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Claura Campanini

Articoli inseriti da Claura Campanini

Nell’ambito della rassegna “RiANIMAzione letteraria di Poesia intensiva”, che introduce in Ospedale - luogo deputato alla cura - pillole di poesia, incontri con autori e intermezzi musicali da socializzare con le persone ricoverate, i loro famigliari e i cittadini tutti, domenica 18 novembre 2018 alle ore 15.30, presso la Sala Conferenze DEA dell'Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna - Viale Randi n.5 (7° piano), Candida Livatino (grafologa) parla dei suoi libri e della grafologia.

Interviene: Dott. Giovanni Greco - Direttore U.O.S. Ser.T. Ravenna

Conduce: Livia Santini.

Letture a cura di: Sandra Melandri.

Curatrice dell’evento: Patrizia Baratoni.

Ingresso libero.

L’iniziativa è rivolta ai degenti, ai familiari, al personale ospedaliero e alla cittadinanza.

Si rende noto che presso la sede di Piangipane della Casa della Salute di Russi, prenderanno il via oggi, venerdì 23 marzo, lavori di miglioramento della sala d’attesa degli ambulatori dei medici di medicina generale che vi operano  e degli ambulatori di assistenza infermieristica.

I lavori, concordati con l'Amministrazione Comunale e illustrati nel Consiglio Territoriale tenutosi lo scorso 13 marzo, alla presenza dei dirigenti dell'Azienda USL e dell'Assessore al decentramento di Ravenna Gianandrea Baroncini, mirano a riqualificare la struttura e a rendere più accoglienti gli ambienti d’attesa per i pazienti.

Il termine previsto per la fine degli interventi è quello di venerdì 30 marzo. L’Azienda si scusa con l’utenza per i disagi che tali attività potranno provocare.

Grazie alla sensibilità di Rianimazione Letteraria, anche quest'anno i bambini della Pediatria e del Pronto Soccorso pediatrico dell'Ospedale di Ravenna hanno ricevuto una visita davvero inattesa che li ha distratti e rallegrati durante la degenza, venerdì 15 dicembre Babbo Natale e un suo Elfo direttamente da Mirabilandia, hanno portato gadget e una sorpresa inaspettata come l’ingresso gratuito a Mirabilandia per i bimbi ricoverati e le loro famiglie.

Ma non solo! Infatti l’incursione intesa come momento di sollievo, si è allungata anche nei corridoi destando sorpresa ed allegria a chi si trovava di passaggio in Ospedale.

Da Mirabilandia e dallo stunt show Grosso guaio a Stunt City con un carico di doni, sono arrivati Davide Padovan, Giuseppe Arizza e Carlo Giordani, accompagnati dal loro Direttore Riccardo Marcante che prontamente donava l’ingresso al Parco, che quest’anno apre durante le festività Natalizie.

Mirabilandia, è molto sensibile alle incursioni in reparto che ha sostenuto in altre occasioni e che sosterrà anche in futuro altre iniziative.

Gli showman insieme a Livia Santini e Patrizia Baratoni, Paolo Tarlazzi della Direzione di Presidio, accompagnando l’evento hanno portato un momento di sollievo e leggerezza ai piccoli degenti ed alle loro famiglie.

Mirabilandia  ha sensibilmente abbracciato questa causa proposta da Davide Padovan che ormai è un amico di Rianimazioni Letteraria, che organizza spesso incursioni con i supereroi in ospedale.

Apprezzatissima da pazienti grandi e piccoli, personale ospedaliero e cittadini presenti la ventata di allegria.

Grazie alla sensibilità e generosità  del signor Bruno Galanti, il reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Lugo, diretto dal dottor Maurizio Piancastelli è stato dotato di un impedenziometro portatile che consente di  misurare  lo stato di idratazione dei pazienti che soffrono di scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco è considerato attualmente una delle emergenze epidemiologiche emergenti per l’aumento della popolazione anziana ed è caratterizzato dalla ritenzione di liquidi corporei che portano all’anasarca e/o all’edema polmonare che se non adeguatamente trattati comportano una prognosi infausta. La donazione, per la quale la Direzione Aziendale rivolge un non formale e sentito ringraziamento al signor Galanti, permetterà di migliorare la gestione, sia  dei  pazienti ricoverati, sia ambulatoriali monitorando lo stato di idratazione di coloro che devono essere sottoposti a terapia diuretica o ultrafiltrazione riducendo il tasso di ospedalizzazione annuale e le complicanze intraospedaliere dello scompenso cardiaco.

