L’unità operativa della Chirurgia della spalla e del gomito nasce nel Marzo 2005 da un idea dell’allora Direttore Generale della AUSL Rimini, Dott. Tiziano Carradori. Negli anni tale unità operativa ha assunto un ruolo di riferimento italiano ed europeo nell’ambito della diagnosi e del trattamento delle patologie della spalla e del gomito.

Ad oggi la nostra Unità Operativa è l’unico centro italiano inserito nella lista di SECEC-ESSSE, Società Europea per la Chirurgia della Spalla e del Gomito, per i centri di insegnamento e di perfezionamento nel trattamento delle patologie della spalla e del gomito.

simbolo certificazione ECSES SECEC-ESSSE

 

Attività chirurgiche

L’attività chirurgica rappresenta il punto centrale attorno al quale si sviluppa l’intero progetto dell’UO di Chirurgia della Spalla e del Gomito dell’Ospedale Cervesi di Cattolica. Tale attività è cresciuta, dal 2005 ad oggi, fino a raggiungere il suo apice nel 2019 con 1371 interventi su spalla e gomito. Tale volume operatorio porta l’Ospedale di Cattolica ad essere uno dei maggiori centri nazionali ed europei per le patologie della spalla e del gomito. Con 250 protesi di spalla impiantate nel 2019 l’UO di Chirurgia della spalla è stato il centro con il maggior numero di impianti in Italia 

Protesi di spalla impiantate nel 2019Protesi di spalla impiantate nel 2019


Oltre alla protesica di spalla un ruolo determinante è giocato dalle artroscopie (731 nel 2019), di spalla e di gomito, per trattare le lesioni della cuffia dei rotatori e le instabilità di spalla

Ovviamente sono stati eseguiti anche interventi di riparazione di fratture, sia utilizzando mezzi di sintesi, sia impiantando delle protesi quando non sia stato possibile ripristinare la normale anatomia.

Un ruolo a parte riveste la chirurgia Custom Made. In tale segmento di nicchia vanno inserite le protesi costruite sul paziente, sulla base di dati TC, che permettono di restituire una funzione in situazioni nelle quali la perdita ossea impedisca l’impianto di protesi standard.

Interventi effettuati anno 2019Altri interventi svolti nel 2019


Sin dall’inizio della UO nel 2005 ci siamo avvalsi della consulenza dei colleghi neurochirurghi dell’Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Ospedale di Faenza, Direttore Dott. Roberto Donati, per interventi nei quali sia opportuna e necessaria la presenza combinata di ortopedici e neurochirurghi al fine di garantire un trattamento di alto livello qualitativo.

Nell’ambito chirurgico va infine inserito il trattamento incruento della rigidità di spalla. Tale procedura, effettuata in sala operatoria, prevede la liberazione delle aderenze che bloccano il movimento della spalla, in anestesia loco-regionale, in sala operatoria, per evitare lunghi e dolorosi percorsi riabilitativi.

Ricovero e dimissione

Percorso Pre-operatorio

In caso di intervento chirurgico programmato viene avviato il percorso pre-operatorio
Dopo l’immissione in lista, in tempi che variano a seconda della priorità che sia stata assegnata, il paziente verrà contattato dal personale del servizio di prericovero per programmare la giornata in cui effettuerà il percorso preoperatorio o pre-ricovero.

Questa fase precede il ricovero ed è la prima parte di un percorso diagnostico che comprende visite ed esami finalizzati a definire l’idoneità e le condizioni cliniche e fisiche della persona che verrà sottoposta all’intervento. Per tale motivo è necessario che venga effettuata presso il nostro ospedale qualche tempo prima dell’intervento, in modo tale da permettere l’eventuale sospensione di farmaci o l’effettuazione di ulteriori accertamenti specialistici richiesti dall’anestesista, evitando così il rischio di dover rimandare l’intervento. Tutti gli accertamenti pre-operatori non necessitano di impegnativa, sono gratuiti e vengono eseguiti, prima del ricovero, in regime ambulatoriale. Il giorno stabilito per il prericovero, il paziente verrà accolto all’orario indicato telefonicamente presso l’ambulatorio 31 al primo piano dell’ospedale di Cattolica.

Il paziente dovrà:

  • essere a digiuno dalla mezzanotte
  • portare un documento di identità personale
  • portare con sé tutta la documentazione relativa all’intervento da effettuare, i farmaci assunti abitualmente, eventuali visite mediche effettuate in precedenza per altre patologie (cardiologiche, diabetologiche, etc).

