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Articoli filtrati per data: Febbraio 2024

Un ballo speciale per lanciare un importante messaggio di sensibilizzazione. E’ “Ho Provato a Volare”, il flash mob organizzato dall’Associazione Crisalide Rimini – Associazione Donne Operate Carcinoma Mammario in collaborazione con InDanza Show Academy, con il patrocinio dell’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna e del Comune di Rimini.
Sabato 2 marzo, alle ore 16.30, la centralissima piazza Cavour sarà teatro di questo evento che promuove la campagna di prevenzione del tumore del collo dell’utero attraverso la vaccinazione contro l’HPV (Papilloma Virus). “Dall’adolescenza all’età adulta con un compagno di viaggio insostituibile: l’amore per se stessi e per gli altri a tutela della salute” è infatti il sottotitolo dell’iniziativa ideata dall’organizzazione no-profit riminese, da sempre in prima linea su questo fronte.
Il titolo (“Ho Provato a Volare”) contiene anche le tre lettere dell’acronimo (HPV) e in questo caso il ballo vuole essere un modo per raggiungere giovani e adulti e indirizzarli verso un comportamento consapevole per la propria e altrui salute.

L’infezione da HPV è infatti un’infezione virale piuttosto comune, che colpisce la pelle e le mucose umane. Esistono più di 200 tipi di HPV, e molti di essi sono innocui o causano solo verruche cutanee. Tuttavia, alcuni tipi di HPV sono considerati a rischio, poiché possono causare cambiamenti cellulari che possono portare a diverse forme di cancro, in particolare al collo dell’utero.
L’HPV si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con la pelle o le mucose infette. Molte persone contraggono l’HPV senza nemmeno rendersene conto, poiché molte infezioni sono asintomatiche e si risolvono spontaneamente. Tuttavia, alcune infezioni persistenti da HPV possono portare a gravi problemi di salute.
La prima forma di prevenzione è la vaccinazione, che viene raccomandata ai ragazzi e ragazze adolescenti. Il vaccino contro l’HPV di ultima generazione impedisce il contagio dai ceppi HPV responsabili di quasi il 100% dei tumori.

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Come evidenziato da alcuni articoli della stampa locale, ieri si è verificato un blocco prolungato dei servizi nazionali che gestiscono l'intero flusso delle prescrizioni dematerializzate di farmaci e prestazioni sanitarie, causando problemi a tutti i servizi sanitari del territorio nazionale e anche nella giornata odierna si registrano alcuni rallentamenti.A livello locale il mancato funzionamento della rete nazionale,  oltre a creare disservizi agli utenti presso le farmacie del territorio e ai Medici di Medicina generale, ha determinato criticità a tutta l'attività di accesso alle prenotazione della AUSL della Romagna: sportelli distrettuali sul territorio, TeleCUP e CUPWeb. Anche l'attività dei medici specialisti ambulatoriali della AUSL è stata conseguentemente rallentata. L'AUSL della Romagna è in costante contatto con i riferimenti regionali che si rapportano con Ministero dell'Economia e Finanza, gestore del Sistema Tessera Sanitaria nazionale al fine di addivenire ad un miglioramento di tale gestione.

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Si terrà martedì 19 marzo a Ravenna il convegno "Telemedicina: uno sguardo d'insieme per una sanità di prossimità efficace e connessa", rivolto a 150 professionisti tra settore sanitario e non sanitario, appartenenti a tutti i profili professionali.

In linea con la metafora de "la casa come primo luogo di cura" - che dà il titolo anche ad una delle più significative linee di investimento del piano nazionale di ripresa e resilienza - la telemedicina si caratterizza per essere uno dei pilastri della transizione digitale in sanità.

L'assistenza al cittadino, soprattutto quello soggetto a patologie croniche, deve sempre di più spostarsi dall'ospedale verso il territorio, creando una rete ospedale-territorio-domicilio in grado di offrire ai pazienti un'assistenza sanitaria di prossimità.

In questo contesto, la telemedicina - intesa sia come televisita sia come teleassistenza e telemonitoraggio - se agita con efficaci strumenti digitali e con una sostanziale revisione dei processi clinico-gestionali può giocare un ruolo cardine nella implementazione della cosiddetta connected care.

Nell'accezione di teleconsulto, inoltre, la telemedicina può essere sfruttata anche come strumento efficace per supportare l'interazione tra professionisti al fine di una proficua ed efficiente cooperazione.

