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Articoli filtrati per data: Maggio 2021

 

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra ogni anno il 31 maggio, il Servizio Dipendenze Patologiche di Forlì – Ambulatorio per la cura del tabagismo – ha promosso  oggi  l’iniziativa “Quattro passi per smettere di fumare”. Gli operatori dell’ équipe Tabagismo hanno allestito uno stand informativo nel cortile interno al Servizio e si sono resi disponibili, per tutta la mattinata, ad approfondire la tematica e promuovere l’iniziativa.L’attività proposta partiva con la provocazione di eliminare una sigaretta in cambio di un’azione sostitutiva che in questo caso si concretizzava con una passeggiata insieme ad un operatore al fine di mettere in discussione il proprio rapporto con la sostanza. L’evento ha riscosso grande entusiasmo da parte delle persone coinvolte, che hanno accolto la modalità dinamica di counselling ,  sottolineando gli aspetti di innovazione e di benessere che l’attività fisica e l’ascolto hanno rilasciato. Al termine della passeggiata, ad ognuno è stato consegnato un Kit contenente materiale informativo e strumenti per attuare azioni sostitutive (lettura di un libro, bicchiere d’acqua, caramella alla menta…). 

L’iniziativa è stata promossa in collaborazione con il Dipartimento di Sanità Pubblica  dell'Ausl Romagna . 

Il SerT di Forlì ha invece sempre attivo un servizio specificio, aperto tutto l'anno: l'ambulatorio per la cura del tabagismo. 

L’Ambulatorio per la cura del tabagismo  - Sert di Forlì 

L’Ambulatorio per la cura del tabagismo offre trattamenti personalizzati, concordati con il fumatore e prevede diversi percorsi: -incontri individuali in cui vengono fornite strategie comportamentali – terapia farmacologica – consulenza e sostegno psicologico.

La  valutazione avviene attraverso un colloquio di accoglienza, a cui seguirà una presa in carico multidisciplinare (medico, psicologo, educatore e assistente sociale) e la proposta di un percorso terapeutico che prevede una fase intensiva della durata di circa 3 mesi e ulteriori sedute effettuate periodicamente nell’arco di un anno. 

Le prestazioni sono gratuite e vengono erogate presso l’U.O.C. Dipendenze Patologiche di Forlì , via Orto del Fuoco, 10.  

Per informazioni e/o per fissare un appuntamento  si può contattare  0543 733475 dal lunedì al venerdì - 8,30-13,30 e il sabato - 9,00-12,00. 

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Brutte notizie dal fronte della prevenzione dei tumori. In occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco 2021, in programma per lunedì 31 maggio, il Team di Prevenzione dell’Istituto Oncologico Romagnolo ​all'interno del progetto Service Learning dell'Università degli Studi di Bologna ha sottoposto ad un campione di 2340 studenti di 18 scuole secondarie di secondo grado del territorio un sondaggio per indagare se e quanto le misure restrittive legate al contenimento dell’emergenza sanitaria da Covid-19 abbiano avuto ripercussioni sul consumo di sigarette dei ragazzi. Dai risultati si evince come circa il 42% degli adolescenti fumatori abbia visto peggiorare la propria dipendenza dalla nicotina: andando nello specifico delle province la percentuale si attesta sul 44% per Ravenna, sul 42% per Forlì-Cesena e sul 38% per Rimini. Al contrario, solo il 25% degli intervistati ha dichiarato di averne diminuito il consumo: 22% su Ravenna, 30% su Forlì-Cesena e 23% su Rimini.

 

Sebbene tendenzialmente chiusi in casa e costretti ad una convivenza maggiore coi genitori, i giovani che hanno sfruttato il lockdown come occasione per smettere di fumare sono pochissimi e si aggirano intorno al 5,5%. La percentuale di adolescenti romagnoli che dichiarano di consumare sigarette si attesta sul 13%: anche in questo caso è Ravenna ad avere il triste primato col 16%, seguita da Forlì-Cesena con il 12% e Rimini con l’11%. Per tutte e tre le province la fascia d’età in cui il vizio del fumo colpisce di più è quella che va tra i 17 e i 18 anni, quando il tabacco è abitudine praticamente di un giovane su due (48%). Le ragazze si confermano più tabagiste dei coetanei maschi, statistica in linea con i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che indicano come il tumore al polmone sia in crescita tra le donne: del campione intervistato dichiara di fumare il 16,5% delle ravennati, il 15% delle riminesi e il 13% delle studenti di Forlì-Cesena; percentuali che calano per gli adolescenti rispettivamente al 15%, 7% e 11%.

