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Articoli filtrati per data: Marzo 2022

Novità in arrivo per i familiari dei ricoverati in ospedale. Dal 10 marzo potranno tornare a far visita nei reparti non Covid per almeno 45 minuti al giorno, purché in possesso di green pass rafforzato o semplice se accompagnato da certificazione che attesti l'esito negativo del test antigenico rapido o molecolare eseguito nelle 48 ore precedenti.

Lo prevede la legge 11/2022 e la Regione Emilia-Romagna ne recepisce i contenuti.

“Questa novità contenuta nella legge – sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – segna un passo verso il ritorno alla normalità. Questo non deve farci dimenticare quanto ancora sia necessaria la cautela delle nostre azioni, soprattutto nei confronti di chi è più fragile. Poter contare anche sulle visite dei familiari aiuta ad affrontare meglio il periodo della degenza e contribuisce ad umanizzare i percorsi ospedalieri”.

Come funzionerà l’accesso

In sintesi, tutti i visitatori e i caregiver dei pazienti ricoverati (a esclusione dei reparti Covid) e gli accompagnatori per poter accedere ai reparti ospedalieri dovranno esibire il green pass Covid-19 rilasciato sulla base delle seguenti modalità:

  1. a seguito della somministrazione della dose di richiamo (booster) successivo al ciclo vaccinale primario (Certificazione Verde COVID-19 rafforzata);
  2. a seguito del completamento del ciclo vaccinale primario o dell'avvenuta guarigione, unitamente a una certificazione che attesti l'esito negativo del test antigenico rapido o molecolare eseguito nelle 48 ore precedenti l'accesso.

Invece, è sempre consentito l’accesso ad accompagnatori e caregiver, anche se non vaccinati ma provvisti di semplice Certificazione Verde prodotta a seguito di test antigenico o molecolare, nel caso assistano under 12, persone con disabilità fisica, psichica o cognitiva che richiedono supporto, donne in fase di travaglio, parto e post-partumover 80persone allettate o in condizione di fine vita, in presenza di barriere linguistiche.

I pazienti che accedono al pronto soccorso saranno sempre sottoposti a test antigenico. Per gli accompagnatori è invece previsto il possesso del green pass Covid-19 (anche se ottenuto tramite test antigenico rapido nelle ultime 48 ore).

Accesso libero, invece, per gli utenti e i pazienti che accedono alla struttura per attività ambulatoriale o di ricovero a ciclo diurno. Viene eseguito un test antigenico o molecolare solo in caso di presenza di sintomi potenzialmente riconducibili a Covid-19 e prestazione non differibile.

In caso di ricovero ospedaliero programmato tutti i pazienti saranno sottoposti a test antigenico o molecolare.

Infinevengono mantenute in vigore le consuete precauzioni previste per limitare la diffusione dell’infezione Covid-19: misurazione della temperatura corporea, utilizzo della mascherina chirurgica, frizione delle mani con gel idroalcolico e mantenimento della distanza di almeno un metro da altre persone.

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Sottoscritto ieri da Prefettura, Provincia, Comune di Forlì, Comune di Cesena, Unione Rubicone e Mare, Procura della Repubblica di Forlì, Ausl Romagna, Ufficio scolastico provinciale e dipartimento di psicologia dell’Università di Bologna l'aggiornamento del protocollo di contrasto contro la violenza sulle donne. 

Il protocollo è stato siglato considerando che, " nelle città di Forlì e Cesena, sono presenti da molti anni servizi di primo ascolto e consulenza giuridica e che, con il supporto dell’ente di formazione TECHNE’, sono stati realizzati due percorsi formativi denominati “progetto DO.MINO”, che hanno portato alla costituzione, rispettivamente per i Comuni di Cesena e di Forlì, della Rete DO.MINO e della rete IRENE (soggetti interistituzionali di prevenzione, composti da Enti pubblici e Associazioni private che operano nel territorio per contrastare la violenza alle donne, con la finalità di incrementare informazioni, collaborazione e collegamento tra i servizi e con l’obiettivo primario di sciogliere i nodi operativi che impediscono interventi coordinati e condivisi sviluppando sinergie sia sul piano teorico formativo che su quello clinico operativo),  il Centro Donna del Comune di Forlì e del Comune di Cesena sono stati inseriti nell’elenco regionale dei centri antiviolenza come da DGR 586 del 23/04/2018, i Comuni di Forlì e di Cesena hanno inserito il Centro Donna nella mappatura del telefono nazionale 1522  e che si è costituito il “Gruppo interistituzionale sul tema della violenza di genere e violenza sui minori”, a cui partecipano rappresentanti di tutte le Istituzioni territoriali."

