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Articoli filtrati per data: Aprile 2020

Appresa la notizia del decesso del dottor Maurizio Bertaccini si rilasciano le seguenti dichiarazioni. “E’ con grande dolore che abbiamo appreso della scomparsa del collega Maurizio Bertaccini. Questa tragedia collettiva, di cui tutti stiamo vivendo più o meno intensamente le conseguenze – dichiarano il direttore generale dell’Ausl dottor Marcello Tonini e la dottoressa Antonella Dappozzo, direttore del Programma Cure primarie dell’Ausl Romagna, anche a nome dei colleghi dell’unità operativa di Rimini - diventa ancora più drammatica quando ad essere colpito è un medico, una persona che ha dedicato la sua vita alla cura dei pazienti, e un amico, oltre che collega, con cui hai condiviso anni di professione, di crescita, di vita insieme. Esprimiamo dunque i più vivi sentimenti di cordoglio e di vicinanza alla famiglia, agli amici e a tutti i colleghi che hanno conosciuto il dottor Bertaccini apprezzandolo come medico e come uomo”.

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..."Le misure adottate nell'ambito di questa emergenza, prevedono un uso continuo delle mascherine, in tutti i contesti della vita quotidiana, dal supermercato, alle visite mediche, alla posta, etc. Si prevede che tale condizione perdurerà per molti mesi e diventerà, forse, una misura permanente a cui abituarsi.

Vi renderete conto di quanto questa circostanza incida sulla vita di una persona sorda: l’utilizzo della mascherina impedisce la lettura labiale, la visione del viso e delle espressioni, con conseguente mancanza di comprensione tra interlocutore sordo e interlocutore udente. Le persone sorde risulteranno sempre più emarginate dal contesto sociale e la circostanza, in questo preciso momento emergenziale, può anche causare pericoli per l’incolumità e la sicurezza della persona. ...Riteniamo opportuno far capire all'esterno che ogni persona sorda è diversa dall'altra: le persone sorde comunicano con strumenti diversi, non tutti i sordi sono oralisti, e nemmeno tutti conoscono la Lingua Italiana dei Segni (LIS). Occorre dare, quindi, tutte le indicazioni per una giusta comunicazione con una persona sorda: il labiale, la LIS, le espressioni, il movimento corporeo, la sottotitolazione, la scrittura.

E’, quindi, nostro dovere sensibilizzare più persone possibili sull’argomento e illustrare quelli che sono gli accorgimenti necessari per comunicare con una persona sorda, in questa particolare situazione.

Abbiano, dunque, pensato di presentarVi un volantino, con indicazioni semplici, utili per chiunque, che tiene conto di TUTTE le tipologie di sordità, senza alcuna discriminazione.

I consigli da noi evidenziati nel volantino si riassumono principalmente in 3 parti:

1. Abbiamo bisogno di leggere le labbra per comprendere (con la mascherina è impossibile);

2. Se non è possibile allontanarsi e abbassare la mascherina, chiediamo di SCRIVERE su un foglio o su supporti di messaggistica istantanea, Speech to Text ecc.;

3. Nel caso di persone sorde che comunicano attraverso la LIS e che necessitano di informazioni importanti e urgenti, il Consiglio regionale ENS Emilia Romagna fornisce numeri telefonici di INTERPRETI LIS contattabili tramite videochiamata (suddivisi in 3 macro-aree regionali), a supporto della comunicazione tra persona sorda e personale sanitario, assistenziale (ospedale, ambulanze, Croce Rossa) e delle Forze dell’Ordine, Carabinieri. "

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Anche i pazienti affetti da dolore cronico, in carico all'unità operativa di "Terapia antalgica" di Ravenna, diretta dal dottor Massimo Innamorato, devono limitare alle urgenze il loro accesso al servizio, a causa della situazione legata al Coronavirus. Il dottor Innamorato ha allora attivato una linea telefonica dedicata, in modo che possano confrontarsi, per quanto possibile in tempo reale, coi "loro" medici, in caso di bisogno. "Non vogliamo lasciare soli i notri pazienti - spiega il dottor Innamorato -, per cui abbiamo appronato un servizio di consulenza telefonica, che sarà svolta dai medici del servizio, dedicata a tutti i pazienti con dolore cronico che sono in carico a noi". I professionisti invitano dunque i pazienti a contattare telefonicamente il numero telefonico 3395360776, appositamente attivato e contattabile dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13.

"Vogliamo che i nostri pazienti non si sentano esclusi dalla comunicazione e dal supporto con cui i terapisti del dolore li seguono sempre costantemente; è indispensabile compiere uno sforzo comune tutti insieme, pazienti, medici, operatori sanitari in generale per non lasciare soli i pazienti con dolore - conclude il direttore; e con l'occasione - saluto con un abbraccio affettuoso i nostri pazienti augurando a tutti loro una serena Pasqua, e li invito a tenere duro ad avvalersi di quello che la rete del dolore dell’Ausl Romagna può mettere a disposizione".