 

«Il sondaggio somministrato ai ragazzi dal nostro Team di Prevenzione fotografa una situazione allarmante – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – sapevamo come buona parte delle restrizioni imposte per il contenimento del contagio avessero avuto ripercussioni sulla socialità e sulla quotidianità degli adolescenti, ma fino ad ora non avevamo idea di come tali ripercussioni avessero conseguenze sulle loro scelte di salute. Da un lato qualitativo la nostra survey ha evidenziato come le emozioni principali provate dai giovani verso la didattica a distanza fossero di stress e frustazione: è lecito dunque pensare che l’aumento del consumo di tabacco tra gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado sia legato a questi stati d’animo. Col piano vaccinale speriamo che la situazione si normalizzi: tuttavia sappiamo come il vizio del fumo possa essere difficile da eradicare, dunque ci aspetta un lavoro impegnativo sul territorio per sensibilizzare le nuove generazioni sui rischi della sigaretta, un’attività che dal 1979 ci ha portato a organizzare laboratori di prevenzione insieme a circa 200.000 studenti romagnoli con la collaborazione della Azienda USL della Romagna. La cosa positiva è che le nuove generazioni si sono sempre dimostrate molto coinvolte sul tema: siamo sicuri che, una volta recuperati e riallacciati su base quotidiana quei legami fondamentali che la scuola è capace di creare, avremo di fronte ragazzi molto motivati e attenti alle dinamiche della lotta contro il cancro».

 

Da questo punto di vista anche nel 2021 l’Istituto Oncologico Romagnolo ha lanciato il concorso “Liberi di Scegliere”: dopo un laboratorio sul tema del fumo, quest’anno portato avanti prevalentemente a distanza, il Team di Prevenzione IOR ha chiesto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado di produrre degli elaborati per sensibilizzare i coetanei a non accendere la sigaretta. Il lavoro che verrà giudicato più meritevole diventerà manifesto di una campagna che avrà inizio proprio a partire dal 31 maggio, Giornata Mondiale Senza Tabacco. «L’obiettivo è quello di anticipare l’età in cui normalmente i ragazzi si approcciano alla prima sigaretta, affinché possano affrontare quel momento con maggiore consapevolezza e, auspicabilmente, rifiutare di accenderla», conclude Fabrizio Miserocchi.

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Inaugurata sabato 29 maggio alle ore 10 la palazzina della nuova Casa del Donatore. Torna alla città l'edificio che fin dal 1960 ha ospitato la sede dell'Avis nella rinnovata veste della Casa del Donatore.

Ospite d'eccezione, con la sua caratteristica simpatia, e' stato il comico Paolo Cevoli. Romagnolo doc, nato a Riccione è diventato famoso grazie a Zelig e alle sue "macchiette" romagnole. Il protagonista di esilaranti performance ci regalerà momenti di spensierata allegria durante l' inaugurazione della storica sede della Casa del Donatore.

"Oggi con la ristrutturazione di questa storica sede, sorta in memoria di Erio Casadei, oltre a dare degna ospitalità alle tre associazioni, abbiamo contribuito a riqualificare una bella zona della città, valorizzando ulteriormente l'aspetto che fa di Forlì una delle città dove il volontariato ha raggiunto altri livelli di quantità, sia di qualità" ha dichiarato il presidente Valdemaro Flamini.

La palazzina che si trova all'intersezione tra via Giacomo della Torre e via Lombardini di proprietà del Comune di Forlì, realizzata negli anni Sessanta, torna dunque alla città dopo circa un anno di lavori; il suo recupero, avvenuto in concomitanza con l'apertura del rinnovato Campostrino, ha cambiato il volto di questa parte di centro storico grazie a un intervento che coniuga pregio architettonico a funzionalità.

"La rinnovata Casa del Donatore fungerà da punto di riferimento per le associazioni che qui hanno sede, Avis, Aido e Admo"ha affermato il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini ‑ e sarà aperta alle esigenze civiche e di quartiere. La donazione ha un grande valore per la salute delle persone e delle comunità."

 

Un po' di storia

Avis nazionale nasce nel 1926, mentre la sezione locale fu costituita da un gruppo di quarantacinque volontari nel 1936, sotto la guida del fondatore e primo presidente prof. Ugo De Castro. A quei tempi la sede si trovava nel padiglione del reparto Maternità all'Ospedale Morgagni, la donazione si faceva ancora braccio a braccio, i donatori venivano chiamati al bisogno e posizionati accanto al paziente.

 

La storia di Avis Forlì è legata a stretto giro a quella della famiglia Casadei. Finita la guerra, alla metà degli anni Cinquanta una tragedia colpì i Casadei: il figlio Erio, giovane promessa del motociclismo forlivese, scomparve tragicamente e i suoi famigliari, titolari della concessionaria Moto Guzzi, sovvenzionarono la costruzione della palazzina affinché restasse un ricordo in memoria del giovane.

Nel 1958 fu frmato l'atto di donazione di un padiglione all'Ente Ospedaliero Gian Battista Morgagni, destinato ai servizi di Medicina trasfusionale e affidato all'Associazione dei donatori del sangue. In appena due anni la palazzina fu completata e nel 1960 venne inaugurata assieme al nuovo centro trasfusionale dotato

di spazi tecnici, uffici, sala consiglio e riunioni tra i meglio attrezzati d'Italia, con personale medico e paramedico. E' del 1966  l'inaugurazione della vetrata a chiusura dell'atrio coperto, prima vi era un portico, dono dell'Associazione Industriali di Forlì.

