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Costanza Senni

Articoli inseriti da Costanza Senni

Oggi diciamo addio a Giovanni Bissoni.

In qualità di direttore generale dell'Azienda USL della Romagna esprimo un sentimento che unisce il ruolo istituzionale e la sfera personale, di chi ha avuto il privilegio di essere stato anche suo amico.

Il ricordo dell'uomo politico, diventato poi un eccellente tecnico, conoscitore e divulgatore del nostro sistema sanitario, delle sue irrinunciabili garanzie ma anche delle improrogabili necessità di innovazione, con cui moltissima parte della dirigenza della nostra Regione ha avuto la prerogativa di potersi confrontare e crescere, sono certo che in queste ore sta attraversando il pensiero di moltissimi, così come la consapevolezza che quello che siamo oggi per molta parte nasce dagli anni del suo impegno regionale prima, nazionale dopo.

Sentiremo sicuramente la sua mancanza, della sua persona, dei suoi stimoli intellettuali.

Certo di rappresentare il sentimento di molti collaboratori e dipendenti dell'Azienda, qui nella sua terra di Romagna, esprimo alla famiglia il nostro più profondo cordoglio.

 

Tiziano Carradori

Anche quest’anno, in occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale che si celebra il 10 ottobre, l’Azienda USL della Romagna aderisce all’(H) Open Day organizzato da Fondazione Onda coinvolgendo gli ospedali con il Bollino Rosa e i presidi dedicati alla salute mentale di tutto il territorio nazionale.

Obiettivo dell’iniziativa - giunta alla sua decima edizione e quest’anno dedicata al ricordo di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa a Pisa - è quello di sensibilizzare la popolazione sull'importanza della diagnosi precoce e favorire l’accesso alle cure, aiutando a superare pregiudizi, stigma e paure legati alle malattie psichiche.

Le iniziative in Romagna

Nel cesenate, martedì 10 ottobre, dalle ore 10:30 alle ore 12:30, si terrà l’iniziativa “La Psichiatria: porte aperte per superare lo stigma”: una visita guidata per conoscere e vedere il percorso di cura secondo il modello di umanizzazione delle cure. L’appuntamento è al Centro di Salute Mentale di Cesena, Palazzina n. 474 di Via Brunelli.  Per partecipare è richiesta la prenotazione via e-mail, entro venerdì 6 ottobre, all’indirizzo: psic.rep.ce@auslromagna.it con oggetto “Open Day Salute Mentale Cesena 2023”, fino ad esaurimento posti. In caso di disponibilità, sarà inviata una e-mail di conferma con le indicazioni utili dell’evento.

Nel ravennate, martedì 10 ottobre, dalle ore 10 alle ore 12 all’Ospedale di Lugo – Sala Riunioni Edificio C, Ingresso Viale Masi - si terrà l’iniziativa “Emergenza e resilienza nella Comunità”, con la presentazione di un allestimento fotografico e di un video sul periodo dell'alluvione che ha colpito il territorio romagnolo. Verranno illustrati gli interventi messi in atto dall'Azienda USL e dalle Associazioni nel corso dell'emergenza a tutela della cittadinanza. L’iniziativa che sarà occasione di condivisione del vissuto tra i partecipanti, vedrà la partecipazione di tre psicologi del Centro Salute Mentale (CSM) e degli autori del servizio fotografico. La partecipazione è gratuita ed il numero di partecipanti è di 15 posti.

Nel riminese martedì 10 ottobre, dalle ore 13 alle ore 15, si terrà l’iniziativa “Alimentazione e Psiche”: i professionisti incontrano i cittadini per affrontate le tematiche inerenti al rapporto tra cibo, corpo e mente. L’appuntamento è nella Sala riunioni del Centro Salute Mentale (CSM), via Settembrini 2, padiglione Stampa, Ospedale di Rimini. Per partecipare è richiesta la prenotazione telefonando al recapito 0541/705768, entro venerdì 6 ottobre, dalle ore 9 alle ore 13; il servizio di prenotazione resterà attivo fino all’esaurimento dei posti disponibili n.20 partecipanti.

Tutte le iniziative con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione sono consultabili sul sito www.bollinirosa.it.

