Si è tenuto a Siviglia, nei giorni scorsi, il Kickoff Meeting del progetto europeo CIRCE al quale hanno partecipato, per l'Ausl Romagna, il Dr. Giuseppe Benati e la Dott.ssa Martina Farina in qualità, rispettivamente, di Referente scientifico e Referente Amministrativo/project manager del progetto di Ausl Romagna.
L’Ausl Romagna in particolare è coinvolta nella best practice denominata PAPs “ Integrated care for complex chronic patients in Andalusia (Spain): Personalised care action plans”, già sperimentata in Andalusia, che ha come obiettivo quello della “ presa in carico omnicomprensiva del paziente con cronicità, puntando ad un miglioramento della qualità della vita del paziente nel suo complesso e ad una parallela riduzione del ricorso alle strutture sanitarie . ”
In Italia sono state diciassette le aziende territoriali coinvolte coordinate da Agenas, tra queste è presente l’Azienda USL della Romagna con un budget assegnato di quasi centosessantamila Euro .
“Nel progetto è coinvolto, in particolare, il Dipartimento cure primarie di Forlì – Cesena – spiegano i referenti - L’approccio multidisciplinare al paziente include figure quali personale medico ed infermieristico, case manager, farmacisti, sociologi, con il coinvolgimento diretto del paziente stesso e dei suoi caregiver. CIRCE è una Joint Action co-finanziata dalla Comunità Europea, che vede la partecipazione di quattordici stati membri e quasi cinquanta aziende sanitarie pubbliche, selezionate poiché rappresentative del sistema sanitario europeo .La Joint Action ha l’obiettivo di trasferire ed implementare nei Paesi Europei membri della JA sei best practises già sperimentate in alcuni paesi dell’Unione Europea nell’ambito delle cure primarie (Belgio, Portogallo, Spagna e Slovenia). Esse rappresentano delle innovazioni nei sistemi di cura e sono state selezionate in base ad evidenze scientifiche e metodologiche della loro validità e trasferibilità. L’ambizione del progetto CIRCE è proprio quella di attuare il trasferimento (in termini di implementazione, validazione e sostenibilità) delle sei best practises nei restanti Paesi Europei convolti, migliorando i sistemi sanitari europei (al di là delle specifiche differenze tra i Paesi) attraverso il rafforzamento delle cure primarie e della medicina territoriale. “
Il gruppo di lavoro dell’Ausl Romagna era composto da:
Dr. Giuseppe Benati - Referente scientifico Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì Cesena
Dott.ssa Martina Farina – referente amministrativo e project manager UO Ricerca Valutativa e Policy dei Servizi Sanitari
Dr.ssa Laura Tedaldi – staff Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì-Cesena
Dr. Ardigò Martino – staff Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì-Cesena
Dr.ssa Roberta Mazzoni – staff Direttore Distretto di Ravenna
Dr.ssa Giulia Silvestrini – staff Dipartimento Sanità Pubblica Ravenna
Dr. Stefano Boni – staff Direttore Geriatria - Faenza
Dr.ssa Silvia Mazzini – staff Direzione Infermieristica e Tecnica Ambito Forlì
Dr.ssa Tiberia Garoia – staff Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì Cesena
"La complessità geometrica della margherita - spiega Flavio Milandri, presidente dell'Associazione Fantariciclando - è un nuovo percorso progettuale di medical humanities che prevede, presso l’Ausl Romagna, un prezioso dono ai bambini, un omaggio al loro desiderio di avventura grazie alla collaborazione di Fantariciclando, Soroptimist International Club di Forlì e Centro Italiano Storytelling.Evolversi con le storie. Il progetto 'La complessità geometrica della margherita 'avrà due passaggi fermi all’ Azienda USL della Romagna, area forlivese, grazie al felice dialogo sia con il Repartopediatrico diretto dal Dott. Enrico Valletta sia con la Dott.ssa Giovanna R. Indorato Dirigente Medico de U.O.C. Salute Donna-Infanzia. L’articolato percorso prevede letture, narrazioni, libri, ed il coinvolgimento della comunità educante di riferimento. Non solo impariamo perché qualcunoci racconta qualcosa, insegniamo raccontando qualcosa a qualcuno. Ci raccontiamo poi al lavoro, in famiglia, nello spazio pubblico o agli amici per costruire (o rigenerare) comunità. Per la Giornata internazionale del libro, il 23 aprile, il dono di libri in U.O.C. Salute Donna-Infanzia con la consegna testi presso sala d’aspetto. Il 28 maggio per la Giornata internazionale (diritto) al gioco dono di fiabe in Pediatria con la consegna di libri presso sala di aspetto Pediatria, Ospedale Morgagni-Pierantoni. ..."
