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Articoli filtrati per data: Febbraio 2020

A seguito di apposita procedura selettiva la dottoressa Tiziana Perin è stata nominata direttrice dell’unità operativa di “Pronto soccorso e Medicina d’urgenza” di Rimini, ruolo che già ricopriva come facente funzioni dal pensionamento del dottor Marco Galletti. La professionista è stata presentata stamane in una conferenza stampa cui ha partecipato assieme al direttore sanitario dell’Ausl Romagna Stefano Busetti e al direttore medico del presidio ospedaliero di Rimini –Santarcangelo – Novafeltria Gianfranco Cicchetti.

La professionista. Laureatasi in Medicina all’Università di Padova nel 1986, la professionista ha conseguito la specializzazione in “Tisiologia e Malattie dell’Apparato respiratorio”, sempre presso la stessa università, nel 1990. Numerosissime le successive qualifiche professionali conseguite, l’idoneità per l’emergenza sanitaria e vari corsi in diagnostica per immagini e di management delle unità operative.

A livello professionale ha iniziato la sua carriera all’Ospedale San Salvatore di Pesaro e successivamente si è occupata di continuità assistenziale, medicina generale, pneumologia, anestesia rianimazione e del servizio trasfusionale sempre presso strutture sanitarie del pesarese. Nel 1996 inizia la sua attività presso il “Pronto soccorso e Medicina d’urgenza” dell’Ospedale di Rimini, presso il quale dal 1996 al 2006 ha gestito personalmente la fase di trasferimento dei pazienti in ricovero dal Pronto soccorso ai vari reparti e anche ad altre strutture, fase molto delicata che influenza in modo importante il benessere del paziente.  Dal 2007 al 2015 è stata referente per la formazione del Dipartimento “Emergenza – Urgenza” e di tutoraggio dei neo-assunti e dal 2015 in poi referente per la qualità delle cure. Dal 2009 p stata responsabile della struttura semplice di “Medicina d’Urgenza”, che ha scopo di osservazione e stabilizzazione dei pazienti dopo la fase intensiva del “Pronto soccorso”. A fine 2018, in qualità di facente funzione, ha intrapreso una riorganizzazione del “Pronto soccorso” che ha portato ad una limitazione della presa in carico in particolare dei codici gialli, nonostante il loro aumento di numero. Negli ultimi mesi del 2019, insieme ai colleghi dell’Oncologia e della “Terapia antalgica”, la dottoressa Perin ha collaborato alla realizzazione di un ambulatorio ad hoc per i pazienti oncologici che, a seguito di riacutizzazione delle loro patologie normalmente gestite a domicilio, hanno bisogno di accedere al Pronto soccorso.

Nel corso della sua carriera la dottoressa Perin ha partecipato alla realizzazione di numerose linee guida e protocolli organizzativi, relativi, ad esempio, al triage dei pazienti, al trattamento dei pazienti con patologie pneumologiche, alle consulenze, al paziente psichiatrico, allo scompenso cardiaco ed, in particolare, al trattamento del paziente con ictus, per il quale è fondamentale l’individuazione tempestiva dei sintomi e l’avvio al trattamento con trombolisi o al centro di riferimento di Cesena per il trattamento endovascolare radioguidato in Neuroradiologia.

Molto intensa anche l’attività didattica, svolta per colleghi e a livello universitario, sempre sulla medicina di emergenza/urgenza, prima a Rimini poi in Ausl Romagna, nonché l’attività associativa e scientifica.

L’attività di reparto. L’Unità operativa di “Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza” di Rimini contempla il Pronto soccorso e la Medicina d’Urgenza e ad essa attengono anche i Punti di primo intervento di Santarcangelo e Novafeltria. Il Pronto soccorso gestisce oltre centomila accessi l’anno, dei quali circa 48 mila sono relativi a percorsi specialistici (ortopedia d’urgenza, radiologia d’urgenza, oculistica e così via) mentre dei restanti 52mila accessi circa, il 14,3 per cento porta al ricovero del paziente. Il “Pronto soccorso” di Rimini è centro di riferimento provinciale per le patologie tempodipendenti come ad esempio patologie cardiologiche acute, grossi traumi,  ictus. Sempre in “Pronto soccorso” è presente l’”Osservazione intensiva” (obi), con 5 posti letto utilizzati per pazienti che non hanno le caratteristiche per il ricovero ma che devono restare appunto in osservazione fino ad un massimo di 24 ore.

