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Articoli filtrati per data: Marzo 2023

E’ stato sottoscritto stamattina a Ravenna, presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, un protocollo d’intesa tra i Comandanti Provinciali della Guardia di Finanza di Ravenna, Rimini e Forlì e il Direttore Generale dell’Ausl Romagna finalizzato a implementare un tempestivo e periodico flusso informativo verso la Guardia di Finanza, quale forza di polizia economico-finanziaria specializzata nella tutela della spesa pubblica unionale e nazionale, per il monitoraggio e il controllo degli investimenti dell’Azienda Sanitaria eseguiti sui rispettivi territori con risorse del Pnrr e del complementare fondo nazionale.

Con il protocollo sottoscritto oggi il Direttore Generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori e i Comandanti Provinciali della Guardia di Finanza di Ravenna Colonnello Andrea Mercatili, di Rimini Colonnello Alessandro Coscarelli e di Forlì Colonnello Vito Pulieri hanno inteso affinare e regolamentare la collaborazione inter-istituzionale per rafforzare il presidio di legalità e trasparenza a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche, prevenendo e contrastando ogni condotta illecita che possa incidere sulla corretta e regolare esecuzione degli interventi.

A tal fine, l’accordo formalizzato oggi prevede la comunicazione periodica da parte dell’Ausl della Romagna a favore del Comando Provinciale della Guardia di Finanza territorialmente competente in base al luogo di realizzazione dell’intervento, di dati e informazioni relative agli investimenti già finanziati, che ad oggi ammontano complessivamente, nelle tre province, ad oltre 133 milioni di euro, suddivisi nelle componenti “Reti di prossimità e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” e “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale”.

Per ciascun progetto saranno comunicati, in particolare, i criteri di selezione del contraente, il timing realizzativo, lo stato di esecuzione, l’elenco delle imprese a vario titolo coinvolte nella fase progettuale ed esecutiva e la localizzazione dei cantieri aperti. In aggiunta a queste informazioni è stato previsto che la stessa l’Ausl potrà attivare un canale diretto di collaborazione operativa con i Reparti territoriali della Guardia di Finanza per segnalare anomalie o elementi di rischio meritevoli di analisi e approfondimenti, mentre i Reparti della Guardia di Finanza potranno utilizzare le informazioni e le eventuali segnalazioni raccolte per pianificare la successiva attività di accertamento e controllo sul campo.

Il Protocollo oggi formalizzato, che si aggiunge alle intese già sottoscritte con gli altri soggetti attuatori a livello locale degli investimenti previsti dal Pnrr, rafforza il presidio di legalità predisposto dalla Guardia di Finanza in collaborazione con gli enti appaltatori per garantire la correttezza delle procedure di assegnazione delle risorse pubbliche e dell’intera fase di realizzazione delle opere finanziate.

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Una mappatura degli ospedali con i Bollini Rosa che offrono percorsi e servizi nell’ambito dell’oncologia ginecologica sul territorio nazionale allo scopo di supportare le donne con tumore all’ovaio o all’endometrio, individuando quelle strutture che si distinguono per l’alta specializzazione, per la multidisciplinarietà della presa in carico e per la capacità di offrire un’assistenza ‘umana’ e personalizzata. È quella che è stata realizzata da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, e presentata oggi in un evento dedicato presso il Senato della Repubblica. Un’iniziativa, realizzata con il contributo incondizionato di GSK, che vuole rispondere con un atto concreto alle necessità specifiche delle donne colpite da questi tumori, all’impatto traumatico e al disorientamento spesso legato alla diagnosi, al bisogno profondo di una completa e chiara presa in carico da parte di medici e strutture sanitarie, come emerso in un’approfondita indagine qualitativa presentata nel corso dell’evento.

In AUSL della Romagna il riconoscimento per l’alta specializzazione nella presa in carico delle donne con tumore all’ovaio e all’endometrio, offrendo un’assistenza ‘umana’ e personalizzata, è stato assegnato agli ospedali Bollini rosa: “Morgagni – Pierantoni” di Forlì e “Infermi” di Rimini.
Alla cerimonia di premiazione, in rappresentanza dell’Azienda USL della Romagna, era presente la Direttrice del P.O. di Rimini, Dott.ssa Francesca Raggi, che assieme ai professionisti di Forlì e di Rimini ha ritirato i premi ricevuti.
Per l’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia di Forlì, diretta dal dottor Luca Savelli, il riconoscimento è stato ritirato dal dottor Andrea Amadori e dal dottor Paolo Maniglio; per l'Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia di Rimini, invece, è stato ritirato dal Direttore della U.O., prof. Federico Spelzini, e dalla dottoressa Federica Rosati.

