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Articoli filtrati per data: Aprile 2023


Donata una Smart TV al reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, grazie al connubio tra gli “Gli amici del Panda” e Oltre la Ricerca ODV, Associazione di volontariato impegnata da oltre 10 anni, in attività di sensibilizzazione e progetti dedicati al miglioramento dei percorsi di diagnosi e cura del tumore del pancreas, sia in ambito locale che nazionale.
La Smart tv posizionata nella sala d'attesa pre-ricovero del reparto di Chirurgia Generale, rappresenta uno strumento indispensabile di informazione e sensibilizzazione, utile ai pazienti durante il loro percorso di diagnosi e cura.
Avrà infatti la funzione di divulgare video educativi riguardanti il protocollo ERAS (“enhanced recovery after surgery”) un percorso multidisciplinare innovativo, di recupero ottimale post intervento chirurgico, nato con l’obiettivo di favorire un ritorno precoce e sicuro alle attività quotidiane, per cui il Centro di Rimini è certificato.
La Tv servirà anche per divulgare video di sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione e diagnosi precoce del Tumore del Pancreas, informazioni sui sintomi e i fattori di rischio, allo scopo di essere tempestivi riguardo a questa patologia, che purtroppo si rivela essere molto veloce e aggressiva.
La cifra utilizzata per l’acquisto del Monitor, è stata raccolta grazie alla realizzazione di alcune magliette per un evento particolare legato a Francesco Pandolfi.
Francesco era un ragazzo riminese di 51 anni con tanti interessi, soprattutto nello sport. Infatti, praticava con grinta tutti gli sport ma soprattutto la pallavolo e il tennis. Chi lo ha incontrato nei campi da gioco, sa che si trattava di un avversario temibile sia per capacità che per spirito combattivo.
Caratteristiche che ha mantenuto anche dopo la diagnosi di tumore al Pancreas. Costretto dalla malattia a rallentare un po' il ritmo, per non perdere l’allenamento, decise di dedicarsi alle passeggiate, che battezzò “Le camminazioni”. Sempre presente al suo fianco il gemello Andrea, con un gruppo di amici, i Camminanti, che oggi continuano con affetto questo percorso in memoria di Francesco, fino a dare vita al Gruppo “Gli amici del Panda” che, con il supporto dell'Associazione Oltre la Ricerca ODV, sta portando avanti progetti a sostegno della sanità pubblica.
La cerimonia di ringraziamento, si è tenuta il 18 aprile, presso la Sala d’attesa della Chirurgia generale dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, alla presenza della Direttrice del Presidio Francesca Raggi, del Direttore della Chirurgia Generale Gianluca Garulli e di una delegazione delle due associazioni.
Da parte dell’Azienda USL della Romagna, un sentito ringraziamento alle associazioni Oltre la Ricerca e Amici del Panda che con questo ulteriore e generoso contributo a beneficio dei pazienti, ha consolidato un rapporto di collaborazione già da tempo esistente, sostenendo in modo sempre più attento e sensibile i bisogni della sanità locale.

 

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Si è tenuta nei giorni scorsi, all’ospedale Bufalini, la cerimonia di consegna di due nuove attrezzature donate da un privato cittadino al reparto di Nefrologia e Dialisi.

Si tratta di una barella e di una carrozzina: la barella, con materassino, idoneo per la prevenzione delle lesioni da pressione, ad altezza variabile e accessoriata con telecomando, possibilità di inclinazione in sponde, staffa porta monitor, porta bombola ossigeno, bilancia pesa persone. Particolarmente adatta al trasporto e allo stazionamento temporaneo del paziente dializzato. La possibilità di pesare il paziente già sulla barella è un valore aggiunto per un orientamento generale sull’incremento ponderale interdialitico del paziente dializzato.

Anche la carrozzina è attrezzata di tutti i complementi necessari a renderla ottimale alle necessità della tipologia di pazienti che frequentano il reparto di dialisi, quindi adatta alla prevenzione delle lesioni da pressione con poggia testa regolabile e poggia piedi regolabile, reclinabile e quindi  particolarmente indicata nel paziente in dialisi in caso di ipotensione post dialitica durante il trasporto. 