In “Medicina d’urgenza” vede circa tremila pazienti l’anno, con degenza media di 3,7 giorni, ed ha una dotazione complessiva di 29 posti letto e ospita persone che, dopo la fase acuta hanno bisogno di un ulteriore inquadramento diagnostico terapeutico ma non presentano le caratteristiche per un ricovero in reparto.

Il dottor Busetti ha ricordato che questa direzione ha effettuato la nomina di oltre 70 primari, di cui un terzo per le strutture del Riminese, “e tra esse la dottoressa Perin, ottima professionista cresciuta all’interno del nostro ospedale. Riteniamo sia la persona giusta per svolgere il ruolo, non facile, di gestire il Pronto soccorso, reparto estremamente delicato, e traguardarlo verso obiettivi di presa in carico sempre più puntuale e complessiva”.

Il dottor Cicchetti ha  a sua volta ribadito che “il Pronto soccorso in molte circostanze è il punto di primo accesso dei pazienti alla nostra struttura, ed è un punto nevralgico per l’intero ospedale ed anche per questo la scelta della dottoressa Perin, molto stimata tra i colleghi, riteniamo sia quella giusta”.

La dottoressa Perin, oltre a presentare se stessa e l’attività dell’unità operativa, ha sottolineato l’importanza di una collaborazione molto stretta coi professionisti, sia del reparto sia delle altre strutture organizzative aziendali, e con la componente assistenziale: “infermieri ed oss si occupano dell’assistenza diretta dei pazienti, un ruolo molto delicato ed importante”. La professionista ha inoltre evidenziato che “sebbene a livello nazionale vi sia una scarsità, sul mercato del lavoro, di medici specialmente per il settore dell’emergenza, la nostra Azienda sta continuando a reclutarne, tant’è vero che presto sarà indetto un nuovo concorso”. Il tutto “nell’ottica di dare risposte adeguate al nostro territorio turistico e ricchissimo di eventi, basti pensare al raduno degli Alpini in maggio, e di perseguire i nuovi obiettivi che ci vengono dalla Regione, in particolare il trattamento complessivo del paziente entro sei ore almeno nel 90 per cento dei casi, obiettivo dal quale non siamo molto distanti e che intendiamo superare”.

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All’ospedale Bufalini di Cesena è stato recentemente eseguito con successo un delicato intervento di bypass cerebrale extra - intracranico su un paziente affetto da rara malattia di Moyamoya. Una malattia silenziosa ma potenzialmente molto dannosa, caratterizzata da un restringimento progressiva delle arterie carotidi interne e dei suoi rami principali che con il tempo possono chiudersi, e che mette il paziente a rischio di emorragie cerebrali.

“L’intervento chirurgico – spiega il dottor Luigino Tosatto, direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia con sede a Cesena ma dove afferiscono, in un’ottica di specializzazione della rete ospedaliera, i pazienti di tutta la Romagna – ha lo scopo di prevenire il deterioramento clinico indotto dai ripetuti eventi ischemici, il deterioramento cognitivo e gli eventi emorragici. Le procedure di bypass cerebrale vengono effettuate per ripristinare o “rivascolarizzare” il flusso sanguigno diretto all’encefalo, confezionando delle anastomosi tra vasi esterni all’encefalo prelevati dallo scalpo e vasi della corteccia cerebrale. E’ una modalità operativa di alta complessità – precisa Tosatto - eseguita solo in pochi Centri Neurochirurgici in Italia, in quanto richiede una stretta collaborazione e una forte integrazione multidisciplinare tra diversi professionisti di elevata competenza nell’ambito delle Neuroscienze, oltre che ad un lungo training dei neurochirurghi dedicati, anche al di fuori del campo chirurgico, motivo per il quale presso la neurochirurgia del Bufalini è stata sviluppata una piattaforma di ‘allenamento’ pre chirurgico”.