L’iniziativa è realizzata da Fondazione Onda, con il contributo incondizionato di Boehringer Ingelheim Italia, Janssen Italia, Otsuka Pharmaceutical Italy e ROVI Biotech, con il patrocinio di Cittadinanzattiva, Fondazione Progetto Itaca, Sinpf -Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, Sip - Società Italiana di Psichiatria, Sipg- Società Italiana di Psichiatria Geriatrica e con la media partnership di Adnkronos, Baby Magazine, Panorama della Sanità, Salutare e Tecnica Ospedaliera.

Il canto al servizio della riabilitazione vocale per i pazienti laringectomizzati portatori di protesi fonatorie. E’ questo il ‘Progetto di canto logopedico” promosso dall’Unità operativa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Bufalini di Cesena, e che ha preso avvio oggi, nella palestra logopedica del reparto cesenate, con la prima lezione di canto a cui hanno partecipato i primi 7 pazienti in carico al servizio.

L’obiettivo è quello di utilizzare il canto come metodo aggiuntivo per migliorare l’accordo pneumofonico, la coordinazione mano protesi e la modulazione della nuova pseudo voce. Ma non solo, attraverso il canto, si vuole offrire ai pazienti anche la possibilità di vivere una esperienza che li possa avvicinare sempre più ad una nuova vita qualitativamente simile a quella di prima, dimostrando loro di poter superare anche limiti fino ad ora impensabili.

Il progetto si articola in lezioni di gruppo, condotte a titolo volontario da Chiara Fabbri, insegnante di canto della BIm Music Academy ed esperta in attività di educazione alla vocalità e sviluppo di un corretto modo fonatorio durante il canto. Sarà lei, affiancata da operatori dell’equipe, ad accompagnare i pazienti con una pianola, istruendoli su tonalità di voce ed esercizi preparatori al canto. 

“Il paziente Laringectomizzato totale – spiega il dottor Massimo Magnani direttore dell’Unità Operativa di otorinolaringoiatria dell’ospedale Bufalini di Cesena - subisce un importante intervento chirurgico per la rimozione di un tumore della laringe, con l’asportazione del principale organo deputato alla produzione della voce. E benché oggi sia possibile impiantare una protesi fonatoria per il ripristino della voce, inevitabilmente, l’intervento comporta sempre una modificazione delle abitudini di vita e di attività che possono essere completamente precluse, come il canto. L’attività riabilitativa di logopedia – prosegue il dottor Magnani - consente di riacquistare autonomia dal punto di vista della deglutizione e della fonazione anche se alcune attività particolari come può essere il canto non vengono di solito praticate dal paziente sia per paura sia per le difficoltà oggettive che si possono incontrare. Con questo nuovo progetto vogliamo aiutare i pazienti, non solo a migliorare la gestione della loro nuova voce ma anche a ritrovare fiducia in sé stessi e nelle loro capacità di recupero”.

Il progetto coinvolge diverse figure professionali dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria: oltre al direttore del reparto dottor Massimo Magnani, collaborano i medici referenti dottor Marco Stacchini e dottoressa Federica Morolli, la coordinatrice infermieristica Rossella Bravaccini e la logopedista Elena Bissoni.

 

Ridare la voce al paziente laringectomizzato con l’uso della protesi fonatoria.

La protesi fonatoria è uno strumento che consente la ripresa della produzione della voce nei pazienti trattati di laringectomia totale, quei pazienti cioè che non hanno più la laringe e respirano attraverso il tracheostoma (buco in gola). Da più di un decennio in Europa e negli ultimi anni in Italia, i pazienti che hanno subito questo intervento mutilante, possono riprendere un’adeguata vita sociale, attraverso un intervento che consente nuovamente di produrre una voce efficace, attraverso una piccola comunicazione tra l’apparato respiratorio (polmoni) e la faringe (la gola). In questo passaggio creato chirurgicamente, viene posizionata una valvola mono direzionale che permette al paziente una normale alimentazione ed anche la ripresa della voce. Sono numerosi gli interventi chirurgici di posizionamento di protesi fonatoria effettuati dalle diverse unità operative di Otorinolaringoiatria dell’Ausl Romagna. A Cesena, dove il dottor Marco Stacchini fa parte del board multicentrico che si occupa di questo aspetto a livello nazionale, ne sono state effettuate ad oggi una cinquantina

Lunedì 2 ottobre partono i lavori di ristrutturazione della sala d’attesa degli Sportelli Unici CUP della sede di Corso Cavour, a Cesena. L’intervento di riqualificazione, che dovrebbe protrarsi per una decina di giorni circa, comporterà la temporanea riduzione del numero degli Sportelli aperti.