Questo convegno vuole esplorare gli aspetti fondanti, tecnologici e normativi che sottendono l'applicazione della telemedicina nel contesto del servizio sanitario nazionale italiano, offrendo anche alcuni casi concreti di applicazione nell'ambito della regione Emilia-Romagna, in particolare, nell'Azienda USL della Romagna.

 

Per programma dettagliato e iscrizioni si rimanda alla locandina in allegato.

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Adottare stili di vita sani, che consentano ai cittadini di migliorare la propria alimentazione e di contrastare la sedentarietà per mantenersi in salute e prevenire l’insorgenza di alcune malattie croniche come obesità, diabete e ipertensione. È questo l’obiettivo dei due eventi gratuiti nel territorio di Bellaria, inseriti nel ciclo di appuntamenti di promozione della salute promossi nel Distretto di Rimini, organizzati dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica – ambito territoriale di Rimini e dalla Casa della Comunità, con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Bellaria-Igea Marina e il coinvolgimento di alcune associazioni del territorio.


L’iniziativa, organizzata nell’ambito del Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025, è rivolta a tutta la popolazione e prevede due appuntamenti: “Il Carrello della salute” dedicato al tema della corretta alimentazione, e “Un passo alla volta” per conoscere i benefici dell’attività fisica e le opportunità che i parchi cittadini offrono per fare movimento.
Martedì 5 marzo, dalle ore 16 alle 18, nella Sala Consigliare del Comune di Bellaria-Igea Marina (Piazza del Popolo n. 1), è in programma l’incontro dal titolo “Il Carrello della salute – La salute vien mangiando: impariamo a gestire la nostra alimentazione quotidiana”, condotto da dietisti, assistenti sanitari e infermieri del Dipartimento di Sanità Pubblica che daranno indicazioni per gestire e costruire in autonomia il proprio menu settimanale e mantenersi in salute.


Le attività proposte nell’ambito di “Un passo alla volta – La salute passo dopo passo: scopriamo i benefici di camminare insieme”, condotte da un istruttore laureato in Scienze Motorie e dai professionisti sanitari della Medicina dello Sport, sono finalizzate alla scoperta delle opportunità che i parchi cittadini offrono per praticare attività fisica e mantenersi in salute in modo economico e divertente. In questo caso l’evento si svolgerà giovedì 14 marzo, con ritrovo alle ore 16 nella Sala Consigliare del Comune di Bellaria-Igea Marina. È prevista un’attività pratica all’aperto, per cui si consiglia abbigliamento comodo.


La partecipazione agli incontri è libera e gratuita ed è consigliata l'iscrizione, che può essere effettuata con una mail al Dipartimento di Sanità Pubblica all’indirizzo promosalute.rn@auslromagna.it indicando nome, cognome, data di nascita, telefono e iniziativa alla quale si è interessati, oppure telefonando al n. 334 3429196 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16.

In allegato il programma dettagliato dei due eventi.

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L’epatite C è una malattia causata dal virus HCV che può rimanere latente anche per molto tempo, compromettendo lentamente il fegato.

Chi la sviluppa in forma cronica, nella maggior parte dei casi non presenta alcun sintomo o solo sintomi generali, come depressione e stanchezza, ma l’infezione può evolvere in forme molto gravi.

Per individuarla basta un esame del sangue, senza ticket né prescrizione medica.  È possibile farlo, in Emilia-Romagna, tramite il test di screening gratuito, che la Regione Emilia-Romagna ha confermato anche per il 2024, con l’obiettivo di intercettare la patologia in tempo e fornire le giuste terapie a tutti i casi positivi identificati.

Sono tre le tipologie di destinatari, individuati dal ministero della Salute, a cui è rivolta la campagna di screening, che è stata avviata a inizio 2022: i cittadini nati tra il 1969 e il 1989 (quindi di un’età compresa tra i 35 e i 55 anni) iscritti all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti - STP); le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti in carcere, in entrambi i casi indipendentemente da età e Paese di provenienza.

Complessivamente, al 31 dicembre 2023, sono 434.846 i test effettuati, attraverso i quali sono stati individuati 816 casi di positività (1,9 per mille) al test di conferma eseguito sullo stesso campione di sangue in caso di positività dell’esame di screening. Un dato importante riguarda la partecipazione: nel 2023, infatti, sono quasi raddoppiate le adesioni all’iniziativa di prevenzione da parte dei cittadini target, passate dal 17,9% del 2022 al 32,0% dello scorso anno.

