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Articoli filtrati per data: Gennaio 2024

È il primo di una serie di incontri rivolti alle coordinatrici e ai coordinatori dei gruppi di patologia interaziendali per fornire loro gli strumenti necessari per centrare gli obiettivi di omogeneità e miglioramento dei percorsi di cura
Bertinoro (FC), 19 gennaio 2024 - Proseguire il percorso di consolidamento della Rete Oncologica territoriale e del Comprehensive Cancer Care and Research Network, partendo dalla formazione delle figure che progetteranno la gestione e il miglioramento della qualità del percorso terapeutico dei pazienti romagnoli.
AUSL della Romagna e IRST "Dino Amadori" Irccs hanno organizzato nella giornata di giovedì 18 gennaio al Centro residenziale universitario - CEUB di Bertinoro, il primo di una serie di appuntamenti riservati, in particolare, ai 18 coordinatori dei gruppi di patologia oncoematologici interaziendali, professioniste e professionisti selezionati tramite bando interno ai due enti con l’obiettivo di condividere, armonizzare e migliorare sempre più i percorsi di cura di tutti i pazienti romagnoli con specifiche patologie tumorali.
Il primo evento si è tenuto sul tema “Lo sviluppo del ruolo del Coordinatore del Gruppo Multidisciplinare di Patologia nella Rete Oncologica della Romagna”, e sono intervenuti il Direttore Generale dell'AUSL Romagna, dott. Tiziano Carradori e il Direttore Generale di IRST "Dino Amadori" Irccs, dott. Lorenzo Maffioli. Con loro la dott.ssa Francesca Bravi, Direttrice Sanitaria Ausl Romagna, la dott.ssa Ilaria Massa (Outcome Research IRST), la dr.ssa Caterina Florescu della Direzione Strategica di AUSL Romagna e il dott. Roberto Grilli, Direttore della Unità Operativa Ricerca Valutativa e Policy dei Servizi Sanitari AUSL Romagna.
I coordinatori hanno preso parte a tavoli tecnici partecipati e hanno anche seguito delle proposte formative che li hanno messi a confronto con esperti come Francesco Bentini, attore e improvvisatore, con un passato da medico, che ha proposto dei case history sui quali i coordinatori hanno potuto mostrare le proprie capacità di problem solving. Altro momento importante è stata la relazione del dott. Alberto Deales, già Direttore Sanitario al Policlinico Umberto I di Roma, sul tema della relazione come chiave di volta dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA).
La formazione rivolta ai neonominati coordinatori dei gruppi multidisciplinari proseguirà in un percorso flessibile di accompagnamento dei professionisti, che si articolerà nel corso dei prossimi due anni, attraverso momenti di confronto, approfondimento di tematiche specifiche e verifica dei processi e dei risultati attesi. L'obiettivo è che le radici di questo percorso si fondino nella costruzione dello stesso insieme ai destinatari della formazione, partendo da obiettivi condivisi, bisogni formativi espressi e analisi congiunta dei contenuti da esplorare e delle possibili criticità da affrontare.
“Questo appuntamento rappresenta un’importante tappa di un percorso più ampio – afferma il Direttore Generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori – teso a massimizzare e migliorare, su tutta la rete territoriale, la cura e l’assistenza per i pazienti colpiti da malattie neoplastiche. Un’occasione, inoltre, per confrontarsi e per sviluppare ambiti di ricerca e di valutazione dei risultati”.
"Si tratta di un momento importante - aggiunge il Direttore Generale di IRST Irccs Lorenzo Maffioli - perché da oggi si inizia a dare sostanza a un progetto ambizioso e necessario per i pazienti, il territorio, i professionisti e le Istituzioni. Grazie alla stretta collaborazione fra AUSL Romagna e l'IRCCS IRST di Meldola prende corpo un sistema integrato di competenze cliniche e di ricerca oncologica al fine di consentire una erogazione, in tutta la Romagna, di standard uniformi di prevenzione, diagnostica e cure secondo i più aggiornati elementi scientifici".