In caso di paziente minorenne, si raccomanda la presenza di entrambi i genitori o del tutore legale. Durante il percorso pre-operatorio effettuerà:

  • l’accertamento infermieristico, in cui viene stabilita la data dell’intervento e vengono fornite tutte le informazioni riguardanti il ricovero
  • gli esami del sangue
  • la visita con l’anestesista per la valutazione dello stato di salute e la firma dei consensi all’anestesia
  • le altre prestazioni specialistiche prescritte, che saranno differenti in base all’età, alle patologie e al tipo di intervento (es: elettrocardiogramma, radiografia torace)
  • a visita con l’ortopedico per la firma dei consensi all’intervento.

Una volta terminato il percorso, potrà fare rientro a domicilio.
Il percorso preoperatorio si completa generalmente in un’unica mattinata

Nel caso fossero necessari ulteriori accertamenti richiesti dall’anestesista, essi verranno programmati dall’infermiere di prericovero presso i nostri ambulatorio di riferimento, oppure potranno essere effettuati anche presso il proprio specialista di riferimento e al proprio domicilio, inviando i risultati al prericovero via fax al numero 0541966303, in modo tale da permettere all’anestesista di valutarli per determinare l’idoneità o meno all’intervento.

Attività ambulatoriali

PRP ( plasma arricchito in piastrine )

Le tendinopatie della spalla e del gomito sono una patologia degenerativa cronica di comune riscontro nella pratica ortopedica; si caratterizza per un sovvertimento della struttura interna del tendine, progressivo e degenerativo, noto come degenerazione angiofibroblastica per gli effetti indotti sia sulla angiogenesi sia sull’iperplasia fibroblastica.

La terapia convenzionale ha come obiettivo principale la riduzione del dolore e il miglioramento della funzione; essa si fonda principalmente sul riposo, l’ utilizzo di farmaci antidolorifici, terapie fisiche, terapie infiltrative o il ricorso alla chirurgia.

Negli ultimi anni hanno trovato largo impiego gli emoderivati che sfruttano il beneficio dei fattori di crescita ottenuti da procedure di separazione del plasma dalle piastrine. In particolare è diffusa l’utilizzazione del “plasma arricchito in piastrine” (PRP), una preparazione concentrata di piastrine autologhe o omologhe (da donatore) contenente fattori di crescita e sostanze bioattive essenziali nel processo di guarigione muscolo-scheletrico.

ll PRP è una preparazione ottenuta attraverso un’opportuna centrifugazione del sangue venoso autologo od omologo atta a separare le varie componenti del sangue secondo il loro peso specifico; esso è una porzione della frazione di plasma che presenta una concentrazione piastrinica di circa 3-5 volte superiore a quella normalmente presente nel sangue intero.

Il rilascio dei fattori di crescita nel sito di danno in elevate concentrazioni rispetto a quelle presenti nel sangue intero aiuta il processo di riparazione e rigenerazione tissutale.

Il trattamento prevede tre infiltrazioni ambulatoriali una ogni 15 giorni, e un controllo a 4 mesi

Trattamento percutaneo ecoguidato della tendinopatia calcifica della spalla

La tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori è la patologia dolorosa di più frequente riscontro in un ambulatorio di chirurgia della spalla dopo la lesione di cuffia dei rotatori. Essa è determinata dalla presenza di un deposito di ossalato di calcio isolato o multiplo, all’interno del tendine o della borsa subacromiale. In quest’ultimo caso si viene a determinare una fase acuta, che determina una vera emergenza, in quanto il paziente si reca spesso in pronto soccorso per un dolore di spalla refrattario al trattamento farmacologico con i farmaci anti-infiammatori di più comune impiego. Nel 20-30% dei casi il deposito è localizzato bilateralmente.

La definizione di tendinite calcificante è da preferire a quella di tendinopatia calcifica, perchè descrive meglio la caratteristica essenziale della patologia, sia da un punto di vista istopatologico, che clinico, ovvero l’evolutività e il continuo mutare della natura della patologia, nonché il principio per cui la calcificazione è l’espressione e non la causa della patologia. Spesso la clinica è determinata non esclusivamente dalla presenza della calcificazione, ma dalle complicanze legate dell’evoluzione e cronicizzazione della patologia: lesione osteolitiche, lesione della cuffia, rigidità capsulare, borsite.