In Emilia-Romagna la proporzione tra i casi di positività riscontrati e il numero di persone, tra i 35 e i 55 anni, che si sono sottoposte al test, ovvero il “detection rate”, è dunque pari a 1: ciò significa che per ogni mille persone testate, ne viene identificata 1 positiva, che può così essere assistita e curata.

Una persona che, se non avesse aderito alla campagna di screening regionale, non avrebbe scoperto di aver contratto il virus dell’HCV, né avrebbe effettuato una visita specialistica o iniziato un trattamento terapeutico. Anche per questo, per promuovere consapevolezza rispetto all’importanza di aderire allo screening e far conoscere ai cittadini le modalità per partecipare, il Servizio sanitario regionale ha rilanciato anche quest’anno la campagna di comunicazione “C devi pensare”, con spot video e radio, informazioni sui social e materiale cartaceo.

“Lo screening, anche per l’epatite C, è uno strumento di prevenzione secondaria fondamentale- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- perché consente di individuare i casi non ancora diagnosticati, il cosiddetto ‘sommerso’, persone inconsapevoli di aver contratto la malattia che in questo modo possono essere prese in carico dal Servizio sanitario pubblico e accedere alle cure. Siamo soddisfatti del successo della campagna, ma occorre fare ancora meglio. L’invito, quindi, che rivolgo a chi rientra in questo target, è quello di sottoporsi al test: basta un semplice esame del sangue, gratuito, per tutelare la propria salute e quella degli altri. Contribuendo a contrastare la diffusione di una malattia che può avere gravi effetti sulla salute”.

 

Lo screening in Emilia-Romagna: i dati al 31 dicembre 2023

Complessivamente, da inizio 2022, sono 1.359.915 i cittadini destinatari dello screening in Emilia-Romagna, nelle tre categorie previste: 1.329.769 nati tra il 1969 e il 1989, 23.159 seguiti dai SerD e 6.897 detenuti. Al 31 dicembre 2023, 434.846 hanno effettuato il test di screening, pari al 32,0%; di questi per 816 (1,9 per mille di quanti hanno effettuato lo screening) la positività è stata confermata dal successivo test. 748 sono stati inviati ai centri di cura specialistici e 570 hanno iniziato il trattamento terapeutico. Esiste infatti un’efficace terapia antivirale, semplice da assumere e sicura: circa il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione. Ad oggi, invece, non esiste un vaccino.

 

“C devi pensare”: la campagna di comunicazione del Servizio sanitario regionale

“E se per un minuto pensassi a evitare i rischi dell’epatite C?”. È l’invito che lo spot video, realizzato nell’ambito della campagna di comunicazione del Servizio sanitario regionale intitolata “C devi pensare”, rivolge ai cittadini di età compresa tra i 35 e i 55 anni, per sensibilizzare sull’importanza di aderire ai test di screening. La campagna proseguirà fino al 29 febbraio, attraverso spot radio, social e materiali informativi presso i luoghi di cura.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Regione, nella landing-page della campagna di comunicazione  www.screeningepatitec.it

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In Romagna si è concluso il Corso di formazione manageriale per Direttori Generali delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli altri Enti del Servizio Sanitario Nazionale, organizzato dalla Regione Emilia Romagna in collaborazione con l'AUSL Romagna, l'Università di Bologna ed il Creas (Centro per la Ricerca sui Sistemi Sanitari).

La cerimonia conclusiva del percorso formativo manageriale si è svolta sabato scorso alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, con la discussione delle tesi e la consegna dei diplomi ai 26 corsisti che, con l’attestato ottenuto, potranno iscriversi all’Elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di Direttore generale delle Aziende sanitarie e degli altri Enti del Servizio Sanitario Nazionale e negli Elenchi regionali per la nomina a direttore sanitario e direttore amministrativo.

Erano presenti alla cerimonia, tra gli altri, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, il direttore generale Cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia Romagna Luca Baldino, la direttrice del Settore Innovazione Servizi Sociali e Sanitari della Direzione Generale Cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia Romagna, nonché direttore responsabile del Corso, Maurizia Rolli, e il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori (insieme nella foto).

Primo corso nel suo genere realizzato in Romagna, si è sviluppato da settembre 2023, nelle aule della Malatestiana di Cesena, del CEUB di Bertinoro e della Rocca Delle Caminate di Meldola, con il coinvolgimento di docenti appartenenti alle più prestigiose istituzioni nazionali (Università di Bologna, Università Bocconi, Università Cattolica, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Humanitas University, Università di Torino etc) e internazionali (Quebec University, University College of London, Carnegie Mellon University USA, Jefferson College Philadelphia, Oxford University etc), Regione Emilia-Romagna e AUSL della Romagna.