In questo periodo sarà potenziata l’apertura di Sportelli nella sede del Centro Commerciale Montefiore.

Si ricorda che è possibile prenotare prestazioni sanitarie  rivolgendosi ai servizi di FarmaCup, CupTel, oppure tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico o CUP-WEB.

Ci si scusa con i cittadini per gli eventuali disagi.

Sabato 23 settembre, presso la Palestra della Salute SANO Medical Fitness di Faenza, si è tenuto il corso per Walking Leader e camminatori, rivolto alla cittadinanza, dal titolo "GUADAGNA E FAI GUADAGNARE IN SALUTE LA TUA COMUNITA'”.

L’evento si è svolto in occasione della settimana del benessere e della promozione dei corretti stili di vita promossa dalla Wellness Foundation, grazie alla stretta collaborazione tra il Servizio di Medicina dello Sport del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl della Romagna, il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita, Università di Bologna e la palestra ospitante.

L’iniziativa rientra negli obbiettivi del programma PP02 Comunità Attive, declinazione a livello Regionale del Piano Nazionale della Prevenzione che propone la promozione dell'attività fisica nelle comunità dell'Emilia-Romagna. Sono intervenuti come relatori il dott. Giuseppe Attisani, referente del servizio di Medicina dello Sport dell’AUSL, il prof. Pasqualino Maietta Latessa, docente al Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita, Università di Bologna.A seguire la dott.ssa Angela Proto, Dirigente psicologo AUSL della Romagna con un interessante esperienza sul campo per passare dalla Teoria alla pratica. La giornata si è conclusa con una camminata condotta dalle dott.sse Katya Vartanova, Fisioterapista di Comunità e Sara Pasini, Chinesiologo della struttura ospitante.Buona l’affluenza dei partecipanti ai quali è stato rilasciato un attestato di partecipazione.

Sabato 23 e domenica 24 settembre il Dipartimento di Sanità Pubblica è stato presente alla Festa dello Sport di Cervia. Nel corso delle due giornate personale dell’U.O. di Igiene e Sanità Pubblica e del servizio di Medicina dello Sport si è messo a disposizione del numerosissimo pubblico che ha partecipato all’iniziativa, dando informazioni e distribuendo materiale su varie tematiche riguardanti i sani e corretti stili di vita. L’iniziativa rientra negli obbiettivi del programma PP02 Comunità Attive, declinazione a livello Regionale del Piano Nazionale della Prevenzione che propone la promozione dell'attività fisica nelle comunità dell'Emilia-Romagna.

Si è parlato con i cittadini presenti di attività fisica, fornendo informazioni sulla mappa della salute e sulle opportunità presenti nel territorio, di corretta alimentazione con gli stampati dedicati alla piramide alimentare ed al piatto bilanciato, di lotta al fumo e contrasto al Doping. Sono stati inoltre effettuati test dell’equilibrio per sensibilizzare soprattutto gli anziani al rischio cadute e relative conseguenze ed invitato i giovani atleti a seguire le regole del decalogo dello sportivo.

Il referente del servizio di medicina dello sport, dott. Giuseppe Attisani, si è dimostrato molto soddisfatto di questa prima partecipazione ad un evento così importante per la comunità dei giovani sportivi Cervesi confermando già la presenza dell’AUSL all’evento 2024.

Altro passo in avanti verso la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e della rete dell’emergenza-urgenza. Tra i primi protagonisti che la devono conoscere e condividere ci sono i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano in questo ambito. Per questo motivo la Regione Emilia-Romagna ha organizzato un ciclo di incontri per presentare il progetto di riordino, approfondirne ogni aspetto e soprattutto per dare il via al piano di ricaduta organizzativa in ogni territorio. Martedì 26 settembre è stata la volta dell’Azienda USL della Romagna, nella Sala Convegni del Centro Servizi di Pievesestina di Cesena, collegata on line anche alle altre sedi aziendali. 