Questo tipo di intervento richiede una precisa pianificazione preoperatoria da parte dell’unità operativa di Neuroradiologia diretta dalla dottoressa Maria Ruggiero, con tecniche angiografiche di Angio-TC e di risonanza magnetica, per lo studio del circolo vascolare cerebrale e per la scelta dei vasi da utilizzare e si avvale di sofisticate tecnologie in dotazione nelle sale operatorie della Neurochirurgia del Bufalini.

L’intervento chirurgico è stato eseguito dal neurochirurgo dottor Marcello D’Andrea e dal dottor Luigino Tosatto, coadiuvati dalla dottoressa Chiara Minardi, responsabile del servizio di Neurofisiologia afferente all’unità operativa di Neurologia diretta dal dottor Marco Longoni, che ha eseguito i monitoraggi neurofisiologici intraoperatori, e da tutta l’equipe tecnico-infermieristica di sala operatoria di neurochirurgia.

“Oltre che per la malattia di Moyamoya – conclude il dottor Tosatto - gli interventi di rivascolarizzazione mediante bypass, vengono eseguiti anche per il mantenimento del flusso in patologie vascolari come gli aneurismi cerebrali ed in patologie tumorali coinvolgenti i grossi vasi intracranici. Inserito nel più ampio progetto di trattamento dei pazienti affetti da stroke ischemico (l’Ospedale Bufalini è Centro Hub della Romagna per tale patologia) si sta valutando la possibilità di adottare questa metodica anche in pazienti selezionati affetti da ischemia cerebrale cronica con sintomi emodinamici che risultano refrattari ai provvedimenti convenzionali”.

 

 

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La UOC di Gastroenterologia di Forlì-Cesena organizza "ENDOSCOPY ON CALL: WE RECALL!", un corso sulle urgenze gastroenterologiche cliniche ed endoscopiche, presso la Chiesa dei Servi, Spazio Convegni casa Artusi, in via Cesare Battisti , a Forlimpopoli il 21-22 febbraio.

Obiettivo principale di questo secondo appuntamento è quello di ottimizzare la gestione multidisciplinare delle emergenze-urgenze gastroenterologiche della provincia di Forlì-Cesena, attraverso il confronto con le altre unità operative dell’AUSL Romagna, con  la partecipazione di esperti nazionali,  medici di medicina generale e  tutte le figure professionali coinvolte. L’analisi dei dati, il confronto con le evidenze scientifiche e con figure di riferimento in ambito nazionale, saranno  centrali per la costruzione di percorsi condivisi e aggiornati.

Il corso, gratuito, è accreditato per medici ed infermieri.

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Venerdì, 21 Febbraio 2020 10:44

Visita patenti di guida: dal 3 marzo si cambia

Si informano i cittadini che dal 3 marzo, per disposizione ministeriale, cambiano i documenti da consegnare alla segreteria della Commissione Medica Locale Patenti: per ottenere il rilascio, la revisione, il duplicato e conversione della patente di guida non è più richiesta la marca da bollo da euro 16,00 ma l’attestato di pagamento dell’imposta di bollo di euro 16,00 su c/c postale n. 4028 intestato a “DIPARTIMENTO DEI TRASPORTI TERRESTRI – IMPOSTA DI BOLLO”.

E’ inoltre necessario consegnare anche una fotografia formato tessera.

Le nuovi disposizioni ministeriali riguardano tutti i cittadini che hanno una prenotazione per una visita medica presso la Commissione Medica Locale Patenti a far data dal 3 marzo 2020.

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Focus sull’ecografia ginecologica il 14 marzo a Rimini con il corso “Standardizzare l’esame ecografico per una corretta pratica clinica”. Un interessante incontro scientifico che annovera tanti professionisti Ausl tra i relatori e che intende fornire strumenti chiari e pratici per l’esecuzione di una corretta ecografia ginecologica, spaziando dalla patologia uterina e annessiale fino a quella endometriosica, anche attraverso live sessione ecografiche interattive. Info e programma nell’opuscolo allegato.