“Ringrazio a nome dell’equipe professionale e dell’Azienda tutta per questa donazione – dichiara il Dott. Buscaroli   – Direttore FF dell’UO di Nefrologia e Dialisi di Forlì e Cesena, -   che agevola il lavoro di medici e infermieri nell’erogazione delle cure, ma soprattutto giova ai pazienti. Per la mia esperienza in diverse equipe nefrologiche, ho potuto constatare che l'apporto dei pazienti è sempre sostanziale, perché tipicamente la dialisi ma anche il trapianto, fidelizzano il rapporto di chi usufruisce dell’assistenza. La durata delle terapie genera rapporti di amicizia e familiarità con l'equipe medica e infermieristica. Le donazioni dei pazienti sono numerose e spontanee, perché i pazienti possono toccare con mano quanto sia importante avere una dotazione di attrezzature sempre all’avanguardia”.

“Da quando sono qui – dichiara il Dott. Claudio Lazzari, Direttore dell’Ospedale M. Bufalini, vedo con soddisfazione che la popolazione Cesenate è particolarmente attenta nell'ambito delle donazioni. In particolare, di questa donazione odierna, sono contento e grato, perché è destinata ad una unità operativa che oltre a svolgere un'attività dal punto di vista clinico e assistenziale, svolge anche un'importante funzione sociale, dovendo dare continuità assistenziale a pazienti cronici. Quindi vorrei cogliere l'occasione anche per ringraziare tutti gli operatori che in qualche modo si attivano per portare avanti questo lavoro, rispetto al quale le donazioni rappresentano anche un’attestazione di stima e fiducia da parte dei nostri utenti e pazienti”

Attualmente a Cesena sono in trattamento 163 pazienti in Emodialisi e 14 pazienti in Dialisi peritoneale. Sono in follow up 107 trapiantati e circa 130 pazienti presso l’ambulatorio dell’insufficienza renale cronica avanzata ( ambulatorio pre dialisi).

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Per tutta la settimana dell’iniziativa (H)-Open Week sulla Salute della Donna, dal 17 al 22 aprile, presso l’Atrio dell’ingresso principale, Padiglione Morgagni, dell’Ospedale di Forlì e presso il Consultorio Familiare di via C. Colombo, saranno esposti i contributi artistici degli studenti della classe IV A dell’Istituto Professionale Ruffilli di Forlì. Si tratta di locandine elaborate per la presentazione di uno spettacolo teatrale sul tema della violenza (sostenuto da Lions Club Host), dal titolo “Nessuna si salva da sola” in corso di allestimento.
“La violenza di genere rivolta contro le donne nelle sue molteplici espressioni (economica, verbale, psicologica, fisica, sessuale) - spiega la dottoressa Tiziana Iervese, Responsabile della Struttura Semplice di Medicina d’Urgenza di Forlì - è un fenomeno a diffusione traversale che non riconosce distinzione in relazione a stato sociale, livello culturale, professione, etnia e religione. Si manifesta sovente in ambito domestico ed è frequentemente agita da parte di uomini legati affettivamente alla vittima. La violenza subita dalla donna si riflette negativamente su figlie e figli specie di minore età spesso coinvolti in violenza diretta o assistita. Da tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato come la violenza rappresenti un problema di salute pubblica in quanto fattore eziologico e di rischio per l'insorgenza di malattie non soltanto della sfera sessuale/ginecologica e traumatica ma anche internistica e psicologica.
Dai dati epidemiologici emerge che nei paesi industrializzati oltre il 30% delle donne risultano essere state oggetto di una qualche forma di violenza nel corso della loro vita; ne consegue che un notevole impegno deve essere profuso nella prevenzione del fenomeno al fine di tutelare la salute anche delle generazioni future.
“Nell’ambito degli ospedali dell’AUSL della Romagna – prosegue - sono operative procedure che guidano i professionisti sanitari, in particolare quelli del Pronto Soccorso, all’accoglienza e presa in carico delle donne che subiscono violenza e della prole.
Professionisti sanitari dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni, inoltre, in collaborazione con professionisti della scuola e del mondo artistico sono da anni impegnati nella realizzazione di iniziative di sensibilizzazione delle nuove generazioni sul tema della violenza.
Nella settimana dedicata alla Salute della Donna promossa dalla Fondazione Onda, gli studenti della classe IV A dell’Istituto Professionale “Roberto Ruffilli” di Forlì, coadiuvati dai loro docenti, hanno offerto alcuni personali contribuiti artistici elaborati per promuovere uno spettacolo teatrale sul tema della violenza in via di realizzazione dal titolo “Nessuna si salva da sola”.
E’ dai momenti di condivisione, stimolo e confronto con i giovani che possono crearsi le basi per migliori dinamiche relazionali fra individui, improntate al rispetto dell’altro e alla valorizzazione delle peculiarità di ognuno. Condizione imprescindibile per promuovere salute fisica e psicologica.