Il deposito calcifico è il risultato di un processo cellulo-mediato e spesso multifocale e attraversa vari stadi6. La tendinosi calcifica rappresenta la causa di consultazione del10% della popolazione che si rivolge all’ortopedico per una sintomatologia dolorosa a carico della spalla.

Il riscontro in soggetti asintomatici può interessare nel 2,7% della popolazione. Le donne sono generalmente più colpite, specie in età compresa tra i 40 e i 50 anni. Il riscontro di forme bilaterali è descritto nel 10% dei casi.

Eziopatogenesi

L’esatto meccanismo della formazione e deposizione dei cristalli di calcio all’interno del tendine non è noto e si presta a svariate speculazioni scientifiche.

Si distinguono tre stadi nella storia naturale della patologia: fase formativa o pre-calcifica, fase di stato o calcifica e fase della risoluzione o post-calcifica. Queste investigazioni lascerebbero pensare alla tendinopatia calcifica, come ad un processo cellulo-mediato.

Il primo stadio precalcifico è determinato dalla metaplasia, o trasformazione del tessuto tendineo in tessuto fibrocartilagineo. Questa fase è raramente sintomatica. Ad essa segue lo stadio calcifico, che consiste in una fase di formazione o riassorbimento della calcificazione, che è caratterizzata dall’infiltrazione di fagociti (macrofagi) da edema tessutale e dall’incremento della pressione all’interno del tendine, che possono determinare un vero attrito subacromiale. Lo stadio post-calcifico è caratterizzato dal riassorbimento della calcificazione e dalla cicatrizzazione del tendine. Disordini della tiroide (tiroxina) o del metabolismo degli estrogeni possono essere correlati all’insorgenza della malattia, come pure il diabete insulinodipendente, così che si possono distinguere due forme:

  • idiopatica
  • secondaria a disordini endocrini

Non è noto come fattori endocrini o istologici possano influenzare l’evoluzione della patologia. Nel caso del diabete, nella forma insulino-dipendente, una correlazione è riscontrabile nel 31% dei casi ed è correlata alla durata del trattamento insulinico.

Gli aspetti patogenetici evidenziano una glicosilazione della matrice extracellure tendinea dei pazienti diabetici.

Aspetti clinici

La storia naturale della patologia riconosce tre fasi cliniche distinte: fase acuta, subacuta e cronica.

La manifestazione clinica principale della tendinopatia calcifica il dolore associato o meno alla restrizione improvvisa o progressiva del movimento.

Il dolore acuto è spesso associato all’insorgenza della patologia, tuttavia la presenza del deposito calcifico nella cuffia può essere asintomatica nel 20% dei casi.

Lo spasmo muscolare, l’infiammazione della borsa subacromiale (borsite) e del capo lungo del bicipite sono fattori determinanti nella sintomatologia.

Sebbene il dolore sia nella maggioranza dei casi, associato alla fase acuta della patologia, non esiste una sicura correlazione tra la sintomatologia e la fase della patologia o la grandezza della calcificazione.

Episodi di dolore acuto sono infatti spesso correlati a riacutizzazioni della tendinopatia cronica o all’insorgenza di non rare complicanze legate all’evoluzione della malattia quali: la capsulite adesiva, la lesione della cuffia dei rotatori, la patologia del capo lungo del bicipite, l’osteolisi del trochite. La scelta delle opzioni terapeutiche deve essere considerata in base alla fase clinica della patologia e all’aspetto radiografico o ecografico.

Aspetti radiologici

Radiografia

L’esame radiografico rappresenta la metodica principale ed elettiva nella diagnosi e nel follow up della tendinosi calcifica della cuffia dei rotatori perché consente lo studio della localizzazione della calcificazione, la sua consistenza e la morfologia.

Ecografia

L’esame ecografico è un’indagine fondamentale nell’approccio diagnostico alla tendinopatia della cuffia e nel trattamento della tendinosi calcifica in fase acuta; uno strumento indispensabile quando si pratica il needling eco guidato, aumentando l’efficacia del trattamento.