Tra il 2004 e il 2007 il Centro trasfusionale si sposta nella sede del Nuovo Ospedale Morgagni Pierantoni di Vecchiazzano e nella sede storica di via Giacomo della Torre vengono collocati gli uffici e la dirigenza Avis. Dal 2012 Avis comunale gestisce l'Unità di Raccolta Sangue per tutto il comprensorio forlivese.

Oggi Avis sezione di Forlì ha superato i 3.700 soci e ha contribuito alla nascita di Aido (Associazione italiana per la donazione di organi tessuti e cellule) e Admo (Associazione donatori di midollo osseo), che come Avis si occupano di una donazione di una parte del corpo.

 

Il restauro

La palazzina Avis è stata restaurata nell'arco di un anno, tra il 2019 e il 2020, grazie alla collaborazione tra Comune di Forlì e Avis Comunale e ha portato a completo rinnovo dal punto di vista energetico, con accessi idonei ai portatori di handicap.

Al piano rialzato è presente una moderna sala riunioni multimediale, qui trovano sede anche le associazioni Aido, Admo ed i gruppi sportivi affiliati ad Avis. Al piano superiore tutti i rinnovati uffici dell'Avis Comunale e Provinciale. L'edificio è a zero emissioni non avendo nessun generatore proprio ‑ ad eccezione della piccola pompa di calore per produzione acqua calda sanitaria ‑, il fabbisogno energetico è stato ridotto a un terzo di quello precedente, grazie all'allaccio alla centrale termica di quadrigenerazione dell'adiacente campus universitario. Sono state abbattute tutte le barriere architettoniche. L'edificio ospita un dipinto parietale ad opera del pittore romagnolo Maceo Casadei, un busto bronzeo commemorativo del pilota Erio Casadei ad opera dell'autore Ugo Savorana e un bassorilievo bronzeo commemorativo del prof. Mario Loreti ad opera dell'autore Roberto de Cupis.

Un accordo col Comune di Forlì, proprietario dell'immobile, prevede che Avis continuerà ad avere in concessione d'uso l'edificio per cinquant'anni.

 

L'Avis Forlì e l'arte

La schiera di amici dell'Avis annovera tanti artisti locali che a vario titolo hanno voluto contribuire ed esprimere il loro attaccamento all'associazione, creando e donando le loro opere, ormai parte integrante del panorama culturale cittadino.

 

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Presentati oggi a Cesena, nel corso di una conferenza stampa, cinque nuovi incarichi di direzione per la guida di altrettante strutture complesse che rivestono un ruolo chiave nell’ambito dell’organizzazione aziendale, sia sul fronte della medicina territoriale che sul versante clinico ospedaliero.

Si tratta del dottor Francesco Sintoni scelto a capo dei Distretti Cesena-Valle Savio e Rubicone, succedendo alla dottoressa Francesca Righi che è rientrata in forza al Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena, della dottoressa Nicoletta Bertozzi che ha assunto l’incarico di direttore dell’Unità Operativa Igiene Pubblica di Forlì e Cesena, del dottor Rino Biguzzi a cui è stata affidata la guida dell’Unità Operativa Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Cesena-Forlì e Officina Trasfusionale dell’Ausl della Romagna, del dottor Fausto Catena designato alla direzione dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’ospedale Bufalini e del dottor Michele Ziosi nominato direttore del reparto di Oculistica del nosocomio cesenate. Quattro di loro (Sintoni, Biguzzi, Bertozzi e Ziosi) provengono dall’organico dell’Azienda USL della Romagna, mentre il dottor Catena, già in servizio da un paio di settimane, arriva dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

“Oggi presentiamo una tappa importante di quel percorso di completamento della copertura di direzione di strutture complesse che ha interessato tutta l’Azienda USL della Romagna – ha sottolineato il direttore generale Tiziano Carradori. Questa nuove nomine rappresentano un investimento importante per il mantenimento e lo sviluppo delle caratteristiche di qualità che contraddistinguono l’ospedale Bufalini e l’attività sul territorio. Pur nelle loro differenze, tutte queste diverse discipline assumono una rilevanza fondamentale, l’ospedale è una comunità nella quale tutte le discipline, al di là degli orientamenti specifici, sono chiamate a integrarsi tra di loro e ad integrarsi anche con le funzioni territoriali”.

"Quando questa Direzione si è insediata in Romagna c'erano 54 strutture complesse non coperte – ha affermato il direttore sanitario Mattia Altini - Con grande impegno siamo riusciti ad istituire e a coprire, in pochi mesi, ben 30 di quelle strutture. E’ un risultato importante. Queste cinque nuove posizioni vanno a qualificare ulteriormente l’ospedale Bufalini e tutta Azienda."

“Queste unità operative – ha sottolineato il direttore del presidio Carlo Lusenti - hanno tutte caratteristiche specifiche che consolidano e danno prospettiva all’attività dell’ospedale Bufalini ma allo stesso tempo si integrano e costituiscono le maglie di una rete più grande che è l’Azienda USL della Romagna”.