 

 

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Dopo un restyling degli ambienti, reso possibile anche grazie ad ALIVE APS, associazione molto attiva a sostegno di diversi progetti dell’Ospedale Morgagni Pierantoni, questa mattina è stata la volta della cerimonia di ringraziamento per l’ennesima donazione da parte della medesima Associazione, consistita in 4 lettini ambulatoriali ed uno ginecologico.
La cerimonia di ringraziamento ha visto la partecipazione presso la sede della Prevenzione oncologica diretta dal Dott. Fabio Falcini, delle tre socie Federica Poggi, Lara Masini e Alessandra Sordi, accolte dalla Responsabile del fundraising dell’Ausl della Romagna Elisabetta Montesi, insieme al Dott. Falcini con la sua equipe medico e infermieristica e la Dott.ssa Elena Vetri della direzione medica ospedaliera.
La ristrutturazione, caratterizzata da nuove sale d’attesa con pareti con raffigurazioni di ampio respiro e soffitti con la riproduzione del cielo illuminato con la finalità di trasmettere un senso di benessere alle pazienti che accedono alla struttura, oggi si completa con nuovi lettini ambulatoriali che vanno a rinnovare e sostituire la dotazione precedente.
L’Unità Operativa è il cuore delle attività di diagnosi precoce per la prevenzione del tumore al seno.
“Contiamo circa 17.000 / 18.000 Accessi ambulatoriali annui per circa 90 / 100 Accessi ambulatoriali giornalieri, nei periodi di piena attività – ha dichiarato il Dott. Fabio Falcini - e i controlli a cui le donne sono sottoposte possono essere talora invasivi dal punto di vista fisico, per cui non si può prescindere, oggi, dall’avere anche la giusta accoglienza e il giusto comfort dell’ambiente di cura . Vorrei ringraziare, Alive APS e tutti i sostenitori dell’Associazione, per il contributo che anche oggi hanno voluto assicurare, dando continuità al progettO di umanizzazione , quale segno evidente del senso di comunità, di appoggio e sostegno che si rinnova nel tempo”. 

 

 

 

 

 

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Ausl Romagna accelera le tappe per assicurare alla popolazione il trattamento delle cure più adeguato. L’inaugurazione odierna dell’ospedale di Comunità “Darsena” che trova temporanea collocazione all’interno dell’ospedale privato accreditato “San Francesco” della GHC - Garofalo Health Care (gruppo leader della sanità privata accreditata ed unica realtà quotata in Italia nel settore dell’healthcare) ha infatti l’obiettivo di offrire una risposta assistenziale appropriata ai pazienti che, non più bisognosi delle prestazioni proprie di un reparto ospedaliero per acuti, non sono ancora in grado di rientrare al domicilio sotto il profilo sanitario o socio- assistenziale.