La calcificazione appare come una formazione iperecogena più o meno regolare e definita all’interno del tendine o della borsa subacromiale. La caratteristica dell’anisotropia dell’ecografia rende necessaria una corretta inclinazione della sonda ecografica per evitare di confondere la calcificazione con la normale rappresentazione ecografica del tendine. L’utilizzo dell’esame ecografico con color doppler consente di valutare la morfologia e la vascolarità del deposito calcifico e predire se si tratta di una fase di formazione o di riassorbimento.

RMN ( risonanza magnetico nucleare )

La Rmn non è un esame necessario nella diagnosi della calcificazione. La calcificazione appare come un’immagine a bassa intensità di segnale nelle sequenze di Rmn pesate in T1. Un aumento dell’intensità di segnale come espressione di edema, all’interno o intorno al deposito calcifico o nella borsa subacromiale, può essere osservato nelle sequenze pesate in T2, nella fase di riassorbimento (resorptive). La sua accuratezza nell’individuazione del deposito calcifico è pari al 95%, tuttavia, è un esame utile esclusivamente nello studio delle patologie correlate alla tendinosi calcifica, specie cronica: lesione della cuffia, capsulite adesiva, osteolisi del trochite.

Diagnosi Differenziale

Molte patologie entrano in diagnosi differenziale clinica e/o strumentale con la tendinopatia calcifica: frattura del trochite e fratture della glenoide (immagine)

  • artropatia neurogena
  • amiloidosi
  • condromatosi artrosi
  • lesioni di cuffia
  • patologie neoplastiche
  • artropatia da microcristalli
  • ossificazioni

In particolare nelle fasi acute, associate generalmente alla rigidità, occorre differenziare la rigidità contestuale alla tendinosi calcifica, dalla capsulite adesiva e dalla rigidità secondaria a lesione della cuffia dei rotatori. Nelle forme croniche associate a osteolisi del trochite, all’imaging occorre differenziare le calcificazioni distrofiche con osteolisi della corticale del trochite, da forme in cui l’interruzione della corticale è provocata da forme tumorali.

Principi di trattamento

Trattamento Conservativo

Il trattamento della tendinopatia calcifica è inizialmente conservativo e nel 9% dei casi la risoluzione della sintomatologia e la scomparsa del deposito calcifico sono spontanee.

Il trattamento conservativo rappresenta la prima opzione di trattamento nelle forme di tendinosi calcifica associata a dolore acutoe in quelle non complicate da lesioni tendinee associate. Una risoluzione dei sintomi può essere osservata nel 90% dei casi.

Le tipologie di trattamento conservativo più comuni sono rappresentate da:

  • Fans
  • Terapia antalgica
  • Terapia fisica: laserterapia, ultrasuoni, ionoforesi con EDTA
  • Iniezione bursale di steroidi
  • Onde d’urto

Lo scopo del trattamento conservativo è quello di risolvere il dolore della fase acuta, causato dall’infiammazione tendinea e della borsa subacromiale, dall’aumento della pressione intratendinea, dallo spasmo muscolare di difesa. Non secondaria è l’importanza della prevenzione e del trattamento della rigidità conseguente alla fase acuta con l’ausilio di un adeguato protocollo riabilitativo. L’iniezione di steroidi nella borsa subacromiale, sebbene sia spesso risolutivo nel trattamento del dolore, in una fase acuta, può influenzare positivamente, invariabilmente o negativamente arrestandolo, il processo di riassorbimento della calcificazione.

Nella maggior parte dei pazienti, la fase di dolore acuto si risolve spontaneamente in alcuni giorni. Pertanto in queste forme è necessario ridurre il dolore e l’infiammazione con i Fans o la terapia fisica. Il risultato del trattamento conservativo deve essere monitorato con la radiografia convenzionale e l’esame ecografico a distanza al fine di verificare l’eventuale scomparsa del deposito calcifico o la sua persistenza.

La terapia fisica si avvale di: ultrasuoni, laserterapia, onde d’urto.

In particolare quest’ultimo trattamento introdotto negli anni ‘90, con successo nel trattamento di alcune patologie come i ritardi di consolidazione ossea e l’epicondilite laterale di gomito si è dimostrato efficace e alternativo al trattamento chirurgico, anche nella tendinopatia calcifica della cuffia, sebbene, in casi selezionati. A scopo medico vengono normalmente utilizzate onde d’urto con una potenza variabile tra 0,001 e 0,4 mJ/mm.

Il meccanismo di azione delle onde d’urto nella tendinopatia calcifica non è ben definito. La cavitazione o la frammentazione della calcificazione sono i due effetti principali delle onde d’urto.