Tra gli impegni dei Comuni di Forlì e Cesena ci sono la promozione, sostegno e gestione delle politiche per le pari opportunità tra uomini e donne attraverso iniziative volte a favorire la cultura della non violenza, e in particolare il contrasto delle violenze intrafamiliari, su minori e donne.

Il protocollo ha durata di tre anni e sarà rinnovato per un ulteriore triennio.

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E’ stata inaugurata questa mattina la UO Prevenzione Oncologica sede  di Forlì, rinnovata grazie ad un intervento di ristrutturazione complessivo, durato circa un anno, che ha interessato sia opere murarie che di impiantistica, che, soprattutto, di miglioramento del comfort e dell’accoglienza, con un’attenzione particolare all’umanizzazione dell’ambiente.

L’evento ha visto la  partecipazione delle massime autorità istituzionali, l’Assessore alle politiche per la Salute della regione Emilia-Romagna Raffaele Donini, il Sindaco di Forlì Gianluca Zattini, il Direttore Generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori, il Direttore Sanitario Mattia Altini e il direttore del presidio ospedaliero di Forlì Paolo Masperi, insieme al Dott. Fabio Falcini, Direttore della Prevenzione Oncologica e alle Direzione infermieristiche e tecniche .

Collocato su una porzione del piano seminterrato del padiglione storico Vallisneri, il reparto di Prevenzione Oncologica del presidio ospedaliero di Forlì, è stato completamente rivisitato, con un progetto che ha interessato l’area dei locali dedicati alla diagnostica delle pazienti, inclusi i servizi di accoglienza, segreteria, studi medici e ambulatori, per un investimento di 600 mila euro più  Iva, ai quali si devono aggiungere ulteriori 16 mila Euro, per l’intervento di umanizzazione delle pareti e del soffitto, reso possibile grazie al sostegno di LILT ed ALIVE ed ulteriori 15 mila euro resi disponibili dallo IOR, per l’acquisto di nuove sedute per le sale d’attesa ed altri  arredi.

La nuova ambientazione, caratterizzata pareti con raffigurazioni di ampio respiro e soffitti con la riproduzione del cielo illuminato allo scopo di rendere l’ambiente luminoso e restituire profondità e respiro agli spazi, è stato pensato con la finalità di trasmettere un senso di benessere alle pazienti che accedono alla struttura.

L’Unità Operativa è il cuore delle attività di diagnosi precoce per la prevenzione del tumore al seno; i controlli a cui le donne sono sottoposte possono essere talora invasivi dal punto di vista fisico, ma non si può prescindere, oggi, dall’avere anche uno sguardo empatico sull’impatto emotivo che questi esami e visite hanno sulle pazienti.

“Un po’ come nell’Inferno  dantesco – afferma il direttore Dott. Fabio Falcini, che dirige anche il Dipartimento oncologico della Romagna  - la donna entra nel reparto con un carico emotivo di preoccupazioni e per questo abbiamo pensato al progetto di umanizzazione pittorica degli ambienti, proprio con l'intento di rendere accogliente e confortevole un luogo che notoriamente è connotato da timori e sofferenze. Il progetto di ristrutturazione degli spazi in chiave umanistica nasce esattamente da questa idea: creare un ambiente che possa alleggerire lo stato d’animo e insieme alla presenza dei volontari Virgilio, accompagnare la donna nel suo cammino di prevenzione e cura.

A tal proposito, insieme alle associazioni di volontariato LILT e IOR, da sempre vicine ai malati oncologici del territorio e l’associazione ALIVE, un’associazione fondata da donne, particolarmente sensibile alle necessità dell’Ospedale Pierantoni-Morgagni di Forlì, è stato possibile realizzare questo progetto di rinnovamento. Mare cristallino, palme selvagge e orizzonti esotici caratterizzano le pareti della struttura, mentre sul soffitto sono stati applicati pannelli retroilluminati a tutto cielo che regalano la sensazione di quiete e di immediato sollievo. Un altro agente rinfrancante è la presenza della musica di sottofondo in filodiffusione nei luoghi di attesa.

Crediamo in una nuova visione di sanità, fatta di persone che curano persone, con la volontà di abbattere le distanze tra medico e paziente, e rendere anche gli ambienti ospedalieri sempre meno asettici e più abitabili. Gli effetti di questo “nuovo reparto a misura di donna” - che dopo due anni di sospensione dovuta alla pandemia, non a caso abbiamo deciso di inaugurare proprio oggi, 8 marzo - li riscontriamo quotidianamente nei commenti positivi delle pazienti al nostro personale e ai volontari, fortunatamente oggi i vecchi locali formali e inespressivi sono solo un ricordo".

