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La sanità cambia forma e lo fa partendo dai territori. A Rimini, con l’ufficiale attivazione dei primi quattro Nodi Territoriali di Salute, prende avvio un nuovo e innovativo modello di cura e accompagnamento che porta i servizi sanitari e sociali a contatto diretto con la vita quotidiana delle persone, riducendo i tempi di attesa.  

Un progetto che prevede 12 sedi in totale, ciascuna per quartiere, e che segna un’evoluzione importante nel modo in cui la sanità si prende cura dei cittadini, spostando il baricentro dell’assistenza centralizzata a un approccio diffuso, ‘vicino a casa’ e ‘porta a porta’, per intercettare meglio le necessità, creare relazione ed efficientare gli interventi. 

I primi nodi sono attivi nelle zone del Centro Storico, Sud Mare, Marecchiese e Sud Monte, con sedi rispettivamente in via Gambalunga 106, viale Locatelli 11, via Perticara 11 e via Bidente 1/P. Sono spazi accessibili, pensati per diventare punti di riferimento per chi ha bisogno di ascolto, orientamento o supporto nei percorsi di salute. 

Il progetto si inserisce nel più ampio percorso di riforma della sanità territoriale, rafforzato a livello locale e regionale dopo l’esperienza della pandemia. L’obiettivo che sottende queste strutture è appunto quello di avvicinare i servizi alle persone, semplificarne l’accesso e favorire risposte integrate, capaci di leggere i bisogni non solo sanitari, ma anche sociali, relazionali e ambientali. Ogni Nodo è infatti costituito da gruppi di lavoro multidisciplinari. Questa è infatti una delle innovazioni che fa parte del cuore del progetto: qui assistenti sociali, infermieri di famiglia, oss di quartiere, educatori, psicologi e operatori del terzo settore lavorano insieme, non più in compartimenti separati, ma come parte di una squadra, allo scopo di ascoltare, orientare, aiutare, in collaborazione con i medici di base e ospedalieri, aspetto che permette di costruire risposte personalizzate ed ‘estese’. La conseguenza diretta di questo nuovo modo di operare è l’efficientamento del sistema sanitario, che ora può contare sull’affiancamento e supporto dei Nodi nell’ottimizzazione e continuità delle cure.  

Nei Nodi, il team professionale si prende in carico chi vive da solo, chi affronta una malattia cronica, famiglie in difficoltà, ma anche cittadini che semplicemente non sanno a chi rivolgersi. L’ascolto è il punto di partenza. Da lì si costruiscono percorsi su misura, che includono orientamento ai servizi, sostegno nel tempo, azioni di prevenzione e promozione della salute. Non si interviene solo sul singolo, ma anche sul contesto in cui si vive: per questo ai Nodi spetta il compito di attivare anche reti nei quartieri, coinvolgendo associazioni, volontari e realtà locali, in un’ottica di salute di comunità.  

Il sindaco: "Grande innovazione che si innesta nel percorso per rafforzare la medicina del territorio"

Quella dei Nodi è una grande innovazione che si innesta nel percorso che stiamo costruendo per rafforzare la medicina del territorio – dichiara il Sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad –. È un ‘pezzo’ centrale che si aggiunge al mosaico di quanto già stiamo facendo con la costruzione delle Case della Comunità, l’infermieristica di comunità, i servizi a domicilio e tutte le iniziative che mettono la persona al centro. Parliamo di un cambiamento nel modo di intendere la sanità pubblica: non più come luogo da raggiungere solo quando si sta male, ma come rete vicina, presente nei quartieri, che accompagna e previene. La salute è un diritto primario, sancito dalla nostra Costituzione, e deve essere garantito non solo nei principi, ma nei fatti. La pandemia ci ha insegnato che i territori sono il vero fronte della cura, e questo progetto ne è una traduzione”.

Carradori: "Il luogo dove attivando le risorse della comunità si punta a dare risposte ai bisogni delle persone"