Interventi all’orecchio con una innovativa tecnica laser: il primo in Romagna è stato recentemente realizzato a Ravenna.

Lo scorso 20 novembre, presso l’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell'Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna (Dipartimento Testa-Collo, diretto dal professor Claudio Vicini) è stato eseguito, per la prima volta nell'ambito della Ausl Romagna, l’intervento di Stapedioplastica con il Laser CO2.

"La tecnica consiste nell'applicazione del Laser CO2, con il quale si esegue sia la rimozione della sovrastruttura della staffa che il foro platinare“ sottolinea il dottor Francesco Soprani, medico dell’unità operativa ravennate. L’intervento viene effettuato per il recupero dell’udito che diminuisce a seguito di patologie specifiche dell’orecchio.

“Questa tecnica consente quindi di eseguire fasi delicate dell'intervento con maggiore precisione e sicurezza per il paziente, con un potenziale miglioramento dei risultati - aggiunge Andrea De Vito, medico dell’unità operativa di Forlì, che da qualche mese collabora attivamente ed è integrato con l'equipe ravennate -. Questo tipo di intervento si inserisce in un programma di sviluppo della chirurgia della sordità, che porterà a breve anche ad una ulteriore innovazione, l‘applicazione delle protesi osteointegrate, e che vede in questo progetto una stretta collaborazione tra le strutture di Otorino di tutta la Romagna“.

Presa in carico efficace, non eccessivo uso di farmaci,  lavoro in squadra anche con gli enti locali e le altre istituzioni.

Si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 4 ottobre, presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Ravenna, una cerimonia per ricordare che da circa 13 mesi, nel servizio, stesso, non viene effettuata alcuna contenzione dei pazienti.

Hanno partecipato:

Il sindaco di Bagnacavallo Eleonora Proni (in rappresentanza del Distretto di Lugo);

l’assessore Claudia Gatta di Faenza (in rappresentanza del Distretto di Faenza);

il comandante della polizia municipale di Ravenna Andrea Giacomini (anche in rappresentanza del sindaco di Ravenna);

il giudice tutelare di Ravenna Cesare Santi;

Milena Spadola (Collegio Infermieri Ravenna);

Giovanni Rossi (vicepresidente dell’associazione dei Spdc non restraitment, cioè che evitano contenzione);

Claudio Ravani (Direttore Dipartimento Psichiatrico Ausl Romagna);

Roberto Zanfini (Direttore Spdc Ravenna);

Barbara Bandini (Coordinatrice infermierisiticaSpdc Ravenna)

Valerio Cellini (associazione di parenti dei pazienti “Porte Aperte”).

Di seguito un breve excursus sul tema contenzione e cure psichiatriche, svolto dal dottor Zanfini, quindi i dati ed i principali virgolettati degli altri intervenuti.

Nonostante i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura ricorrano alla contenzione meccanica dei propri pazienti, non sono attualmente presenti leggi o norme che la regolamentino.

Il Regio Decreto 615/1909 - che al Capo IV art. 60 recitava: “Nel manicomio debbono essere aboliti o ridotti ai casi assolutamente eccezionali i mezzi di coercizione degli infermi e non possono essere usati se non con l’autorizzazione scritta del direttore o di un medico dell’istituto. L’autorizzazione indebita dell’uso di detti mezzi rende passibili coloro che ne sono responsabili di una pena pecuniaria … L’uso dei mezzi di coercizione è vietato nella cura in Case Private” - è stato infatti abolito dalla legge 180/1978 che non contempla tale modalità operativa.

