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Il referto psicologico nel contrasto alla violenza di genere

Il referto psicologico nel contrasto alla violenza di genere

Il più recente rapporto nazionale realizzato nel 2020 dal Ministero della Salute, in merito agli accessi delle donne con vissuto di violenza nell’ambito delle U.O. di Emergenza - Urgenza con riferimento al triennio 2017-2019, afferma che sono state 16.140 le donne in Italia che hanno avuto almeno un accesso in Pronto Soccorso con diagnosi di violenza, per un numero totale di accessi nell’arco del suddetto triennio10 pari a 19.160 (1,2 accessi per ciascuna). Tuttavia, emerge anche che, nella medesima casistica e nello stesso arco temporale, il numero di accessi nei Pronto Soccorso sono molto più numerosi rispetto alla casistica generale. Più precisamente, il numero pro-capite di accessi per queste donne, a prescindere dalla diagnosi, è stato superiore a 5 e nella classe di età 18-44 anni superiore a 6. Questo dato pone in luce come una donna che ha subito violenza nell’arco del triennio torni in media 5/6 volte in Pronto Soccorso per motivazioni che non riferisce o che non sono riconducibili dai sanitari alla violenza.

Ancora, i dati forniti nel 2020 dal Ministero dell’Interno, relativi agliomicidi volontari sull’intero territorio nazionale e commessi durante il periodo del lockdown - imposto quale misura per fronteggiarel’emergenza sanitaria pandemica da Covid 19 -, dimostrano che nei primi sei mesi del 2020 si è ridotto il numero complessivo degli omicidi avvenuti nel nostro Paese rispetto all’analogo periodo del 2019 (-19 %). Tuttavia, in controtendenza, il numero di vittime disesso femminile è aumentato del 5%. Di fatto, mentre nel 2019 le donne costituivano il 35% delle vittime di omicidio, nel 2020 esse ne rappresentano il 45%. Questi dati da soli evidenziano l’importanza fondamentale non solo di Protocolli specifici di Contrasto alla Violenza di Genere, ma di una formazione continua che consenta ai professionisti dei Pronto Soccorso di svolgere pienamente la propria funzione di intercettazione,rilevazione, assistenza ma anche di avvio della donna ad una rete multiprofessionale ed interistituzionale di accompagnamento alla fuoriuscita dalla spirale ricorsiva della violenza domestica.

Un grande sforzo è stato realizzato negli anni dall’Azienda Usl della Romagna in questa direzione attraverso la piena adozione delle Procedure Aziendali n. 109/17 “Linee guida per l’accoglienza e la presa in carico delle vittime di maltrattamento ed abuso” e n. 106/2011. “Presa in carico e trattamento di uomini autori di violenza di genere, Liberiamoci dalla violenza”, come anche con la realizzazione di un piano formativo articolato che ha coinvolto facilitatori sanitari e sociali dei Pronto Soccorso e dei Consultori Famigliari. Tali azioni costituiscono parte integrante dei Protocolli Prefettizi che l’Azienda Usl della Romagna ha sottoscritto presso ciascun ambito Provinciale in collaborazione con gli Enti Locali, le Forze dell’Ordine, i Centri Antiviolenza. L’impegno dell’Azienda rispetto a questi temi si è tradotto in un’attenzione anche al suo interno con l’attivazione di percorsi di ascolto e supporto rivolti ai dipendenti che ritengano di aver subito molestie e/o discriminazioni, affinché non venga consentita o tollerata nei loro confronti alcuna azione persecutoria o discriminatoria. Il presente contributo, frutto dell’impegno di numerose professioniste aziendali, costituisce un ulteriore strumento di formazione, aggiornamento, approfondimento e testimonianza offerto alla rete degli operatori sanitari e sociali che ogni giorno incontrano le donne nelle realtà ospedaliere e territoriali. E’ inoltre uno strumento utile a favorire la promozione di azioni integrate, anche interistituzionali, di formazione e informazione per un indispensabile cambiamento culturale.