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“Poi non ricordo più nulla, se non che il tempo si ferma. Lo accompagno in sala operatoria e aspetto 5 ore di operazione… Sono passati due anni e mezzo da quell’esperienza che ad oggi credo sia stata la più forte e spaventosa della mia vita”. Sono le parole di una mamma che ha avuto il proprio bambino ricoverato in un ospedale italiano in cui lo ha dovuto lasciare per due notti senza di lei.
Partiamo da questa storia per parlare della promozione dell’assistenza centrata sulla famiglia all’interno della XI edizione del convegno intitolato “La Famiglia nella Terapia Intensiva Neonatale”, organizzato dalla Dott.ssa Gina Ancora, Direttrice della Terapia intensiva neonatale di Rimini, e patrocinato dalla Società Italiana di Neonatologia, dal Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia-VIVERE Onlus e dal Comune di Rimini, che si terrà sabato 20 gennaio, dalle ore 8.30 alle 17, a Rimini, al Centro Congressi SGR (via Chiabrera 34/B).
L’obiettivo del convegno è promuovere il modello di Family Centered Care che considera la famiglia l’unità di cura fondamentale lungo tutto il percorso di malattia di un bambino, così come raccomandato anche dalla Federazione Internazionale NIDCAP a cui la TIN di Rimini afferisce, insieme ad altri 24 centri a livello mondiale, grazie al lavoro della NIDCAP Trainer Natascia Simeone, che insegna e propone, insieme a tutta l’equipe medico-infermieristica della TIN di Rimini, un modello di cura personalizzato che considera i genitori protagonisti del benessere e dello sviluppo dei neonati.
Il convegno sarà un’occasione di confronto sulle domande che sgorgano dal cuore quando si affronta la malattia del proprio figlio: “Perché proprio a me?”, “Come possiamo stare accanto a questo dolore?”, “Come i professionisti possono accompagnare le famiglie?”, “Come organizzare gli ambienti di cura?”.
Durante il convegno ne parleranno esperti sanitari a livello nazionale ed internazionale, oltre che rappresentanti di genitori. Tra gli altri, Cristina Renzetti, cantante, concertista e insegnante di canto in conservatorio, che da vent’anni fa ricerca sulla canzone d’autore italiana e del mondo, che accompagnerà il convegno con alcune sue canzoni e racconterà come la voce viva della mamma possa essere di richiamo in un bambino in lotta per la vita. Suor Claudia Cavegn dell’Ospedale Pediatrico Regina Margherita di Torino parlerà inoltre di come la dimensione spirituale possa essere risorsa e strumento di cura.
L’ingresso, a partire dalle ore 9, è libero anche per i cittadini interessati fino ad esaurimento posti.

In allegato il programma dei lavori.

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Nella mattinata di giovedì 18 gennaio, un gruppo di Benemerite dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Ravenna, accolte dal primario dottor Federico Marchetti, ha consegnato la somma di euro 925, raccolti in occasione del pranzo sociale per gli auguri natalizi.

Questa importante donazione andrà a sostenere le attività che l’associazione A.G.E.B.O OdV propone da anni nell’Unità di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna.

Nell’Associazione Nazionale Carabinieri le Benemerite, madri, mogli, figlie e congiunti di Carabinieri in servizio e in congedo, sono una componente importante, che in breve tempo ha saputo conquistare il favore degli associati, della popolazione e delle autorità.

Eleganti nella divisa sociale, disimpegnano i loro compiti con generosità, entusiasmo e passione, facendosi apprezzare per il tatto ed il tratto femminile, in occasione di pubbliche manifestazioni.

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La ludoteca dell’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini si è ulteriormente arricchita, in questi giorni, grazie alla generosa donazione di una grande quantità di giocattoli per bambini di tutte le età effettuata dall’associazione ‘Qualcosa di Grande per i Piccoli’.

“Questi giochi sono stati acquistati col ricavato di uno spettacolo di musica e cabaret animato da talenti locali, denominato ‘Una Chitarra 100 emozioni’ - spiega Grazia Gori, segretaria dell’associazione - che abbiamo organizzato, il 28 ottobre scorso, al Teatro della Parrocchia di San Carlo di Cesena. Speriamo davvero che possano contribuire a rendere meno faticosa la degenza dei piccoli”.

L’associazione cesenate ‘Qualcosa di Grande per i Piccoli’ non è nuova a questi gesti di liberalità verso i reparti di cura dedicati ai bambini delle nostre strutture di ricovero.