Ad aprire l’incontro, il Direttore generale dell’Azienda USL della Romagna Tiziano Carradori. Sono poi intervenuti il Medico di medicina generale nonché Segretario regionale della FIMMG Daniele Morini, i dirigenti della Regione Mattia Altini e Fabia Franchi (responsabili rispettivamente del settore ospedaliero e del settore territoriale) e la Direttrice sanitaria di Ausl Romagna Francesca Bravi che insieme alla direttrice del Distretto socio sanitario di Ravenna Roberta Mazzoni hanno presentato il piano aziendale di riorganizzazione del sistema emergenza – urgenza e del potenziamento del territorio illustrando gli step di attuazione, a partire dal contesto di riferimento romagnolo.

Come ha sottolineato Fabia Franchi responsabile del Settore Assistenza Territoriale della Regione Il DM77 ha indicato gli standard per potenziare le Cure primarie, l’Accordo Collettivo Nazionale della Medicina Generale, in corso di rinnovo, indica come la medicina generale sia protagonista nella continuità dell’assistenza 24 ore su 24. Ci troviamo in un momento storico in cui la condizione organizzativa, la riflessione professionale e gli strumenti normativi ci sono e devono essere utilizzati nel miglior modo possibile. L’obiettivo è garantire un percorso continuo e semplificato per il paziente nonché un accesso all’approfondimento specialistico rapido e misurato in base alle necessità. Abbiamo iniziato a riflettere su queste tematiche già a seguito della grave carenza di professionisti nell’area dell’emergenza, ma ospedale e territorio sono strettamente collegati”.

Obiettivo degli incontri sui diversi territori è quello di continuare a favorire un confronto diretto e continuo con i professionisti e di raccogliere le sollecitazioni per individuare azioni e aree di ulteriore miglioramento”.

Come ha sottolineato Mattia Altini responsabile del Settore Assistenza Ospedaliera della Regione “E’ stato un incontro ampio e costruttivo per condividere e rendere operativa una riorganizzazione che ha l’obiettivo di sviluppare ulteriormente quella sanità di prossimità e di vicinanza al paziente e alla sua integrazione con quella specialistica ospedaliera. La riorganizzazione dell'emergenza-urgenza mira a separare i percorsi di quei pazienti che necessitano di un intervento tempo-dipendente da quelli che presentano invece un’esigenza a minor complessità, la quale può essere presa in carico dalla rete di cure primarie. Tale separazione dei percorsi può avvenire anzitutto grazie ad un territorio adeguatamente organizzato in grado di gestire l'utenza a bassa complessità”. 

Ha partecipato una platea numerosa, che ha riunito in presenza e on line oltre 200 operatori tra medici di medicina generale, medici della continuità assistenziale, medici ospedalieri, referenti dei servizi sanitari sul territorio, ordine dei medici, operatori e tecnici delle professioni sanitarie, professionisti del Dipartimento Emergenza Urgenza.

Il modello di riorganizzazione regionale prevede di dedicare il Pronto Soccorso ai casi più gravi creando un percorso ad hoc per quelli di minore complessità che saranno presi in carico da una rete diffusa di Centri Assistenza e Urgenza (CAU). Questi centri che garantiranno, 24 ore su 24, risposte ai bisogni a bassa complessità clinica e assistenziale, oltre alle équipe medico-infermieristiche, le Unità di continuità assistenziali (UCA), che opereranno a domicilio del paziente, insieme al potenziamento della telemedicina.

La riorganizzazione del sistema ha l’obiettivo di offrire un servizio ulteriormente efficiente, di alta qualità, competenza e con una drastica riduzione dei tempi di attesa per ciascun bisogno”.

A conclusione, il direttore generale Tiziano Carradori ha evidenziato come “la riforma risponda ad un bisogno non più prorogabile di mettere mano finalmente al tema dell’assistenza territoriale. Necessità sostenuta da diverso tempo, per i cambiamenti intervenuti, sia sul versante dei bisogni della popolazione che sul versante della sostenibilità del Sistema sanitario pubblico universale. Non tanto e non solo perché mancano le risorse, dato ormai strutturale del sistema, quanto soprattutto perché mancano i professionisti. Oggi abbiamo una grande occasione per costruire finalmente una sanità territoriale proiettata in avanti. Per fare questo occorre il contributo di tutte le componenti che operano in sanità, una ibridazione feconda dei nostri punti di vista nell’interesse della collettività. Una visione dinamica, sempre più prossima alle necessità della popolazione, che tenga conto delle caratteristiche dei territori che, in alcuni contesti ed aree particolarmente disagiate, richiedono specifiche soluzioni organizzative”.