Il corso è stato presieduto in qualità di Direttore responsabile da Maurizia Rolli (direttrice del Settore Innovazione Servizi Sociali e Sanitari della Direzione Generale Cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia Romagna) e affidato al Comitato scientifico composto da Luca Baldino (direttore generale Cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia Romagna) Tiziano Carradori (direttore generale di Ausl Romagna), Gianluca Fiorentini (professore, Dipartimento di Scienze Economiche Università di Bologna – Delegato per i rapporti con il SSN) e Carlo Lusenti (direttore Dipartimento Chirurgico e Grandi Traumi di Ausl Romagna), con il supporto dell’Unità Operativa Formazione e Valutazione delle Risorse Umane Ausl Romagna diretta da Carlo Somenzi. Hanno fatto parte della Segreteria Scientifica, Vanni Agnoletti (direttore Unità Operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Bufalini di Cesena), Fausto Catena (direttore Unità Operativa Chirurgia generale e d’urgenza dell’ospedale Bufalini) e Cristina Ugolini (professoressa Università di Bologna).

Le tesi dei corsisti saranno pubblicate su Discover Health Systems, la rivista internazionale di Springer che ha sede scientifica all'Ospedale Bufalini di Cesena.

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Nuova appuntamento domani, martedì 27 febbraio, alle ore 20, con CinemAnimaMente che torna al Cinema Eliseo (Viale Giosuè Carducci 7, Cesena) con il film “LUBO” di Giorgio Diritti. Al termine della proiezione il regista dialogherà con Monica Pacetti, psichiatra del Centro di Salute Mentale di Forlì- AUSL Romagna. L’evento sarà moderato da Daniele Gualdi.

La rassegna cinematografica, dedicata quest’’anno al tema “Gli esclusi”, è promossa dall’Unità Operativa Dipendenze Patologiche Forlì Cesena - Dipartimento Salute Mentale dell’AUSL Romagna, in collaborazione con la Cooperativa Il Mandorlo, il Cinema Eliseo Cesena, l’Associazione Analysis e il patrocino del Comune di Cesena.  

Ingresso euro 6,50 - Studenti universitari euro 5.

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Nel 2023 sono stati ben 357 gli interventi effettuati all’ospedale “Morgagni – Pierantoni” di Forlì con il robot chirurgico “Da Vinci XI”, la quarta generazione di chirurgia robotica mininvasiva robot-assistita acquisita nel 2022 dal nosocomio forlivese.

Di questi interventi (aumentati del 12% rispetto al 2022), 140 sono stati effettuati all’ospedale di Forlì dall’ Urologia (di cui 104 prostatectomie), 135 dalla Chirurgia generale (di cui 67 per neoplasie del tratto gastro-enterico e epato-pancreatico), 45 dalla Otorinolaringoiatria (di cui 16 per neoplasie e 16 per OSAS), 19 dalla Chirurgia Toracica (prevalentemente per neoplasie polmonari); 18 dalla Ginecologia (prevalentemente isterectomie).

L’attività robotica presso l’ospedale di Forlì è iniziata nel 2007, ben 17 anni fa, grazie ad una generosa donazione della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì (si trattava del primo robot chirurgico ad entrare in attività in Emilia Romagna). Nel 2012 la stessa Fondazione ne aveva donato un secondo modello più avanzato, che è stato utilizzato in migliaia di operazioni, svolte in ben sette Unità operative dell’ospedale di Forlì (Chirurgia generale, gastroenterologica e mininvasiva, Chirurgia endocrina e bariatrica, Urologia, Chirurgia e terapie oncologiche avanzate, Chirurgia toracica, Otorinolaringoiatria, Ginecologia-Ostetricia). Attualmente, all’ospedale di Forlì, i chirurghi formati per utilizzare la chirurgia robotica nelle varie discipline coinvolte sono complessivamente una quindicina.

“Delle 180 piattaforme robotiche installate in Italia – spiega il prof Giorgio Ercolani , Direttore del Dipartimento Chirurgico di Forlì e Professore ordinario di Chirurgia all’Università di Bologna – quello dell’ospedale di Forlì è tra i 40 Centri (25% del totale) che superano i 350 interventi/annui . Il primo intervento all’ospedale di Forlì con il nuovo robot chirurgico Da Vinci XI è stato effettuato nel 2022.Quest’ ultima versione, il Da Vinci XI, è stata acquisita dall’Ausl Romagna ed è sviluppata sul concetto della "Immersive Intuitive Interface", l’unico sistema robotico che permette una reale visione tridimensionale del campo operatorio. All’ospedale di Forlì il robot Da Vinci XI viene utilizzato per interventi di Chirurgia Generale (gastrica epatopancreatica e colorettale), Urologia, Ginecologia, Chirurgia Toracica, Otorinolaringoiatria. Nel 2023 è anche iniziato il programma di duodeno-cefalopancreasectomie robotiche ."