“Umanizzare  i luoghi di diagnosi e di cura significa aprirsi alla parte emotiva dei pazienti- dichiara Raffaele Donini, Assessore regionale  alle Politiche per la salute -  avere cura del loro stato d'animo, un modo concreto e importante per rendere meno traumatico un percorso che può rivelarsi carico di sofferenza. La prevenzione oncologica è da anni riconosciuta come un momento determinante della lotta al tumore e questa regione ne ha fatto un tratto distintivo dell’impegno profuso per raggiungere i buoni risultati di sopravvivenza che oggi possiamo vantare a livello nazionale.  

La modalità con cui si è andati alla ristrutturazione della Prevenzione Oncologica del presidio ospedaliero di Forlì è un segno di attenzione reale, tangibile verso le donne - che di questo centro sono le principali utenti, e che oggi, proprio in occasione della Festa della Donna, trovano in questo luogo un ambiente in cui si viene accolti con sensibilità. E' un intervento che ha potuto contare su un investimento pubblico molto importante in termini finanziari, perché per noi la prevenzione è la più importante arma a disposizione e va sostenuta con il massimo impegno. Vorrei infine ringraziare Lilt, Alive  APS e l'Istituto Oncologico Romagnolo per il loro contributo, un segno evidente del senso di comunità, di appoggio e sostegno. 

“ Sono molto soddisfatto – asserisce  il direttore sanitario dell’Azienda Mattia Altini,  per il risultato raggiunto oggi, che deve rappresentare non un punto di arrivo, quanto piuttosto l’avvio di un percorso sulla strada dell’umanizzazione degli ambienti di cura come elemento essenziale della medicina che pone al centro la persona, secondo la logica incentrata su concreti risultati di salute per il paziente. Questo principio assume ancora più valore se in un ambito delicato come quello oncologico, ci affiancano anche le associazioni dei pazienti, contribuendo al raggiungimento di un risultato connotato da solidarietà e grande senso della comunità”. 

La direzione generale si unisce al  ringraziamento alle Associazioni che hanno contribuito all’iniziativa, per il sostegno che hanno voluto assicurare con questa significativa donazione alla sanità romagnola, in un momento ancora difficile, in cui è particolarmente importante avere attestazioni concrete di fiducia, solidarietà e vicinanza, fondamentali per la migliore risposta che l’intero sistema sanitario pubblico è chiamato a dare”. 

Unanime la soddisfazione delle associazioni di volontariato presenti e coinvolte nel contributo alla realizzazione del restyling.

“In questo momento provo ammirazione ed orgoglio – afferma Sandra Montalti, presidente LILT –  Ammirazione per medici ed infermieri che hanno voluto offrire questo luogo di cura alle donne che si servono di questo servizio. Un luogo bello è un luogo dove le donne possono vivere meglio un percorso così carico di attesa. Provo orgoglio, infine, per il contributo dato dalla mia Associazione a questo progetto.”

“Siamo orgogliose di essere qui per questa iniziativa così importante – aggiunge Federica Poggi, presidente Alive – soprattutto perché è un progetto rivolto esclusivamente alle donne”.

“ Mi sembra importante segnalare in questa occasione due parole, che ci stanno particolarmente a cuore come associazione:  cura e bellezza – sottolinea invece il direttore generale dello IOR – La parola cura, che esprime benissimo tutta l’attività svolta da sanitari e volontari e la parola bellezza, perché i luoghi di cura devono essere belli.”

“Penso che questa mattina vada davvero dedicata alla figura del prof. Dino Amadori – ha concluso Gianluca Zattini, il Sindaco di Forlì – per tutti i valori che ha saputo trasmettere con la sua presenza rassicurante ed innovativa. I cittadini forlivesi devono essere davvero contenti ed orgogliosi di questa comunità che li rappresenta.”.

Intervista a Donini e Falcini su Forlitoday

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Le apnee ostruttive in età pediatrica saranno il tema del congresso organizzato il 12 marzo 2022 dal dott. Andrea De Vito, direttore dell’U.O. Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Ravenna.

All’evento, saranno collegati in video conferenza il prof. Venkata Koka di Parigi e il prof. Umakanth Katwa, direttore di Pneumologia pediatrica dell’Ospedale pediatrico di Boston.

I due illustri relatori svolgeranno lezioni sulla fisiopatologia, diagnosi e terapia delle apnee ostruttive in età pediatrica, sempre più frequenti nella pratica clinica e divenute l’indicazione principale per l’esecuzione dell’intervento di adeno-tonsillectomia.

"La ipertrofia adenotonsillare, spiega il dott. Andrea De Vito, rappresenta infatti la causa più frequente di queste apnee, ostruendo durante il sonno, la normale respirazione dei bambini”.