Venerdì 29 e sabato 30 settembre si svolgerà al Pala de Andrè di Ravenna il 1° ConvegnoScuole che promuovono salute in Romagna – Le scuole come presidio di prevenzione sul territorio”, rivolto a tutte le scuole della Romagna e aperto a docenti, dirigenti scolastici, studenti, genitori, Amministrazioni Comunali, Associazioni ed Enti che si occupano continuativamente di politiche educative.

Si renderà pubblico il grande lavoro di 'costruzione' della Rete in questo primo anno in Romagna: sarà una occasione di condivisione e confronto delle esperienze delle comunità scolastiche di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini; con le scuole interverranno autorità, professionisti della salute ed esperti.

Il convegno sarà aperto dalla Direttrice sanitaria dell’AUSL Romagna dott.ssa Francesca Bravi e del Sindaco di Ravenna Michele De Pascale. Introdurranno il tema specifico gli Uffici Scolastici e i referenti regionali (dott.ssa Paola Angelini) e aziendali del Programma SPS. Le psicologhe Paola Marmocchi e Claudia Matini relazioneranno sul percorso formativo sulle life skills offerto dall’AUSL nell’ultimo anno scolastico ai docenti degli istituti comprensivi, mentre il prof Andrea Ceciliani dell’Università di Bologna, esperto di promozione dell’attività fisica, introdurrà il tema delle pause attive. Con riferimento agli eventi emergenziali di quest’anno, le Scuole, insieme alle reti sociali, sono anche elementi fondamentali per la resilienza di comunità: porteranno un contributo importante gli Psicologi dell’emergenza che hanno offerto supporto alla popolazione dopo l’alluvione e, nel pomeriggio, la Protezione Civile di Faenza. Uno spazio di rilievo sarà dedicato alla scuola dell’infanzia, col contributo delle dirigenti Pediatre dottoresse Antonella Brunelli e Gina Ancora e della dirigente del Comune di Ravenna, dott.ssa Laura Rossi.

La seconda giornata vedrà la presenza di importanti relatori di rilievo nazionale e regionale che interverranno su temi di estremo interesse: il prof Pier Cesare Rivoltella, fondatore del CREMIT (Centro di Ricerca sull'Educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia), la dott.ssa Mariateresa Paladino, referente per l’adolescenza della Regione Emilia Romagna, e il dott. Corrado Celata, Dirigente Welfare Regione Lombardia, nella Rete europea School for Health(SHE).

Concluderà la dott.ssa Raffaella Angelini, Direttrice del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL della Romagna, che guida il programma ‘Scuole che promuovono salute’.

Info e programma nell'allegata locandina.

 

Centrale il lavoro di squadra: IRCCS con Ausl Romagna, Centro Riferimento Trapianti e Centro Nazionale Trapianti. Una procedura nuova, autorizzata da pochi mesi: solo cinque i centri a livello nazionale con le competenze per effettuarlo. L’utilizzo di un cuore prelevato da “donatore a cuore fermo” (DCD) apre prospettive per i pazienti in attesa. Il Sant’Orsola si conferma primo centro nazionale per numero di trapianti di cuore. La Regione Emilia Romagna grazie ad un modello unico in Italia fornisce quasi il 40% di tutti i donatori DCD nel Paese. L’Emilia-Romagna è, inoltre, la regione con il più alto numero di donatori utilizzati per milione di abitanti (49,7).