Ad inaugurare questa mattina l’Ospedale di Comunità “Darsena”, sono presenti: Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la Salute Emilia Romagna, Michele De Pascale, Sindaco di Ravenna, Tiziano Carradori, Direttore Generale Ausl Romagna, Roberta Mazzoni, Direttore Distretto Ravenna e Maria Laura Garofalo, Amministratore Delegato del Gruppo GHC - Garofalo Health Care.

Gli ospedali di comunità sul territorio provinciale

Attualmente sono attivi sul territorio provinciale due ospedali di Comunità: Cervia con una disponibilità di 24 posti letto e Brisighella con 20 posti letto.

La programmazione degli interventi legata ai finanziamenti del PNRR, prevede la realizzazione di ulteriori due Ospedali di Comunità: uno presso la Casa della Comunità di Russi ( 20 posti letto) che, in considerazione della collocazione logistica, sarà  in grado di fornire risposte agli assistiti dei Distretti di Ravenna, Lugo e Faenza, e il secondo, nella nuova Casa della Comunità  “Darsena” della città di Ravenna, con una capacità di accoglienza pari a 20 posti letto.   

Pur perseguendo le progettualità sopra indicate, la realizzazione dell’OsCo di Russi è prevista entro l’anno 2024 mentre quello della città di Ravenna terminerà entro il 2026. Per queste ragioni, la Direzione Aziendale, insieme alla Direzione Medica del Presidio ospedaliero di Ravenna e alla Direzione del Distretto ha ricercato nuove soluzioni per anticipare la realizzazione di questo setting assistenziale, garantendo così i bisogni di cure intermedie espressi dagli assistiti del Distretto di Ravenna e, al contempo, perseguendo una maggiore appropriatezza nei ricoveri ospedalieri.

 

 

 

La soluzione dell’ospedale Privato Accreditato “San Francesco”

Per la realizzazione dell’Ospedale di Comunità, la Direzione della Struttura Sanitaria Privata Accreditata San Francesco ha messo a disposizione un’area significativa della struttura stessa, adeguatamente ristrutturata, che occupa una superficie complessiva pari a mq 1.190 e può beneficiare di ulteriori aree esterne quali parcheggio e giardino a disposizione dei degenti e dei visitatori. In virtù di questa importante disponibilità acquisita, si è proceduto alla stipula di un contratto di locazione fra le parti.

L’OdC “Darsena”, presso la struttura “San Francesco”, ha una disponibilità di 24 posti letto, distribuiti in 13 stanze di degenza dotate di servizi igienici, di cui alcune con letto singolo ed altre con la capienza massima di due o tre posti letto.  In una logica di rete provinciale dell’offerta di cure intermedie, garantirà una risposta anche agli assistiti del Distretto di Lugo per un numero di posti letto che viene attualmente previsto in 5.

La gestione dell’OdC è affidata al personale infermieristico dipendente di Ausl Romagna e la responsabilità clinica è garantita dalla collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Medici della Continuità Assistenziale. L’attività specialistica è assicurata attraverso accessi programmati di medici ospedalieri e, in considerazione della collocazione dell’OdC all’interno della struttura privata accreditata, usufruirà delle discipline specialistiche già previste nel contratto di fornitura. 

Di particolare rilievo è l’impegno manifestato dalla Direzione della Struttura San Francesco nella condivisione e realizzazione degli interventi di adattamento necessari per l’avvio dell’attività di degenza dell’OdC che, unitamente a quanto realizzato dall’Azienda Usl della Romagna, ha consentito l’apertura, in data 3 aprile c.m., di un OsCo dotato di spazi ampi e confortevoli, oltre che servizi assistenziali efficaci per una sanità sempre più vicina alle esigenze dei cittadini.