“La complessità geometrica della margherita” è un progetto Fantariciclando, Soroptimist International Club di Forlì, Centro Italiano Storytelling con il Patrocinio dell’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna.
Proseguono gli incontri “Nascere a Forlì 2023”, organizzati dall’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia, diretta dal dottor Luca Savelli. Gli appuntamenti, a cadenza mensile (vedi calendario nella immagine) si terranno alle ore 12,30, nella sala riunioni al Terzo Piano del Padiglione Valsalva dell’ospedale di Forlì.
“Dopo la recente pandemia da Covid-19 – spiega il dottor Luca Savelli - sono nuovamente attivi gli incontri in presenza, finalizzati a presentare l'attività del Punto Nascita dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì. Questi si svolgono a cadenza mensile e sono rivolti alle future mamme ed ai futuri papà che vogliono conoscere il personale medico (ginecologi, anestesisti e pediatri), le ostetriche e le caratteristiche del servizio. In particolare, da diversi anni il Punto Nascita di Forlì si è caratterizzato per una particolare attenzione alla fisiologia del parto, minimizzando il ricorso ai tagli cesarei, ai parti operativi e valorizzando il rapporto one-to-one fra partoriente ed ostetrica. Nel corso degli incontri vengono presentate le caratteristiche strutturali (reparto, ambulatori, sala parto) e la filosofia che sottende alla presa in carico ospedaliera della gestante”
Giovedì 09 Marzo 2023 alle ore 16, in via Lazio 10, presso la Sala della Pesa alla Biblioteca di Riccione si svolgerà l’incontro gratuito rivolto alla cittadinanza “L’azzardo si veste di rosa: gioco d’azzardo e sfumature di genere”. Quando sono le donne ad essere coinvolte in prima persona in quanto esse stesse giocatrici d’azzardo, subiscono degli stigmi sociali più forti se paragonati a quelli subiti dagli uomini. Il forte senso di colpa verso la famiglia e il senso di vergogna rendono le donne più fragili e meno inclini a chiedere aiuto. In altre situazioni, le donne possono essere compagne, madri, mogli di giocatori d’azzardo ed anche in questo caso le donne sono maggiormente esposte a rischi, primo fra tutti la violenza economica, oltre a quella psicologica e, nei casi più gravi, anche quella fisica.
Si rende necessario intervenire fin dai primi segnali per evitare che il gioco problematico si evolva in dipendenza, con conseguenti perdite economiche, peggioramento delle
condizioni psico-fisiche della persona coinvolta, difficoltà lavorative e, talvolta, con problemi legati alla giustizia.
Questo incontro si propone come momento di approfondimento e scambio di opinioni sul fenomeno del gioco d'azzardo con un focus sul gioco al femminile, sia come forma di dipendenza che colpisce anche le donne, sia come sofferenza legata al gioco compulsivo di un familiare giocatore. Si offrirà inoltre una panoramica dei servizi gratuiti promossi sul Distretto dall’U.O.C. Dipendenze Patologiche diretta da Teo Vignoli, in collaborazione con il Distretto di Riccione.
Interverranno la Dott.ssa Elisa Zamagni, psicologa e psicoterapeuta (Servizio Dipendenze Patologiche AUSL Romagna di Riccione), la Dott.ssa Chiara Pracucci, psicologa (MATCH, sportello di consulenza psicologica e legale).
A seguire, una Tavola Rotonda che coinvolgerà il Direttore U.O.C. Dipendenze Patologiche Rimini Teo Vignoli, l'Assessore del Comune di Riccione Adele Marina
Zoffoli e le testimonianze di Giocatori Anonimi.
La serata rientra nelle attività promosse nel Piano di Zona del Benessere e della Salute del Distretto di Riccione.
Per informazioni è possibile contattare lo sportello MATCH Scommetti su di Noi, situato presso la sede di A-Social Space in via Mantova 6 a Riccione, contattando il
numero 351.5039709 o scrivendo una email all’indirizzo sportellomatchriccione@gmail.com.
In allegato, la locandina dell’evento con informazioni specifiche sugli interventi e sui relatori coinvolti.
Quasi quattrocento persone hanno partecipato all’inaugurazione della prima Mostra dedicata al patrimonio artistico dell’Ausl della Romagna:“La Cura attraverso L’Arte – opere dal patrimonio storico e artistico Ausl Romagna”.