Alla conferenza stampa di presentazione è intervenuto anche Tiziano Carradori, Direttore Generale di Ausl Romagna. Saluto con particolare soddisfazione questa iniziativa perché per lungo tempo abbiamo parlato di promozione della salute, di investimento nell’ambito della comunità, senza però praticarla in maniera concreta - ha sottolineato Carradori -. Dobbiamo essere riconoscenti verso l’amministrazione comunale per la scelta di porre attenzione alla salute e alle sue varie modalità di sviluppo attraverso esempi di massima prossimizzazione come i nodi territoriali, che rappresentano una segmentazione ulteriore del disegno tratteggiato con la creazione delle Case della Comunità, tassello della riorganizzazione sanitaria che punta a portare la salute sempre più vicina alla persona e ai suoi bisogni, riducendo le disuguaglianze e migliorando la qualità di vita. Questo progetto ha un merito particolare: se con gli ospedali interveniamo nel ripristino di una ricchezza perduta, con questa iniziativa agiamo affinché venga persa il meno possibile la grande ricchezza comunitaria e diffondiamo la consapevolezza che ognuno di noi è necessario per risolvere i molteplici problemi che caratterizzano la salute ma nessuno è sufficiente da solo. I nodi, in un’ottica visionaria, sono questo investimento che parte dal presente e guarda al futuro. E’ un modo diverso di lavorare sul territorio, interdisciplinare: attraverso una conoscenza approfondita della microzona e un lavoro di rete capillare, gli operatori – infermieri di famiglia e comunità, psicologi, assistenti sociali, educatori – potranno intercettare precocemente i bisogni, attivare percorsi integrati di cura e promozione della salute, e operare anche a domicilio, accompagnando gli utenti nel loro contesto di vita, garantendo un’assistenza mirata, continuativa e centrata sulla persona. Di solito oggi la colla fra i servizi la deve fare la singola persona, cosa che non è all’altezza di questa regione, che ha servizi potentissimi, e fare la colla, ovvero mettere insieme tutti i pezzi che occorrono per dare una risposta alla persona, spetta ai servizi. E questo è il luogo dove in massima prossimità possibile, attivando le diverse risorse della comunità, si cerca di dare risposte appropriate ai bisogni delle persone“.

Bravi: "Solo così potremo garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario pubblico"

Concetti ripresi anche dalla Direttrice Sanitaria di Ausl Romagna, Francesca Bravi: "Per noi i nodi territoriali rappresentano non solo dei luoghi fisici dove le persone possono essere ascoltate ma dove appunto la sanità pubblica, le cure primarie e il distretto nella sua parte operativa possono essere proattivi anche per la promozione del salute e il benessere, ricostruendo pure un senso di comunità. I nodi per ora sono un esempio unico in Emilia-Romagna, una realizzazione operativa diversa che può fungere da luogo di partecipazione, riavvicinamento e ricostruzione di fiducia e alleanza nei confronti dei cittadini. Solo così penso che potremo garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario pubblico. Quindi è un modo anche per riuscire ad agire una presa in carico di casi complessi uscendo dagli steccati della sanità e del sociale o della comunità che resta a sé stante, ma ripensare e co-progettare insieme, come pure monitorare e valutare quel che stiamo facendo, con una governance chiara, così da garantire un miglioramento continuo. In sostanza un modo innovativo di interpretare la Casa della Comunità e anche la partecipazione e l’ascolto, che è mettere insieme dei servizi che normalmente stanno in luoghi diversi, non solo sanitari, dal momento che i bisogni di salute non sono collegabili solo alla malattia".


Gianfreda: "La sanità di prossimità è il nostro punto fermo"

"Da oggi prende avvio un capitolo fondamentale della nostra sanità, con l’apertura dei primi quattro nodi, presidi strategici della medicina di territorio, un modello su cui stiamo puntando con determinazione. Non sono semplici sportelli, ma spazi di ascolto e prossimità, che stanno suscitando forte interesse anche a livello internazionale - dichiara Kristian Gianfreda, Assessore alle Politiche per la salute del Comune di Rimini - La sanità di prossimità è il nostro punto fermo. Tutto è partito due anni e mezzo fa con un protocollo tra Ausl, Università di Bologna e Distretto di Rimini: e oggi, grazie a questo investimento corale, concretizziamo le intenzioni e apriamo le porte dei primi 4 Nodi. È qui che stiamo concentrando energie e risorse, convinti che il benessere non si costruisca solo negli ospedali, ma ‘dentro’ e ‘con’ la comunità, per costruire una rete integrata, capace di interpretare i cambiamenti demografici e sociali in atto, fornendo un modello di cura sostenibile, efficace e all’avanguardia. La nostra direzione è il territorio".

Fabi: "Da Rimini parte un progetto di salute che può fungere da modello virtuoso per l’intera Regione"

A sottolineare il valore del progetto è anche la Regione Emilia-Romagna, che guarda all’esperienza riminese come a un possibile modello. “Questi spazi sono una risposta concreta ai bisogni che cambiano, soprattutto per le persone più fragili - dichiara l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi, intervenuto con un videomessaggio -. Il loro valore sta nella capacità di integrare servizi e costruire soluzioni che tengano insieme salute, relazioni e inclusione. Da Rimini parte quindi un progetto di salute che può fungere da modello virtuoso per l’intera Regione”. 

A supporto dell’avvio, è partita anche una campagna di comunicazione per far conoscere i Nodi e spiegarne funzioni e accesso. Manifesti nei quartieri, materiali informativi, QR code e una grafica dedicata aiutano i cittadini a identificarli come spazi pubblici pensati per loro. È già attivo anche un numero telefonico unico (0541 704000) a cui rivolgersi per informazioni. 

Ufficio stampa Comune di Rimini

Ultimo aggiornamento

12-06-2025 16:59

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