 

 

Francesco Sintoni

Trentotto anni, forlivese, con una consolidata esperienza all’estero nel campo della prevenzione e della profilassi delle malattie infettive e nell’organizzazione dei servizi sanitari, è tra i più giovani direttori in forza all’Azienda sanitaria romagnola. Dopo la laurea nel 2011 in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna, si specializza in Brasile, in Medicina di Famiglia e Comunità, presso l’Instituto de Medicina Integral Prof° Fernando Figueira – IMIP. Tornato in Italia, prosegue gli studi conseguendo la seconda specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università degli Studi di Bologna e successivamente il master di secondo livello in Funzioni direttive e gestione dei Servizi Sanitari. Nel 2013 torna nuovamente in Brasile per lavorare al Programma PROVAB – Programma di Valorizzazione dei Professionisti e della Formazione in Assistenza Primaria del Governo Federale Brasile e successivamente al Programma S.A.N.A.R – Lotta alle malattie dimenticate nello Stato del Pernambuco, occupandosi della sorveglianza sanitaria e promozione della salute nei territori caratterizzati dalla presenza endemica di patologie dimenticate nello stato di Pernambuco – BRASILE (Tracoma, Lebbra, Tubercolosi, Schistossomosi, Filariasi, Malattia di Chagas e Elmintiasi) attraverso la realizzazione di studi osservazionali e azioni di educazione sanitaria e trattamento. Di nuovo in Italia, dal 2014 al 2018 svolge la sua attività presso il Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale dell’Università di Bologna, occupandosi di ricerca, formazione e intervento in progetti di comunità, organizzazione dei servizi sanitari, integrazione università-servizi sanitari e innovazione sociale. Nel 2018 arriva in Ausl Romagna, dove lavora presso il Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena in qualità di referente delle attività degli ambulatori vaccinali e di medicina legale, profilassi delle malattie infettive, autorizzazione e vigilanza strutture sanitarie e socio-assistenziali. Membro del Board Aziendale Equità per lo sviluppo del Servizio e la Promozione della Salute, è professore a contratto di Epidemiologia presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Campus di Rimini.

Nicoletta Bertozzi

Già direttore facente funzione dell’Igiene Pubblica di Cesena, con la nuova nomina è ora il nuovo direttore dell’Igiene Pubblica di Forlì e Cesena, assumendo quindi anche la direzione della struttura forlivese. Cesenate d’origine, si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Bologna nel 1985. Dopo aver conseguito la specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva ha superato a pieni voti anche i master di secondo livello in Epidemiologia Applicata e in funzioni direttive e gestione dei servizi sanitari. La sua carriera professionale inizia a Cesena come dirigente medico di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica e nel 2007 assume l’incarico professionale ad alta specializzazione ‘Epidemiologia e Statistica’, occupandosi di analisi epidemiologica per la stesura dei profili di salute sulla popolazione, dei sistemi di sorveglianza sugli stili di vita e partecipando a studi regionali e nazionali di ricerca, in particolare sul tema delle disuguaglianze in salute. Dal 2009 al 2015 è responsabile del Programma ambientale dipartimentale seguendo gli aspetti epidemiologici delle tematiche ambientali con particolare riferimento alla comunicazione del rischio. Dal 2016 al 2018 è responsabile dell’unità dirigenziale Malattie Infettive di Prevenzione collettiva presso la Direzione Generale Cura della persona, Salute e Welfare dell’Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna. E’ componente del Comitato Direttivo della Rete Città Sane in qualità di rappresentante della regione Emilia Romagna e partecipa a diversi Tavoli di lavoro regionale su tematiche relative alla medicina dello Sport e alla promozione dell’attività fisica, alle Sorveglianze di popolazione tra cui PASSI, al Piano nazionale della Prevenzione e Sicurezza Stradale. Nel corso degli anni la dottoressa Bertozzi è stata docente in numerosi corsi organizzati dall’Istituto Superiore di Sanità, docente presso la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Bologna e professore a contratto dell’Università di Bologna, Campus di Rimini. E’ autrice di numerose pubblicazioni nazionale e internazionali.

Rino Biguzzi

Sessantuno anni, cesenate, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Bologna. Dopo la specializzazione in Patologia Clinica indirizzo Immunoematologico presso l’Università di Ferrara consegue il master di secondo livello in Biotecnologie di Laboratorio e Medicina Trasfusionale. Inizia a lavorare all’ospedale Bufalini di Cesena, in qualità di dirigente medico presso il reparto di Medicina Trasfusionale, maturando negli anni una importante esperienza sia per la parte di laboratorio coagulativo di secondo livello che nel trattamento dei pazienti affetti da malattie emorragica congenita o acquisita e malattie rare del sangue. Dal 2005 al 2009 ha partecipato al gruppo di lavoro regionale Hub & Spoke per la talassemie e le emoglobinopatie della Regione Emilia Romagna. Nel 2019 diviene direttore medico del laboratorio di processazione HPC di Pievesestina del programma metropolitano trapianti della Romagna e assume anche l’incarico triennale di responsabilità di Struttura semplice Officina Trasfusionale di Pievesestina. Coordinatore del sistema sangue plasma della Romagna, è componente del gruppo di lavoro del ‘Programma Emilia Romagna utilizzo appropriato degli emocomponenti per uso non trasfusionale. Dal 2019 ha ricoperto l’incarico temporaneo di facente funzione della struttura complessa Unità Operativa Servizio Immnunoematologico e Medicina Trasfusionale Cesena – Forlì / Officina Trasfusionale dell’Ausl della Romagna. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, il dottor Biguzzi è componente di diversi gruppi di lavoro a livello regionale e collabora attivamente col Centro Regionale Sangue per tutte le attività trasfusionali.