In alcune Regioni comunque, in particolare l’Emilia Romagna, le contenzioni meccaniche sono state oggetto di circolari che le disciplinano con apposite disposizioni e vengono puntualmente monitorate.

Nel 2006 il Comitato Europeo per la prevenzione della tortura ha segnalato che in Italia “il potenziale di abuso e di maltrattamento che l’uso di mezzi di contenzione comporta resta fonte di particolare preoccupazione … Purtroppo sembra che in molti degli istituti visitati vi sia un eccessivo ricorso ai mezzi di contenzione”. Per questo motivo la Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome ha, nel 2010, stilato delle raccomandazioni per prevenire le contenzioni fisiche in psichiatria.

Il ricorso alla contenzione è infine stigmatizzato dagli Ordini Professionali e nel 2015 il Comitato nazionale di Bioetica ha ribadito la necessità di un suo superamento.

La contenzione meccanica, infine, oltre che degradante, non è scevra da rischi e complicanze. Sin dal 2000 il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Ravenna ha avviato pratiche atte a ridurre il ricorso alla contenzione meccanica con l’obiettivo di eliminarla come pure di “umanizzare” sempre di più il ricovero in particolare per le persone ricoverate coattivamente. Gli interventi attuati sono stati strutturali, clinico organizzativo e formativi.

Per quello che riguarda gli interventi strutturali l’ambiente di cura è stato reso il più possibile simile a quello di un domicilio: sono state tolte le sbarre alle finestre, eliminate le telecamere, e si è reso possibile l’accesso a diverse aree del reparto.

Gli interventi clinico-organizzativi sono consistiti nel:

  • monitoraggio di ogni singola contenzione attraverso la registrazione e l’analisi per individuare i fattori che la determinano, in modo da poter apprendere stretegie/interventi preventivi;
  • trasparenza dell’operato avvisando i familiari e dando loro la possibilità di rimanere in reparto per tutta la sua durata;
  • assistenza continua da parte di un operatore per tutta la sua durata;
  • discussione da parte di tutto il gruppo di lavoro prima di utilizzarla, con supervisione da parte del Direttore per verificare se tutte le strategie alternative sono state esplorate;
  • possibilità di rinforzo del turno in caso di particolari situazioni di crisi;
  • utilizzo del tempo evitando, quando possibile, di “chiudere” la situazione di crisi per aspetti dovuti all’organizzazione.

Sono stati inoltre rafforzanti i piani di trattamento individuali basati sulla diagnosi funzionale, con un atteggiamento improntato alla partnership e al recovery, coinvolgendo la persona; si sono ridotti i tempi di inattività attraverso un aumento del tempo di relazione con gli operatori, l’esecuzione dei trattamenti psicosociali individuali e di gruppo. Le cosiddette regole di reparto sono poi state per gran parte sostituite dai summenzionati piani di trattamento individuale.

Diversi sono stati, infine, gli interventi formativi eseguiti che hanno riguardato l’apprendimento della diagnosi funzionale, di tecniche psicosociali, la gestione del rischio di violenza e dell’aggressività, interventi di debriefing e defusing per il gruppo di lavoro.

Attraverso queste azioni il numero delle contenzioni è stato gradualmente ridotto nel corso degli anni, passando dalle 150 del 2000 (il reparto aveva 15 posti letto) alle 3 del 2016 di cui l’ultima, ad oggi, eseguita nell’agosto di quell’anno. Il numero di pazienti trattati nel 2016 è stato di 430.

A questa situazione positiva si aggiungono altri dati, a loro volta positivi, sull’attività delle strutture per la salute mentale, in Romagna, come reso noto dal dottor Claudio Ravani.

La percentuale di popolazione “pesata” dell’Ausl Romagna rispetto alla Regione è del 25%. Ma dai dati regionali del Sistema Informativo Salute Mentale (Sism) emerge che l’Ausl Romagna eroga prestazioni al 25,23% della popolazione regionale.

Il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (Dsmdp) della Ausl Romagna, per la Psichiatria Adulti, eroga percentuali complessive di trattamenti superiori, pari al 26,25%, delle prestazioni complessive dei Dsmdp regionali.