“In tempi difficili come quello attuale, specialmente per settori fondamentali come la sanità pubblica – dichiara Elisabetta Montesi, Direttrice Unità Operativa Accoglienza, URP, Fundraising e Marketing dell’Azienda USL della Romagna – la costante attenzione e l’impegno che ci dedica l’associazionismo di volontariato ci sprona, ogni giorno di più, a difendere questo fondamentale patrimonio, in stretta collaborazione con tutte le forze vive del territorio che, come fa da molto tempo ‘Qualcosa di Grande per i Piccoli’, contribuiscono sensibilmente alla coesione sociale ed al benessere della nostra comunità”.

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Si terrà giovedì 25 gennaio 2024, alle 20.30, al teatro Masini di Faenza, lo spettacolo teatrale "Partita aperta, il modo più sicuro di ottenere nulla da qualcosa".

Lo spettacolo, presentato dalla compagnia "Anime Specchianti", scritto diretto e interpretato da Martina Cicognani, Francesca De Lorenzi, Giorgia Massaro, Chiara Nicastro è una riflessione collettiva sul gioco compulsivo.

L'iniziativa è promossa dal Servizio Dipendenze Patologiche di Faenza in collaborazione con il Centro per le famiglie di Faenza.

Per informazioni e prenotazioni si rimanda alla locandina in allegato. 