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A nome della direzione dell'Azienda USL e di medici e operatori sanitari, un sentito ringraziamento alla Cassa di Ravenna e a tutti coloro che contribuiranno alla raccolta fondi e per l'encomiabile gesto di solidarietà a sostegno della sanità pubblica locale in un momento di grave difficoltà ed emergenza sanitaria per tutti noi.

https://www.lacassa.com/ita/EMERGENZA-COVID-19/Raccolta-Fondi-ASL-Romagna

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La dottoressa Silvia Mambelli, direttrice del servizio infermieristico dell'Ausl Romagna, è stata scelta per testimoniare, in una conference call, gli operatori italiani nell'emergenza sanitaria COVID.Alla videoconferenza hanno partecipato rappresentanti sanitari di nazioni europee ed asiatiche, che hanno raccontato l'esperienza dei loro Paesi nell'affrontare l'emergenza sanitaria mondiale del Coronavirus.

"Nonostante oltre quarant' anni di esperienza, trascorsi in vari ruoli di assistenza sanitaria - ha spiegato la dottoressa Mambelli, in collegamento con esperti di tutto il mondo -  nulla avrebbe potuto davvero prepararmi per l'emergenza COVID-19 di oggi...Il lavoro che facevo poco più di un mese fa sembra appartenere ad un'altra vita. Invece di lavorare per obiettivi a lungo termine, ora devo concentrarmi sul qui ed ora, rispondendo a bisogni urgenti a cui dobbiamo adattarci rapidamente. La prima sfida è stata la riorganizzazione completa dell'infrastruttura sanitaria, in cui molte unità sono state riproposte per fornire servizi dedicati esclusivamente a COVID-19. Questo era necessario per contenere la diffusione del virus, garantendo al contempo servizi sanitari essenziali."

“La successiva priorità - prosegue - era assicurarsi che gli operatori sanitari avessero i dispositivi di protezione necessari: le giuste maschere, camici, guanti e occhiali. Il problema della carenza di dispositivi di protezione è stato una preoccupazione costante, ma in primo luogo era necessario affrontare la paura di essere infettati. Per questo motivo, fin dall'inizio, abbiamo organizzato un meticoloso addestramento sulla prevenzione delle infezioni, che ha contribuito a combattere la paura crescente tra gli operatori sanitari...."

"La collaborazione e il rispetto reciproco tra gli operatori sanitari oggi non ha precedenti - conclude -  Infermieri e medici combattono insieme questo virus. L'unione è indispensabile in questo momento, ma mostra anche la strada per il futuro.Vedo nell'attuale emergenza un'opportunità per realizzare un cambiamento. Dobbiamo attingere alle nostre competenze per identificare il modo migliore per andare avanti, poiché sono le persone che lavorano ogni giorno, ora,  nei reparti che possono insieme creare un sistema sanitario migliore. Non può esistere una società forte senza una forte assistenza sanitaria che passa prioritariamente da un efficace piano di prevenzione ".


Per scaricare l'intervista alla dottoressa Mambelli, clicca qui:http://www.euro.who.int/en/countries/italy/news/news/2020/4/silvia-mambelli-how-the-covid-crisis-is-uniting-the-italian-health-workforce

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L'Ostetricia - Ginecologia di Forlì, diretta dalla dottoressa Angela Bandini, visto il perdurare della situazione epidemica Covid-19 , ha modificato alcuni orari di accesso e attivato nuovi servizi per le sue pazienti.

"A partire da sabato 11 aprile - spiega Giuseppina Greco, coordinatrice ostetrica -  verranno attivati due numeri telefonici, dedicati alle donne gravide e alle puerpere, per rispondere a tutte le domande su gravidanza, allattamento,  cura del neonato e rassicurarle in questo momento particolare di emergenza.