Fausto Catena

Il nuovo direttore dell’Unità Operativa Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’ospedale Bufalini di Cesena arriva dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Quarantanove anni, nato a Cologna Veneta (Verona), si laurea nel 1995 in Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna dove poi consegue nel 2000 la specializzazione in Chirurgia Generale. Dal 2001 al 2012 è stato dirigente medico di Chirurgia Generale, d’Urgenza e dei Trapianti al Policlinico S Orsola – Malpighi, Dal 2012 ad 2021 è stato direttore dell’unità operativa di Chirurgia d’Urgenza dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Il dottor Catena è esperto di chirurgia oncologica, chirurgia d’urgenza e del trauma, chirurgia dei sarcomi e carcinosi (HIPEC), chirurgia mininvasiva, chirurgia colo rettale, trapianto di rene, e chirurgia della parete addominale. Autore di oltre 900 pubblicazioni scientifiche, 40 capitoli di libro, una monografia sulle aderenze addominali, un manuale di chirurgia d’urgenza tradotto in più lingue ed un trauma book di due volumi, è stato estensore di tutte le linee guida internazionali WSES di chirurgia d’urgenza e trauma e vincitore di 20 premi e riconoscimenti scientifici nazionali e internazionali. Nel 2010 riceve il premio del Presidente della Repubblica come migliore giovane chirurgo dell’anno. Nel corso della sua attività ha eseguito in prima persona oltre 4000 interventi di alta e media chirurgia generale. Fondatore e direttore il World Journal of Emergency Surgery, collabora come editor con numerose riviste internazionali di chirurgia. E’ stato professore a contratto della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale e della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Bologna. Dal 2012 è Fellow del Royal College of Surgeons UK. L’attività di ricerca scientifica si focalizza sulla chirurgia d’urgenza (colecistite acuta, aderenze, trauma, infezioni intraddominali), trapianto di rene (conservazione del graft), chirurgia oncologica (GIST e carcinosi- HIPEC), chirurgia colorettale (cancro del colon retto in elezione e urgenza) e chirurgia della parete addominale (protesi biologiche).

Michele Ziosi

Già direttore facente funzione dell’unità operativa di Oculistica dell’ospedale Bufalini di Cesena dal 2015, il dottor Ziosi, sessantatre anni appena compiuti, ferrarese di origine ma cesenate di adozione, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1986. Vincitore del Premio Bruschettini 1989 per l’oculistica conferito dalla Società Oftamologica Italiana a Roma, si specializza in Oftalmologia presso l’Università di Ferrara. Successivamente lavora in qualità di specialista in oculistica presso l’allora USL31 di Ferrara e poi presso la ULSS n. 30 di Rovigo. Vincitore di Borsa di studio “I trapianti di Cornea” presso la usl di Ferrara dal 1991 al 1993, presta attività come Dirigente medico in Oftalmologia presso la Divisione Oculistica dell’ospedale di Lugo fino al 2000, anno in cui prende servizio presso l’unità operativa di Oculistica dell’ospedale Bufalini. Dal 2006 ricopre inoltre l’incarico professionale qualificato in chirurgia refrattiva. Con alle spalle diverse migliaia di interventi chirurgici, nel corso della sua attività professionale il dottor Ziosi ha maturato esperienze nel trattamento delle patologie oculari, acquisendo in modo particolare competenze nell’ambito della chirurgia del glaucoma, della cataratta complicata e della chirurgia lamellare corneale. In questi ultimi anni, inoltre ha organizzato con l’aiuto di un collega e la collaborazione del Centro Grandi ustionati dell’ospedale Bufalini, anche un nuovo servizio di chirurgia ricostruttiva palpebrale in patologie neoplastiche e traumatiche. Oltre all’attività sul campo si dedica anche ad una intensa attività di aggiornamento scientifico. E’ autore di numerose pubblicazioni ed è stato relatore a numerosi congressi.

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Non si ferma la solidarietà dei cittadini ravennati a sostegno dell'Ospedale S. Maria delle Croci.

Questa mattina si è tenuta la cerimonia di consegna di 2 pulsossimetri notturni donati dal Lions Club Padusa destinati all'ambulatorio per lo studio e le terapia delle apnee ostruttive del sonno in età pediatrica e di alcuni degli arredi destinati ai nuovi ambulatori dell'UO di Otorinolaringoiatria, diretta dal Dott. Andrea De Vito, donati dalla fondazione Alice, in collaborazione con la BCC Forlivese-Imolese e Ravennate.