Al Palazzo Rasponi dalle Teste è possibile visitare una selezione delle opere che raccontano come si è formato un patrimonio che vuole rilevare, attraverso le sue opere, la storia sociale e sanitaria di un vasto territorio.
Un tempo erano Ospitali con i loro Oratori e Chiese, oggi alcuni di questi edifici sono ancora Ospedali altri sono divenuti sede dei nuclei del Museo diffuso d’Arte Sanitaria Romagnola
“La Cura Attraverso l’Arte”.
La Mostra, visibile sino al 16 aprile, ha in programma due visite guidate (25 marzo- 12 aprile) cui si aggiungono eventi sul territorio, che daranno la possibilità di scoprire una collezione all’insegna di un turismo lento e del benessere.La prima visita guidata, gratuita e senza prenotazione, si svolgerà l’11 marzo alle ore 11.00 presso Presidio Ospedaliero di Faenza.Il punto di ritrovo sarà all’ingresso dell’Ospedale in Corso Mazzini.
Per l’occasione sarà possibile visitare i sotterranei dell’ospedale, la chiesa di San Giovanni di Dio, la Sala Museale e la Galleria dei Benefattori.
La visita sarà condotta dal Conservatore Ausl Romagna dott.ssa Sonia Muzzarelli.
Informazioni degli eventi "all’insegna della cultura sanitaria" sono visibili al seguente indirizzo: https://www.auslromagna.it/comunita/cura-attraverso-arte/calendario-eventi
I PDF gratuiti dei singoli “Nuclei del Museo diffuso d’Arte sanitaria romagnola” sono scaricabili al seguente indirizzo:
https://www.auslromagna.it/comunita/cura-attraverso-arte
Email:patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it
Orari Mostra:
feriali 15,30-19.00
sabato-domenica e festivi 10.30-19.00
chiusura ogni lunedì feriale
Ingresso libero
L’attività fisica regolare può ridurre il rischio di patologie cardiovascolari nei pazienti che hanno ricevuto un trapianto di fegato, cuore o rene. L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e l’AUSL di Romagna, con il supporto di Centro Nazionale Trapianti e Centro Riferimento Trapianti, avviano insieme un progetto di ricerca e coronano quasi due anni di impegno comune sui pazienti trapiantati.
I pazienti che hanno ricevuto un trapianto di fegato, cuore o polmone hanno un maggiore rischio di sviluppare patologie cardiovascolari a causa dei farmaci anti-rigetto che devono assumere per tutta la vita e della tendenza dei pazienti trapiantati ad aumentare il peso corporeo e della propensione alla sedentarietà. A dimostrarlo dati concreti. Per i trapianti di fegato parliamo del 64% in più di rischio in 10 anni dopo l’intervento rispetto alla popolazione generale. Per quanto riguarda i trapianti di cuore, la principale causa di morte nei 3 anni successivi all’intervento è relativa proprio alla vasculopatia cardiaca post trapianto. Mentre per il rene parliamo di un’incidenza di eventi cardiovascolari che aumenta nel tempo: il 5% un anno dopo il trapianto che sale all’8,1% dopo cinque anni, per arrivare all’11,9% dopo 10 anni.
Sono solo alcuni dei numeri da cui prende fondamento l’impegno dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e Azienda USL di Romagna, con il contributo del Centro Nazionale Trapianti e del Centro Riferimento Trapianti per un accordo che prevede di mettere in comune competenze in ambito di ricerca e di supporto dei pazienti anche dopo l’intervento.
Si tratta di circa 400 pazienti trapiantati di fegato o rene coinvolti in un nuovissimo studio per provare la diminuzione del rischio cardiovascolare grazie ad un percorso specifico di attività fisica regolare e controllata insieme a una dieta nutrizionale bilanciata. Oltre al rischio cardiovascolare verranno valutati la percezione della qualità di vita e la variazione del quadro infiammatorio complessivo del soggetto trapiantato.
Più precisamente per ogni paziente viene fatta una valutazione funzionale relativa alla capacità aerobica e di forza presso il Centro di Medicina dello Sport dell’AUSL di Bologna o dell’AUSL Romagna. Viene poi strutturata e consegnata una prescrizione dell’esercizio fisico personalizzata, che può essere svolta in autonomia o presso palestre certificate (palestre della salute). A questo seguono incontri e valutazioni regolari dell’andamento del percorso a 6, 12, 24 e 36 mesi. L’esercizio fisico prescritto ha come schema di riferimento quello previsto dalle linee guida dell’OMS 2020: 150-300 min. di attività aerobica e 2 sedute di forza alla settimana da personalizzare su esigenze del paziente.