Anche il dott. Federico Marchetti, direttore dell’Unità Operativa di Pediatria di Ravenna, parteciperà all’evento in qualità di relatore, per parlare della collaborazione già avviata a Ravenna fra l’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria e la Pediatria che ha portato all’attivazione di un ambulatorio condiviso, per lo studio dei bambini apnoici.

Questa iniziativa precede il Congresso mondiale di Medicina del sonno, che si svolgerà a Roma, all’interno del quale il dott. De Vito sarà relatore in merito al ruolo dell’endoscopia in sedazione nei pazienti pediatrici affetti da sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

“E’ infatti possibile, commenta il dott. De Vito, eseguire l’osservazione delle vie respiratorie mentre il paziente dorme e capire meglio se e dove sono presenti dei siti ostruttivi. Questa metodica endoscopica si applica infatti principalmente nei bambini con sindrome delle apnee ostruttive del sonno, ma che non mostrano un quadro di ipertofia delle tonsille e delle adenoidi, o nei bambini in cui l’intervento non ha risolto il problema”.

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Il Pronto Soccorso dell'Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna è una struttura progettata agli inizi degli anni 2000, che aveva a riferimento un numero di accessi significativamente inferiore; vi è stato negli anni un incremento percentuale degli accessi pari a circa il 20% rispetto all’inizio degli anni 2000 (oltre 20.000 accessi/anno in più), sin ad arrivare a quelli attuali che sono circa 100.000 all’anno.

Inoltre, le caratteristiche dei pazienti che vi accedono sono mutate nel corso degli ultimi decenni: agli inizi degli anni 2000 gli accessi erano caratterizzati infatti prevalentemente da eventi acuti, traumatologici; oggi siamo di fronte a un progressivo invecchiamento della popolazione che si caratterizza per la cronicità, fragilità sociosanitaria e polipatologia, che comporta tempi di processazione del caso più lunghi, oltre che una maggiore complessità assistenziale e che oggi rende il PS meno responsivo in termini strutturali e organizzativi.

A tale situazione si è aggiunto l’effetto dirompente della pandemia: durante l’emergenza sanitaria, infatti, l’assetto della Medicina d’Emergenza-Urgenza si è molto modificato, avendo dovuto gestire malati critici infettivi, continuare a garantire cure a persone non infette ed evitare, per quanto possibile, contaminazioni.

Da allora si è proceduto tramite:

  • Interventi tesi ad aumentare la capacità recettiva e la sicurezza dei percorsi del PS.
  • Riorganizzazione degli spazi interni: alcuni ambulatori e studi sono stati prontamente ristrutturati al fine di rendere più razionali i percorsi e migliorare, per quanto possibile, il comfort dei pazienti in attesa (costruzione di un pre-triage all'ingresso del PS e una separazione dell'area di triage al fine di dividere i percorsi di accesso dei pazienti a basso e a medio/alto rischio; implementazione di due ambulatori aggiuntivi nell'area a basso rischio e allestimento di un ambulatorio per le evoluzioni a codice giallo; realizzazione di un doppio accesso all’ambiente OBI alternativamente da parte di entrambe le aree a basso e medio/alto rischio al fine di fornire flessibilità in base alle esigenze del momento).
  • Importanti lavori di ristrutturazione presso l’Ex Rianimazione e l’Ex OBI (prossimi al PS), che hanno ampliato di circa 800 mq lo spazio a disposizione dei pazienti in attesa di ricovero da Pronto Soccorso, con un aumento di 24 posti letto di Admission and Discharge Room, e la possibilità di utilizzare un box di isolamento con pressione negativa.

L’attivazione di questi spazi ha migliorato i tempi di boarding e sepimentato i percorsi in ospedale, riducendo sia i tempi di ricovero, sia il numero di pazienti presenti all’interno degli spazi del PS, specie in open space.

Gli interventi attuati nel breve termine hanno rappresentato tuttavia soluzioni compensative che non sono pienamente sufficienti per fornire risposte adeguate alle gravi criticità esposte. Dal punto di vista strutturale, occorre infatti sottolineare che l'analisi approfondita tecnicofunzionale dei flussi e degli accessi, unitamente alle specificità di cui tener conto per affrontare le emergenze epidemiche o pandemiche (che ci si aspetta essere ricorrenti ogni 5-10 anni da indicazioni del Ministero della Salute) hanno evidenziato la necessità di ampliare il numero delle postazioni dell'area a media complessità e dei posti letto di OBI, nonché le aree di attesa. Risulta inoltre cogente prevedere una conformazione strutturale tale per cui sia possibile articolare i percorsi, le aree di attesa e di visita in spazi separati e/o impiantisticamente separabili e di dimensioni congrue alle necessità, nell'ottica di dare risposte adeguate ai pazienti con diversi livelli.