Le Dichiarazioni:

 

Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna:

“La sanità di territorio è una delle priorità individuate dalla Regione Emilia-Romagna. Scelta fatta da tempo, come dimostra la presenza di un numero di Case della salute fra i più alti in Italia, e confermata nel piano di investimenti sanitari del prossimo futuro. E questo intervento si inserisce a pieno nel solco che abbiamo tracciato con i progetti già finanziati sia grazie alle risorse regionali sia a quelle del Pnrr. Non dobbiamo disperdere la lezione che ci ha lasciato il drammatico periodo della pandemia: la sanità dovrà sempre di più ridurre la distanza coi cittadini, rivestendo quella funzione intermedia fondamentale tra il ricovero ospedaliero e la cura domiciliare, grazie anche agli strumenti che l’innovazione tecnologica ci sta mettendo a disposizione”

 

Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la Salute Emilia Romagna:

L'inaugurazione dell'ospedale di comunità è un segno molto importante per la comunità ravennate, una struttura attraverso cui si garantisce un'ulteriore risposta ai bisogni di sanità legati in particolare alla cronicità e a patologie non acute. E' un esempio concreto di una sanità sempre più territoriale, di prossimità, in stretto raccordo ai luoghi della quotidianità dei nostri concittadini, per assicurare una presa in carico rapida ed efficace.

 

 

Michele De Pascale, Sindaco di Ravenna

"Attraverso questa positiva collaborazione tra l’azienda Ausl della Romagna e l’ospedale privato accreditato San Francesco, del gruppo Ghc, la città di Ravenna potrà anticipare l’apertura dell’Ospedale di comunità che verrà poi realizzato nella nuova Casa della salute in Darsena. L’utilizzo di uno spazio che al momento era disponibile fornirà ai cittadini e alle cittadine un servizio fondamentale in termini di cure intermedie, offrendo una risposta assistenziale a quelle persone dimesse dall’ospedale che per diverse ragioni ancora non possono fare ritorno al proprio domicilio. Si tratta di un servizio pubblico che temporaneamente viene realizzato affittando uno spazio all’interno di una struttura privata accreditata, nell’ambito di una virtuosa sinergia tra pubblico e privato che pone al centro le esigenze della cittadinanza”.

Maria Laura Garofalo, Amministratore Delegato di Garofalo Health Care:  

Ritengo che l’OsCo “Darsena” presso l’Ospedale Privato Accreditato San Francesco sia un esempio lungimirante di collaborazione pubblico-privato. Una cooperazione sinergica che ha consentito al sistema di essere rapido ed efficace rispetto alle esigenze del territorio in tema di cure intermedie. Il nostro intento è quello di persistere in questa direzione, proseguendo in stretta cooperazione con le istituzioni locali, al fine di garantire una sanità d’eccellenza ed in linea con le necessità assistenziali del territorio.

Tiziano Carradori, Direttore Generale Ausl Romagna:

“ L’ospedale di comunità rappresenta un tassello importante del percorso di potenziamento della rete dell’assistenza territoriale che punta a rispondere in modo sempre più sinergico ed efficace ai bisogni di salute della popolazione, evitando l’ospedalizzazione nel momento in cui non è più necessaria e, al contempo può consentire di aggredire il problema della congestione del Pronto Soccorso. Un esempio concreto di interdisciplinarietà fra i professionisti  e di integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali che rappresentano il paradigma della sanità”.

 

 

 

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Iniziativa regionale per promuovere e rafforzare la cultura dell'allattamento al seno, scelto da un numero sempre maggiore di donne in Emilia-Romagna. Gli argomenti vengono affrontati con un linguaggio chiaro, video, giochi, quiz e scene teatrali

Tutto quello che non sai sull’allattamento e che vorresti conoscere. Parte domani, martedì 18 aprile, il primo corso di formazione on line sull’allattamento organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, aperto - questa è l’altra importante novità - anche alle neomamme e, più in generale, ai futuri genitori.       

Il corso, della durata di quattro ore e articolato in cinque moduli, è rivolto ai professionisti delle Aziende sanitarie, agli operatori dei centri per le famiglie e dei servizi educativi 0-6 anni degli Enti locali, ai farmacisti, agli assistenti sociali, ai genitori che fanno parte di gruppi di auto-mutuo aiuto e a chiunque voglia contribuire a sostenere le neo-mamme che desiderano allattare.