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Ancora più integrazione tra professionisti e maggiore prossimità per garantire al cittadino una presa in carico tempestiva e globale. Ecco ciò a cui punta la nuova Centrale Operativa Territoriale di Rimini, che funge da Hub di riferimento provinciale, entrata in funzione lunedì 15 gennaio e presentata ufficialmente con una conferenza stampa, seguita dal taglio del nastro e dalla visita della sede, posta nell’edificio a piano terra a lato dell’ingresso principale dell’ospedale Infermi (totalmente ristrutturato: Ausl Romagna ha investito 240.000 euro di finanziamenti PNRR Missione 6 Salute).
Il modello organizzativo trova le sue radici all’interno del DM 77 – il decreto ministeriale che illustra il rinnovo dell’assistenza sanitaria territoriale e fornisce i nuovi indirizzi per la sanità del futuro – e rappresenta la chiave per l’integrazione interna tra la filiera dei servizi e i professionisti coinvolti nei diversi luoghi e livelli di cura, assicurando continuità, accessibilità e complementarietà dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria.
La COT, inserita nel Piano approvato dalla Conferenza territoriale socio sanitaria e la cui attività è stata illustrata ai Sindaci dal Direttore del Distretto Mirco Tamagnini nell’ultima riunione del Comitato di Distretto di Rimini (11 gennaio), garantisce al cittadino una visione completa del suo stato di salute, così da permettere ai singoli professionisti sanitari coinvolti nei diversi gradi di cura di interagire e decidere gli interventi più appropriati: questo consente decisioni tempestive nel rispetto dell’appropriatezza delle risorse impiegate, oltre ad aumentare la condivisione e l’integrazione con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e in generale con tutti i nodi della rete territoriale e ospedaliera.
“La COT di Rimini si inserisce una serie di innovazioni su cui già da qualche tempo stiamo lavorando ed è uno step fondamentale per la cura che mettiamo sul territorio – ha sottolineato nel suo intervento Kristian Gianfreda, assessore alle politiche per la salute del Comune di Rimini e presidente del Comitato di Distretto – Un ulteriore passo nell’attenzione verso i nostri cittadini, che ad esempio nel momento in cui vengono dimessi dall’ospedale, in particolare quelli più fragili, vengono seguiti in ogni ulteriore passaggio da operatori professionali, che ringrazio per il loro prezioso lavoro. Anche questi spazi che l’Ausl Romagna ha messo a disposizione della COT ci permettono di capire l’importanza attribuita all’assistenza territoriale. Non a caso, in quest’ottica presto avremo altri significativi interventi come il CAU o le nuove Case di Comunità, a cominciare da quella di Rimini Sud a Miramare”.
“La nostra Regione e la nostra azienda sono impegnate nel piano di potenziamento dell’assistenza territoriale, che discende dall’adozione di un decreto ministeriale e al tempo stesso è parte integrante del PNRR finanziato con risorse dell’Unione Europea - ha spiegato Tiziano Carradori, Direttore Generale di Ausl Romagna -. Per noi è estremamente importante questo insieme di azioni. La COT, così come i CAU e le Case di Comunità e poi le UCA, si inseriscono nell’ambito dello sviluppo della rete dei servizi del territorio per far sì che la prima opzione di cura e di assistenza sia quella in prossimità del domicilio. Tale sviluppo punta a consentire da un lato una sempre migliore integrazione con l’ambito sociale, vitale per la salute, e dall’altro a ridurre quegli accessi in ospedale quando non siano necessari per le condizioni dei pazienti. Le COT, 11 quelle da noi pianificate, una per ogni 100.000 abitanti, hanno la funzione di colmare quello che spesso è uno dei limiti del sistema, ovvero quello della presa in carico e globalità dell’assistenza. E quindi nell’ambito di queste centrali occorrerà sviluppare la capacità di connettere i diversi livelli assistenziali così da garantire continuità e fare in modo che la tanto dichiarata centralità della persona da assistere diventi una pretesa, assumendoci la responsabilità che a fare da collante tra tutte le diverse competenze e discipline non debba essere il soggetto o il suo caregiver familiare ma sia appunto il sistema sanitario. In sostanza, è una centrale intelligente, di motore delle risorse di un territorio, non solo quelle dei diversi soggetti del settore pubblico, ma anche le tante risorse che caratterizzano il privato nella nostra comunità, per muoversi nella maniera più coordinata possibile. Stiamo attivando le COT così come stiamo procedendo in maniera celere all’attivazione dei Centri di Assistenza e Urgenza, che hanno una funzione complementare, sempre legata al trattenere più in prossimità, in questo caso riguardo a problematiche percepite come urgenti dalla popolazione ma che dal punto di vista dei medici per la loro gravità non necessitano di accesso al Pronto Soccorso, così da ridurre la congestione derivante da accessi che possono essere trattati in modo diverso”.
“Ringrazio tutti i professionisti che hanno lavorato alacremente per la realizzazione di questa centrale, la prima che inauguriamo a livello aziendale – ha dichiarato Francesca Bravi, Direttrice Sanitaria di Ausl Romagna – e lo considero un messaggio importante. Si capisce appieno il senso finché non si tocca con mano l’operatività della COT quale fulcro di coordinamento all’interno della rete di prossimità e lo diventerà sempre di più, grazie a professionisti competenti, in costante formazione per rispondere ai bisogni dei cittadini, che lavoreranno fianco a fianco e non appartengono solo al mondo della sanità. Questo per far sì che la persona si senta davvero presa in carico, riuscendo a passare attraverso i diversi servizi senza accorgersene, guidato proprio dalla COT. Questo sarà anche il luogo in cui noi facciamo monitoraggio e attiviamo assistenze, come pure telemedicina, evitando spostamenti al paziente grazie alla tecnologia”.
Con l’ausilio di alcune slide Mirco Tamagnini, Direttore del Distretto di Rimini, ha mostrato la gamma di servizi che attiverà la COT, ricordando che quella di Rimini funge da Hub provinciale, a cui si aggiungeranno quelle ‘Spoke’ a Riccione entro il 2024 e Novafeltria, “ad ulteriore conferma dell’attenzione per i territori più disagiati dal punto di vista dell’accessibilità dei cittadini ai servizi”. “Nei tempi previsti abbiamo anche rivalorizzato un luogo che per i riminesi aveva un significato – ha ricordato Tamagnini - Nella prima fase la COT sarà operativa dalle ore 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 14 il sabato, poi si passerà a un servizio 7 giorni su 7 per 12 ore. Si svilupperà con diverse interfaccia, uno dei quali è il DAMA, nuovo percorso a livello aziendale a favore di persone che hanno gravi disturbi del comportamento e quindi stentano ad accedere ad esami e visite, senza dimenticare il tema delle cure palliative e dell’assistenza domiciliare”.
In altri termini, è una vera e propria “regia”, che si prende cura dei diversi bisogni del paziente, organizzando per lui le risposte più appropriate. Il sanitario o l’assistente sociale che per primo viene a contatto col cittadino e identifica un nuovo bisogno di salute (anche temporaneo), che cambia la situazione precedente, attiva la COT che velocemente mette in rete le risorse per individuare la miglior soluzione. Inoltre, la COT diventerà una delle principali interfacce con il Servizio 116117 attualmente in fase di progettazione operativa.
“Devo dire che le indicazioni del Decreto Ministeriale 77 non hanno fatto altro che evidenziare un lavoro che nell’ambito riminese di Ausl Romagna era già in essere da anni, ovvero di centralizzare i percorsi per le persone più fragili, con esigenze complesse di assistenza, per renderli i più fluidi possibili assicurando le connessioni necessarie per la presa in carico globale – ha affermato Jessica Busignani, coordinatrice COT Rimini – Attraverso l’integrazione interdisciplinare di più professionisti afferenti a diverse discipline e con varie competenze, nel 2023 sono state gestite 4896 persone e più di duemila insieme agli assistenti sociali del Comune. Il nostro auspicio è quello di continuare a costruire percorsi sempre più forti tra i vari professionisti che insistono soprattutto in ambito territoriale”.