 I numeri per  contattare le ostetriche saranno i seguenti: 0543/731226 dal lunedì al venerdì dalle h 12.00 alle h 14.00; 0543/731773 sabato e festivi dalle h 16.00 alle h 18. Presso l'UO Ostetricia e Ginecologia è stato istituito anche un percorso dedicato per le donne con caso sospetto o accertato di infezione da Covid con sala parto, sala operatoria, camere di degenze e ambulatorio attrezzati ed utilizzati solo per questi casi specifici. Ad oggi non abbiamo avuto donne positive al Covid, ma tutta l'equipe è pronta a fronteggiare un eventuale caso. Mamma e neonato vengono dimessi al compimento delle 48 ore di vita del neonato (se è nato entro le ore 20.00 o altrimenti alla mattina successiva), in modo tale da facilitare il rientro a casa il più possibile. Il papà o persona di riferimento della signora potrà essere presente durante il travaglio e parto fino alle due ore dopo la nascita (ad eccezione dei casi di donne positive al Covid).I medici dell’U.O. Ostetricia e Ginecologia sono disponibili per i colloqui telefonici con i parenti tutti i giorni dalle h 15.00 alle h 17.00 al seguente numero telefonico: 0543731772. "

 

All'ingresso del reparto di Ostetricia e Ginecologia, è stato allestito un punto di triage con operatore per controllare l'accesso di tutti gli utenti e gli operatori all'area di ricovero. Dalle ore 8 alle ore 14, un operatore misura, a tutte le persone in entrata, la temperatura corporea, la saturazione e la frequenza cardiaca ed effettua un'intervista epidemiologica.

Per quanto riguarda, infine, gli orari di visita è stato disposto una riduzione dell'orario di visita a 30 minuti al giorno per ogni signora ricoverata.

E' pertanto concesso l'ingresso di un solo visitatore come segue:

 

Dalle h 13:00 alle h 13:30 alle degenti dei letti:

n° 1 – 2 – 5 – 7 – 9 – 10 – 13 – 15 – 32 – 17 – 19 – 20 – 23

 

Dalle h 13:30 alle h 14:00 alle degenti dei letti:

n° 3 – 4 – 6 – 8 – 11 – 12 – 14 – 16 – 33 – 18 – 21 – 22 – 24

 

E' concessa la presenza di una accompagnatore per le donne in Sala Parto fino al rientro in camera di degenza.

 

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La Legatoria editoriale Berti ha donato oggi cinquantuno album fotografici per tutti i neonati dell'Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Forlì, diretta dalla dottoressa Angela Bandini.

"Sono stati donati ventitrè album azzurri per i neonati maschi e ventotto rosa per le femmine - spiega la coordinatrice ostetrica Giuseppina Greco - Un album fotografico per neonati è un regalo molto significativo. Perché? Perché, una volta cresciuto, il figlio potrebbe voler vedere i propri istanti, riviverli, perché non può “ricordarli” del tutto. Fotografare ogni istante e ogni momento è importante, perché ogni giorno è unico e irripetibile nella loro storia. Dal momento del loro arrivo, la crescita di un neonato è molto veloce: nel giro di pochi mesi, si cominciano a vedere le somiglianze, e dopo arrivano le prime parole, i primi passi…Per questo ringraziamo di cuore la Legatoria per aver regalato alle famiglie questo bellissimo oggetto. "

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La fragilità delle persone affette da patologie oncologiche da un lato, molte delle quali soggette a immunodepressione quindi più predisposte ad essere colpite da infezioni e, dall’altro, il pericolo di contrarre il virus da parte del personale sanitario a causa della continua esposizione, hanno spinto l’Istituto Tumori della Romagna IRST IRCCS a promuovere, in collaborazione con altri importanti centri regionali, uno studio per definire ulteriori strumenti utili per la sorveglianza, la diagnosi e il controllo della patologia da Covid-19 nei soggetti più a rischio. Attraverso la ricerca denominata CORSA, si mirerà a studiare più approfonditamente le modalità di diagnosi del virus, fondamentali per contrastarne la diffusione, valutando il corretto impiego dei test molecolari e sierologici rapidi nei soggetti ad alto rischio.

CORSA si pone come obiettivo primario l’indagine epidemiologica della diffusione dell’infezione nella popolazione asintomatica; a questo scopo saranno complessivamente coinvolte, tramite colloquio medico e rilascio del consenso informato, circa 500 persone tra operatori sanitari IRST senza alcun sintomo ascrivibile all’infezione da SARS CoV-2, nota come sindrome Covid-19, e 50 pazienti oncologici in trattamento presso l’Istituto candidati a terapie immunosoppressive o a trapianto di midollo. La componente clinica onco-ematologica dell’Istituto in sinergia con la Direzione scientifica ha, infatti, evidenziato come siano maggiormente esposti a rischio infezione proprio queste categorie di pazienti oncologici, individuando in loro i candidati più idonei allo studio.

“La dinamicità e la capacità di declinare le proprie attività di ricerca sulle esigenze, anche improvvise, che la medicina deve affrontare, sono qualità da cui non può prescindere un Istituto che ha come mission la ricerca scientifica qual è l’Istituto Tumori della Romagna (IRST) Irccs – spiega il Prof. Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico IRST IRCCS -. Per questo motivo, mentre tutti gli studiosi del mondo sono al lavoro per profilare e combattere un nuovo nemico tanto pericoloso quanto sconosciuto come SARS-CoV-2 e la patologia da esso provocata (nota come Covid-19), anche IRST si unisce alla ricerca avviando uno studio per conoscere più approfonditamente il virus, mettendo in campo gli strumenti e le professionalità in essere.”

