Vescovo di Forlì – Bertinoro, don ENRICO CASADIO, Abate di San Mercuriale, DAVIDE DREI, Sindaco di Forlì, LUCA MAZZARA, Presidente del Campus Universitario di Forlì, GERMANO CAPACCI, Presidente del Lions Terre di Romagna, TIZIANA RAMBELLI, in rappresentanza del gruppo Ausl Romagna Cultura e GABRIELLA TRONCONI per la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì , Mirko Traversari, antropologo fisico e paleopatologo ha illustrato le scoperte rilevate sulle reliquie. 
Il progetto, che ha preso avvio con la ricognizione scientifica del 19 settembre scorso, nasce grazie ad una proficua collaborazione tra ricercatori ed istituzioni. Protagonisti dell'iniziativa sono Mirko Traversari, antropologo fisico e responsabile del progetto, il gruppo Ausl Romagna Cultura, e la Diocesi di Forlì-Bertinoro, con il contributo del Lions Club Forlì-Cesena Terre di Romagna, particolarmente attivo su attività di valorizzazione e tutela della città di Forlì, che si è dimostrato immediatamente sensibile all’importante iniziativa. Questa seconda fase di studio, che segue la precedente incentrata sui risultati autoptici e radiologici, è focalizzata sui progressi delle indagini genetiche tuttora in corso, ma soprattutto sulla datazione atomica delle reliquie e sulla ricostruzione digitale del volto di San Mercuriale. A qualche mese dal primo appuntamento, durante il quale sono stati presentati i risultati relativi allo studio antropologico, paleopatologico e paleoradiologico svolti sulle reliquie, questo secondo appuntamento rende conto alla popolazione e ai fedeli, sullo stato di avanzamento degli studi fino a questo momento. “Le analisi preliminari sul DNA antico - spiega il dottor Traversari - sono state condotte su due elementi scheletrici, uno proveniente dal cranio conservato alla SS Trinità, il secondo sulle reliquie del corpo conservato a San Mercuriale; con il fine ultimo di associare geneticamente le reliquie. Le estrazioni multiple e le amplificazioni sono state orientate sulla regione ipervariabile 1 (HVR-1) del DNA mitocondriale (mtDNA), che ereditiamo in toto dalla madre, e sulle Short Tandem Repeats (STR) del cromosoma Y, che proviene dal padre. Le analisi hanno immediatamente evidenziato una diagenesi piuttosto pronunciata per entrambi i marcatori, con il verificarsi di diversi siti degradati (deaminati) nel mtDNA e la limitata amplificazione delle STR, segno di una scarsa presenza di DNA nucleare, entro cui risiete il cromosoma Y. Successive analisi, tutt’ora in corso, mireranno alla cattura dell'intero mtDNA, per consentire la definizione dell’aplogruppo di provenienza delle reliquie (ndr. Gli aplogruppi rappresentano geneticamente l'eredità per relazione di parentela matrilineare di tutte le popolazioni umane, le loro origini ed i processi migratori) E’ comunque possibile confermare la relazione genetica tra le reliquie conservate a San Mercuriale, con il cranio custodito alla SS Trinità.” “Le reliquie – prosegue l’antropologo - sono state sottoposte a datazione con il metodo del radiocarbonio mediante la tecnica della Spettrometria di Massa ad alta risoluzione (AMS), presso il Centro di Datazione e Diagnostica (CEDAD) dell’Università del Salento, con relativa calibrazione in età di calendario mediante l’utilizzo del software OxCal Ver. 3.10, basato sui dati atmosferici. La datazione emersa, colloca le reliquie entro un arco temporale che va dal II al III secolo d.C., nel rispetto delle comunque scarne indicazioni storiche sicuramente attribuibili alla figura del Santo. E’ stata inoltre ricostruito il volto mediante tecnica digitale in 3D secondo il protocollo di Manchester, grazie ai dati provenienti dalla TAC eseguita presso il presidio ospedaliero Morgagni-Pierantoni di Forlì. La ricostruzione, operata dalla dott.ssa Chantal Milani afferente al Dipartimento di Medicina Legale, Università degli Studi Sapienza di Roma, ha tenuto conto delle indagini antropologiche precedentemente condotte e, in fase di rendering artistico finale, dell’iconografia tarda attribuita al Santo. Il risultato ottenuto restituisce un uomo dallo sguardo mite, con un profilo fortemente caratterizzato da un naso importante e lievemente asimmetrico, caratteristica che curiosamente ritroviamo anche su rappresentazioni di san Mercuriale, come ad esempio la tela di Baldassarre Carrari (1460-1516), fra le prime di cui disponiamo, in cui il Santo viene rappresentato con un naso caratteristico. Un futuro terzo appuntamento, completerà il quadro delle analisi, proponendo i risultati legati alla paleodieta del Santo, alla sua mobilità in vita e al completamento degli studi genetici, aspetti attualmente in corso di svolgimento.”           
Pubblicato in Notizie dal sito

In bici da Rimini a San Marino con, “sulle spalle”, l’invito a vaccinarsi. Sono partiti dal “Colosseo” (sede riminese dell’Ausl Romagna) i ciclisti (una ventina) che, dopo l’interessante convegno sul futuro dei Dipartimenti di Prevenzione e Sanità pubblica che si è tenuto stamane sempre a Rimini, hanno inforcato i pedali e, per sensibilizzare rispetto all’importanza delle politiche vaccinali, hanno preso la via del Titano.