Gli ambulatori, che da tre sono diventati cinque e presto saranno inaugurati, consentiranno di aumentare l'offerta per l'utenza, sia per quanto riguarda l'accesso ambulatoriale ordinario e in urgenza, sia per la attivazione di percorsi dedicati a specifiche patologie ORL. L'avvio delle attività dell' ambulatorio per lo studio e la terapia delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), in età adulta e pediatrica, quest'ultimo condiviso con la UO di Pediatria, ha coinciso tra l'altro con l'inserimento della UO di Ravenna nel gruppo di studio del prestigioso Boston Children's Hospital, diretto dal Prof Umakanth.

Sono inoltre stati allestiti:

  • l'Ambulatorio per la diagnosi e terapia della Sordità, comprese le protesi impiantabili e gli impianti cocleari nell'adulto;
  • l'Ambulatorio di Degluttologia;
  • l'Ambulatorio di Vestibologia e riabilitazione vestibolare;
  • l'Ambulatorio per il Follow-up del paziente Oncologico, in collaborazione con le UO di Oncologia e Radioterapia;
  • l'Ambulatorio per le procedure chirurgiche ambulatoriali minori (biopsie urgenti, turbinoplastica, palatoplastica), compresa la applicazione delle radiofrequenze;
  • l'Ambulatorio di Foniatria e Logopedia e
  • l'Ambulatorio Rinologico per la terapia medica avanzata della poliposi nasale.

Tutte queste attività, alcune delle quali già attive presso l'ORL di Ravenna, trovano una migliore collocazione e organizzazione nel nuovo assetto, reso possibile anche grazie alle donazioni.

"E' con grande soddisfazione che ricevo oggi queste donazioni - afferma il Dott. De Vito - e voglio esprimere gratidudine nei confronti dei donatori, che con il loro sostegno confermano la generosità e solidarietà che la città di Ravenna sta manifestando con diverse iniziative nei riguardi della UO che dirigo da Febbraio 2020".

Un ringraziamento anche da parte della direzione medica ospedaliera, in capo alla Dott.ssa Francesca Bravi, che afferma -" Le donazioni di oggi consolidano storici rapporti di collaborazione a sostegno della sanità locale, che denotano un contesto generoso e al contempo un forte attaccamento della società civile all'ospedale della nostra città, che non può che renderci orgogliosi".

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L’Ospedale Infermi di Rimini, nella fattispecie il reparto di Urologia guidato dal dott. Francesco Montanari, è stato dotato di due nuovi macchinari, grazie alla nota sensibilità di RivieraBanca nei confronti del settore sanitario pubblico.

Si tratta di un Olmio Laser chirurgico e di un apparecchio per urodinamica. Il primo è uno strumento indispensabile per il trattamento della calcolosi renale mediante litotrissia endoscopica retrograda, che consente la polverizzazione del calcolo. E’ un trattamento che permette una più efficace cura della litiasi renale ed ureterale alta, che si traduce immediatamente in minore ricorso a manovre ancillari (cateterismi uretrali), re-ricoveri e re-interventi. Quindi a parità di sedute e tempi operatori, si possono trattare più pazienti e ridurre le liste di attesa e vengono stimate circa 200 prestazioni per anno. La seconda è un’apparecchiatura per diagnostica funzionale in urologia, dotata di poltrona motorizzata che consente l’esame urodinamico completo con interpretazione dei risultati mediante analisi del profilo pressorio uretrale statico-dinamico e valutazione degli stati di incontinenza urinaria. I macchinari, il cui valore si aggira sui 60 mila euro, sono già in uso per i pazienti.

“Siamo grati a RivieraBanca - afferma il Direttore del reparto di Urologia, Francesco Montanari – per il gesto di grande generosità che permetterà di rispondere, con tecnologie di ultima generazione e con tempistiche più brevi alle esigenze dei pazienti di tutto il nostro territorio”.

Si unisce ai ringraziamenti Francesca Raggi – direttore sanitario dell’Ospedale Infermi - che aggiunge:

“Quella di RivieraBanca è una consolidata collaborazione che perdura da anni caratterizzata da una disponibilità della Presidenza e della dirigenza, sempre in prima linea e pronta a rispondere alle esigenze dell’Azienda della Romagna”.

“Il nostro Istituto – spiega il Presidente di RivieraBanca Fausto Caldari – ripone grande attenzione al settore della sanità, perché convinti che una persona in salute costituisce il perno della nostra società. Siamo orgogliosi di poter contribuire al sistema sanitario riminese, proprio per essere di supporto alle istituzioni e alla nostra comunità. Essere Banca del territorio significa anche questo”.

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Come ogni anno, l’ultima domenica di maggio si celebra la Giornata Nazionale del Sollievo promossa dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti. E’ l’occasione per sensibilizzare e informare la cittadinanza, ma anche gli stessi operatori sanitari, rispetto al contrasto del dolore inutile nel corso delle pratiche mediche, in ospedale e sul territorio, e estendere la consapevolezza che il sollievo non è solo desiderabile ma anche possibile.