Molti Autori hanno riportato ottimi risultati nel trattamento della tendinopatia calcifica di cuffia mediante onde d’urto a bassa e alta potenza.

Lavaggio percutaneo e aspirazione (needling)

Il lavaggio bursale percutaneo consiste nella puntura e aspirazione della calcificazione in anestesia locale. Questa tecnica fu introdotta nel 1978 e si avvaleva dell’ausilio della fluoroscopia, successivamente Farin introdusse nella tecnica la guida ecografica.

Lo studio preliminare della spalla in ecografia, consente la diagnosi di patologie correlate come la borsite e la lesione della cuffia e la localizzazione e profondità della calcificazione.

Il paziente viene collocato in posizione semiseduta. La procedura viene realizzata con uno, o due aghi, con diametro variabile da 15 a 22 gauge. Viene praticata un’anestesia percutanea locale e successivamente, sotto guida ecografica, con due aghi si realizza un sistema inflow e outflow che consente di eseguire un lavaggio bursale con soluzione fisiologica a temperatura ambiente o calda91, la puntura del deposito calcifico e occasionalmente l’estrapolazione della calcificazione: si assiste alla fuoriuscita del materiale calcifico nel 30% dei casi.

Risultati migliori sono descritti in calcificazioni voluminose e superficiali e in fase formativa, quindi di consistenza morbida.

La metodica è controindicata nelle rigidità secondarie e nella capsulite adesiva ed è sconsigliabile nelle calcificazioni inferiori a 1 cm in fase cronica.

L’aspirazione o lavaggio bursale può essere seguita dal trattamento percutaneo con onde d’urto. Risultati positivi a breve e lungo termine sono riportati in una percentuale variabile dal 28% al 76% dei casi. Nel nostro centro di Cattolica abbiamo riportato risultati sovrapponibili ai dati della letteratura internazionale. La nostra esperienza si basa su oltre 3500 procedure eseguite dal 2006 ad oggi.

In studi con follow-up maggiori, risultati soddisfacenti sono riportati nel 60-80% dei casi, con scomparsa del 60% della calcificazione nel restante 28% dei pazienti.

Trattamento chirurgico

Il 10% dei pazienti affetti, non ha alcun miglioramento della sintomatologia con il trattamento conservativo. La chirurgica artroscopica rappresenta il trattamento risolutivo, ma in casi selezionati, della patologia calcifica cronica, in quanto consente la rimozione del deposito calcifico e il trattamento di patologie che ad esso sono correlate: la lesione della cuffia dei rotatori, l’instabilità gleno-omerale, la patologia del capo lungo del bicipite, l’osteolisi del trochite.

La calcificazione può essere una causa intrinseca di lesione della cuffia. L’assottigliamento tendineo, l’accumulo di tessuto di granulazione, la riduzione della vascolarizzazione periferica del tendine e la presenza di un deposito calcifico distrofico sono alterazioni età correlate che possono determinare la lesione della cuffia. Il trattamento chirurgico è generalmente indicato nelle forme croniche, nodulari con o senza osteolisi e nei casi in cui il trattamento conservativo delle forme acute non abbia dato alcun miglioramento clinico.

La risoluzione del dolore dopo l’intervento chirurgico è tuttavia lenta. Non tutti i pazienti hanno un’immediata risoluzione del dolore. A tre mesi di follow-up postoperatorio solo il 15% dei pazienti ha una risoluzione dei sintomi.

Il paziente deve pertanto essere informato della necessità di un periodo di attesa prima della risoluzione del dolore.

La necessità di rimuovere completamente o parzialmente la calcificazione è controversa.

La rimozione completa della calcificazione sia associata a risultati clinici migliori al follow-up.

La necessità di eseguire l’acromionplastica in associazione alla rimozione del calcio, è dibattuta.

Nella nostra esperienza ci sembra di potere affermare che possa essere utile la sutura artroscopica in caso di residua lesione tendinea.

Tale gesto chirurgico permette una FKT più precoce, cercando di prevenire in futuro un’ eventuale recidiva di rottura della cuffia.

Nella terapia chirurgica, in letteratura, i risultati positivi sono del 70-90%, anche se il periodo di convalescenza è maggiore rispetto alla terapia incruenta (in media 3 mesi).

La rigidità rappresenta la complicanza più frequente dopo il trattamento chirurgico della tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori.

