Lo shock cardiogeno nei pazienti con Sindrome Coronarica Acuta: ruolo dei supporti meccanici temporanei
Forlì, 25 ottobre 2019
(HOTEL GLOBUS)
RESPONSABILE SCIENTIFICO
Dott. Marcello Galvani
Direttore U.O. Cardiologia
Presidio Ospedaliero G.B. Morgagni - L. Pierantoni, Forlì
SEGRETERIA SCIENTIFICA
Dott. Filippo Ottani
U.O. Cardiologia
Presidio Ospedaliero G.B. Morgagni - L. Pierantoni, Forlì
Il trattamento dei pazienti con shock cardiogeno, allorché la causa di questo sia la sindrome coronarica acuta, è argomento di grande attualità ma estremamente controverso.
Il progresso tecnologico ha messo a disposizione diversi dispositivi meccanici in grado di fornire supporto emodinamico attraverso modalità di impianto mini-invasivo con tecnica prevalentemente percutanea.
Questa evoluzione tecnologica, permette oggi di considerare, in modo più estensivo, l’impiego di dispositivi di supporto in pazienti con condizione di instabilità emodinamica avanzata in cui la rapidità e la sicurezza dell’impianto possono avere un ruolo chiave.
La corretta scelta del sistema, del timing di impianto, la durata del supporto e la prevenzione delle eventuali complicanze rappresentano i punti fondamentali della gestione dei pazienti in cui si decide di impiantare un sistema di supporto meccanico. Purtroppo, le evidenze scientifiche sono tuttora incomplete, cosicché attualmente il comportamento attuato dai diversi centri è per lo più basato sulla disponibilità o meno della tecnologia piuttosto che su scelte razionali in base al profilo clinico ed emodinamico del paziente.
La Commissione Cardiologica Cardiochirurgica della Regione Emilia-Romagna ha recentemente elaborato un documento di indirizzo che affronta l’organizzazione della rete per il trattamento rapido ed efficace dei pazienti con shock cardiogeno secondo il modello hub and spoke, prevedendo l’impiego di supporti meccanici avanzati per i pazienti più gravi.
Scopo di questo workshop, che metterà a confronto i rappresentanti dei principali centri cardiologici regionali coinvolti nella rete, sarà quello di raccontare esperienze ed elaborare idee circa la miglior gestione delle risorse che saranno disponibili. Sarà anche l’occasione per discutere della competenza clinica degli operatori sanitari, e dell’organizzazione delle Unità di Terapia Intensiva Cardiologica e dei Laboratori di Emodinamica necessaria a garantire il miglior esito possibile a questi pazienti così gravi e complessi.