Anche un cuore che ha smesso di battere da venti minuti può salvare una vita. Lo rende possibile una procedura innovativa applicata dagli specialisti dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia diretta dal prof. Davide Pacini, assieme ai colleghi degli ospedali di Cesena e Ravenna.  L’intervento effettuato al Sant’Orsola, cosiddetto trapianto da “donatore a cuore fermo”, è il primo in Emilia-Romagna di questo genere e settimo in Italia. Al Sant’Orsola, solo da gennaio ad oggi, sono stati effettuati già 39 trapianti di cuore di cui 8 pediatrici. Così si conferma come primo centro nazionale per numero di trapianti per il 3° anno consecutivo.  È un traguardo possibile grazie alla collaborazione di una rete di professionisti e eccellenze emiliano-romagnole. Insieme al coordinamento e il supporto del Centro Nazionale Trapianti e Centro Riferimento Trapianti.

Un caso unico a livello nazionale

In Italia è la prima volta che una simile procedura viene eseguita in una struttura che non è sede di Cardiochirurgia. Gli specialisti della Cardiochirurgia dell’IRCCS, infatti, si sono recati all’ospedale di Santa Maria delle Croci a Ravenna e hanno prelevato il cuore con il supporto dell’ECMO Team dell'ospedale Bufalini di Cesena applicando una tecnica che consente di salvaguardare le funzionalità degli organi e facilitare la ripresa del cuore. Il trapianto dell’organo è stato poi effettuato presso l’IRCCS a Bologna.

Mettere in piedi un sistema in cui la squadra che preleva il cuore si sposta verso il donatore e non il contrario garantisce una replicabilità e performance migliori della procedura. Proprio grazie a questa competenza nel 2022 l’Emilia-Romagna è arrivata a quota 71 organi (tra rene, fegato e polmone): pari quasi al 40% del totale nazionale dei donatori DCD.

Il trapianto con “donatore a cuore fermo”

Il prelievo di un organo a scopo di trapianto viene sempre eseguito su un cadavere. La procedura si può però differenziare per le modalità di accertamento della morte del donatore: una attraverso criteri neurologici (comunemente conosciuta come “morte cerebrale” e caratterizzata per il prelievo degli organi a cuore battente), l’altra attraverso criteri cardiaci. Il secondo è il caso della donazione “a cuore fermo”. Per questa procedura la legge prevede, in Italia, un tempo di attesa e di osservazione prima del prelievo dell’organo di 20 minuti, contro i 5 minuti della maggior parte degli altri paesi europei.

La maggior parte dei trapianti è ancora oggi legata alle morti encefaliche, ma le donazioni “DCD” (Donazione dopo la “morte cardiaca” o a “cuore fermo”) per organi come i reni, il fegato o i polmoni crescono anno dopo anno. La procedura fino ad oggi invece non era mai stata effettuata per il cuore proprio perché un organo complesso e uno tra i più sensibili alla mancanza di ossigeno durante il periodo di arresto della circolazione sanguigna. Oggi invece le tecniche di riperfusione più all’avanguardia consentono finalmente di recuperare le funzionalità del cuore anche dopo i 20 minuti di arresto previsti per legge. Di conseguenza il Centro Nazionale Trapianti ha autorizzato la procedura e l’IRCCS si è iscritto nel ristretto gruppo di centri d’eccellenza che hanno le competenze per effettuare anche questo tipo di trapianto. Aumentando così le possibilità e le prospettive dei pazienti in attesa.

Trapianti in Emilia-Romagna: Il CRT esempio di collaborazione e organizzazione

È un caso unico che dimostra concretamente l’importanza di istituire strutture organizzative per coordinare attività tempo-dipendenti da cui dipendono le vite di tantissime e tantissimi pazienti. Il Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna rappresenta un modello pionieristico, primo esempio in Italia con una struttura dedicata a rendere più efficiente la collaborazione tra gli ospedali in tema di trapianti. Pochi anni dopo l’istituzione, infatti, è stato preso in esempio per la stesura della legge nazionale in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti (legge 91 del 1999).

È una struttura regionale operativa-gestionale con sede presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola con l’obiettivo di far funzionare al meglio il percorso di donazione e trapianto di organi e tessuti, che in Emilia-Romagna è organizzato secondo il modello ‘Hub&Spoke’ e garantisce quindi il collegamento tra centri di alta specializzazione e gli ospedali del territorio con le sedi donative, i centri trapianto, le sedi delle banche di tessuti e cellule in rete tra loro. Il Centro fa anche riferimento al Ministero della Salute (Centro Nazionale Trapianti).