“La promozione dell’allattamento - sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- è importante, perché questo rappresenta senza dubbio il miglior modo per nutrire il bambino e al contempo offre benefici alla madre. Da anni la Regione organizza corsi ad hoc in presenza per la formazione professionale degli operari sanitari. Con questa iniziativa puntiamo ad allargare il progetto ad altre figure professionali e, soprattutto, a coinvolgere in prima persona anche le gestanti e, più in generale, i futuri genitori”.

L’obiettivo del nuovo percorso formativo, che è gratuito, è contribuire a diffondere informazioni corrette per promuovere e rafforzare la cultura dell’allattamento, una pratica scelta da un numero sempre maggiore di donne in Emilia-Romagna.

Lo attestano i numeri, visto che l’Emilia-Romagna è tra le poche regioni in Italia a rilevare annualmente la prevalenza dell’allattamento: secondo l’indagine regionale nel 2021 il 56% delle donne a tre mesi dal parto e il 47% a cinque mesi ha praticato l’allattamento completo, senza aggiunta di formula artificiale (i dati si riferiscono a 34.856 tra bambini e bambine), numeri in crescita rispetto agli anni precedenti.

L’indagine AllattaCoRER, che ha permesso di raccogliere la voce di tanti neogenitori durante il Covid attraverso un questionario on line, ha messo in evidenza che gravidanza e parto sono momenti critici, che possono generare sentimenti contrastanti; pertanto, la presenza di professionisti formati e attenti al benessere della donna e della coppia è cruciale, così come lo è poter disporre delle giuste informazioni.

Il corso

Anche per questo, il corso usa un linguaggio semplice e chiaro, privo di tecnicismi e fa ampio uso di video, fotografie e persino spezzoni di scene teatrali per trasmettere emozioni mentre si apprende. Inoltre propone giochi e quiz per aiutare a fissare i concetti fondamentali, tutt’uno con una narrazione e una grafica originali, pensati apposta per il corso.  

Tra gli argomenti affrontati la fisiologia dell’allattamento, gli impatti ambientali e le strategie di marketing dei sostituti del latte materno, gli aspetti legati alla tutela lavorativa dei genitori e l’importanza di una corretta applicazione del Codice internazionale in materia.        

I contenuti del corso saranno caricati da domani sulla piattaforma dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute dedicata alla formazione a distanza, al link https://www.e-llaber.it/ e, sempre a partire da domani, potranno essere effettuate le iscrizioni, collegandosi direttamente al sito.

 

 

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Lunedì 17 aprile alle ore 20.45 CinemAnimaMente torna al Cinema Eliseo di Cesena con la proiezione di “La generazione perduta”, film documentario di Marco Turco, presentato all’ultimo Torino film Festival e premiato con il nastro d’argento per il miglior documentario dell’anno.

Scritto da Turco insieme a Wu Ming2 e Vania del Borgo, il docufilm racconta la vita di Carlo Rivolta, giornalista de ‘La Repubblica’ fin dal primo numero e autore di memorabili inchieste sull'eroina che tra il ’74 e il ’75, in un periodo di grandi cambiamenti e speranze per un'intera generazione, si diffonde rapidamente in Italia e trova impreparate le famiglie, i medici e gli stessi ragazzi che non sono in grado di affrontarne la dipendenza. Carlo indaga il fenomeno da cronista, arrivando a testare su di sé la droga, con esiti devastanti.

La vicenda di Carlo e della generazione perduta viene messa in scena grazie a un inedito e ricco materiale di Archivio Rai, Archivio Luce e AAMOD. La voce di Carlo, che esce da un vecchio registratore, è affidata all'attore Claudio Santamaria che legge brani dei suoi articoli.