Il cancro dell'ovaio è un tumore piuttosto raro: secondo i dati dell'Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) colpisce, nell'arco della vita, una donna su 82. È un tumore che sfugge alla diagnosi precoce: spesso ha già dato metastasi quando viene diagnosticato (Fonte: AIRTUM-AIOM-Fondazione AIOM).
I tumori dell'endometrio rappresentano la quasi totalità dei tumori che colpiscono il corpo dell'utero, e si collocano al quinto posto per frequenza tra i tumori più diagnosticati nelle donne (5 per cento di tutte le diagnosi di tumore nel sesso femminile) con circa 8.700 nuovi casi all'anno in Italia (Fonte: AIRC – Associazione Italiana Ricerca sul cancro).
La mappatura dei “Percorsi di Oncologia ginecologica a misura di donna” ha l’obiettivo di identificare gli ospedali con i Bollini Rosa che valorizzano la personalizzazione e l’umanizzazione dell’assistenza attraverso l’offerta di servizi che considerano i bisogni e le aspettative delle donne con tumore all’ovaio e all’endometrio. All’iniziativa hanno aderito 130 ospedali sul territorio nazionale presentando la propria candidatura tramite un apposito questionario online composto da 28 domande volte a valutare diverse tipologie di servizio importanti per garantire una buona gestione della donna con tumore all’ovaio e all’endometrio (es. multidisciplinarietà della presa in carico, supporto psico-oncologico ecc.). L’assegnazione del riconoscimento è avvenuta da parte di un apposito Advisory Board, che ha validato le candidature e i risultati, individuando 40 ospedali a misura di donna.
“Una malattia che muta radicalmente lo scenario e le prospettive di vita delle pazienti”, commenta Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda, “vissuta come un invasore mostruoso, e che attiva meccanismi di difesa estremi come la negazione, nel tentativo di allontanare il ‘male’ da sé e predisporsi a lottare per sconfiggerlo. È questo il primo aspetto che emerge dalla nostra indagine sulle donne colpite da tumore all’ovaio o all’endometrio. La presenza di metastasi già all’esordio è un ‘trauma nel trauma’, talmente angosciante che in alcuni casi è in qualche modo ignorata, rimossa, in molti altri attiva sensi di colpa per la mancata prevenzione. Di fronte a questo impatto spesso le donne si sentono prive di un percorso che le rassicuri, che dia loro informazioni dettagliate sulle possibilità di cura, che attivi una piena presa in carico. Ecco, l’obiettivo del nostro lavoro di mappatura è proprio questo: aiutare queste donne a orientarsi in un percorso già difficile, con tutti gli strumenti che ci sono per affrontare al meglio la loro condizione”.
L’indagine conoscitiva realizzata da Fondazione Onda in collaborazione con Elma Research ha voluto ricostruire, attraverso una metodologia qualitativa tramite interviste in profondità, il patient journey delle pazienti con carcinoma dell’ovaio o dell’endometrio, il vissuto e l’impatto della malattia, l’esperienza di terapia, rilevandone gli unmet needs, con un focus sui servizi e le attività da implementare per supportarle al meglio nella loro quotidianità. L’irruzione della malattia, evidenzia l’indagine, sancisce un cambiamento drastico, definitivo con un impatto drammatico sulla qualità di vita delle pazienti, accompagnato da un sentimento di incertezza e di angoscia, che diventa pervasivo, e stravolge radicalmente le abitudini, la quotidianità e le relazioni, minando anche il senso della propria identità. I cambiamenti fisici e le limitazioni pratiche comportano una profonda trasformazione nell’immagine di sé, in senso negativo, alimentando un grande senso di solitudine nella comunicazione con gli altri. L’intervento chirurgico di isterectomia o ovariectomia è descritto come una mutilazione che compromette in modo definitivo la propria femminilità, ancor più se presente una mastectomia precedente. La trasformazione del corpo è vissuta come deperimento/degrado, e la sessualità ne viene fortemente compromessa. In diversi casi anche la vita lavorativa subisce ripercussioni a causa della patologia, con molte donne che rinunciano all’impegno lavorativo o lo ridimensionano.
Nel racconto di molte pazienti (specie se con carcinoma ovarico) emergono alcune criticità: una presa in carico poco coordinata e strutturata, affidata a fattori ‘casuali’, estemporanei e soggettivi; tempi di attesa problematici per gli approfondimenti diagnostici; frequenti richieste di ripetere esami già effettuati, senza spiegazioni della motivazione; prescrizione di esami più complessi che richiedono tempistiche lunghe, che spingono le pazienti a rivolgersi al privato per risolvere con maggiore rapidità, oppure a rivolgersi a strutture in altre province/regioni. Molte pazienti si trovano ad affrontare questo viaggio incognito con un debole bagaglio conoscitivo, soprattutto sul ruolo delle diverse terapie. Sebbene la chemioterapia abbia una forte valenza e sia vissuta come tappa necessaria del percorso terapeutico c’è una scarsa consapevolezza della funzione specifica della terapia neoadiuvante vs terapia adiuvante. Per le pazienti con carcinoma ovarico, la terapia orale rappresenta una novità non ancora del tutto compresa: la debole informazione circa efficacia e sicurezza della terapia genera incertezza. Anche le indagini sulle mutazioni genetiche dei tumori sono ancora una ‘nebulosa’ informativa per la maggioranza delle pazienti, non si possiedono cognizioni sull’importanza della ricerca in questo campo. Il percorso della paziente appare poco definito e strutturato: già dall’esordio di malattia, l’esigenza è quella di essere indirizzate agli specialisti e ai centri giusti, senza dispersioni e ipotesi diagnostiche fuorvianti, per superare il senso di smarrimento angosciante. È chiaro un bisogno di orientamento di fronte alla diagnosi: conoscere i centri specializzati, quelli prossimi a casa, poter essere inserite al più presto in un ‘protocollo terapeutico’ chiaro e definito, ben esplicato alla paziente. C’è il bisogno di una presa in carico globale, multidisciplinare, con obiettivi terapeutici chiari e condivisi che le facciano sentire accolte, protette, in cura.