“Il dolore – spiega il dottor Massimo Innamorato responsabile rete dolore dell’Ausl Romagna - costituisce un fenomeno patologico, una malattia nella malattia, che influisce pesantemente sulla vita delle persone con effetti negativi sulla sfera psichica ed emozionale, compromettendo l’autonomia, le relazioni interpersonali, i rapporti familiari e favorendo l’isolamento della persona dal contesto sociale. Come indicato nella legge 38/2010 che è la prima normativa che regola ed obbliga al trattamento della sofferenza chiunque lo necessiti ed in qualunque momento della vita, dall’età neonatale fino all’anziano centenario, prevenire e valutare la sofferenza, il dolore e lo sconforto delle persone e partecipare al loro sollievo è il principale scopo di ogni operatore sanitario”.

In occasione della giornata, domenica 30 maggio, all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna l’unità operativa di terapia antalgica effettuerà un "Open Day" dedicato a tutti i pazienti con dolore cronico e sarà attivo dalle 9 alle 18 anche il numero di cellulare 339 5360776 per consigli e valutazioni, mentre all’ospedale Bufalini di Cesena, dalla ore 9 alle 19, sarà allestita nell’atrio una postazione informativa a cura dall’Ambulatorio di Terapia Antalgica dell'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione. Materiale informativo sul tema del sollievo dal dolore sarà diffuso anche in altre strutture aziendali.

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Due i progetti di studio che, grazie anche al finanziamento del Gruppo Italiano Ricerca Cancro Gastrico (GIRCG), metteranno a punto indicatori utili per contrastare con sempre maggior tempestività e precisione queste pericolose neoplasie

Forze unite contro le neoplasie dello stomaco. Continuano, infatti, gli approfondimenti e i progetti di ricerca relativi al tumore gastrico, che vedono la stretta collaborazione tra IRST IRCCS e AUSL Romagna, in particolare tra il Settore di Oncologia Traslazionale del Laboratorio di Bioscienze IRST e le Unità di Chirurgia generale e Terapia Oncologica Avanzata e Anatomia Patologica dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì. Sulla scia degli studi condotti da tempo a Forlì dal dott. Paolo Morgagni (Chirurgia) e dal dott. Luca Saragoni (Anatomia Patologica), questi nuovi progetti di ricerca si pongono l’obiettivo di identificare nuovi marcatori di predisposizione e aggressività del tumore gastrico, attraverso l’utilizzo di innovative analisi molecolari, quali il sequenziamento di nuova generazione. I due progetti, realizzati insieme alle Università di Verona e Siena, hanno recentemente ottenuto un finanziamento complessivo di 14mila euro all’interno del bando “Young Investigators” del Gruppo Italiano Ricerca Cancro Gastrico (GIRCG) a dimostrazione del valore dell’idea scientifica alla loro base e del profilo professionale dei giovani ricercatori impegnati. Il primo studio è condotto dal dott. Gianluca Tedaldi, biologo afferente al Settore di Oncologia Traslazionale coordinato dalla dott.ssa Paola Ulivi, e prevede l'analisi dell'intero genoma di una serie di pazienti con sospetto cancro gastrico ereditario. “Lo scopo - spiega il Principal investigator - è quello di identificare nuovi geni di predisposizione allo sviluppo dei tumori dello stomaco e valutare il rischio di malattia associato ai diversi geni. Allo stato attuale, benchè siano già state identificate diverse sindromi genetiche, oltre l’80% dei pazienti con sospetto cancro gastrico ereditario rimane senza una diagnosi genetica e, quindi, non è candidabile a protocolli di prevenzione. Grazie ai risultati di questo studio, alcuni pazienti potrebbero essere sottoposti a un programma di sorveglianza, e lo stesso vale per i loro familiari. Considerando che il cancro gastrico è uno dei tumori più comuni al mondo, al quinto posto per incidenza e al quarto per mortalità, l’identificazione dei soggetti a rischio di sviluppare questa neoplasia è di fondamentale importanza”. A questo progetto collaborano l’Unità di Diagnostica Molecolare Avanzata e Predittiva IRST coordinata dal dott. Daniele Calistri, il Servizio di Counselling Genetico IRST e l’Unità di Biostatistica e Bioinformatica IRST. Il secondo studio riguarda le analisi genomiche importanti per classificare la diversa aggressività che i tumori precoci dello stomaco possono presentare. Principal Investigator è il dott. Leonardo Solaini, chirurgo e ricercatore dell’Università di Bologna con borsa di studio triennale sostenuta da Istituto Oncologico Romagnolo IOR e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, dell’Unità di Chirurgia Generale e Terapie Oncologiche Avanzate diretta dal Prof Giorgio Ercolani, Project Coordinator è la dott.ssa Chiara Molinari, biologa del Settore di Oncologia Traslazionale IRST. “Il tumore precoce dello stomaco rappresenta circa il 25% di tutti i tumori gastrici operati nel Nord-Est d’Italia - commentano il dott. Solaini e la dott.ssa Molinari - e, nonostante la prognosi per la maggior parte di questi pazienti sia molto buona, alcuni potrebbero necessitare di un trattamento chirurgico più aggressivo per poter guarire. Risulta, dunque, vitale individuare le caratteristiche molecolari in grado di aiutare i medici ad indirizzare il paziente ad una medicina sempre più personalizzata”.