Può rappresentare il 9-15% dei casi. La presenza di sali di calcio liberati dall’asportazione della calcificazione, possono depositarsi sulla borsa e provocare una sinovite reattiva. Ma in molti casi la presenza di comorbidità come il diabete o le patologie della tiroide possono determinare la rigidità con lo stesso meccanismo patogenetico noto per la capsulite adesiva. Un programma riabilitativo precoce e un’accurata terapia analgesica possono prevenire l’insorgenza della rigidità post-operatoria.

La rottura della cuffia si verifica nel 4% dei casi.

L’osteolisi del trochite, può essere il risultato della penetrazione ossea a livello del trochite della calcificazione in continuità con i depositi intratendinei.

Tale lesione può erodere la corticale ossea della testa omerale e provocare un’area di rarefazione ossea.

All’esame radiografico i depositi calcifici sono sempre in continuità con le calcificazioni intratendinee.

Questa sindrome è cronica e resistente ad ogni forma di trattamento medico o fisioterapico pertanto la terapia chirurgica è di rigore in queste forme. Radiograficamente il materiale calcifico all'interno del difetto ha una densità maggiore rispetto all'osso circostante .

capsulite adesiva Sindrome algodistrofica recidiva della calcificazione: in letteratura è riportata un’incidenza fino al 16-18% dei casi

Conclusione

La tendinite calcifica della cuffia dei rotatori è una malattia polimorfa e spesso autorisolutiva: self healing.

Non riconoscendo, ad oggi, un’eziologia certa, la strategia vincente nel trattamento conservativo o chirurgico non può prescindere da un adeguato inquadramento clinico e strumentale, con indagini mirate.

Sebbene difficilmente correlabili, clinica e imaging, sono alla base della corretta strategia di trattamento, sia conservativo che chirurgico.

Il trattamento conservativo rappresenta la scelta ottimale nelle fasi acute. Il risultato clinico e radiografico può essere influenzato favorevolmente dall’utilizzo di metodiche come le onde d’urto o il lavaggio ecoguidato, che non pregiudicano il trattamento chirurgico.

La chirurgia, artroscopica, deve essere riservata alle forme croniche o che cronicizzano a seguito di infruttuoso trattamento conservativo e alle non rare forme di tendinopatia complicate da altre patologie chirurgiche: patologia del clb, rigidità, lesione della cuffia, osteolisi del trochite.

Non esiste, quindi, un unico trattamento medico e chirurgico superiore ad altri e la strategia vincente è quella di seguire le varie fasi ed adottare in quel preciso momento lo strumento più idoneo

Infiltrazioni
Prime Visite
Visite di Controllo

Formazione e Ricerca

Teaching Center SECEC-ESSSE

simbolo certificazione ECSES

La SECEC-ESSSE, Società Europea per la Chirurgia della Spalla e del Gomito attraverso una rigida selezione basata su criteri comprendenti volume operatorio, tipologia di intervento, numero di pazienti visitati e curriculum dei componenti l’equipe chirurgica, ha individuato vari centri europei che possono essere considerati come centri di insegnamento e di perfezionamento nel trattamento delle patologie della spalla e del gomito. La nostra Unità Operativa è l’unico centro italiano inserito nella lista.

Sede formativa universitaria

Sede Formativa esterna per le seguenti università:

  • Perugia
  • Palermo
  • Cattolica di Roma
  • Pavia

Le Università sopra citate hanno individuato nell’UO Spalla dell’Ospedale Cervesi di Cattolica un centro dove poter far svolgere agli specializzandi in Ortopedia e Traumatologia iscritti nelle loro scuole il percorso di formazione esterna.

Fellowship Nazionali e Internazionali

Dal 2005 ad oggi sono ormai decine i colleghi provenienti dall’estero che hanno individuato nella nostra UO un centro ideale per perfezionare la loro conoscenza sulle patologie della spalla e del gomito.

Abbiamo ricevuto colleghi provenienti dall’Europa, dall’India, dall’America Latina oltre che, naturalmente, dall’Italia. Tutti hanno incrementato la loro conoscenza sulle patologie della spalla e del gomito e sul trattamento delle stesse.