 

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A far data dal prossimo sabato 18 Marzo 2023 il servizio di Continuità Assistenziale (Ex Guardia medica) di Faenza, trasferirà la propria attività  nella nuova sede presso il P.O. “Ospedale degli Infermi” di Faenza, nell’ambulatorio n. 19 collocato al piano terra del blocco 10, con accesso dall’ingresso principale dell’Ospedale da Viale Stradone.

Con la medesima decorrenza, cesserà di operare nell’ambulatorio sito in Via della Costituzione 28/50, presso la Casa della Salute “La Filanda”.

Gli AMBULATORI della Continuità Assistenziale sono aperti ad accesso diretto sabato, domenica, prefestivi e festivi, dalle ore 8.00 alle ore 20.00.

Il Servizio, per le visite domiciliari, risponde al numero unico 800244244 dal lunedì al venerdì dalle 20.00 alle 8.00 e il sabato e la domenica, includendo anche i prefestivi, dalle 8.00 alle 8.00 del giorno successivo al festivo.

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La comunità scientifica internazionale ha riconosciuto che le persone con disturbi mentali sono maggiormente esposte a fattori di rischio come sedentarietà, fumo, abitudini alimentari scorrette che possono portare con maggiore facilità all’insorgenza di patologie concomitanti come obesità, diabete, ipertensione, dislipidemie. Risulta, inoltre, di fondamentale importanza tenere in considerazione che l’utilizzo di antipsicotici può concorrere alla manifestazione della cosiddetta Sindrome Metabolica.

A tal proposito la Regione Emilia Romagna, nell’ambito del progetto regionale sull’appropriatezza dei trattamenti farmacologici per le persone prese in carico dai Centri di Salute Mentale, ha emanato la circolare n. 4 del 2020 ‘Raccomandazioni per l’impiego dei farmaci antipsicotici nel trattamento a lungo termine delle persone con disturbi schizofrenici’ che definisce la cornice di riferimento.