Il nuovo Pronto Soccorso quindi presenterà tre principali flussi: uno dedicato al percorso COVID (o comunque percorso infettivi) o da utilizzare quale polmone per i periodi dei picchi a cui è storicamente e periodicamente soggetto il pronto soccorso di Ravenna (stagionalità, influenza etc..), uno alla media e all’alta intensità e uno alla bassa intensità e fast-track ortopedico. Infine, si è ritenuto necessario prevedere di ricavare anche una zona dedicata alla diagnostica per la sola attività del PS, essendo oggi presente solo una piccola sala di radiologia.

Il progetto prevede un ampliamento di circa 800 m², da realizzarsi, data la conformazione dell'edificio, attraverso una nuova costruzione in cui collocare l'area della media complessità (ove sono stai ricavati anche due box isolati) nonché di un’area da dedicare esclusivamente a pazienti covid, ricavandovi ulteriori due box isolati (entrambe tali aree erano necessitanti in modo rilevante di maggiori postazioni e dunque maggior superficie rispetto all'attuale situazione), per complessivi 32 posti, contro i 14 posti oggi disponibili; la riconversione dell'attuale camera calda di circa 500 m² da dedicare alle aree di attesa e triage separate per percorsi ad alto rischio infettivo e percorsi "puliti" e l’area ambulatoriale a bassa intensità, ove è previsto anche l’ambulatorio da dedicare anche all’integrazione territoriale; la modifica essenzialmente impiantistica dell'area di circa 400 m² ove attualmente sono collocati i codici gialli - al fine di prevedervi l'area OBI che passa da 8 posti letto a 12 posti letto secondo le indicazioni regionali, mantenendo un box isolato - e infine prevede la conseguente rivisitazione del layout delle restanti aree del PS per complessivi 1400 m², che saranno dedicate all’area dell’alta intensità (l’area codici rossi può ospitare fino a 4 pazienti), alla Radiologia di emergenza (radiologia tradizionale, TAC e sala ecografica), al Fast Track ortopedico che sarà dotato di un ambulatorio chirurgico e alla zona riservata al personale e ai locali di supporto oltre che quelli, più riservati, per pazienti soggetti a violenza, piuttosto che per pazienti agonici); infine sarà realizzata una nuova camera calda di circa 240 m².

Il progetto prevede anche un intervento al piano seminterrato, dove si prevede di collocare lo spazio per le barelle oltre che i locali tecnici e dove è in previsione il progetto di dedicare una zona allo spogliatoio del personale; tale piano seminterrato sarà collegato mediante un ascensore che nello sviluppo futuro rappresenterà anche il collegamento con i piani soprastanti. Il progetto complessivo infatti contempla anche la possibilità di prevedere una sopraelevazione della vecchia camera calda per tre livelli, prevedendo un ampliamento del blocco operatorio con due sale, una da dedicare all’infetto e una di tipo ibrido e un ampliamento della terapia intensiva per ulteriori 8 posti letto.

Il nuovo assetto vede dunque le seguenti dotazioni:

  • area di accoglienza dedicata con monitor
  • area bassa intensità posizionata in adiacenza all’ingresso e sperata dunque dal resto dell’attività, dotata di tre ambulatori, di cui uno dedicato alla pediatria, area attesa barellati dedicata oltre che ambulatorio per piccola chirurgia;
  • aumento significativo dei posti dedicata alla media complessità (da 14 si passa a 32)
  • area infetti dedicata
  • alta flessibilità funzionale e impiantistica che permette un uso progressivo delle aree anche in prospettiva di eventi infettivi
  • area diagnostica dedicata che oltre a ridurre i tempi di attesa evita i flussi dei percorsi verso la radiologia
  • aumento area codici rossi (da 3 a 4 )
  • area di lavoro del personale dedicata e riservata

I lavori avranno inizio entro il mese di marzo e si protrarranno fino a luglio 2024, prevedendo 4 macrofasi di intervento, la principale si concluderà in settembre 2023 con il completamento dell’ampliamento che permetterà a sua volta l’esecuzione dei lavori anche all’interno dell’attuale PS.