Condotto sotto la supervisione del Direttore Scientifico IRST IRCCS, Prof. Giovanni Martinelli e il supporto del Centro di Risorse Biologiche (CRB) di cui è referente la dr.ssa Valentina Ancarani, della Direzione Infermieristica e Tecnica diretta dalla dr.ssa Sandra Montalti e dell’Unità di Biostatistica IRST diretta dalla dr.ssa Oriana Nanni, lo studio si svilupperà in collaborazione con il Prof. Vittorio Sambri, Professore di Microbiologia – DIMES Università di Bologna e Direttore dell’Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina AUSL Romagna, il Prof. Pierluigi Viale, Professore ordinario di Malattie Infettive – Direttore del DIMEC Università di Bologna e dell’Unità di Malattie Infettive del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna e il Dr. Edoardo Carretto, Direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia dell'Arcispedale IRCCS Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

Le metodologie di indagine comprenderanno un semplice prelievo di sangue per la valutazione della risposta degli anticorpi verso SARS CoV-2 e l’esecuzione del test in RT-PCR su tampone rino-faringeo per valutare la presenza del virus; durante tutto il periodo dello studio, che durerà circa 6 mesi, i partecipanti verranno monitorati con cadenze stabilite per la rilevazione dei dati circa l’eventuale comparsa di sintomatologia compatibile con la malattia COVID-19, il decorso clinico e l’eventuale diagnosi confermata di presenza del virus SARS CoV-2.

Il prelievo di sangue sarà effettuato da personale IRST per determinare in circa 15 minuti, grazie all’impiego di test rapidi, la presenza di anticorpi che sveleranno ai ricercatori l’eventuale infezione da SARS CoV-2 in corso oppure la pregressa positività e il suo superamento. I risultati saranno poi confrontati con i dati virologici ottenuti su tamponi naso-faringei valutati dall’Unità Operativa di Microbiologia dell’AUSL Romagna diretta dal Prof. Vittorio Sambri. Inoltre il materiale raccolto potrà essere utile per identificare fattori genetici correlati all’infezione.

Questo studio è coerente e si integra con le indicazioni della Regione Emilia Romagna che prevedono l’effettuazione di indagini di laboratorio su tutti gli operatori sanitari in quanto maggiormente esposti al possibile contagio da SARS CoV-2 e che, contestualmente, potrebbero però non presentare sintomi: tale indagine viene condotta al fine di monitorare maggiormente e, conseguentemente, di migliorare la strategia per contenere la diffusione del virus.

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Venerdì, 10 Aprile 2020 12:04

Donati 400 "facciali" all'ospedale di Faenza

Importante donazione dell'Avis provinciale di Ravenna che, anche all'ospedale di Faenza, ha donato 400 facciali, che medici e personale sanitario indossano per prevenire il contagio da coronavirus. Da parte della direzione medica un sentito ringraziamento.

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La Kibo Management, che rappresenta in Italia gli interessi della giapponese Rohto PHARMACEUTICAL, ha donato oggi trecento prodotti idratanti agli operatori dell'emergenza dell'ospedale di Forlì .

Nel dramma umano del Coronavirus,  l'immagine dei volti di medici ed infermieri,  segnati da  lividi ed escoriazioni causati dalle mascherine, sono diventati un simbolo della lotta al virus.

 "È a Osaka, Giappone, all’inizio degli anni ’90, che nasce la linea Promedial nei laboratori di Rohto Pharmaceutical Co. Ltd - spiega Lorenzo Piemonti , amministratore unico della Kibo management -Fondata alla fine del XIX secolo, la Rhoto è fra le principali aziende farmaceutiche giapponesi e leader in dermocosmesi e oftalmologia. Rohto Pharmaceutical ha scelto l’Italia come prima nazione d’accesso in Europa, affidando in esclusiva la distribuzione della linea Promedial a Freia Farmaceutici, con l’obiettivo di portare anche da noi il concetto di salute e di vita sana della pelle secondo la tradizione giapponese."

"Abbiamo pensato di donare lozioni e maschere ad idratazione intensiva - spiega Piemonti -  per lenire i segni lasciati  sui volti dei sanitari, da maschere e visiere, dopo ore e ore di lavoro. Abbiamo voluto contribuire, con un piccolo gest,o per dare sollievo agli operatori della sanità che lottano per noi contro il virus. Maschere di bellezza per chi usa mascherine chirurgiche."

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