Coerentemente con queste indicazioni e con gli studi presenti sulle banche dati scientifiche il Dipartimento Salute Mentale e il Distretto di Ravenna ha progettato l’implementazione, presso i CSM, di un ambulatorio infermieristico per la prevenzione della ‘Sindrome Metabolica’ in un’ottica di promozione della salute e del benessere delle persone con patologie psichiatriche.

All’interno di questa cornice e agganciandoci alle attività previste nell’ambito del Piano Regionale della Prevenzione 2022-2025, è partita una coprogettazione con l’Associazione per la Salute Mentale della Romagna “Porte Aperte” sezione di Ravenna, l’Ufficio Comunale Piani di Zona e il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica che ha portato alla realizzazione di un percorso finalizzato a sensibilizzare le persone con esperienza di malattia mentale e le loro famiglie sul tema della corretta alimentazione e realizzare,attraverso laboratori, modalità per una corretta spesa e preparazione pasti.

Il percorso ha visto una vasta partecipazione al seminario di apertura tenuto dal prof. Gabriele Bazzocchi il 22 febbraio al Centro Sociale Le Rose dal titolo “La relazione tra cibo, intestino e funzioni cerebrali: indicazioni per un’alimentazione corretta” e prosegue con “Il Carrello della Salute” che si svolgerà il 15 marzo presso il Centro Diurno del CSM di Ravenna. L’incontro sarà condotto da dietisti e assistenti sanitari del Dipartimento di Sanità Pubblica ed è volto ad imparare a fare la spesa riempendo il carrello in maniera gustosa e salutare.

A seguire i “Laboratori di cucina salutare” che prevedono pianificazione dei menu, esecuzione della spesa e preparazione pasti.

Le date previste sono 22 marzo, 30 marzo, 05 aprile e 19 aprile. La sede è sempre quella del Centro Diurno del CSM di Ravenna.

Il progetto pilota coinvolge 12 utenti del CSM di Ravenna divisi in due gruppi per una ottimizzazione dell’esperienza, due cuochi professionisti volontari, operatori del Dipartimento di Sanità Pubblica e del CSM di Ravenna e volontari dell’Associazione Porte Aperte.

 

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La settimana mondiale del glaucoma (12-18 Marzo 2023) è un’iniziativa globale che punta il riflettore sul glaucoma, una malattia del nervo ottico che rappresenta la prima causa di cecità irreversibile nel mondo. Ottanta milioni di persone sono affette da glaucoma e tuttavia solo il 50% dei soggetti colpiti ne è consapevole. Questo perché negli stadi iniziali la malattia può essere del tutto asintomatica.

Se trascurato il glaucoma può portare a cecità. Al contrario, sottoporsi a visite oculistiche periodiche consente una diagnosi precoce e previene la disabilità visiva.

L’Unità Operativa di Oculistica Presidio Ospedaliero di Faenza diretta dal Dott. Giacomo Costa, aderisce  a questa importante iniziativa di sensibilizzazione della comunità nei confronti di questa insidiosa patologia organizzando una giornata dedicata all’informazione e allo screening.

Sabato 18 Marzo 2023 dalle 9:00 alle 13:00 professionisti dello staff medico ed infermieristico saranno presenti nel corridoio di ingresso dell’Ospedale degli Infermi e negli ambulatori di Oculistica per distribuire materiale informativo e per offrire visite di screening per il glaucoma.

Le visite sono rivolte a soggetti di età superiore ai 50 anni o che abbiano una famigliarità di primo grado (genitori, fratelli, sorelle o figli) affetti da glaucoma e che non siano già a conoscenza della diagnosi.

Lo screening verrà effettuato a coloro che si prenoteranno telefonando allo 0546.601972 dalle 11:00 alle 13:00.

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Si è tenuto a Siviglia, nei giorni scorsi, il Kickoff Meeting del progetto europeo CIRCE al quale hanno partecipato, per l'Ausl Romagna, il Dr. Giuseppe Benati e la Dott.ssa Martina Farina in qualità, rispettivamente, di Referente scientifico e Referente Amministrativo/project manager del progetto di Ausl Romagna.