"I principali vantaggi per il paziente degli interventi di chirurgia robotica - prosegue Ercolani- sono sicuramente il minor dolore post-operatorio, la ripresa più rapida della normale attività, la riduzione dei tempi di ospedalizzazione, piccole incisioni con migliori risultati estetici e minore necessità di trasfusioni. Il sistema Xi offre inoltre la possibilità di utilizzare la robotica in una maggiore numero di pazienti rispetto alle versioni precedenti”

“E’ motivo di particolare soddisfazione - conclude il dottor Giorgio Martelli, direttore del presidio ospedaliero di Forlì - poter assicurare in questo Ospedale competenze professionali e tecnologie innovative che garantiscono per alcune patologie i migliori standard esistenti. Va rilevato che nel corso del 2023 tale programma è stato avviato anche negli Ospedali di Cesena e Rimini e che l’Ausl Romagna ha istituito un gruppo di monitoraggio ad hoc per tale importante attività. “

 

 

 

 

 

 

 

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La chirurgia robotica più avanzata è entrata nelle sale operatorie dell’ospedale Bufalini di Cesena. Grazie al significativo contributo di oltre 1 milione e mezzo di euro donato dalle Aziende Amadori e Orogel ha fatto il suo ingresso nel Blocco operatorio dell’ospedale cesenate il nuovo sistema robotico Da Vinci Xi, l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva che permette al chirurgo, seduto a una consolle, di operare ‘manovrando’ a distanza 4 braccia robotizzate.

È entrato in funzione a inizio dicembre con i primi interventi in campo urologico. Il suo utilizzo è stato via via implementato e oggi viene impiegato per le procedure chirurgiche più complesse (soprattutto oncologiche) dall’Urologia, dalla Chirurgia Generale e d’urgenza, dalla Ginecologia e dalla Chirurgia a degenza breve: il suo vantaggio è quello di aumentare la precisione del chirurgo, garantendo libertà dei movimenti, maggior facilità di accesso negli spazi anatomici più difficili e incisioni ridotte. Questo, per i pazienti, si traduce in minor dolore post operatorio, tempi di recupero più rapidi con una degenza più breve.

L’importante passo in termini di innovazione tecnologica è stato presentato oggi nella Sala Convegni dell’ospedale Bufalini di Cesena. Erano presenti, tra gli altri, l’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini, il Sindaco di Cesena Enzo Lattuca, il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori, l’amministratore delegato del Gruppo Amadori Denis Amadori, l’amministratore delegato del Gruppo Orogel Bruno Piraccini, la direttrice sanitaria di Ausl Romagna Francesca Bravi, la direttrice amministrativa di Ausl Romagna Agostina Aimola, il direttore del presidio ospedaliero Marisa Bagnoli, il  direttore del dipartimento chirurgico e grandi traumi del Bufalini Carlo Lusenti, il direttore dell’unità operativa fisica medica e ingegneria clinica Stefano Sanniti e numerosi professionisti sanitari.

I vantaggi del sistema robotico Da Vinci Xi

Il nuovo sistema robotico può trovare applicazioni in tutte le specialità, dall’urologia alla chirurgia generale, dalla ginecologia oncologica alla otorinolaringoiatria, con numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia open, alla chirurgia laparoscopica tradizionale o alla più avanzata laparoscopia teleassistita: sia per i clinici che per i pazienti, come minor rischio di complicanze, riduzione dei tempi di degenza e di recupero.

I principali vantaggi clinici:

  • Radicalità oncologica, quindi asportazione
  • Eccellente visualizzazione e facilità di accesso ad anatomie difficoltose
  • Maggior precisione nella procedura demolitiva e maggior precisione ricostruttiva
  • Possibilità di configurare l’accuratezza del movimento chirurgico
  • Eliminazione del tremore fisiologico
  • Minor tempo operatorio rispetto alla laparoscopia

I vantaggi per il paziente:

  • Piccole incisioni con migliori risultati
  • Minore necessità di trasfusioni
  • Minor dolore post-operatorio
  • Riduzione dei tempi di ospedalizzazione e una più rapida della normale attività

L’acquisizione del nuovo sistema robotico grazie ad AMADORI e OROGEL

Il nuovo robot chirurgico Da Vinci Xi è entrato in funzione nel Blocco operatorio dell’ospedale Bufalini di Cesena il 5 dicembre 2023, dopo una fase di sperimentazione clinica organizzativa avviata a novembre 2022.