Al termine della proiezione il regista Marco Turco, che interverrà in collegamento, e lo scrittore filosofo Fabio Cantelli Anibaldi, autore del libro "Sanpa madre amorosa e crudele", dialogheranno con Michele Sanza, psichiatra, direttore dell’UO Dipendenze Patologiche Forli Cesena AUSL Romagna, rispondendo alle domande del pubblico in sala.

 

CinemAnimente è un progetto dell’UO Dipendenze Patologiche Forlì Cesena promosso in collaborazione con il Cinema Eliseo, coop.Il Mandorlo e il Comune di Cesena.

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Domenica 16 aprile si celebra in tutta Italia la ventiseiesima Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti. In Romagna nel 2022 si è confermato un trend positivo per le donazioni organi e tessuti avvenute, con numeri da record sotto diversi punti di vista.

E’ quanto emerge dai dati forniti dal Dr Andrea Nanni e dalla Dr.ssa Manila Prugnoli, rispettivamente Coordinatori Aziendali medico e infermieristico che evidenziano un andamento in costante miglioramento, tale da assegnare al territorio romagnolo un ruolo di primissimo piano a livello nazionale e regionale.

Lo sforzo organizzativo compiuto dalla Direzione Sanitaria Aziendale (referente Dr.ssa Elena Vetri) con notevole impegno di risorse e con l’istituzione di una rete di professionisti (medici e infermieri) dedicati, ha determinato un incremento di tutte le tipologie di donazioni.

Di particolare rilievo è il numero delle donazioni organi a cuore fermo, raddoppiato rispetto al 2021: si tratta di un percorso donativo estremamente complesso, tutt’ora realizzato solo in poche regioni italiane, ma che attualmente è già realizzato nei quattro principali ospedali della Romagna grazie al ruolo svolto dal Gruppo di rianimatori dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione di Cesena che ha garantito il supporto e le competenze necessarie alla sua realizzazione, oltre che a Cesena, anche negli Ospedali di Forlì Ravenna e Rimini, col decisivo supporto dei coordinamenti locali ospedalieri.

 

DONAZIONI IN AUSLROMAGNA TRIENNIO 2020-2022:

 

2020

2021

2022

TOTALE DONATORI ORGANI

34

41

76

DONATORI ORGANI A CUORE FERMO

5

10

21

ORGANI PRELEVATI E TRAPIANTATI

80

102

152

DONATORI SOLI TESSUTI

4

12

13

DONATORI SOLO CORNEE

127

174

208

                

“Confrontando i dati in rapporto alla popolazione residente”, commenta il Dr Nanni, “, siamo ormai ad oltre il doppio delle donazioni realizzate mediamente in Italia e l’andamento del primo trimestre del 2023 sembra confermare questi risultati. Ci conforta sapere di star fornendo un importante contributo all’abbattimento delle liste d’attesa, dando così nuova speranza a chi ha bisogno di un trapianto per tornare ad una vita normale”.

I dati documentano anche l’alto livello di diffusione della cultura del dono fra la popolazione residente, unitamente ad una coscienza sempre più diffusa, fra i cittadini romagnoli, di quanto sia importante un gesto di generosità e di attenzione verso chi si trova ad affrontare situazioni che mettono in pericolo la propria vita”.

in allegato la tabella con l'andamento delle donazioni di organi in Ausl Romagna dal 2014  

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L’infermiere di Famiglia o di Comunità arriva a Marina di Ravenna grazie ad un accordo di cooperazione sottoscritto tra Ausl Romagna ed Eni che prevede l’avvio di un progetto sperimentale finalizzato al miglioramento dell’assistenza primaria all’interno della Casa di Comunità di Marina di Ravenna attraverso l’impiego della figura dell’infermiere di Famiglia e di Comunità.  Si tratta di una iniziativa a carattere sperimentale nell’ambito della salute di prossimità, in linea con l’attuazione degli interventi previsti dal PNRR e con le direttrici di intervento di Eni a livello globale in ambito di supporto a programmi di promozione della salute delle comunità.