L’Ausl Romagna in particolare è coinvolta nella best practice denominata PAPs “ Integrated care for complex chronic patients in Andalusia (Spain): Personalised care action plans”, già sperimentata in Andalusia, che ha come obiettivo quello della “ presa in carico omnicomprensiva del paziente con cronicità, puntando ad un miglioramento della qualità della vita del paziente nel suo complesso e ad una parallela riduzione del ricorso alle strutture sanitarie . ”
In Italia sono state diciassette le aziende territoriali coinvolte  coordinate da Agenas, tra queste è presente l’Azienda USL della Romagna con un budget assegnato di quasi centosessantamila Euro .

“Nel progetto è coinvolto, in particolare, il Dipartimento cure primarie di Forlì – Cesena – spiegano i referenti - L’approccio multidisciplinare al paziente include figure quali personale medico ed infermieristico, case manager, farmacisti, sociologi, con il coinvolgimento diretto del paziente stesso e dei suoi caregiver. CIRCE è una Joint Action co-finanziata dalla Comunità Europea, che vede la partecipazione di quattordici stati membri e quasi cinquanta aziende sanitarie pubbliche, selezionate poiché rappresentative del sistema sanitario europeo .La Joint Action ha l’obiettivo di trasferire ed implementare nei Paesi Europei membri della JA sei best practises già sperimentate in alcuni paesi dell’Unione Europea nell’ambito delle cure primarie (Belgio, Portogallo, Spagna e Slovenia). Esse rappresentano delle innovazioni nei sistemi di cura e sono state selezionate in base ad evidenze scientifiche e metodologiche della loro validità e trasferibilità. L’ambizione del progetto CIRCE è proprio quella di attuare il trasferimento (in termini di implementazione, validazione e sostenibilità) delle sei best practises nei restanti Paesi Europei convolti, migliorando i sistemi sanitari europei (al di là delle specifiche differenze tra i Paesi) attraverso il rafforzamento delle cure primarie e della medicina territoriale. “

Il gruppo di lavoro dell’Ausl Romagna era composto da:

Dr. Giuseppe Benati - Referente scientifico Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì Cesena

Dott.ssa Martina Farina – referente amministrativo e project manager UO Ricerca Valutativa e Policy dei Servizi Sanitari

Dr.ssa Laura Tedaldi – staff Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì-Cesena

Dr. Ardigò Martino – staff Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì-Cesena

Dr.ssa Roberta Mazzoni – staff Direttore Distretto di Ravenna

Dr.ssa Giulia Silvestrini – staff Dipartimento Sanità Pubblica Ravenna

Dr. Stefano Boni – staff Direttore Geriatria - Faenza

Dr.ssa Silvia Mazzini – staff Direzione Infermieristica e Tecnica Ambito Forlì

Dr.ssa Tiberia Garoia – staff Cure Primarie e Medicina di Comunità Forlì Cesena

 

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Sabato 18 Marzo dalle ore 9.00 alle ore 17.00 la Casa della Comunità di San Pietro in Vincoli si apre alla Comunità con un Open Day.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Comune di Ravenna e con le associazioni del terzo settore (A.LI.Ce, Associazione Alzheimer Ravenna, Auser, Caritas San Pietro in Vincoli).

Il mattino sarà dedicato agli adulti con l’offerta di servizi e informazioni sull’orientamento ai sani stili di vita, prevenzione vaccinale, screening per la prevenzione del rischio individuale di ictus cerebrale, consulenze ostetriche e ginecologiche.

Per prenotare la vaccinazione antitetanica, inviare una mail a: promosalute.ra@auslromagna.it oppure telefonare dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle 12,00 al numero 334 6705941.

Il pomeriggio vedrà protagonisti i più giovani: iniziative di prevenzione vaccinale per gli adolescenti, attività di promozione della lettura fin dalla più tenera età, attività dell’unità di strada di Ravenna e degli psicologi dello spazio giovani e dei consultori familiari.

Per i minori dai 12 ai 16 anni che non avessero aderito alla campagna anti-HPV è possibile prenotare la vaccinazione, inviando una mail a pedcom.ra@auslromagna.it.

Saranno presenti alcuni istituti scolastici con proposte di attività per bambini da 0 a 6 anni.

Una particolare attenzione verrà riservata alla presentazione dei Servizi  Sociali e Socio Sanitari che operano sul nostro territorio a sostegno del mantenimento di stili di vita salutari e alla cura e prevenzione del disagio della persona, della famiglia e della comunità.

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Marzo è il mese europeo di sensibilizzazione al tumore al colon-retto.