La distribuzione delle prestazioni è ancora superiore se si considerano i raggruppamenti riabilitativi e psicoterapeutici:

  • psicoterapie                                         27,4%
  • psicoeducazione                                  30,29%
  • trattamenti socio-riabilitativi                   30,94%
  • verifiche e supervisioni                          27,6%
  • valutazioni (assessment e altro)            39,82%

Questi dati vanno integrati con le percentuali relative alle prestazioni tradizionalmente legate alla prescrizione e somministrazione dei farmaci, tipiche del setting ambulatoriale, che sono invece percentualmente più basse rispetto agli altri DSMDP regionali:

o          somministrazione farmaci                      21,92%

o          colloquio                                              23,27%

Senza definire differenze “rivoluzionarie”, questi dati indicano però una maggior propensione nel Dsmdp romagnolo ad orientare i trattamenti nell’ambito della riabilitazione, della recovery, della valutazione personalizzata, piuttosto che al tradizionale modello prevalentemente o unicamente ambulatoriale/ farmacologico.

La progettazione sul Budget di Salute, che sta progressivamente avviandosi (e che necessita dei tempi necessari a strutturare collaborazioni con gli altri soggetti coinvolti, come gli Enti Locali, il Privato Sociale, le Associazioni ecc.) contribuirà in modo decisivo a promuovere ulteriormente la logica degli interventi integrati ed altamente personalizzati, nell’ambito dei quali la farmacoterapia non assume certamente un ruolo centrale o esclusivo, ma funzionale e contestuale al raggiungimento degli obiettivi di riabilitazione, di inclusione sociale, di valorizzazione delle risorse della persona e del contesto “naturale”.

Gli altri interventi:

Spadola ha evidenziato che “questo risultato è frutto di un cambiamento culturale anche per gli infermieri. E quando vado in altri contesti raccconto che a Ravenna facciamo così. Sono importanti i lavoro in equipe e l’attitudine alla relazione. Un nostro slogan è ‘conteniamo la contenzione’”.

Giovanni Rossi ha ricordato che i reparti psichiatrici che riescono a raggiungere questi risultati sono 20 – 25 in tutt’Italia.

Giacomini ha ricordato che “a Ravenna è stato firmato uno dei primi protocolli sui tso “e che questi risultati sono frutto di un lavoro costante e di una stretta collaborazione. Davvero una  piccola rivoluzione culturale”.

Mentre il sindaco Proni e l’assessore Gatta hanno rimarcato l’importanza che gli enti locali non siano estranei a questi processi e percorsi nell’ottica della integrazione degli interventi, anche attraverso il budget di salute.

Il giudice tutelare Santi ha evidenziato come sia in aumento il numero di richieste per attivare l’amministratore di sostegno: 350 fino al 20 settembre 2017, mentre nello stesso periodo del 2016 erano state 270. Altro esempio di come la collaborazione di tutti gli enti sia importante.

E se la caposala del servizio Barbara Bandini ha ribadito che “così si lavora meglio, anche noi operatori stiamo meglio” il presidente di “Porte Aperte” Cellini ha evidenziato che “dopo anni difficili, finalmente siamo sulla buona strada. Continuiamo così e facciamo ancora di più su tutti gli aspetti della presa in carico”.

Si comunica che a partire da lunedì 2 ottobre 2017, presso la struttura sanitaria “Faenza Centro Nord”, il servizio di Pediatria di Comunità trasferirà i propri ambulatori dalla sede attuale situata al primo piano del civico 32 di via della Costituzione, al pianterreno della medesima sede (civico 28/51) con accesso dalla galleria interna.

Il Servizio di Pediatria di Comunità contempla gli ambulatori vaccinali infanzia e adolescenza, ed il trasferimento non comporterà alcuna interruzione del funzionamento del servizio; rimane il medesimo anche il numero di telefono: 0546.602121.