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 LA RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE NELLA PATOLOGIA ONCOLOGICA RINO-OROFARINGEA E DEL CAVO ORALE: NOZIONI SULLA METODICA E PRATICA CLINICA

SABATO 26 MARZO 2022

DALLE ORE 9 ALLE ORE 13

OSPEDALE MORGAGNI PIERANTONI

SALA PIERATELLI 

Programma

9-9.15 SALUTI ED INTRODUZIONE AL CORSO PROF. CLAUDIO VICINI, ORL, FORLÌ

DR. GIOVANNI CAMMAROTO, ORL, FORLÌ, DELEGATO REGIONALE GOS

9.15-9.45 FOCUS SULLA METODICA: VANTAGGI E ASPETTI RILEVANTI NELLA PATOLOGIA ONCOLOGICA CERVICALE SOVRAIOIDEA DR. VINCENZO MAIOLO, RADIOLOGIA, BOLOGNA

10-10.30 RMN NELLA PATOLOGIA DEL CAVO ORALE DR. MATTEO FERMI, ORL, BOLOGNA, DIRETTIVO GOS

10.45-11 COFFEE BREAK

11-11.30 RMN NELLA PATOLOGIA DELL’OROFARINGE DR. GIUSEPPE MECCARIELLO, ORL, FORLÌ

11.45-12.15 RMN NELLA PATOLOGIA DEL RINOFARINGE DR. MARCO BONALI, ORL, MODENA, DIRETTIVO GOS

12.30-13 CASI CLINICI DR. MICHAEL GHIRELLI, ORL, RIMINI, VICE-DELEGATO REGIONALE GOS

(In allegato il programma )

CHE COS’È IL GOS

Il gruppo Giovani Otorinolaringoiatri SIOeChCF (GOS) nasce con l’intento di aggregare tutti i giovani soci under 40 (o con meno di dieci anni di pratica professionale dal conseguimento del titolo di specialità) e promuovere la formazione, il network , la ricerca scientifica e il senso di appartenenza e di identità al fine di concretizzare le idee, le proposte e le esigenze dei giovani otorinolaringoiatri.

 

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Un nuovo importante gesto di solidarietà nei confronti dell’Azienda Usl della Romagna, in questo particolare periodo per la sanità pubblica e per l'intera comunità, arriva ai Presidi Opesdalieri di Ravenna e Lugo, con donazione di ausili altamente tecnologici, all’Unità operativa di Medicina Riabilitativa diretta dalla Dott. Cinzia Lotta.

Grazie al contributo della BCC è stato possibile dotare il reparto di riabilitazione intensiva di otto carrozzine pieghevoli, leggere con schienale tensionabile, ma soprattutto dotate di una struttura modificabile e regolabile in funzione delle esigenze del paziente affetto da disabilità.

Sono stati inoltre donati tre elettrostimolatori, che saranno collocati nelle tre sedi di Ravenna, Faenza e Lugo, indispensabili nel trattamento riabilitativo dopo somministrazione di tossina botulinica nella spasticità, in pazienti in esito di ictus.

"Queste attrezzature - afferma la dott.ssa Lotta - ci consentono di trattare un numero maggiore di pazienti afferenti all’ambulatorio di secondo livello della spasticità e gli ausili donati al reparto contribuiscono a migliorare la qualità dell’assistenza e a favorire la ripresa funzionale dei pazienti ricoverati."

"Tale contributo - ha sottolineato il presidente del comitato locale di Ravenna Dr. Giuseppe Benini - testimonia l'impegno del nostro istituto ad essere una banca di prossimità.
È opportuno stringere sempre più forte i nodi della rete di collaborazione fra tutti i soggetti pubblici e privati che operano nel nostro territorio.
Dobbiamo assumere e condividere insieme l'impegno alla tutela della comunità in un ottica di sostenibilità sociale, in un momento in cui emerge sempre più evidente la necessita di un rafforzamento della medicina territoriale."

­Anche la direzione dell’AUSL Romagna, tramite la Dott. ssa Francesca Bravi, ha espresso un ringraziamento alla banca per la generosa donazione, che conferma la sensibilità ed il sostegno alle attività sanitarie del comprensorio.

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Gli Ospedali ‘Santa Maria delle Croci’ di Ravenna e ‘Infermi’ di Rimini sono stati premiati da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, nel quadro della prima edizione del Bollino Azzurro (2022-2023), volta ad individuare i centri che garantiscono un approccio multiprofessionale e interdisciplinare dei percorsi diagnostici e terapeutici per le persone con tumore alla prostata. L’iniziativa è patrocinata da AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia ed Oncologia Clinica), CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri), Fondazione AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica), ROPI (Rete Oncologica Pazienti Italia) e SIUrO (Società Italiana di Uro-Oncologia), con il contributo incondizionato di Bayer. Si tratta del primo riconoscimento, tra quelli promossi da Fondazione Onda, che ha come oggetto la salute dell’uomo.

Il tumore alla prostata è, infatti, una tra le malattie più diffuse negli uomini: in Italia sono circa 564.000 le persone con una pregressa diagnosi di tumore della prostata, pari al 19 per cento dei casi di tumore nei maschi e ogni anno si contano circa 36.000 nuove diagnosi.