Nello specifico, il progetto sperimentale consiste nel facilitare l’assistenza a pazienti affetti da malattie cronico-degenerative - in particolare presso la CdC di Marina di Ravenna - avvalendosi dell’impiego della figura dell’infermiere di famiglia o  di  comunità (IFoC),  e andando a rafforzare il sistema assistenziale sul territorio, promuove una maggiore accessibilità all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria e facilitare l’integrazione delle diverse figure professionali.

“La figura dell’Infermiere di Famiglia o di Comunità – spiega il Dott. Mauro Taglioni Direttore della Direzione Infermieristica e Tecnica Azienda USL Romagna - è il  riferimento per tutta la popolazione e  agisce attraverso interventi diretti e indiretti che hanno come destinatari la persona e la famiglia. La sua funzione è operare per una presa in carico a garanzia della continuità assistenziale, con attività dirette sulle persone assistite, in ambulatorio o a domicilio, facilitando inoltre il percorso della presa in carico favorendo la  collaborazione tra le figure professionali e i servizi sociosanitari. E’ un professionista inserito nella comunità, in grado di creare una relazione di fiducia con gli individui che la compongono per promuoverne la salute e consentire loro di raggiungere il più elevato stato di benessere possibile”.

Questo importante progetto di assistenza ai malati cronici, illustra Filippo Uberti – Responsabile Salute Eni - è un ulteriore elemento che si aggiunge alle collaborazioni che Eni ha con la sanità regionale come il progetto che si sta portando avanti con il 118 per la gestione della salute delle persone che operano sulle piattaforme.

“Ringraziamo Eni per la disponibilità e l’attenzione presentata nella condivisione e promozione di questo progetto - aggiunge la dr.ssa Roberta Mazzoni direttore del Distretto Ravenna – Un progetto che va ad arricchire la rete dei servizi territoriali avendo come  peculiarità quella di rafforzare il nuovo modello infermieristico applicato all’assistenza domiciliare e ambulatoriale favorendo la  proattività di intervento in sinergia con i Medici di Medicina generale, specialisti ambulatoriali, assistenti sociale ecc,  nella presa in carico della persona e del suo contesto famigliare. Di particolare rilievo, risulterà essere l’impegno nei confronti delle rete di comunità e nel sostegno a progetti di welfare comunitario”.

Il partenariato tra Eni ed AUSL della Romagna è stato sancito attraverso la sottoscrizione ad aprile di un accordo di cooperazione, per una durata di quattro anni.

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Il prossimo 21 aprile si terrà presso Cesena Fiera il congresso regionale emiliano-romagnolo della società scientifica SIBIOC – Medicina di Laboratorio dal titolo: “La diagnostica di laboratorio decentrata e di prossimità nell'evoluzione dell'organizzazione sanitaria”.

Si tratta di un importante evento annuale per i professionisti regionali della medicina di laboratorio che fornisce la possibilità di confrontarsi sui molteplici aspetti della disciplina.

“L’appuntamento di quest’anno sarà focalizzato sul ruolo che la medicina di laboratorio può svolgere per facilitare la presa in carico territoriale e la prossimità delle cure, in un’ottica di governo del processo diagnostico” commenta il Dott. Tommaso Fasano, direttore dell’UO Patologia Clinica Romagna e delegato regionale SIBIOC - Sarà presentata nel corso del congresso la delibera della Giunta Regionale della Regione Emilia-Romagna approvata nel febbraio 2023, che fornisce le indicazioni regionali in merito all’organizzazione, all’utilizzo ed all’accesso alle strumentazioni Point Of Care Testing (POCT) in regime di Sistema Sanitario Nazionale. Grazie ai contributi dei relatori verranno affrontati temi come la rilevanza delle infrastrutture informatiche abilitanti per la creazione e l’integrazione di una rete POCT e quello della ricerca di un equilibrio tra il consolidamento diagnostico e la prossimità delle cure in medicina di laboratorio. È inoltre prevista una tavola rotonda per discutere delle esperienze regionali di utilizzo delle strumentazioni POCT."


Di seguito il link al programma: https://biomedia.net/5812/

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