In generale la ricerca risponde alla sempre maggiore consapevolezza sul beneficio dell’attività fisica anche per questi soggetti: rispetto alle indicazioni del passato, infatti, dove si sconsigliava l’attività fisica ai pazienti trapiantati per tutelare l’organo. Questo ha prodotto evidenti barriere psicologiche che ora si cercano di superare. Numerosi studi condotti su pazienti trapiantati d’organo, stabilizzati da un punto di vista clinico e che praticano abitualmente attività sportiva, hanno dimostrato che tali attività non hanno effetti negativi sui parametri clinici della funzionalità dell’organo, con un andamento paragonabile ai soggetti sani.
Attualmente quindi, la comunità scientifica è ampiamente convinta del contributo che lo sport regolare può comportare nella vita di chi ha ricevuto un trapianto. Dalla migliore ossigenazione dei tessuti, a un recupero post-operatorio più rapido, passando per la fiducia psicologica e l’effetto stabilizzante a livello neurologico grazie alla produzione di endorfine.
Ma non è finita qui: un ulteriore aspetto che i ricercatori tengono in considerazione riguarda l’aumento di peso: nel periodo successivo al trapianto si riscontra una tendenza all’obesità nel 50% dei pazienti, compresi coloro che non lo erano prima dell’intervento, con un aumento del peso corporeo tra il 10% e il 35%. Per questa ragione viene effettuata anche una valutazione dello stato nutrizionale dei pazienti a cui corrispondono consigli dietetici specifici.
Così IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e Ausl di Romagna puntano a consolidare un’idea di cura per questi pazienti che va oltre la diagnosi e l’intervento. Oggi, infatti, il trapianto di organi solidi (rene, cuore, fegato, polmone e pancreas) costituisce una valida opzione terapeutica che permette un pieno recupero del benessere fisico con reinserimento sociale e lavorativo. L’impegno rappresenta quindi un passo ulteriore, con un supporto continuativo e con attività di ricerca in tutti gli ambiti che riguardano la vita e il benessere dopo la ricezione di un organo.
In occasione della Giornata Mondiale del rene (9 marzo 2023) anche in Romagna sono state organizzate diverse iniziative di sensibilizzazione per la popolazione.
QUI CESENATICO (9 marzo)
Presso l’Ospedale Marconi di Cesenatico verrà allestito un banchetto informativo che offrirà la possibilità di eseguire stick urinario e misurazione della Pressione arteriosa (PA), dalle ore 11 alle ore 13
QUI FORLI' (9 marzo)
Nell’atrio dell’Ospedale Morgagni - Pierantoni verrà allestito un banchetto informativo che offrirà la possibilità di eseguire stick urinario e misurazione della PA, dalle ore 9 alle 11
QUI RAVENNA (9 marzo)
Nell’ospedale di Ravenna verrà allestito uno spazio informativo, che offrirà la possibilità di eseguire stick urinario e misurazione della PA, presso l’area ambulatoriale della Nefrologia, III° piano - scala verde, dalle ore 9 alle ore 11
QUI RIMINI
- RIMINI: sabato 9 marzo, dalle 8,30 alle 13, verrà allestito all’ospedale di Rimini un banchetto informativo, nello spazio di fronte al bar del DEA, che offrirà la possibilità di eseguire stick urinari e misurazione della pressione arteriosa, in collaborazione con gli infermieri della UO di Nefrologia e Dialisi, e di avere un colloquio con un medico nefrologo. Il medico valuterà la necessità di eventuali approfondimenti strumentali o visite nefrologiche, indirizzando i pazienti verso il percorso più opportuno. Saranno presenti e coinvolti nell'evento anche i soci dell'Associazione Emodializzati (ANED) e dell’AIDO
- Novafeltria: sabato 18 marzo, dalle 10 alle 14, presso l’atrio (piano terra) dell'Ospedale di Novafeltria, la Società Italiana di Nefrologia (SIN) in collaborazione con la Federazione Italiana del Rene (FIR) con l’appoggio della Associazione Nazionale Emodializzati e Trapiantati (ANED) della Provincia di Rimini e la Nefrologia di Rimini, organizzeranno l’evento denominato “Una buona salute dei reni per tutti: prepararsi agli eventi inattesi sostenendo i pazienti fragili!” che coinvolgerà personale della Croce Rossa, Croce Verde, Associazione Nazionale Emodializzati (ANED) e AIDO.