Tra gli scopi del Bollino Azzurro vi è quello di segnalare le strutture che favoriscono un approccio multidisciplinare nel trattamento di questa malattia, attraverso trattamenti personalizzati e innovativi e tramite la collaborazione tra diversi specialisti, quali urologo, radioterapista, oncologo medico, patologo, radiologo, medico nucleare, psicologo. Gli obiettivi: migliorare l’accessibilità ai servizi erogati dai centri, potenziare il livello di offerta terapeutica e diagnostica, migliorare la qualità della vita delle persone con tumore alla prostata e promuovere un’informazione consapevole tra la popolazione maschile sui centri in grado di garantire una migliore presa in carico del paziente.

Questa prima edizione del Bollino Azzurro, che ha visto la partecipazione di 155 strutture italiane, rinnova il nostro impegno nel coinvolgere sia la popolazione maschile che quella femminile sulle tematiche relative alla salute e in particolare sul tumore alla prostata”, ha affermato Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda. “I centri premiati costituiranno una rete di scambio di esperienze e di prassi virtuose e offriranno alla popolazione l’opportunità di essere correttamente informata attraverso campagne di comunicazione mirate e di fruire di servizi gratuiti in occasione di giornate dedicate, con l’obbiettivo di sensibilizzare e avvicinare a diagnosi e cure appropriate. Il riconoscimento del Bollino Azzurro rappresenta quindi un significativo punto di partenza per il potenziamento dei servizi in ottica multidisciplinare”.

Grande soddisfazione è stata espressa dal dott. Salvatore Voce, Direttore di Urologia e Stefano Tamberi, direttore Oncologia Ravenna: “da oltre un anno, l’ospedale di Ravenna, grazie alla condivisione del progetto tra l’Oncologia e l’Urologia ha avviato l’esperienza del team multidisciplinare uro-oncologico, quale momento di condivisione tra gli specialisti dedicati di tutti i casi di tumore di pertinenza genito-urinaria (prostata, rene, urotelio e vescica). Urologi, oncologi e radioterapisti, supportati dalla costante presenza in meeting del radiologo e dell’anatomo-patologo, discutono collegialmente i casi clinici, redigendo un referto comune, che fornirà al paziente una chiara e pertinente roadmap di quanto dovrà fare rispetto alla sua patologia oncologica, dalla presa in carico, al completamento dell’iter diagnostico più opportuno, fino alla decisione sulla terapia ritenuta più adeguata.Nell’ambito di tale collaborazione, il team multidisciplinare, a un anno esatto dalla sua formazione ufficiale, ha raggiunto oggi l’importante traguardo di un riconoscimento non scontato e assai prestigioso: il Bollino Blu, sigillo di qualità da riservare agli ospedali del SSN italiano nei quali sono soddisfatti gli standard qualitativi migliori per i pazienti affetti da tumore della prostata. Si tratta di un attestato estremamente importante, non tanto e non solo per il suo valore simbolico, ma quanto, e soprattutto, per il risvolto pratico che esso comporta. Il paziente afferente all’ospedale di Ravenna, da oggi insignito del Bollino Blu, potrà contare sulla consapevolezza di essere accolto e gestito in un centro di elevata qualità  uro-oncologica, dove ogni aspetto della sua patologia –dalla diagnosi, alla cura, passando per le possibili terapie mediche di nuova generazione, fino alle cure “sperimentali” per le forme tumorali più avanzate e scarsamente curabili- verrà preso in massima considerazione da un gruppo di esperti di patologia a ciò dedicati. A questo si aggiunge il percorso di sostegno psicologico per i problemi legati ai trattamenti sulla sfera sessuale.L’ottimizzazione delle cure non è mai scontata e banale,  ma sempre frutto di una costante messa punto delle conoscenze. E un team multidisciplinare dedicato alla patologia uro-oncologica, in un contesto ospedaliero pubblico finalmente riconosciuto come punto di riferimento per la sua area di competenza, è la migliore garanzia di professionalità che si possa oggi offrire ai nostri pazienti”.