Prima della partenza un incontro con il direttore generale dell’Ausl Romagna dottor Marcello Tonini, che ci ha tenuto a ringraziarli personalmente per il loro importante segnale, dal direttore generale dell’Ausl Romagna dottor Marcello Tonini.

I ciclisti fanno parte della ASD VaccinarSì, l’Associazione Sportiva Dilettantistica che promuove una corretta informazione sulle vaccinazioni, ai quali si sono aggiunti anche due dirigenti infermieristici dell’Ausl Romagna, la dottoressa Silvia Mambelli e il dottor Andrea Galeotti. Il sito www.vaccinarsi.org è il portale di informazione medica e scientifica sulle vaccinazioni a cura della SITI, la Società Italiana di Igiene.

L’evento si inserisce all’interno delle iniziative per la promozione delle vaccinazioni di cui a fine aprile si è celebrata la giornata internazionale voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Pubblicato in Notizie dal sito

Lo spettacolo teatrale "Ciccioni",scritto e diretto da Denio Derni e Stefania Polidori, con la collaborazione del Laboratorio Teatrale della Chirurgia Endocrina di Forlì, torna in scena a Rocca San Casciano, il 12 maggio, alle ore 21, al Teatro Comunale Italia in via A.Saffi n.8  e a Bologna, il 15 maggio, alle ore 21,  al Teatro Dehon, in Via Libia 59.

I protagonisti, obesi ed ex obesi del reparto di Chirurgia Endocrina dell’Ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì, diretto dal Dott. Alberto Zaccaroni, ancora una volta testimonieranno, con la loro performance, che l'iniziativa ha un valore terapeutico e liberatorio. Per chi recita e per chi assiste, la rappresentazione diventa una occasione per riflettere sul proprio rapporto col cibo e con la vita.

Pubblicato in Notizie dal sito

E’ partita, in tutto il territorio dell’Ausl Romagna, la campagna vaccinale contro l’Herpes Zoster. Si tratta di una campagna rivolta a tutti i cittadini che, quest’anno, compiono 65 anni d’età (nati nel 1954).

L’Herpes Zoster, conosciuto anche come “fuoco di Sant’Antonio”, è una patologia frequente e debilitante, dovuta alla riattivazione del virus della varicella. Dopo la varicella, infatti il virus non viene eliminato ma rimane presente nel sistema nervoso. L’aumentare dell’età o particolari situazioni di stress o di malattia, possono causare la riattivazione del virus che si manifesta con la comparsa, in una parte localizzata del corpo, di vescicole accompagnate da dolore, bruciore, prurito. Spesso vi è anche febbre, debolezza, malessere generale e mal di testa. Dopo la fase acuta della malattia possono comparire complicanze, in alcuni casi anche gravi (ad esempio meningite, cecità…); la complicanza più frequente è la nevralgia post erpetica, che comporta un dolore severo e cronico, che può durare per lungo tempo (anche anni) dopo la guarigione delle lesioni cutanee. Si tratta di un dolore invalidante che risponde poco alle terapie disponibili.

Lo strumento più efficace per proteggersi dall’Herpes Zoster è la vaccinazione che, in base a quanto previsto dal Piano Nazionale e Regionale di Prevenzione vaccinale, è offerta gratuitamente a tutti i cittadini al compimento dei 65 anni.

La vaccinazione può essere effettuata su prenotazione in tutti gli ambulatori vaccinali del Servizio Igiene Pubblica. Per effettuarla è possibile telefonare al numero verde 800 002255 o presentarsi agli sportelli CUP. Gli interessati riceveranno comunque apposita comunicazione a domicilio.

Fino al 05 luglio 2019 è inoltre possibile effettuare la vaccinazione senza appuntamento, negli ambulatori vaccinali di:

  • RAVENNA, CMP - via fiume Montone Abbandonato 134, martedì dalle 8.30 alle 11.30
  • BAGNACAVALLO, via Vittorio Veneto 8, venerdì dalle 9.00 alle 12.00
  • FAENZA, via Zaccagnini 22, giovedì dalle 14.30 alle 16.30 e venerdì dalle 8.30 alle 11.30
  • RIMINI, “Colosseo”, via Coriano 38, mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 18.00
  • RICCIONE, via San Miniato, martedì e venerdì dalle ore 8,30 alle ore 9,30
  • FORLÌ, via della Rocca 19, lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 11.30 alle ore 12.30
  • FORLIMPOPOLI, via Duca d’Aosta 33, nelle giornate 16 e 30 maggio, 13 e 25 giugno dalle ore 11 alle ore 12
  • SAVIGNANO, via Fratelli Bandiera 15, giovedì dalle ore 9.00 alle ore 11.30.
  • CESENA, piazza Magnani 146/b, martedì e giovedì dalle 9.00 alle ore 11.30
Pubblicato in Notizie dal sito

Cerca notizia

Archivio