Venerdì 3 marzo è stata inaugurata la Sede dell’Associazione LOTO presso l’Ospedale di Forlì, negli ambulatori della Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, diretta dal dottor Luca Savelli.
“Questo evento – spiega il dottor Andrea Amadori, Responsabile del percorso Oncoginecologico e Comitato Territoriale LOTO Forlì - contribuisce significativamente all’ulteriore crescita qualitativa del percorso Onco - Ginecologico del nostro Ospedale. LOTO è l’associazione di pazienti più diffusa in ambito nazionale per l’assistenza delle pazienti che lottano contro i Tumori Ginecologici. Presente, e più che mai attiva, dal 2020 (anno della istituzione del Comitato LOTO Forlì) ha come responsabile Scientifico il sottoscritto. In questi anni l’Associazione, in autonomia o in Partnership con IOR e Associazione Dino Amadori, ha organizzato numerose iniziative per sensibilizzare la popolazione a sostenere i propri servizi. Presente a Forlì anche in centro città, con una sede istituita nel 2022, LOTO è da oggi quindi presente anche in Ospedale, sede principale, dove svolgerà appieno la sua missione, costituendo elemento fondamentale e imprescindibile lungo il percorso di cura e svolgendo la propria attività di supporto a sostegno delle assistite, dei medici e delle infermiere. “
I principali obiettivi illustrati all’inaugurazione da Manuela Bignami e Roberta Marescalchi (Loto nazionale), Liviana Lombardi (referente territoriale LOTO Forlì), dal dottor Luca Savelli, dal Dott. Andrea Amadori e dalle volontarie, sono di “fornire informazioni adeguate ed aggiornate alle pazienti, orientarle verso percorsi di sostegno psicologico, fisico, estetico, aiutare le famiglie a supportare i loro cari ad affrontare e superare la malattia”. Durante l’inaugurazione è stata scoperta dal dottor Stefano Maitan, direttore dell’Anestesia e Rianimazione forlivese, una targa dedicata a Tamara Roi, una giovane collega anestesista dell’ospedale di Forlì che ha lottato contro una di queste neoplasie e che ci ha lasciati alcuni anni fa (nelle foto allegate).
“Oltre alle tante iniziative di sensibilizzazione già realizzate da Loto a Forlì – spiega Liviana Lombardi – ne abbiamo già in programma molte altre. La prima in calendario si terrà giovedì 9 marzo, alle ore 18 con un corso di cucina naturale, “Il Gusto della salute”, presso il Centro Taognam, in via Bruni 10 a Forlì. Il corso sarà tenuto dalla nutrizionista Monia Talenti e per informazioni si può contattare il 329/7546860. Previste anche, per il futuro, iniziative di Nordic Walking e corsi di meditazione per pazienti e famiglie. Inoltre, presso la nuova sede, verrà offerto un servizio di estetica oncologica a cura delle estetiste dell’Associazione APEO (Associazione Professionale Estetica Oncologica) che collaborano con Loto”
Erano presenti anche all’inaugurazione, per la direzione sanitaria del presidio di Forlì la dott.ssa Elena Vetri, il Direttore di Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione di Forlì, Dott. Stefano Maitan, il Sindaco di Forlì, Gianluca Zattini e l’Assessore al Welfare del Comune di Forlì, Barbara Rossi.
La nuova sede svolgerà attività di sportello per accoglienza ed orientamento delle pazienti presso il Padiglione Vallisneri, secondo piano, ambulatori di Ginecologia ed Ostetricia, nelle giornate di : MARTEDÌ, dalle 9,00 alle 13,00, GIOVEDÌ, dalle 15,00 alle 18,00. Il numero di telefono da contattare è lo 0543 – 731372 (attivo solo il giovedì 15,00-18,00), indirizzo e- mail: insiemeforli@lotonlus.org
Un tempo gli ospedali erano luoghi ricchi di meravigliose opere d’arte, Nelle sale di Palazzo Rasponi dalle Teste, nel cuore di Ravenna, sono presentati alcuni dei tesori dell’intera collezione Ausl Romagna, provenienti dai territori d’origine: Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.In mostra sono esposti venticinque preziosi pezzi realizzati tra il XVI e XX secolo e con importanti presenze artistiche del territorio romagnolo come: Giambattista Bassi, Maceo Casadei, Luigi Folli, Francesco Longhi, Pietro Melandri.