In 26 anni la rete ha prodotto oltre 5.700 segnalazioni di potenziali donatori, 3.200 dei quali divenuti poi effettivi dopo le verifiche del caso. Grazie alla loro generosità sono stati realizzati più di 730 trapianti di cuore, oltre 3.450 di fegato (44 dei quali da donatore vivente), più di 4.430 di rene (530 dei quali da donatore vivente), oltre un centinaio di polmone e una cinquantina di intestino. In totale il CRT ha garantito il corretto utilizzo di oltre 9.000 organi offrendo una nuova possibilità di vita a ben 8.288 persone.

Nonostante le inevitabili difficoltà nel 2020 il numero dei trapianti realizzati è rimasto stabile, mentre il 2021 si è chiuso con un nuovo record dei trapianti realizzati: 488. Quest’ultimo dato, poi, è ulteriormente migliorato nel 2022 con 516 trapianti (29 di cuore, 9 di polmone, 247 di fegato, 229 di rene e 2 di pancreas) e al momento la proiezione al 31 dicembre è di 578 trapianti. Negli ultimi due anni, inoltre, la percentuale di opposizione alla donazione, ha toccato il suo livello più basso: “appena” il 22%, rispetto al 30% della media nazionale, circa 12-16 punti percentuali in meno rispetto ai primi anni 2000. L’Emilia-Romagna è, inoltre, la regione con il più alto numero di donatori utilizzati per milione di abitanti (49,7).

Numeri che hanno un impatto decisivo sulla vita dei riceventi e che non sarebbero possibili senza l’essenziale contributo e generosità delle famiglie dei donatori.  A loro va il più sentito ringraziamento.

“Saper cogliere in tempi rapidi ogni innovazione in grado di migliorare ulteriormente l'attività dei nostri professionisti sanitari è uno degli obiettivi principali della sanità dell'Emilia-Romagna, e oggi ne abbiamo una conferma. – commenta Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna – Il mio ringraziamento va a tutti i professionisti che hanno garantito questo risultato e che mette la nostra sanità nelle condizioni di assicurare ai cittadini una risposta ancora più efficace in un contesto complesso come quello dei trapianti”.

“Un traguardo importante per tutta la rete trapiantologica regionale, che si dimostra ancora una volta capace di eseguire con successo procedure complesse e dal carattere altamente innovativo – afferma Chiara Gibertoni, Direttore Generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola – L’IRCCS rappresenta un punto di riferimento di questo sistema, sia grazie all’eccellenza dei professionisti che grazie a strutture e tecnologie a disposizione dell’equipe. Un livello che ci impegniamo a migliorare costantemente per garantire risposte, cure e soluzioni sempre più ampie e differenziate ai nostri pazienti”.

“L’Ateneo si congratula per questo importante risultato conseguito dall’equipe dei professionisti dell’Unità Operativa a direzione universitaria di Cardiochirurgia del Policlinico di Bologna in collaborazione con i colleghi dell’AUSL della Romagna nelle sedi di Ravenna e Cesena. - afferma Giovanni Molari, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna - È anche la riprova della lungimiranza di una strategia che ha portato l’Università e queste due Aziende sanitarie, su cui insistono le attività assistenziali dei corsi di Medicina e Chirurgia, a perfezionare un modello di programmazione congiunta in grado di potenziare le attività di ricerca. Presupposto necessario per realizzare interventi innovativi di questa complessità e di formazione che consentono di trasferire ad altri queste capacità”.

“Il traguardo raggiunto non esisterebbe senza la generosità dei donatori - affermano  Marina Terzitta (Direttore Anestesia e Rianimazione Ravenna), Andrea Nanni (Coordinatore Medico Aziendale Procurement Ausl Romagna ) e Alessandro Circelli (coordinatore Ecmo Team di Cesena)  - Un risultato importante, grazie al tenace lavoro di squadra che ha visto, nel corso degli anni, crescere in Ausl Romagna la possibilità di perseguire obiettivi sempre più ambiziosi con un unico costante interesse: il bene dei pazienti e l’esito della cura. Avere realizzato una donazione di cuore in un ospedale non sede di cardiochirurgia illumina la strada che insieme stiamo percorrendo” . 