Ogni anno sono oltre 40.000 le nuove diagnosi di tumore al colon-retto in Italia e oltre 20.000 sono i decessi causati da questa neoplasia annualmente. Nonostante la maggior parte di queste diagnosi interessi popolazioni di pazienti anziani, purtroppo il numero di malati sta crescendo anche tra i più giovani.

Oltre alla necessità di migliorare la prevenzione vi è la necessità di migliorare la qualità delle cure. L’approccio multidisciplinare è fondamentale per definire l’iter terapeutico più appropriato per effettuare un trattamento su misura per ogni per ogni paziente: dall’analisi molecolare della neoplasia fino allo stato di fragilità del paziente. La Colorectal Cancer Unit dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna è un centro di riferimento per tanti pazienti che possono essere trattati da un Team Multidisciplinare composto da Chirurghi, Oncologi, Radioterapisti, Radiologi, Patologi, Gastroenterologi e anche Geriatri per i pazienti più anziani.

La chirurgia ha un ruolo fondamentale nel trattamento dei tumori del colon retto e oggi si svolge ormai quasi esclusivamente con tecniche mininvasive associate a percorsi ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) che vengono impiegati prima e dopo l’intervento per favorire una più veloce ripresa funzionale dopo l’intervento.

La chirurgia dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, guidata dal Prof Ugolini Giampaolo e con il supporto del Dott. Montroni Isacco, ospiterà dal 9 al 10 marzo un corso di internazionale di chirurgia colorettale mininvasiva rivolta alla formazione di professionisti del settore provenienti da diversi paesi europei (Austria, Germania, Danimarca, Belgio, Repubblica Ceca).

Assieme al team ravennate sarà presente il Prof. Albert Wolthuis chirurgo colorettale di fama internazionale proveniente dall’Università di Leuven (Belgio), centro di riferimento europeo per la chirurgia colorettale,  che da anni collabora con il Dott. Montroni e il Prof Ugolini.

Nel corso delle due giornate, i partecipanti hanno assistito a diverse procedure chirurgiche dal vivo e approfondito tutte le tecniche più all’avanguardia sviluppate nel corso di questi ultimi anni.

L’evento conferma il ruolo della Chirurgia di Ravenna come centro di riferimento internazionale per la cura dei tumori del colonretto e delle malattie infiammatorie croniche intestinali e vuole segnare, con l’impegno degli operatori sanitari che vi lavorano, un nuovo percorso di eccellenza per la struttura sanitaria.

Questo è solo uno di tanti progetti in essere dell’equipe del Prof Ugolini, volti a migliorare la qualità e gli esiti delle cure del paziente, sempre al centro del lavoro della chirurgia di Ravenna.

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È stata consegnata questa mattina la nuova auto destinata all’Assistenza domiciliare per le cure palliative, acquistata grazie ad un importante contributo del Rotary Club Valle del Rubicone, nell’annata 2022-2023.

Il Club infatti ha deciso di collaborare con la struttura Cure palliative Cesena e Hospice di Savignano sul Rubicone dell’Ausl della Romagna, per la realizzazione di un service in occasione delle celebrazioni per i 21 anni di attività dell’Hospice, avviando una raccolta fondi per l’acquisto della nuova autovettura, una Fiat Panda a gpl, per portare l’assistenza di personale medico e infermieristico specializzato ai pazienti che necessitano di cure palliative domiciliari.

Si è trattato di una collaborazione finalizzata a dare continuità all’impegno che storicamente il Rotary Club Valle del Rubicone, molto sensibile alle esigenze del territorio, ha messo in campo, donando alle Cure palliative precisamente nell’annata rotariana 2007-2008, un’altra autovettura, che a tutt’oggi è utilizzata appieno da medici e infermieri.

Per raggiungere il proprio obiettivo, lo stesso Club ha organizzato il 9 settembre 2022, in partnership con l’Amministrazione Comunale di Savignano sul Rubicone, il SI FEST Savignano Immagini Festival, la struttura di Cure palliative sede dell’Hospice a Savignano sul Rubicone, uno spettacolo teatrale dal titolo “Il metro di Marco. Il lungo viaggio fotografico di Marco Pesaresi”, scritto e recitato da Teresio Troll, socio onorario del Club, al Cinema Teatro Moderno di Savignano sul Rubicone.