Il progetto della chirurgia robotica, dati i risultati estremamente positivi della fase sperimentale, ha mostrato di avere le caratteristiche per diventare una tecnologia stabile del presidio ospedaliero cesenate, come fin da subito colto dal Sindaco Enzo Lattuca che, alla luce delle difficoltà del contesto economico attuale per le aziende sanitarie, si è attivato in prima persona coinvolgendo le principali realtà imprenditoriali del territorio.

Il sostegno è arrivato dalle Aziende Amadori ed Orogel che insieme si sono fatte carico in parti uguali del 100% dell’investimento, per un valore complessivo circa 1.586.000 euro, dimostrando ancora una volta grande sensibilità e attenzione all’implementazione del parco tecnologico dell’ospedale della città.

Da novembre 2022 ad oggi all’ospedale Bufalini sono stati effettuati 111 interventi di chirurgia robotica. Di questi, sono 26 quelli eseguiti con il nuovo robot Da Vinci Xi finanziato da Amadori e Orogel: 9 in urologia, 7 in chirurgia generale e d’urgenza, 6 in chirurgia a degenza breve, 4 in ostetricia ginecologia. La previsione è di arrivare ad effettuare 250 interventi annui.

 

"Come assessorato siamo impegnati a implementare le nostre strutture ospedaliere con le tecnologie necessarie e interventi di riqualificazione del comparto chirurgico – ha sottolinea l’assessore regionale Raffaele Donini. Il sistema Da Vinci Xi, che da qualche settimana è a disposizione anche dei professionisti sanitari del Bufalini, rappresenta la piattaforma robotica più evoluta e diffusa nel mondo, e va nella direzione del nostro impegno, per assicurare ai cittadini una presa in carico sanitaria che sia la più efficace possibile. Il mio ringraziamento, anche a nome della giunta regionale, va ad Orogel e ad Amadori che con la loro donazione hanno permesso un innalzamento della qualità che qualifica ulteriormente la nostra sanità”.

“Essere oggi alla presentazione di questo straordinario strumento sanitario è motivo di grande orgoglio e la migliore conferma che ‘Gente che Ama’ è molto di più di un’originale campagna di comunicazione” - commenta l’AD Denis Amadori. “Significa dare concretezza al Purpose aziendale, ovvero il “senso” stesso della nostra esistenza e ribadire, come imprenditori, la vicinanza alle comunità di cui facciamo parte, a partire da Cesena e dalla Romagna dove Amadori è nata, impegnandosi a sostenere il benessere economico e, nello specifico, sociale. Ringraziamo il Sindaco di Cesena che si è fatto promotore dell’iniziativa, a cui abbiamo aderito con entusiasmo, ulteriormente confermato dai nostri stessi collaboratori, che hanno voluto testimoniarci in queste settimane il loro senso di orgoglio nel far parte di un’azienda che si è dimostrata, ancora una volta, parte attiva di una comunità forte e coesa.”

"Essere sensibili e sostenere il nostro Ospedale Bufalini con attrezzature all’avanguardia nel campo sanitario e chirurgico è un dovere che abbiamo sentito nostro non da oggi - dichiara Bruno Piraccini, Presidente di Orogel - e siamo convinti che non vi sia modo migliore per rendere la sanità pubblica in grado di fornire servizi di alto livello per la cura e la tutela della salute a favore della collettività. E’, in pratica, la riconoscenza che dobbiamo al nostro territorio attraverso la restituzione di quanto abbiamo ricevuto per lo sviluppo e per la crescita aziendale grazie ai nostri produttori agricoli, alle maestranze e alla nostra comunità."

“Ringrazio le Aziende Amadori ed Orogel per aver condiviso questo progetto e per aver contribuito, distinguendosi, al bene della comunità e alla crescita del territorio. Questo investimento tecnologico – dichiara il Sindaco Enzo Lattuca - consente non solo di qualificare il lavoro dei professionisti che operano all’Ospedale Bufalini, ma anche di migliorare in concreto le condizioni di cura dei pazienti. Per il nostro ospedale si è aperta l’era della chirurgia robotica e da questo avanzamento non si tornerà più indietro”.