La Cardiochirurgia dell’IRCCS diretta dal Prof. Davide Pacini

L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è l’unico ospedale a eseguire trapianti di cuore in Emilia-Romagna. Da gennaio ad oggi sono già stati effettuati 39 trapianti di cuore di cui 8 in pazienti pediatrici. Un numero da record, già superiore a quello dello scorso anno, che posiziona l’IRCCS come primo centro in Italia per numero di interventi per il terzo anno consecutivo. Non solo: quello del Sant’Orsola è stabilmente il centro che garantisce la più alta sopravvivenza post-intervento in Italia (80% dopo 5 anni, contro la media nazionale del 73%).L’IRCCS di Bologna, inoltre, è l’unico centro cardiologico-cardiochirurgico in Italia a vantare la possibilità di seguire il paziente dalla diagnosi prenatale a tutta l’età adulta garantendone una presa in carico totale durante l’intero arco di vita e offrendo a tutte le fasce di età l’opzione del trapianto e delle assistenze meccaniche.

 

L’Ausl della Romagna in prima linea nell’attività di prelievo di organi e tessuti a cuore fermo

In Ausl Romagna la donazione di organi a cuore fermo è una realtà consolidata nei quattro presidi ospedalieri polispecialistici di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Dal primo prelievo effettuato all’ospedale Bufalini di Cesena nel 2016 si è via via passati a 21 prelievi a cuore fermo nel 2022, con un trend che si conferma anche nel 2023, con già 15 prelievi effettuati da inizio anno ad oggi. Anche le donazioni di tessuti a cuore fermo hanno visto un importante sviluppo con l’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, prima sede donativa della Regione per numero di prelievi realizzati nel 2022 (9) e nel 2023 con 8 prelievi effettuati ad oggi. Dal 2018 l’ospedale di Cesena è sede di riferimento per lo sviluppo del Programma di donazione organi a cuore fermo in Emilia Romagna; da allora ha collaborato e fornito supporto per l'avvio del percorso in 9 ospedali della Regione.

In allegato una scheda con l’elenco dei professionisti coinvolti.

In occasione della settimana del benessere e della promozione dei corretti stili di vita organizzata dalla Wellness Foundation, il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL Romagna ambito di Forlì Cesena, in collaborazione con il Servizio di Medicina dello Sport e l'Istituto Comprensivo Valle Savio, e il patrocinio del Comune di Mercato Saraceno, organizza un corso di formazione gratuito per diventare ‘Walking Leader’, un conduttore di Gruppi di Cammino per la salute.

Un corso teorico – pratico che si articola in due giornate venerdì 22 settembre dalle ore 17 alle 18.40 e SABATO 23 SETTEMBRE dalle ore 9:00 alle 12.30 e si terrà presso la Scuola secondaria di primo grado "Filippo Zappi" via Giacomo Matteotti, 13, a Mercato Saraceno. Per iscriversi basta inviare una mail a promosalute.ce@auslromagna.it  . L'evento è aperto a tutta la cittadinanza, previa disponibilità di posti.

L’obiettivo è quello di formare persone con competenze e conoscenze adeguate nella conduzione di un gruppo di cammino. Nello specifico, il Walking Leader organizza le camminate: sceglie la durata, il percorso, si preoccupa della sicurezza e dell’integrità del gruppo, fa da “motivatore” e garantisce continuità dell’attività.

Il corso vedrà la partecipazione dei tecnici delle Attività Motorie, delle infermiere di Famiglia e di Comunità di San Piero in Bagno, della psicologa dell’U.O. Cure Primarie Forlì-Cesena e anche della Polizia Municipale.

Si tratta di un importante appuntamento organizzato nel Distretto Valle Savio nell’ambito del Piano Regionale della Prevenzione, per la promozione dell'attività fisica nelle comunità dell'Emilia-Romagna, in continuità con le esperienze accumulate con i precedenti piani della prevenzione, secondo un approccio life-course e agendo su diversi fattori che possono contribuire ad incrementare i livelli di attività fisica delle persone. Una delle azioni per il raggiungimento di questo scopo è rappresentato dai gruppi di cammino, che consentono alle persone di una comunità, o quartiere cittadino, di incontrarsi periodicamente e svolgere delle passeggiate nei dintorni, accompagnati da "walking leader".

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