Tre medici dell’ospedale Bufalini di Cesena sono da poco rientrati da un missione di volontariato in Zimbabwe, dove hanno operato, a titolo volontario, presso l’ospedale Luisa Guidotti - All Souls Mission di Mutoko, a circa 170 chilometri a est della capitale Harare.
Il dottor Massimo Magnani, direttore dell’Unità Operativa Otorinolaringoiatria, la dottoressa Federica Morolli, medico della stessa unità operativa e la dottoressa Elena Magnani medico dell’Unità Operativa Medicina Interna, insieme ad alcuni altri volontari romagnoli, hanno effettuato in nove giorni più di 400 visite otorinolaringoiatriche, 60 interventi chirurgici (di cui 10 in anestesia generale) e oltre 200 ecografie.
“Si è trattato del primo campo medico di otorinolaringoiatria organizzato in questo ospedale- racconta il dottor Massimo Magnani - Avevamo programmato visite ed interventi chirurgici gratuiti prevedendo solo alcune decine di pazienti. Ci siamo invece ritrovati ad assistere un numero di pazienti che non avevamo lontanamente pensato. Il personale dell’ospedale si è impegnato molto, restando sempre al nostro fianco, anche fino a 12 ore al giorno”. “Per noi tutti è stata una esperienza unica e gratificante – continua il dottor Magnani - tantissimi sono stati i ringraziamenti e le benedizioni che abbiamo ricevuto dai pazienti curati e dal personale medico ed infermieristico. Tutti ci hanno pregato di ritornare per continuare l’opera intrapresa. Presto torneremo per portare nuovi aiuti”.
La chirurgia laparoscopica è la tecnica più efficace per il trattamento del laparocele: garantisce ai pazienti un minor tasso di recidive e complicanze post-operatorie, una ripresa post-operatorio più rapida e meno dolorosa, un ritorno alla quotidianità senza limitazioni e l’assenza di cicatrici antiestetiche, poiché il trattamento è mininvasivo.
Lo evidenzia un importante studio clinico – il primo a livello europeo per casistica e follow-up – nel quale l’Unità operativa di Chirurgia generale del Presidio Ospedaliero di Rimini – Santarcangelo – Novafeltria dell’Ausl Romagna, diretta dal dottor Gianluca Garulli, ha partecipato dando un contributo di rilievo.
Lo studio, recentemente presentato al congresso “Chirurgia Laparoscopica della parete addominale... Forse c’è qualcosa di nuovo” svoltosi al Policlinico San Marco di Zingonia-Osio Sotto di Bergamo, ha esaminato oltre 1.700 pazienti ed è stato condotto da un team di esperti: oltre al dottor Garulli anche il dott. Stefano Olmi, responsabile dell’U.O. di Chirurgia generale e oncologica, Centro di Chirurgia della parete addominale, Centro di Chirurgia Laparoscopica del Policlinico San Marco; il dott. Paolo Millo, responsabile della Struttura Semplice di Chirurgia bariatrica, metabolica e laparoscopia avanzata – Ausl Valle d’Aosta; la dott.ssa Micaela Piccoli, direttrice della Struttura Complessa di Chirurgia generale, d’urgenza e nuove tecnologie dell’Ospedale Civile di Baggiovara.
Il laparocele è un'ernia che può formarsi sul tessuto cicatriziale, a seguito di un intervento di chirurgia addominale. È una patologia legata alla lassità dei muscoli della parete addominale che interessa un’ampia percentuale della popolazione, pertanto la possibilità di offrire ai pazienti trattamenti innovativi, efficaci e mininvasivi ha sempre animato la discussione scientifica.
Dei 1.700 pazienti che hanno preso parte allo studio, oltre 300 erano in carico alla chirurgia riminese.