“Esprimo profonda gratitudine e riconoscenza, anche a nome di tutti i professionisti per il grandissimo sostegno che ancora una volta le aziende Amadori e Orogel hanno voluto assicurare alla sanità pubblica locale con questa donazione che è il frutto di un importante gioco di squadra al quale ha fortemente contribuito anche il sindaco Enzo Lattuca – afferma il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori. Questa nuova piattaforma  va a consolidare l’attività di chirurgia robotica avviata a Cesena nell’ambito di un percorso di innovazione tecnologica che è partito a Forlì’ e che proseguirà anche a Ravenna e a Rimini. Racchiudo questa giornata con due parole: Orgoglio per la sensibilità e il senso di appartenenza testimoniato dalla nostra Comunità che investe sui nostri professionisti e Responsabilità da parte nostra di mantenere e sviluppare questo riconoscimento”.

 

Il nuovo sistema robotico Da Vinci Xi

E’ composto da tre componenti: una colonna o carrello Visione che contiene l'unità centrale di elaborazione dell’immagine, una consolle dove siede il chirurgo che governa l’intervento e muove a distanza gli strumenti per mezzo di due manipolatori e di pedali e, infine, il carrello paziente che porta gli strumenti robotizzati al letto operatorio ed è composto di quattro braccia mobili e interscambiabili dedicate al supporto della fibra ottica e di strumenti chirurgici da 5 mm a un massimo di 8 mm. .

Sviluppato sul concetto della "Immersive Intuitive Interface" il robot Da Vinci XI traduce i movimenti del chirurgo in modo intuitivo, consentendo un controllo completo della fibra ottica e dello strumentario, evitando i complessi movimenti laparoscopici e permette una reale visione tridimensionale del campo operatorio: il chirurgo viene letteralmente "immerso", senza ausilio di occhiali o altre apparecchiature, così da valutare al meglio i piani di dissezione anatomici e "vivere" l'intervento chirurgico quasi dall'interno del corpo del paziente.

Il sistema robotico, inoltre, consente una visione 3D con ingrandimento fino a 10 volte, assicurando una chiarezza e precisione dei dettagli nettamente superiore alla tecnica laparoscopica; elimina il tremore fisiologico delle mani del chirurgo o di movimenti involontari; possiede quattro bracci robotici, interscambiabili, montati su un’unica colonna; è compatibile con le altre tecnologie presenti in sala operatoria ed è dotato di un sistema di posizionamento tramite laser che permette di ottimizzare il posizionamento delle braccia in base al tipo di intervento per ridurre i tempi di preparazione e i tempi operatori; utilizza strumenti chirurgici che consentono libertà di movimento su 7 assi (a differenza dei 4 gradi degli strumenti di laparoscopia convenzionale) e una rotazione di circa 540°; consente una chirurgia multiquadrante, ovvero di effettuare interventi più complessi agendo su organi posizionati in diversi quadranti anatomici, senza la necessità di prevedere spostamenti del paziente o del robot;

La console robotica è dotata anche di un simulatore per la formazione in un ambiente virtuale simulando i gesti e l’anatomia di un paziente reale per acquisire tecnica ed esperienza. Il chirurgo senior interagisce con il junior attraverso la strumentazione robotica evidenziando in tempo reale i gesti da compiere, le strutture anatomiche da riconoscere. Il senior guida il junior durante l’intervento chirurgico seguendo ogni suo movimento passo a passo e, se necessario, prende il controllo della console nelle fasi più delicate.

 

 