"Il riconoscimento con il bollino azzurro per il nostro ospedale riguardo al lavoro congiunto di presa in carico del paziente con neoplasia prostatica – dichiarano il direttore dell’Urologia Francesco Montanari e  il direttore dell’Oncologia di Rimini dottor Davide Tassinari - è per tutti noi una grande soddisfazione. Tanti i  motivi: il vedersi riconosciuti i risultati di anni di lavoro svolto all'interno dei gruppi multidisciplinari, la evidenza di avere creato sul territorio riminese percorsi assistenziali di qualità, il ritrovare nella multidisciplinarietà lo stimolo per una sanità moderna ed aperta al futuro, la conferma di avere intrapreso la strada giusta per offrire al paziente le migliori opzioni assistenziali in tutte le fasi della sua malattia. Il lavoro è stato ed è un lavoro di squadra, e per questo il riconoscimento e la gratitudine va a tutti quelli che hanno contribuito affinchè si potesse arrivare a questo riconoscimento, che veramente rende tutti noi molto orgogliosi. Detto questo – aggiungano i due professionisti riminesi - dobbiamo guardare avanti, e pensare a quanto ancora migliorare in questo percorso, accettando le nuove sfide che saranno focalizzate sia su opzioni di cura sempre più precise e personalizzate, sia su di una sanità che sia quanto più possibile di prossimità e vicina ai bisogni delle persone nel loro territorio. Per cui sicuramente profonda soddisfazione per il riconoscimento al nostro lavoro, ma anche apertura verso le nuove sfide che rendano l'assistenza al paziente con neoplasia prostatica multidisciplinare, in linea con le migliori evidenze scientifiche di efficacia, di qualità e di prossimità."

Gli ospedali che hanno aderito all’iniziativa sono stati valutati da una commissione multidisciplinare di esperti istituita da Fondazione Onda, fra cui figurano i nomi di Giario Conti, Segretario SIURO, Orazio Caffo, Direttore oncologia medica, APSS Trento Presidio Ospedaliero S. Chiara e Rolando Maria D’Angelillo, Direttore U.O.C. Radioterapia del Dipartimento di Oncoematologia, Policlinico Tor Vergata di Roma.

La partecipazione all’iniziativa era aperta a tutti gli ospedali partendo da quelli del network Bollini Rosa di Fondazione Onda. La valutazione delle 155 strutture ospedaliere candidate e la conseguente assegnazione del Bollino Azzurro si sono basate sulla compilazione di un questionario di mappatura articolato su 10 domande, volte a misurare la qualità e la multidisciplinarità dei servizi. Tra queste, 5 fanno riferimento a requisiti definiti essenziali dalla commissione, ovvero: il numero medio di nuovi casi di tumore alla prostata trattati dalla struttura che deve essere superiore a 100, l’offerta di un approccio multidisciplinare per la gestione della malattia, il core team composto da urologo, oncologo medico e oncologo radioterapista, a cui devono aggiungersi anatomo patologo e specialista in diagnostica per immagini. Infine, risulta fondamentale la partecipazione a sessioni e programmi di aggiornamento in tema di tumore alla prostata. Sulla base di questi criteri, 94 strutture hanno ottenuto il riconoscimento.

Inoltre, 33 strutture sono state insignite di una menzione speciale, pur non avendo tutti i requisiti per l’ottenimento del Bollino Azzurro, in prospettiva di un miglioramento futuro del percorso multidisciplinare nel trattamento del tumore alla prostata. Tra queste ci sono anche gli ospedali di Faenza e Forlì.

 

 

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Venerdì, 04 Marzo 2022 21:10

Sciopero 8 marzo

L'Azienda USL della Romagna informa tutta la cittadinanza dello sciopero generale nazionale riguardante tutti i settori pubblici, privati e cooperativi indetto dalle Associazioni Sindacali COBAS, SLAI COBAS per il Sindacato di Classe, USB, USB Pubblico Impiego, USB Lavoro Privato, CUB, USI, COBAS Sanità Università e Ricerca, SGB, SI-COBAS e CUB Sanità per l’intera giornata dell’8 marzo 2022.

Nelle giornate dello sciopero saranno assicurati i servizi pubblici essenziali attraverso l’erogazione delle prestazioni indispensabili non dilazionabili nel rispetto della vigente normativa.

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L’Emilia-Romagna è pronta a garantire l’accoglienza di profughi dall’Ucraina.

Da un lato attraverso la rete nazionale dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e del Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) che il Governo sta attivando nei territori, gestita dalle Prefetture (5mila posti Cas e 3mila Sai a livello nazionale) d’intesa con gli Enti Locali; dall’altro garantendo tutti i posti che dovessero rendersi necessari attraverso un proprio piano, definito dall’Agenzia regionale di Protezione civile. Inoltre, l’Emilia-Romagna ha già inviato al Dipartimento nazionale di Protezione civile l’elenco dei presidi sanitari richiesti, disponibili qualora richiesti.

Intanto, la Giunta regionale ha deciso di avviare una raccolta fondi rivolta ai cittadini dell’Emilia-Romagna.

Chiunque potrà versare – indicando con chiarezza la causale “EMERGENZA UCRAINA” - al seguente Iban: IT69G0200802435000104428964. Dall’estero, codice Bic Swift: UNCRITM1BA2

Il conto corrente è intestato all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna.

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