E' on line, in allegato scaricabile a questa notizia, il manuale "La stimolazione cognitiva per il benessere della persona con demenza". Si tratta della seconda ed aggiornata edizione, consegnata peraltro nel corso del convegno “Modelli di intervento integrati alla luce del nuovo progetto regionale demenze”, svoltosi il 23 settembre scorso nell'ambito della XXIV Giornata dell'Alzheimer. L'opera è stata realizzata dal programma Aziendale di Psicologia dell'Ausl Romagna coordinato dalla dottoressa Rachele Nanni.

Con l'occasione si ricordano i principali aspetti della malattia. L’Alzheimer rappresenta la principale causa di demenza nella popolazione anziana. Nella Provincia di Ravenna risiedono circa 98.000 persone con età superiore ai 65 anni (di cui 54.000 con più di 75 anni e oltre 17.000 con più di 85 anni). Questo dato epidemiologico comporta un totale di circa 4500 pazienti affetti da demenza, con un incremento annuo atteso di circa 100 nuovi casi. Nella nostra Provincia operano 4 Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) gestiti dalla Unità Operativa di Geriatria dell’AUSL con sede a Ravenna, Faenza, Lugo e Cervia. I Geriatri coinvolti nei CDCD hanno una formazione specifica per la diagnosi differenziale delle varie cause di deterioramento cognitivo ed il trattamento delle possibili complicanze. Nel corso del 2016 i 4 CDCD hanno valutato per la prima volta oltre 2600 pazienti che lamentavano problemi di memoria e hanno effettuato quasi 4.000 visite di controllo. E’ sempre disponibile, per i pazienti seguiti dai CDCD, un accesso telefonico rivolto ai familiari ed ai medici di Medicina Generale per ottenere informazioni e suggerimenti nella gestione quotidiana di un paziente affetto da demenza. Attualmente non sono ancora a disposizione farmaci in grado di guarire dalla malattia di Alzheimer, ma solo di rallentarne il decorso e curare le complicanze.

Una presa in carico a tutto tondo del paziente, ma anche della sua famiglia, ha luogo a livello territoriale, come spiegato dalla dottoressa Mazzoni, con le strutture di riferimento ma grazie anche a vari progetti come ad esempio lo Sportello Badanti e la Palestra della Mente.

All’attuale strategia farmacologica, da molti anni si affianca un’attività di supporto psicologico per pazienti e familiari, incontri informativi rivolti alla popolazione generale ed un articolato programma di stimolazione cognitiva che rappresenta in Italia un fiore all’occhiello nella cura a 360° del paziente affetto da demenza. La Regione Emilia-Romagna sin dall'avvio del primo progetto regionale demenze (DGR 2581/99) ha sostenuto e valorizzato l'importanza di un orientamento integrato e non esclusivamente farmacologico nella presa in carico dei pazienti con disturbi cognitivi e demenza. L'aggiornamento del progetto regionale (DGR 990/16) ha ancor più fortemente ribadito un approccio globale, non esclusivamente sanitario, così come condiviso nell'ambito del Piano Nazionale Demenze. Il convegno organizzato per il prossimo 23 settembre 2017 a Ravenna, in occasione della XXIV Giornata mondiale dedicata all’Alzheimer, consentirà ai partecipanti un confronto su metodologie e percorsi di presa in carico integrata, sociale e sanitaria, adottati nell'AUSL della Romagna in collaborazione con i Comuni ed il volontariato sociale del nostro territorio.

 

Aiutaci ad aiutarti a stare meglio: al via alla Casa della Salute di Sant’Alberto un percorso partecipato per guadagnare salute nella comunità.