L’attivazione
Chi può contattare la Centrale Operativa Territoriale? Non il privato cittadino, ma uno dei soggetti che si stanno occupando della sua assistenza, vale a dire il medico o pediatra, un ospedale o altri nodi della rete sociale e sanitaria. Può essere attivata infatti da tutti i professionisti del territorio e dell’ospedale, sia di ambito sanitario che di ambito sociale: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, assistenti sociali, ospedale, Pronto Soccorso, medici di continuità assistenziale, infermieri di Comunità, specialisti, altri professionisti sanitari della rete.
La Centrale, in una logica di integrazione dei professionisti è composta da infermieri, medico geriatra e da assistenti sociali dedicati alle valutazioni multidimensionali d’equipe e alla progettazione degli interventi.
I destinatari della sua attività sono i cittadini cosiddetti “fragili”, persone prevalentemente anziane, o con disabilità o malattie invalidanti, che nella maggior parte dei casi oggi presentano un quadro composto da più patologie che coesistono, e che dunque richiedono di prendersi cura di loro a 360 gradi. L’obiettivo è anche di mantenere il più possibile la persona dentro al proprio contesto di vita e alla rete relazionale.

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A causa del danneggiamento di una linea della rete regionale Lepida, questa mattina all’ospedale Marconi di Cesenatico si è verificato un blocco alla rete informatica e telefonica che sta determinando un rallentamento delle attività.

I lavori di riparazione sono già stati avviati e verosimilmente nel pomeriggio tutto ritornerà alla normalità.

L’AUSL si scusa con gli utenti per gli eventuali disagi, dovuti a cause indipendenti dall’Azienda.

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"In Romagna ogni anno si registrano 8.000 nuovi casi di cancro: un terzo potrebbero essere evitati con una corretta prevenzione. Per avvicinare i giovani alla cultura della prevenzione l’associazione Loto Odv coinvolge attivamente gli studenti degli istituti superiori del territorio con un concorso: saranno loro a informare i coetanei usando gli strumenti della generazione Z. I migliori elaborati – video, reel, foto, poesie, canzoni, creazioni artistiche e multimediali – verranno selezionati per una vera e propria campagna di comunicazione di Loto Odv, da sempre impegnata a sensibilizzare su questi temi. Sabato 200 studenti hanno incontrato quattro medici presso il liceo classico Morgagni per la presentazione del progetto

A Forlì la lotta ai tumori comincia sui banchi di scuola: per questo sabato scorso 200 studenti di sei istituti superiori cittadini hanno incontrato incontrano oncologi, ginecologi e chirurghi per approfondire il tema della prevenzione e per lanciare il concorso “I giovani parlano ai giovani di prevenzione oncologica” che vedrà i ragazzi protagonisti nella creazione di una campagna ad hoc per arrivare proprio ai loro coetanei.