La mostra, curata da Sonia Muzzarelli e Paolo Trioschi, è promossa dal Comune di Ravenna, dall’Ausl Romagna, dal MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna e da Acosi - Associazione culturale ospedali storici italiani.
Sabato 4 marzo all'inaugurazione della mostra saranno presenti Fabio Sbaraglia, Assessore alla cultura e al mosaico del Comune di Ravenna, Francesca Bravi, Direttrice Sanitaria Ausl Romagna e Sonia Muzzarelli che condurrà la visita guidata.
Orari della mostra : feriali 15.30-19; sabato, domenica e festivi 10.30-19; chiusura: ogni lunedì feriale
Ingresso: libero
Info: IAT Ravenna 054435404 | www.mar.ra.it
La notizia della presentazione della mostra :https://www.auslromagna.it/notizie/comunicati/item/4729-cura-attraverso-arte-mostra-collezione-ausl-romagna-palazzo-rasponi-ravenna
Il Comune di Ravenna e l’Ausl Romagna presentano, negli spazi di Palazzo Rasponi dalle Teste a Ravenna, la mostra "LA CURA ATTRAVERSO L’ARTE. Opere dal patrimonio storico e artistico Ausl Romagna".
L’Azienda USL della Romagna è infatti proprietaria di un importante patrimonio storico, artistico, archivistico che documenta, attraverso la sua produzione artistica, e non solo, seicento anni di storia sociale e sanitaria di una delle più grandi Aziende sanitarie italiane.
Un tempo gli ospedali erano “ospitali”, strutture destinate ad una assistenza indifferenziata, dove le prime tecniche di medicina si mescolavano alla religione e alle credenze dell’epoca. In quei tempi così diversi, lontani dalle conoscenze e dai reparti polifunzionali di oggi, gli ospedali erano anche luoghi ricchi di meravigliose opere d’arte.
Nelle sale di Palazzo Rasponi dalle Teste, nel cuore di Ravenna, vengono così presentati alcuni dei tesori dell’intera collezione Ausl Romagna, provenienti dai territori d’origine: Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
In mostra sono presentati alcuni strumenti scientifici accanto a venticinque preziosi dipinti realizzati tra il XVI e XX secolo e con importanti presenze artistiche del nostro territorio come: Giambattista Bassi, Maceo Casadei, Luigi Folli, Francesco Longhi, Pietro Melandri.
La mostra, curata da Sonia Muzzarelli e Paolo Trioschi, è promossa congiuntamente dal Comune di Ravenna, dall’Ausl Romagna, dal MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna e da Acosi - Associazione culturale ospedali storici italiani.
Il percorso si divide in sei sezioni.
Il viaggio alla scoperta della formazione del patrimonio storico artistico sanitario inizia dalla collezione di Rimini che dal 1920 conserva la maggior parte delle opere nel Museo della città di Rimini, Ex Collegio dei Gesuiti poi “Ospedale Infermi” fino al 1974.
Tra il XII e tutto il XV secolo, i documenti d’archivio testimoniano l’esistenza di 49 ospitali in città e di 72 nel contado, per un totale di 121 enti caritativo-assistenziali. Questo elevato numero è in parte legato alla grande affluenza in città di soldati e pellegrini che giungevano per imbarcarsi verso la Terrasanta.
Nel 1486 Galeotto Malatesta sollecitò e ottenne l’unificazione di 11 strutture cittadine nell’ “Ospedale di Santa Maria della Misericordia” che restò operativo fino al suo trasferimento avvenuto nel 1800 nell’ex collegio dei Gesuiti, assumendo la denominazione di “Ospedale Infermi”.
Nel 1974 l’ “Ospedale Infermi” fu trasferito nella sede attuale, mentre la struttura originaria è ora sede del Museo della Città.
Le opere esposte provengono dal Museo della Città di Rimini, dove troviamo una cinquantina di opere di proprietà Ausl Romagna. Tra i pezzi di maggior interesse ricordiamo: il Crocefisso ligneo di Johannes Teutonico, dell’ultimo terzo del XV secolo; la Vocazione di San Matteo di Guido Cagnacci (1601-1603); Sant’Ubaldo che libera un’ossessa di Gian Francesco Nagli detto “il Centino” (1661-1675).
Non va dimenticata la città di Riccione, che alla fine del XIX secolo inaugurò il suo Ospedale, intitolato al dottor Giovanni Ceccarini.
Il video intitolato Non ti potrò scordar… Romagna mia è stato ideato da un gruppo di lavoro aziendale e presentato nel 2021 alla quinta edizione dell’Alzheimer Fest.