Collaborazioni internazionali

La U.O. di Chirurgia della Spalla ha collaborazioni strutturate con i seguenti istituti di Ricerca internazionali:

  • Department of Orthopaedic Surgery, Mayo Clinic, Rochester, MN, USA (prof. John W Sperling, prof. Robert Cofield, prof. Joaquin Sanchez-Sotelo)
  • Department of Orthopaedics and Sports Medicine, University of Washington Medical Center, Seattle, WA, USA (prof. Frederick A Matsen)
  • Department of Orthopaedic Surgery, Tulane Institute of Sports Medicine (F.H.S.), Tulane University School of Medicine, New Orleans, Louisiana, U.S.A.
  • Department of Orthopaedic Surgery, University of British Columbia, Vancouver, Canada (prof. Patrick Chin)
  • Department of Orthopaedic Surgery, Joseph's Hospital, Roth McFarlane Hand & Upper Limb Center, London, ON, Canada
  • Shoulder Unit, Centre Orthopédique Santy, Hôpital Jean Mermoz, Ramsay GDS, Lyon, France

Learning Center

Presso l’ospedale di Cattolica è presente un Learning Center per circa sessanta persone. Tale centro è collegato online con la sala operatoria e permette di trasmettere le immagini effettuate durante l’intervento chirurgico non solo nella sala Learning ma anche online e quindi ovunque nel mondo. Negli anni sono stati effettuati decine di interventi in diretta e trasmessi on line.

All’interno del Learning center è presente un Dry Lab, composto da manichini di spalla e da strumentari e ottiche, che permettono di esercitarsi a ripetere i gesti visti in sala operatoria.

Corsi e Congressi

La UO di Chirurgia di Spalla e del Gomito di Cattolica, come centro di riferimento, partecipa ogni anno a decine di corsi e congressi in Italia e all’estero e a numerosi Webinar per mostrare tecniche chirurgiche innovative e i risultati dei trattamenti effettuati.

59119/LL26723/3167343
5/Reparto/U.O./Struttura
251/136
Direttore
Dott. Paladini Paolo
Aggiornato il

Dove siamo e come contattarci

Informazioni e orari

La prenotazione di visite specialistiche, si effettua ESCLUSIVAMENTE:

NON SONO DISPONIBILI ALTRE MODALITA' DI PRENOTAZIONE DELLE VISITE SPECIALISTICHE: le e-mail inviate agli indirizzi di posta elettronica degli specialisti riguardanti richieste di visite, ancorché urgenti, referti di indagini diagnostiche, consigli medici, ecc. NON VERRANNO IN ALCUN MODO PRESE IN CONSIDERAZIONE.

Contatti

Coordinatrice Infermieristica
Dott.ssa Alessia Saggiorato
Guardiola Infermieri
0541 966217; 0541 966221
Ambulatorio Pre-ospedalizzazione
0541 966301; 0541 966250
Studi Medici
0541 966381; 0541 966382
Informazioni
0541 966390 da lun a ven dalle ore 8.00 alle 11.00
0541 966301 Ambulatorio Pre ospedalizzazione
0541 966221 Guardiola Infermieri

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Via Beethoven, 1 47841 Cattolica
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Linea 134. Verificate fermate, orari e tariffe sul sito di Start Romagna

Staff

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Attualmente l’UO di Chirurgia della Spalle e del Gomito si compone dei seguenti medici:

Ingresso studi medici

Ambulatorio chirurgia ortopedica della spalla di Cattolica

56492/00608/3164957
7/Ambulatorio
Aggiornato il

Informazioni e orari

La prenotazione di visite specialistiche, si effettua ESCLUSIVAMENTE:
Con prescrizione del proprio Medico di Medicina Generale, telefonicamente tramite CUPTel oppure recandosi ad uno degli sportelli CUP;
In libera professione: tel. 800 004488

NON SONO DISPONIBILI ALTRE MODALITA' DI PRENOTAZIONE DELLE VISITE SPECIALISTICHE

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0541 966270 lun ven 9.00 12.00

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Via Beethoven, 1 47841 Cattolica
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Linea 134. Verificate fermate, orari e tariffe sul sito di Start Romagna

Laboratorio di Biomeccanica di Cattolica

59751/59751/3167858
12/Servizio
Aggiornato il
Responsabile
dott. Giovanni Merolla

Contatti

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0541 966228

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Via Beethoven, 1 47841 Cattolica

 [Piano Terra]

Autobus
Linea 134. Verificate fermate, orari e tariffe sul sito di Start Romagna

Guide, documenti e moduli