L’incontro dedicato a studenti e insegnati, organizzato dal comitato forlivese dell’associazione Loto Odv e patrocinato dall’Azienda USL della Romagna, dal Comune di Forlì, dall’Ufficio Scolastico Regionale e dall’Associazione “Dino Amadori”, si è svolto presso il Liceo classico Morgagni di Forlì e ha visto l’intervento di Annalisa Curcio, direttrice U.O.C. di Chirurgia Senologica di
Forlì- Ravenna, di Alberto Farolfi, oncologo presso l’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori "Dino Amadori" di Meldola, del ginecologo Andrea Amadori, di Paolo Maniglio, ginecologo presso l'Ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì e Sandra Balboni, Presidente di Loto Odv.

Mangiare in modo equilibrato, non fumare, praticare una regolare attività fisica: eccole le pietre miliari della prevenzione primaria. Insieme, costituiscono una potenza e sarebbero in grado di evitare all’incirca 1/3 degli 8.000 nuovi casi di cancro che si registrano ogni anno nelle tre province di Ravenna, Forli-Cesena e Rimini.
Sensibilizzare i ragazzi sul tema della prevenzione dei tumori è molto importante sotto diversi punti di vista. In primis, perché alcuni tumori, come quello al testicolo o il melanoma, possono manifestarsi in età giovanile, mentre il tumore al collo dell’utero, provocato dall’infezione da papilloma virus, può essere oggi prevenuto con la vaccinazione. In secondo luogo perché diffondere la cultura della prevenzione tra i ragazzi significa anche tenere alta l’attenzione su fattori ambientali e stili di vita scorretti, spesso coinvolti nella genesi dei tumori, permettendo così ai più giovani di conoscere quali siano le strategie più utili per ridurre i rischi.
Senza contare infine che, quando si parla di prevenzione, si parla anche di diagnosi tempestiva grazie a controlli periodici che possono salvare la vita e la cui importanza è dunque fondamentale conoscere sin da ragazzi.

Per questo Loto Odv ha ideato il concorso “I giovani parlano ai giovani di prevenzione oncologica”: le classi delle sei scuole superiori di Forlì sono state invitate a realizzare uno o più elaborati di tipo grafico/fotografico, musicale, multimediale, poetico, finalizzati a illustrare ai coetanei le tematiche segnalate nel corso della presentazione, e a sottolineare l'importanza della prevenzione. Le idee più originali, creative ed efficaci diventeranno parte integrante della campagna di comunicazione di Loto Odv per sensibilizzare la Generazione Z su questi temi: i vincitori verranno comunicati nell’ambito delle iniziative per la Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, che ricorre ogni anno l’8 maggio.

«Molti fattori di rischio per i tumori sono parte di uno stile di vita scorretto in termini di alimentazione, attività fisica, abitudini dannose e per questo è fondamentale intervenire prima che queste abitudini diventino radicate o nelle prime fasi in cui queste iniziano a far parte della vita quotidiana dei ragazzi – spiega Sandra Balboni, presidente Loto Odv - Peraltro, i giovani sono grandi “messaggeri”, in grado di trasmettere informazioni con modalità e canali adeguati».

 