L’incasso dello spettacolo interamente devoluto al Service del RC Valle del Rubicone, sommato al contributo dei suoi soci e a quello della Rotary Foundation, ha permesso di raggiungere un importo complessivo di 6.000 euro successivamente donati all’Hospice. Le donazioni già ricevute dall’Hospice da parte di familiari che hanno conosciuto l’esperienza delle cure palliative, unite a tale contributo, hanno consentito di centrare l’obiettivo prefissato, di acquistare la nuova Fiat Panda a Gpl.

La nuova Panda andrà ad arricchire il parco automezzi dedicato, per facilitare gli spostamenti degli operatori di cure palliative al domicilio dei pazienti. Le cure palliative, infatti, possono essere offerte al domicilio in ogni ambito del territorio, attraverso professionisti specializzati, formati e dedicati, in sinergia col Medico di Medicina Generale, i Medici della Continuità Assistenziale e gli Infermieri afferenti al Servizio infermieristico domiciliare.

“Siamo grati al Rotary e a tutti nostri donatori, per questo costante supporto - dichiara la dottoressa Elena Amaducci, Responsabile della struttura di cure palliative -. Le Cure palliative non hanno bisogno di costosi strumenti tecnici per essere svolte, il loro patrimonio principale è costituito dai professionisti sanitari, con le loro competenze e caratteristiche umane. L’assistenza domiciliare è fondamentale nel processo assistenziale e quindi i veicoli sono indispensabili per raggiungere rapidamente e in sicurezza i luoghi di cura”.

Ad accogliere il governatore del Distretto 2072 Luciano Alfieri, insieme alla delegazione del RC Valle del Rubicone, composta dal presidente Giampiero Evangelisti e il vice Giancarlo Biondini, erano presenti il vice sindaco di Savignano sul Rubicone Nicola Dellapasqua,  il direttore del Distretto dell’Asl Cesena-Rubicone dottor Francesco Sintoni, la dottoressa Elena Amaducci, attuale responsabile dell’Hospice e la dottoressa Cristina Pittureri, che ha tenuto a salutare i presenti dopo 21 anni di attività nelle cure palliative cesenati, di cui 15 da responsabile.

“Sostenere e favorire la presenza di personale specializzato al domicilio dei pazienti è da sempre - afferma Gian Piero Evangelisti presidente del Rotary Club Valle del Rubicone - un impegno del nostro Club Rotary. Siamo quindi orgogliosi di aver contribuito ancora una volta al mantenimento di elevati livelli di qualità dell’assistenza, in un ambito di cura che richiede grande attenzione e sensibilità. Per questo vogliamo ringraziare coloro che sono venuti a vedere lo spettacolo teatrale lo scorso 9 settembre, i nostri soci e la Rotary Foundation che con il loro generoso contributo ci hanno permesso di raggiungere l’obbiettivo di donare 6.000 euro all’Hospice”.

“Queste sono le vere attività che identificano l'operato del Rotary e dei rotariani -ha aggiunto il governatore Rotary Luciano Alfieri -. Essere al servizio di chi è meno fortunato di noi. Essere utili alla struttura dell'Hospice è essere utili non solo ai malati ma anche alle loro famiglie che li seguono con vero amore”.

“Come sempre la nostra comunità cammina a fianco delle amministrazioni pubbliche e sostiene il loro lavoro perché ne comprende la complessità e l’importanza. Il dono del Rotary Club Valle Rubicone ha un doppio valore, certamente quello economico ma soprattutto quello della solidarietà, che accompagna le persone, le tiene insieme e porta un messaggio di positività e fiducia. Il mio sentito ringraziamento per la presenza sempre attiva e attenta del club sul territorio, per l’attenzione della direzione sanitaria e la competenza dello staff dell’Hospice” . Sono le parole di ringraziamento  del vicesindaco Dellapasqua.

Si è unito ai ringraziamenti anche il Direttore di Distretto dottor Francesco Sintoni, che ha sottolineato come, con questo ennesimo generoso contributo a beneficio alla medicina territoriale, il Rotary Club Valle del Rubicone ha offerto un aiuto concreto fondamentale per la migliore risposta che l’intero sistema sanitario è chiamato a dare.