I testi, volutamente semplici e letti dalle psicologhe dei Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze dell’Ausl Romagna, intendono presentare la Romagna alle persone con demenza stimolando, attraverso le numerose opere d’arte di proprietà aziendale, il risveglio di ricordi ed emozioni che appartengono alle esperienze personali, familiari e sociali più lontane nel tempo.
Gruppo di lavoro: Federica Boschi (Direttrice Distretto - Lugo di Romagna), Stefano De Carolis (Direttore U. O. Cure Primarie Forli’ - Cesena), Sonia Muzzarelli (Conservatore del Patrimonio storico-artistico Ausl Romagna), Rachele Nanni (già Responsabile del Programma Psicologia Ausl Romagna).
Nel XIV secolo uno dei più importanti luoghi di assistenza della città era l’hospitale Domus Dei, chiamato anche Hospitale della Cà di Dio.
Nella seconda metà del Quattrocento sono elencati a Forlì ben 33 luoghi assistenziali, ma ritenuti inefficienti. Si avviò un processo di unificazione che ebbe compimento solo nel 1541 con la “Casa di Dio” nota con la denominazione di “Spedale Maggiore”.
Negli anni settanta dell’Ottocento, l’Ospedale presentava internamente grandissimi inconvenienti. Già dai primi anni del Novecento, fu pubblicato un progetto per la costruzione di un nuovo Ospedale intitolato ad Aurelio Saffi. Nel 1921 l’Ospedale assunse il nome di Ospedale “Giovan Battista Morgagni”, oggi sede del Campus Universitario di Forlì.
L’ inadeguatezza e la mancanza di spazi del centrale Ospedale “Morgagni” portarono, nel 1973, alla decisione di destinare l’area di Vecchiazzano, già centro sanatoriale nel 1932, a sede del nuovo Ospedale cittadino.
Nel 2004, la generosa donazione dell’ingegner Rambaldo Bruschi (Forlì, 1885 - Torino, 1966) destinata all’Azienda sanitaria di Forlì, diede vita nell’area di Vecchiazzano, al nuovo blocco ospedaliero “G.B. Morgagni - L. Pierantoni”.
Intorno all’edificio si estende il grande parco, messo a dimora negli anni Trenta. In mostra sono visibili i ritratti di Delfina Cima e Rambaldo Bruschi, ingegnere che lavorò alla Fiat al fianco del senatore Giovanni Agnelli e la Divina Commedia illustrata da Amos Nattini e le due tele dei Santi Andrea e Bartolomeo, provenienti dalla Chiesa del “Santissimo Crocifisso” di Meldola, undicesimo nucleo del Museo diffuso Ausl Romagna La Cura Attraverso l’Arte.
Dal gennaio del 2021, l’Ausl Romagna fa parte dell’Associazione Culturale Ospedali Storici Italiani (ACOSI). Gli Ospedali storici, in alcuni casi nati diversi secoli fa, sono una delle ricchezze culturali e morali del nostro Paese. Continuano a essere luoghi di cura e di produzione medico-scientifica delle nostre città per le necessità sanitarie dei cittadini, ma sono anche straordinari compendi storici di arte, architettura, documentazione, letteratura, ricerca e di vicende umane.
In epoca medievale, nel territorio cesenate esisteva una fitta rete di ospitali ed il “Santissimo Crocifisso” era riconosciuto come “Spedale del Comune di Cesena”.
Nel 1452 Malatesta Novello, signore di Cesena, fu artefice del grande cambiamento nella storia ospedaliera cesenate, unificando i vari ospedali della città e del contado in un unico Ospedale denominato “Maggiore”. Alla fine del diciottesimo secolo, nell’area ormai fatiscente dell’Ospedale quattrocentesco del “Santissimo Crocefisso”, l’edificio fu ‘rifabbricato’.
Il palazzo settecentesco OIR (Ospedale-Istituti Riuniti), che fu sede amministrativa dell’ex Ausl di Cesena fino al 2007, oggi presenta una delle facciate più attraenti della città, dove si può ammirare il portone seicentesco eseguito da Gregorio Razzani, originale nel suo genere poiché riporta nelle bugne a intarsio i nomi e gli stemmi costituenti il più antico elenco dei benefattori delle istituzioni assistenziali e caritative della città di Cesena. Tra questi, spicca Malatesta Novello, artefice della grande innovazione ospedaliera cesenate. In mostra possiamo vedere un raro ritratto frontale di un giovane Malatesta Novello, artefice del grande cambiamento della storia ospedaliera cesenate.