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In attuazione a quanto previsto dal Piano Nazionale Ripresa Resilienza (PNRR) e da successive indicazioni ministeriali e regionali, dal 15 gennaio prendono avvio le prime COT, Centrali Operative Territoriali nell’AUSL Romagna.
La COT è un modello organizzativo  (non è un servizio aperto al pubblico, contattabile dai cittadini), di cui un Distretto Socio-Sanitario si avvale per garantire il coordinamento organizzativo della presa in carico della persona e della sua famiglia e di raccordo/connessione tra servizi e professionisti coinvolti nel processo assistenziale presenti a livello territoriale, sia per le attività sanitarie che socio-sanitarie, ospedaliero e con la rete di emergenza-urgenza. La finalità è quella di dare una risposta unitaria ai diversi bisogni che la persona presenta assicurando continuità, accessibilità e integrazione socio-sanitaria nel percorso di cura e assistenza del paziente. L’obiettivo è quello di migliorare e facilitare la gestione delle ammissioni/dimissioni nelle strutture ospedaliere e territoriali, nelle strutture residenziali e a domicilio, attivando le possibili risorse della rete assistenziale.
Nella COT lavorano infermieri ed assistenti sociali delle Cure Primarie, all’interno delle Case della Comunità, che collaborano in équipe multiprofessionali, costituite da medici e altri professionisti, in accordo con i Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta ed Infermieri di Famiglia/Comunità, a seconda delle necessità delle persone prese in carico. Grande supporto, nella presa in carico delle persone che presentano situazioni di fragilità sanitaria e sociale e patologie croniche, sarà dato dall’utilizzo di strumenti di telemedicina, teleassistenza e teleconsulto per le attività gestite dai professionisti delle COT.
Nel progetto dell’AUSL Romagna sono previste complessivamente undici Centrali Operative Territoriali, di cui cinque nel territorio provinciale di Forlì-Cesena (una con funzione di coordinamento di alcune attività a livello provinciale collocata a Forlì, e quattro che troveranno sede a Cesena, Santa Sofia, Savignano sul Rubicone e Cesenatico entro il 2024). All’interno di questi servizi lavoreranno complessivamente diciannove professionisti.
La COT di Forlì, la cui attività prende avvio dal 15 gennaio (dal lunedì al venerdì, per 12 ore al giorno e il sabato mattina) è collocata, temporaneamente, presso l’Ospedale “Morgagni – Pierantoni”, nel Padiglione Allende, ma sarà successivamente trasferita presso la sede definitiva nella palazzina, all’ Ingresso dell’Ospedale (le cui opere di ristrutturazione e miglioramento sismico sono state finanziate da fondi collegati al PNRR e i cui lavori termineranno entro il mese di marzo).
L’avvio delle COT rappresenta un altro passo importante della riforma dei servizi territoriali, con l’introduzione di innovazioni organizzative più adeguate ai bisogni sempre più complessi che la popolazione, in particolare anziana e fragile, presenta e che necessariamente richiede modelli di assistenza e presa in carico integrata tra tutti i professionisti sanitari e sociali.

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Dopo quelli di Cervia e Cattolica che hanno cominciato ufficialmente la loro attività il 18 dicembre, questa mattina hanno aperto in Romagna i Centri di Assistenza e Urgenza (Cau) di Santarcangelo di Romagna, Cesenatico e Mercato Saraceno.

I nuovi servizi, che vanno a potenziare la medicina del territorio, si trovano rispettivamente presso l’Ospedale Franchini di Santarcangelo di Romagna, l’ospedale Marconi di Cesenatico e la Casa della Comunità ‘Valle Savio’ di Mercato Saraceno, subentrando ai Punti di Primo Intervento. Fanno capo alle Cure Primarie, con medici di assistenza primaria e infermieri pronti ad accogliere e assistere pazienti con problemi di salute urgenti ma non gravi, 7 giorni su 7 24 ore su 24, in accesso diretto.

Entro gennaio in Romagna è prevista l’apertura di altri 4 CAU: il 22 gennaio a Ravenna, San Piero in Bagno e Santa Sofia e il 29 gennaio a Novafeltria. L’obiettivo di Ausl Romagna è arrivare all’apertura di 21 CAU su tutto il territorio romagnolo entro il 2025.

Prosegue così la riforma dell’Emergenza urgenza e il potenziamento dell’assistenza territoriale, il cui obiettivo strategico risulta essere il rafforzamento del sistema delle Cure primarie per garantire servizi di prossimità, arricchire le risposte a livello territoriale, trattare in setting più adeguati i bisogni di salute che determinano i così detti ‘accessi impropri ai servizi di emergenza’, rendendo maggiormente appropriato l’accesso ai Pronto Soccorso. Attualmente i codici bianchi e verdi, che accedono alle strutture di PS risultano essere circa il 60% dei casi totali. I CAU garantiranno risposte ai bisogni urgenti episodici in stretta connessione con il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di Libera scelta, al fine di garantire le risposte necessarie in un’ottica di continuità e integrazione delle cure.

CAU Santarcangelo di Romagna

Si trova presso l’Ospedale Franchini in Via Pedrigone 3 ed è attivo sette giorni su sette 24 ore su 24: vi opera un Medico di assistenza primaria qualificato in collaborazione con l’infermiere esperto nella gestione di problemi sanitari urgenti. La dotazione di personale sarà determinata in relazione ai volumi di attività.

 

CAU Cesenatico

Si trova presso l’ospedale Marconi di Cesenatico, in viale Abba 102 ed è attivo sette giorni su sette 24 ore su 24: vi opera un Medico di assistenza primaria qualificato in collaborazione con l’infermiere esperto. La dotazione di personale sarà determinata in relazione ai volumi di attività.