LE CURE PALLIATIVE - APPROFONDIMENTO

Le Cure Palliative sono dedicate ai malati affetti da patologie non suscettibili di terapie volte alla guarigione. Il loro scopo è di migliorare la qualità della vita attraverso il controllo dei sintomi fisici e psicologici che provocano sofferenza, sono rivolte a malati di qualunque età e non sono prerogativa della fase terminale della malattia. Possono infatti affiancarsi alle cure attive fin dalle fasi precoci della malattia cronico-degenerativa per controllare i sintomi durante le diverse traiettorie della malattia, prevenendo o attenuando gli effetti del declino funzionale. Si propongono come un processo di cura finalizzato non solo al con­trollo dei sintomi, ma, soprattutto, alla difesa e al recupero della migliore qualità di vita pos­sibile, attuando interventi terapeutici mirati al benessere bio-psicologico, sociale e spirituale. L’approccio multiprofessionale, multidisciplinare, medico-infermieristico-psicologico-sociosanitario, ha l’obiettivo di tutelare la qualità della vita del paziente e della sua famiglia. Le CP al domicilio aiutano il paziente a rimanere nel luogo a lui più caro, vicino ai propri affetti, evitando o riducendo il bisogno di ricorrere alle strutture ospedaliere. Le CP domiciliari rispondono all'esigenza di organizzare risposte integrate, coerenti e continuative centrate sui bisogni dei pazienti e di coloro che li assistono. Pongono al centro del processo di cura il paziente con la sua famiglia e richiedono che vi sia una equipe di cura disposta a supportarli ed un familiare di riferimento, certamente compatibilità delle condizioni cliniche con la permanenza a casa e presenza di una idonea condizione abitativa. Si tratta di un servizio previsto dai Livelli Essenziali di assistenza (LEA) pensato per i bisogni di salute, anche complessi delle persone fragili. Sono erogate a carico del Sistema Sanitario e quindi non comportano alcun costo per la persona malata e per la sua famiglia.

 

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In tutta la AUSL Romagna partirà il prossimo 13 marzo 2023 la campagna di vaccinazione contro l’herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio), rivolta ai cittadini nati nel 1958.

I cittadini interessati stanno ricevendo un SMS dell’Ausl con l’invito ad aderire alla campagna vaccinale.  La vaccinazione è gratuita e si può prenotare tramite Cup o Cuptel senza alcuna impegnativa. Le vaccinazioni saranno eseguite dai servizi di Igiene e Sanità Pubblica della Romagna, con sedute ambulatoriali dedicate alla campagna fino ad aprile 2023. 

Sarà comunque possibile vaccinarsi anche successivamente negli ambulatori vaccinali  previa prenotazione tramite Cup o Cup tel.

Si ricorda ai cittadini di presentarsi muniti della tessera sanitaria e della documentazione sanitaria attestante eventuali patologie croniche; tale documentazione è di  fondamentale importanza per individuare il tipo di vaccino più appropriato in base alle diverse condizioni cliniche perchè  oggi sono disponibili due  tipi di vaccino e la scelta spetta al personale vaccinatore in sede ambulatoriale in base alla condizione clinica dell’utente.

L’Herpes Zoster, comunemente conosciuto come “Fuoco di Sant’Antonio”, è una malattia virale acuta causata dal virus responsabile della varicella che, dopo l’infezione primaria, rimane in forma dormiente nell’organismo e può riattivarsi in fasi successive della vita. La riattivazione del virus è spesso associata a condizioni che indeboliscono il sistema immunitario quali malattie croniche, terapie immunosoppressive o età avanzata. L’Herpes Zoster si presenta con lesioni della pelle di tipo vescicolare accompagnate da dolore intenso e prurito. In alcuni casi, si possono sviluppare complicanze quali dolore persistente (nevralgia post-erpetica), infezioni batteriche della pelle e altre complicanze che possono richiedere il ricovero in ospedale.
Lo strumento più efficace per proteggersi dall’Herpes Zoster è la vaccinazione: il vaccino riduce il rischio di sviluppare l’Herpes Zoster e soprattutto protegge dalla nevralgia post-erpetica. . Dopo la vaccinazione le reazioni indesiderate più comuni sono arrossamento, dolore, gonfiore e prurito nel sito di iniezione, dolori muscolari, affaticamento, sintomi gastrointestinali e mal di testa.

 

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