Mercoledì 13 settembre, alle ore 20,30 si tiene a Sant’Alberto (RA), presso la Sala del Consiglio Sede Comunale Decentrata di Via Cavedone n. 37, un incontro pubblico per parlare di come la comunità può agire insieme agli operatori sanitari per il miglioramento della salute di tutti. L’intento è quello di estendere, calandole nella realtà territoriale, esperienze che si sono avviate positivamente in Comuni vicini: verrà insomma proposto  un percorso di comunità per promuovere la salute. Le malattie croniche costituiscono oggi, infatti, il peso maggiore per la comunità, ma molti studi indicano che esiste un grande potenziale di miglioramento della salute individuale e collettiva attuando azioni sugli stili di vita, che conducano all’acquisizione di competenze da parte della popolazione. La scelta è  quella di realizzare una progettazione partecipata con la comunità per azioni di promozione della salute, valorizzando le Case della Salute, nuova articolazione territoriale delle Cure primarie, come contesto vocato anche alla promozione della salute. Titolo del percorso è infatti ‘La Casa della Salute per guadagnare salute’ e si innesta nella strategia complessiva “Guadagnare salute” che promuove progetti e azioni per migliorare la salute della comunità, con focus particolare su alimentazione, attività fisica, fumo e alcol.

Introdurrà la serata il presidente del Consiglio Territoriale Massimiliano Venturi, cui seguiranno gli interventi della dottoressa Roberta Mazzoni, direttrice del Distretto di Ravenna, del dottor Giuliano Silvi (Servizio Epidemiologia e comunicazione), della dottoressa Cosetta Ricci (Dipartimento Sanità Pubblica), lasciando poi spazio al dibattito ed agli interventi dal pubblico, sotto la conduzione delle dottoresse Giulia Silvestrini e Cosetta Ricci.

L’incontro è rivolto a tutti cittadini e in particolare alle associazioni, in quanto componenti attive e partecipi della comunità, e la massima partecipazione è auspicata.

Sabato 16 settembre, dalle ore 9.00 alle ore 12.30, si tiene a Ravenna, presso la Sala riunioni DEA del Presidio Ospedaliero in Viale Randi n. 5 – 7° piano – Blocco 8, il corso “Lo screening visivo neonatale. Il riflesso rosso. Un imperativo per il Pediatra e Neonatologo?”.

A tutt’oggi nonostante le raccomandazioni internazionali, i neonati sottoposti a screening visivo mediante il Riflesso Rosso (Red Reflex) sono una minoranza pari a meno del 30% secondo cittadi-nanza attiva in una ricerca effettuata nel 2012.

Il Piano nazionale della Prevenzione anni 2014-2018 dà come obiettivo l’effettuazione dello screening visivo su tutti i neonati dal 1 gennaio 2018 e raccomanda che in ciascuna azienda si ela-borino protocolli e procedure volti a ottenere uno screening di massa con copertura del 100% dei nati. 

Per una corretta effettuazione di tale screening si ritiene fondamentale una buona integrazione tra ospedale e territorio e  in particolare tra pediatri ed oculisti del SSN.

Il test del riflesso rosso deve essere effettuato dai pediatri/neonatologi ospedalieri a tutti i neonati prima della dimissione dall’ospedale e deve essere ripetuto a tutti i bilanci di salute dal Pediatra di famiglia.

L’implementazione del percorso relativo allo screening visivo deve prevedere una formazione pro-fessionale specifica per tutti gli operatori sanitari coinvolti, da realizzare sia da parte della Regio-ne, che delle Azienda .

Si prevede la realizzazione di una formazione di base, che dovrà interessare pediatri ospedalieri, Pediatri di famiglia e oculisti territoriali.

Inoltre dovrà essere prevista un’offerte formativa “su campo” da svolgere negli ambulatori oculi-stici di 2° e 3° livello o nei punti nascita.

L’incontro, rivolto ai pediatri di famiglia, ospedalieri, agli oculisti e al personale ostetrico ed in-fermieristico,  è il punto di partenza per la definizione collegiale di questo programma.

Si parte dal significato del test di screening, con le prime informazioni sul versante pratico.

Segreteria Organizzativa

  • Maria Grazia Zanelli - Pediatra di famiglia, Ravenna - e-mail: mariagrazia.zanelli@medici.progetto-sole.it
  • Luca Casadio - Dipartimento Salute Donna, Infanzia ed età Evolutiva - UOC di Pediatria e Neonatologia - Presidi Ospedalieri di Ravenna, Faenza e Lugo

 

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