 

CAU Mercato Saraceno

Si trova presso la Casa della Comunità ‘Valle Savio’ in via Decio Raggi 16 ed è attivo sette giorni su sette 24 ore su 24: vi opera un Medico di assistenza primaria qualificato in collaborazione con linfermiere esperto. La dotazione di personale sarà determinata in relazione ai volumi di attività.

 

I CAU possono erogare le seguenti prestazioni:

Visita medica
Certificazioni
Trattamento farmacologico al bisogno
Prescrizione di terapia per patologie di nuova insorgenza o terapie essenziali
Procedure chirurgiche minori (per esempio, suture, medicazioni)

Accedendo al CAU, i cittadini vengono accolti dall’infermiere che procede attraverso colloquio strutturato alla valutazione del bisogno sanitario espresso, a cui segue la visita medica ed eventuali ulteriori approfondimenti diagnostici come l’elettrocardiogramma, la radiografia e alcuni esami di laboratorio. Il medico del CAU, se necessario, prescrivere, prestazioni specialistiche a completamento diagnostico, anche alla conclusione del percorso CAU. Una volta eseguite le prestazioni di approfondimento prescritte il relativo referto potrà essere valutato dal Medico di Medicina Generale o dal Pediatra di Libera scelta, che sono i riferimenti per ogni cittadino assistito, senza tornare al CAU.

L’esito del percorso clinico-assistenziale eseguito presso il CAU è disponibile sul Fascicolo Sanitario Elettronico del cittadino.

La visita e alcuni accertamenti diagnostici offerti presso i CAU (per esempio ECG ed alcuni esami ematici) sono gratuiti per tutti i cittadini residenti e/o assistiti della Regione, mentre per tutti gli altri la visita prevede una partecipazione alla spesa pari a 20 euro da corrispondere al Medico che provvederà a rilasciare apposita ricevuta di riscossione. Le ulteriori prestazioni specialistiche, prescritte dal medico del CAU per il completamento diagnostico, sono a carico del cittadino con il relativo ticket se dovuto in base alle esenzioni possedute.

L’elenco dei principali sintomi per cui presentarsi al CAU sono i seguenti:

Mal di testa/cefalea/emicrania (con dolore lieve-moderato)

Ustioni minori/Solari

Disturbi della vista

Contrattura muscolare

Dolore all’occhio

Dolore alle articolazioni

Irritazione da lenti a contatto

Diarrea (senza sangue)

Occhio rosso con secrezioni/Congiuntivite

Disturbi anali

Trauma occhio senza disturbi della vista

Dolore addominale (con dolore lieve-moderato)

Corpo estraneo orecchio

Dolore fianco (tipo coliche renali)

Dolore orecchio

Nausea e/o vomito ripetuto

Riduzione dell’udito/Tappo di cerume

Mal di schiena/Lombalgia

Sangue al naso

Bruciore/Difficoltà a urinare

Mal di denti

Ostruzione o sostituzione di catetere vescicale

Problemi post-estrazione dentaria

Agitazione in stato ansioso già conosciuto

Torcicollo

Febbre

Tosse/Raffreddore/Mal di gola

Medicazioni e rimozioni punti

Traumi lievi (Piede, Caviglia, Ginocchia, Gomito, Polso, Mano)

Piccole ferite

Prurito, arrossamento/tumefazione della cute

Variazione glicemia

Punture di insetto, morso di animale

Variazione pressione arteriosa

Si evidenzia che in caso di sintomi gravi quali dolori toracici, difficoltà respiratorie, cefalee inusuali, dolori addominali di grado severo e sintomi riconducibili al disturbo neurologico acuto è necessario continuare a chiamare il 118 ricorrendo alle cure del Pronto Soccorso.

 

Gli accessi ai CAU di Cervia e Cattolica

Al 14 gennaio gli accessi nei due Cau attivi in Romagna dal 18 dicembre sono stati complessivamente 1853, di cui 1036 al CAU di Cattolica e 817 a quello di Cervia. Di questi, nell’ultima settimana (8-14 gennaio), 235 in quello di Cattolica e 195 in quello di Cervia.

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