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Un’intensa due giorni di lavori, con il filo conduttore di combattere le diseguaglianze sociali e sanitarie e impostare una serie di azioni e pratiche per la sanità del futuro, sempre più vicina (fisicamente ma non solo) ai bisogni delle persone. E’ quella svolta nell’ambito di una convenzione stipulata tra l’amministrazione comunale di Rimini, l’Azienda Usl della Romagna e l’Università di Bologna, con il prezioso coinvolgimento anche di prestigiosi partner internazionali provenienti dal Brasile, nell’ottica del nuovo approccio multidisciplinare, inclusivo e territoriale che guida la visione riminese sulla sanità.
Mercoledì si è tenuto in mattinata un incontro istituzionale a Palazzo Garampi con la partecipazione dell’Assessore comunale Kristian Gianfreda, del direttore del Distretto di Rimini Mirco Tamagnini, del Prorettore alla didattica di Unibo, Prof. Roberto Vecchi, del Presidente del Campus di Rimini Prof.ssa Alessia Mariotti, del Direttore del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita Prof. Claudio Stefanelli, e del Prof. Ivo Quaranta, coordinatore del progetto “Diseguaglianze”. È stata l’occasione per approfondire pratiche e strategie per la promozione di un modello sanitario imperniato sul concetto di prossimità e di prevenzione, integrazione tra i servizi e implementazione dei luoghi dedicati alla cura.
Nel pomeriggio, poi, l'incontro tecnico al Laboratorio Aperto Tiberio, con protagonisti amministrazione comunale, docenti, operatori sanitari, operatori sociali, nonché i rappresentanti e professori di diversi atenei brasiliani, quali l’Università Federale Fluminense, l’Università Federale di Sao Paulo e l’Università Paris Citè. Temi di confronto le microzone che si svilupperanno sul territorio riminese al fine di dare vita a strutture diffuse e ‘vicine a casa’ finalizzate a erogare servizi socio-sanitari, mettendo insieme le diverse professionalità del settore.
Quindi giovedì, la sala di quartiere di Miramare (zona della città che sarà laboratorio di una nuova visione della sanità) è stata la cornice del workshop teorico-pratico dal titolo "La territorializzazione come strumento della pianificazione locale in primary health care", con docenti Ardigò Martino (Ausl Romagna), Marta Rovery (Università Federale di Goiania), Ivo Quaranta e Chiara Bodini dell’Università di Bologna, Cristian Guimaraes (Università Federale di Sao Paulo). Un'opportunità per condividere in modo partecipativo conoscenze e pratiche innovative, in particolare sul concetto di territorio e il suo utilizzo nel campo sanitario, comprendendo le basi per il lavoro in territori geograficamente delimitati, nonché l'importanza e le ragioni dello studio del territorio oggetto di interventi, così da tenere in considerazione non solo le persone che lo abitano ma anche il contesto in cui vivono.

“La localizzazione degli interventi, il riconoscimento e l’unicità dei territori, dei professionisti che lavorano nelle Case della Comunità e dei bisogni di salute specifici delle comunità fa sì che un primo momento sia quello di riconoscimento dell’unicità dei territori stessi - spiega il dottor Ardigò Martino che segue il progetto per Ausl Romagna -. In quest’ottica insieme ai colleghi brasiliani abbiamo svolto, in termini di laboratorio, la prima attività di territorializzazione, in maniera interprofessionale, interdisciplinare e intersettoriale per cominciare a costruire una rete integrata che sia in grado di superare la frammentazione e così supportare lo sviluppo dei servizi territoriali incentrati sulla persona”.

“Uno step importante di quel percorso più ampio che l’amministrazione comunale, in sinergia con l’azienda sanitaria Usl, l’università e le realtà del Distretto, ha intrapreso per rafforzare e valorizzare la vocazione territoriale e multidisciplinare del sistema sanitario - aggiunge l’assessore alla Protezione sociale del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda -. Il fine è quello di avvicinare i servizi alle persone attraverso la diffusione dei presidi e la valorizzazione di un lavoro sempre più sinergico tra il settore sanitario e sociale, in modo da garantire ai pazienti una risposta quanto più possibile completa e una maggiore facilità nell’accesso alle cure. A fare da 'bussola’ a questa nuova visione di sanità di prossimità e ‘a misura di territorio’ ci sono prima di tutto le esigenze e le necessità degli utenti, a partire da quelli più fragili che spesso sono soli, non possono spostarsi troppo lontano da casa, hanno difficoltà a muoversi o altro ancora. Potersi confrontare su tutto questo con docenti ed esperti internazionali, suggellando di fatto un patto di collaborazione, penso sia un grande valore aggiunto al lavoro che stiamo portando avanti: il Brasile a livello internazionale ha sviluppato un modello molto all’avanguardia sulla medicina territoriale. Averli dunque come interlocutori ci permette di entrare in contatto con le migliori best practice sul contrasto delle diseguaglianze in salute”.

“Nella cooperazione tra servizi sociali e sanitari, enti locali e università per l’espansione dei servizi territoriali nell’idea di sviluppare e applicare il DM 77 abbiamo bisogno di produrre delle attività di ricerca, formazione e intervento – il commento di Mirco Tamagnini, direttore del Distretto di Rimini - che servono a riorganizzare i servizi sulla base della raccolta di informazioni provenienti dal quotidiano dei professionisti, degli attori comunitari e degli abitanti sul territorio, come pure produrre dei processi di formazione in servizio e situati insieme agli attori universitari, in modo da garantire l’accessibilità ai servizi e una corretta presa in carico dei bisogni di salute delle persone sulla comunità”.

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