 

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L’ultimo progetto di raccolta fondi che coinvolge IOR e Ospedale “degli Infermi” di Faenza ha portato, nei giorni scorsi, all’installazione del Paxman Scalp Cooler, una strumentazione del valore di circa 35.000 euro di notevole importanza per le pazienti che lottano contro il cancro.
Si tratta di un casco refrigerante che si è dimostrato in grado di evitare a circa il 60 per cento delle donne sottoposte a chemioterapia l’effetto collaterale più temuto: la caduta dei capelli.
Il suo funzionamento? Mantenendo una temperatura intorno ai meno quattro gradi centigradi, i capillari che arrivano al bulbo pilifero si restringono: in questo modo la percentuale di farmaco chemioterapico che raggiunge il capello tramite il flusso sanguigno diminuisce in maniera drastica. Si tratta di un dispositivo sicuro che può presentare come unico effetto collaterale una sensazione di freddo.
Durante il trattamento, che dura dai trenta minuti prima della somministrazione della chemioterapia fino anche a 3 ore successive, la donna può leggere, rilassarsi, persino dormire o mangiare. Nel caso in cui la paziente nel mentre sentisse il bisogno di muoversi o recarsi in bagno il casco ha un’autonomia tale che gli permette di mantenere la temperatura per dieci minuti anche al di fuori della carica.

Conservare la propria chioma non fa quindi parte del percorso di cura in senso stretto, ma è comunque fondamentale per preservare quella qualità di vita nella paziente che è sempre più al centro dell’attenzione dell’oncologia.
La donazione è arrivata grazie ad un incredibile lavoro di squadra che ha coinvolto varie realtà del territorio, come BCC Ravennate, Forlivese ed Imolese; Fiori d’Acciaio; e BNI Maioliche. 
Splendide anche le iniziative di raccolta fondi nate allo scopo di sostenere l’acquisto del Paxman Scalp Cooler. Tra queste da ricordare il“Memorial Francesca Cacciari”, competizione per giovani nuotatori organizzata dal Centro Sub Nuoto Faenza in ricordo della giovane dirigente ed allenatrice scomparsa nel 2017 proprio a causa di un tumore; o l’asta su Charity Stars organizzata dall’ex pilota di motomondiale Gianni Rolando, che ha messo in palio il casco autografato ed indossato dal biker Franco Morbidelli durante il Gran Premio di Misano Adriatico, andato venduto per un valore di 4.500 euro. Anche molti privati, infine, hanno svolto un ruolo fondamentale: tra questi sicuramente l’esempio più eclatante è quello di Paola Dalla Valle, che ha effettuato una donazione in memoria del marito Paolo Montanari per un totale di oltre 4.000 euro.
L’Istituto Oncologico Romagnolo, oltre che benefattore, ha quindi svolto un ruolo di collettore delle offerte e di cassa di risonanza, affinché l’esigenza manifestata dall’Oncologia di Faenza fosse avvertita da tutto il territorio.

“Si tratta di un bellissimo esempio di comunità che si prende cura di sé stessa – ha spiegato nel corso della cerimonia il dottor Stefano Tamberi – la conservazione dei capelli è solo uno degli aspetti di cos’è diventata l’Oncologia in generale a livello internazionale e a Faenza in particolare. La qualità di vita del paziente; la sua presa in carico globale; il fatto che la sua quotidianità possa proseguire anche sotto terapia: sono tutti aspetti che nel nostro reparto vengono tenuti nella massima considerazione, anche grazie alla continua collaborazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo, che in tutti questi anni non è mai mancata. D’altronde quando come in questo caso azienda sanitaria, istituzioni, organizzazioni no profit e comunità fanno squadra in questo modo, non esistono obiettivi irraggiungibili”.

Già da tempo l’Istituto Oncologico Romagnolo ha stretto un rapporto di collaborazione con il reparto di Oncologia dell’Ospedale “degli Infermi” di Faenza. Il sostegno del dipartimento condotto dal dott. Stefano Tamberi, negli ultimi tempi, ha dato luogo a investimenti concreti che hanno successivamente portato all’avvio di progetti di sviluppo e di miglioramento della presa in carico del paziente.
In primis lo IOR supporta la presenza all’interno dell’equipe di una dottoressa specializzata in geriatria, la dott.ssa Anna Garutti, di modo da valutare in maniera costante e appropriata quale sia l’approccio terapeutico migliore ai malati di fascia d’età più elevata, tenendo in considerazione non solo la neoplasia che presenta la persona ma anche la sua funzionalità, le altre patologie di cui soffre, le sue passioni, la situazione famigliare.