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Presentati oggi alla stampa i due nuovi primari dell'ospedale "Morgagni - Pierantoni" di Forlì, il professor Paolo Muratori, direttore della UOC di Medicina Interna e il  dottor  Luca Savelli, Direttore della UOC di Ginecologia - Ostetricia. Presenti il direttore generale e il direttore sanitario dell'Ausl Romagna, Tiziano Carradori e Mattia Altini e il direttore del presidio ospedaliero, dottor Paolo Masperi.

Il prof. Paolo Muratori è professore associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell'Università di Bologna dall'autunno del 2019. Revisore per numerose riviste di Medicina Interna, Epatologia, Immunologia, Gastroenterologia, ha al suo attivo 124 pubblicazioni scientifiche indicizzate. 

Il dottor Luca Savelli, invece, dopo aver lavorato per venticinque anni al Policlinico Sant’Orsola, in qualità di dirigente medico, ha ottenuto l'idoneità come professore universitario di prima e di seconda fascia. Ha effettuato 3275 interventi chirurgici dei quali 2965 da primo operatore. Ha organizzato in qualità di Responsabile scientifico numerosi Congressi e Corsi nazionali ed Internazionali dal 2003 ad oggi, con particolare riferimento alla diagnostica ecografica in oncologia e nella medicina della riproduzione

"Le nostre aspettative verso questi due nuovi primari sono notevoli  - spiega il direttore generale Carradori -  sia nel settore  della Medicina interna che in quello dell'Ostetricia - Ginecologia"

"Quando questa Direzione si è insediata in Romagna c'erano 54 strutture complesse non coperte - aggiunge il dottor Mattia Altini, direttore sanitario -  Con grande impegno siamo riusciti ad istituire e a coprire, in pochi mesi, ben 30 di quelle strutture. Un importante risultato." 

"A Giugno - ha precisato il dottor Paolo Masperi, direttore del presidio ospedaliero di Forlì - verrà indetto il concorso per la copertura della Direzione dell' Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione di Forlì. A quel punto resteranno scoperte solo la direzione di Radiologia e di Anatomia Patologica"

"Ho trovato un bellissimo ambiente ad accogliermi.- afferma il prof Muratori - e ho pensato, appena arrivato, di incontrare subito i medici di famiglia per attivare immediatamente una proficua collaborazione , indispensabile per l'assistenza alla cittadinanza.  Una grandissima opportunità  inoltre, lo dico da docente, è  rappresentata per Forlì  dal corso di laurea in  Medicina, che è stato attivato quest'anno in questo ospedale. Tra qualche anno potremo vedere nelle corsie tirocinanti, studenti e specializzandi. Una presenza importante per tutto il territorio. "

Anche il dottor Savelli ha espresso grande soddisfazione per  la situazione trovata al suo arrivo nel nosocomio forlivese, anche per la presenza di giovani medici  provenienti da tutte le parti d'Italia . 

 "L'ospedale di Forlì - afferma il dottor Savelli - è  riconosciuto a livello nazionale per la prevenzione e la cura dei tumori. Il mio obiettivo qui è  di implementare la chirurgia laparoscopica e la prevenzione e  la  cura della sterilità. È inoltre fondamentale   la valorizzazione della ricerca, che costituisce un valore aggiunto all'attività di cura."

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Il dottor Andrea Fabbri, direttore  dell' UO Pronto Soccorso, Medicina d'Urgenza e 118 dell'ospedale di Forlì e Direttore del Centro Studi Simeu (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza)  sarà ospite oggi, alle ore 14,50, del Tg Leonardo, in onda su Rai 3.
 
Leonardo è un telegiornale tematico, un'esperienza unica in Europa che coniuga l'attenzione all'attualità del quotidiano con il rigore della documentazione e dell'approfondimento. Tra gli argomenti trattati non solo scienza e tecnologia, ma anche salute, ambiente, economia.
Il dottor Andrea Fabbri parlerà in trasmissione della giornata Internazionale della Medicina di Emergenza e Urgenza, che si tiene oggi. L’iniziativa, nata dalla Società Europea in Medicina di Emergenza (EUSEM) e promossa in Italia da SIMEU, vuole sostenere la conoscenza e la cultura della Medicina di Emergenza-Urgenza, diffondere la consapevolezza nei cittadini e nelle Istituzioni, sull’importanza di avere servizi di Pronto Soccorso efficienti, competenti e ben organizzati, per il grande valore che essi hanno, sulla riduzione della morbilità e mortalità, in situazioni sanitarie di emergenza.
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