Tra i grandi donatori della storia sanitaria cesenate vanno ricordati il conte Pietro Roverella e la moglie Maria, la quale, rimasta vedova, confermò i voleri testamentari del marito di lasciare i beni ai poveri della città. L’Opera Pia Roverella fu istituita con statuto in data 20 luglio 1904. I candelabri liberty del 1889 che possiamo ammirare nel percorso espositivo, facevano parte del complesso architettonico della tomba Roverella, commissionata all’artista Tullo Golfarelli dalla contessa Maria Bertaccini “a perenne memoria del marito Pietro Roverella”.
La formazione del patrimonio ravennate, che in epoca medioevale presentava una fitta rete di strutture ospitaliere, è l’unione delle collezioni provenienti dai territori di Lugo, Faenza e Ravenna.
Il numero elevato di ospitali a Ravenna può trovare giustificazione nella presenza dei numerosi pellegrini che sostavano in città durante il viaggio verso Roma. Ricordiamo le vicende degli ospedali maggiori dedicati a San Giovanni Evangelista e Santa Maria delle Croci, le cui storie si legano sino alla realizzazione dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci”, che in prossimità del secondo conflitto mondiale vide l’avvio dei lavori di edificazione. L’Ospedale fu inaugurato il 12 aprile 1959.
La storia assistenziale del territorio di lughese e delle aree limitrofe ha avvio in epoca medioevale e si esprime anche visitando i nuclei del Museo diffuso “La Cura Attraverso l’Arte” presenti a Lugo, Massa Lombarda e Fusignano.
Fondato nel 1679 assieme all’Ospitale omonimo, l’Oratorio lughese rispecchia lo spirito tridentino e a suo interno è possibile godere del ciclo pittorico narrante scene della vita di Sant’Onofrio, eseguito dall’artista bavarese Ignazio Stern (1679-1748). Dal 2014 è sede di un’esposizione permanente di opere di proprietà Ausl e provenienti degli Ospitali lughesi unificati nell’ Ospedale “Maggiore degli Infermi”.
Proveniente dall’Oratorio è l’opera eseguita da Girolamo Donnini: Madonna e i Santi Rocco e Sebastiano. Entrambi i Santi, protettori contro peste e ferite, sono ricorrenti nell’iconografia ospedaliera.
Ospitato nell’antico edificio liberty, è uno dei nuclei più significativi della storia sanitaria romagnola. Provenienti dal Centro Culturale “Venturini” sono i dipinti: Saffo sulla rupe di Leucade di Luigi Folli e Abele morente di Gian Battista Bassi, amico del Canova. Nel nucleo espositivo del Museo diffuso di Massa Lombarda possiamo ammirare le opere commissionate dalla Signoria estense a grandi artisti come:
Sebastiano Filippi, detto Bastianino e Benvenuto Tisi, detto Garofalo.
Quello che era l’Ospedale di San Rocco, fondato nel XVI secolo e attivo fino agli anni ’90 del Novecento; oggi è sede del Museo Civico comunale di Fusignano. Proviene dalla raccolta del nucleo di Fusignano il dipinto Natura morta con mandolino e libri eseguito dal maestro Francesco Verlicchi (1915-2008). In questo nucleo espositivo, si segnalano per qualità e pertinenza, il dipinto raffigurante San Girolamo; l’insegna storica del vecchio Ospedale, la stampa fotografica che ritrae il dottor Giuseppe Gotti e la preziosa cornice contenente l’opera Madonna con il Bambino.
Nel 1742 fu il Vescovo Antonio Cantoni che si adoperò per unificare gli Ospedali esistenti in un’unica struttura più vicina ai rinnovati criteri d’igiene e di ricovero. Il grande e moderno edificio sorse nell’area della vecchia rocca papalina all’interno delle mura cittadine, nei pressi dell’antica Porta Imolese, in una zona ritenuta maggiormente salubre.
L’ Ospedale “degli Infermi” di Faenza è in attività da oltre tre secoli, adeguando di volta in volta gli spazi al mutare delle esigenze dei tempi. In mostra è visibile il dipinto Ritratto del Vescovo Cantoni con il religioso che tiene in mano la lettera che lo indica come nuovo Arcivescovo. Il Grande vaso di Pietro Melandri qui esposto, fu realizzato per il nuovo Padiglione Bagni, che ospitava una innovativa veranda con terrazza per convalescenti, inaugurato nel 1926.