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Si comunica che l'evento in programma per giovedì 27/02/2020 è stato rinviato a data da destinarsi.

 

 

Cerimonia di consegna della collezione di fotografie naturalistiche donate alla Nefrologia – Dialisi di Forlì

Giovedì 27/02/2020 ore 11

PRESIDIO OSPEDALIERO FORLI

Via Forlanini, 34 - Vecchiazzano

Padiglioone G.B. Morgagni

Nefrologia -Dialisi 3° Piano

 

 

Dono della Famiglia Canestrini come simbolico ringraziamento per la disponibilità e la dedizione nelle cure prestate alla loro cara Gianfranca, con encomio alla professionalità ed umanità dimostrate dall’intera equipe (medici, infermieri, operatori di supporto) di Nefrologia e Dialisi.

 

Saranno presenti:

- Dott. Paolo Masperi, Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero di Forlì

- Dott. Giovanni Mosconi, Direttore di Nefrologia e Dialisi di Forlì - Cesena

- Gabriele Canestrini in rappresentanza della Famiglia Canestrini di Civitella di Romagna (anche autore delle immagini fotografiche donate)

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Se la nonnina si rompe il femore, dopo l'intervento chirurgico fa fatica a tornare a casa dove viveva da sola. che fare? I progetti di continuità di cura e assistenza tra ospedale e territorio, nonchè le Case della salute, sono un argomento molto importante e sempre attuale. E la dottoressa Elisabetta Silingardi, direttore del Dipartimento di Cure Primarie di Rimini dell'Ausl Romagna ne ha parlato alla trasmissione di Icaro TV "Tutta Salute", intervistato dalla giornalista Lucia Renati (insieme nella foto). La trasmissione andrà in onda nella serata di venerdì 21 febbraio alle 19:35 e replicata la domenica successive alle ore 13, sempre su "Icaro TV" (canale 91).

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Grande successo per l’evento “Cardiologie Aperte” che si è svolto a Faenza nei giorni scorsi. L’evento, finalizzato a sensibilizzare sull’importanza di prevenire le patologie cardiocircolatorie, in particolare attraverso stili di vita sani, ha visto la partecipazione di oltre 60 persone tra cui anche il primo cittadino Giovanni Malpezzi.

Medici e infermieri dell’unità operativa Cardiologia dell’Ospedale “per gli Infermi” hanno svolto un primo momento frontale, in cui hanno spiegato agli intervenuti l’importanza di una sana e corretta alimentazione e dell’attività motoria. Quindi i councelling personalizzati, con misurazione della pressione ed ecg con alcune persone alle quali è stato suggerito un approfondimento.

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“Arte in gioco" è  la terza esposizione tematica in Pediatria a Forlì che, dal 20 febbraio, apre speranzose finestre sul mondo fanciullo con la complicità di un collettivo di fotografi d’eccezione.

#100giannirodari questo è il motto omaggio allo scrittore di Omegna (nel centenario della nascita) che apre le porte della Quadreria in Pediatria, dell’Ospedale Morgagni - Pierantoni dell'Ausl Romagna di Forlì. Qui gli autori del collettivo europeo FAM, per questa ultima mostra del ciclo Giocando con la luce, stimolano una percezione dove l’immagine sembra prendere vita e giocare scherzi a chi la osserva: un approccio giocoso e ironico mosso dall’interazione con elementi urbani di un’autentica ludo street art. Una mostra e una ricerca sulla rappresentazione del gioco e del giocare nell’arte pubblica contemporanea di una grande città europea: in Pediatria saranno esposti 10 scatti, dal 20 febbraio fino al 30 maggio 2020 (giornata mondiale del gioco), che attraverso un linguaggio iconografico inatteso legano modernità e tradizione in difesa del gioco e del diritto a essere bambini. 

La mostra è esposta presso il Reparto di Pediatria dell' Ospedale Morgagni-Pierantoni, via Forlanini, 34 – Forlì, è ad ingresso libero, in orario di apertura al pubblico del Reparto.

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