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Articoli filtrati per data: Settembre 2023

Venerdì 29 e sabato 30 settembre si svolgerà al Pala de Andrè di Ravenna il 1° ConvegnoScuole che promuovono salute in Romagna – Le scuole come presidio di prevenzione sul territorio”, rivolto a tutte le scuole della Romagna e aperto a docenti, dirigenti scolastici, studenti, genitori, Amministrazioni Comunali, Associazioni ed Enti che si occupano continuativamente di politiche educative.

Si renderà pubblico il grande lavoro di 'costruzione' della Rete in questo primo anno in Romagna: sarà una occasione di condivisione e confronto delle esperienze delle comunità scolastiche di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini; con le scuole interverranno autorità, professionisti della salute ed esperti.

Il convegno sarà aperto dalla Direttrice sanitaria dell’AUSL Romagna dott.ssa Francesca Bravi e del Sindaco di Ravenna Michele De Pascale. Introdurranno il tema specifico gli Uffici Scolastici e i referenti regionali (dott.ssa Paola Angelini) e aziendali del Programma SPS. Le psicologhe Paola Marmocchi e Claudia Matini relazioneranno sul percorso formativo sulle life skills offerto dall’AUSL nell’ultimo anno scolastico ai docenti degli istituti comprensivi, mentre il prof Andrea Ceciliani dell’Università di Bologna, esperto di promozione dell’attività fisica, introdurrà il tema delle pause attive. Con riferimento agli eventi emergenziali di quest’anno, le Scuole, insieme alle reti sociali, sono anche elementi fondamentali per la resilienza di comunità: porteranno un contributo importante gli Psicologi dell’emergenza che hanno offerto supporto alla popolazione dopo l’alluvione e, nel pomeriggio, la Protezione Civile di Faenza. Uno spazio di rilievo sarà dedicato alla scuola dell’infanzia, col contributo delle dirigenti Pediatre dottoresse Antonella Brunelli e Gina Ancora e della dirigente del Comune di Ravenna, dott.ssa Laura Rossi.

La seconda giornata vedrà la presenza di importanti relatori di rilievo nazionale e regionale che interverranno su temi di estremo interesse: il prof Pier Cesare Rivoltella, fondatore del CREMIT (Centro di Ricerca sull'Educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia), la dott.ssa Mariateresa Paladino, referente per l’adolescenza della Regione Emilia Romagna, e il dott. Corrado Celata, Dirigente Welfare Regione Lombardia, nella Rete europea School for Health(SHE).

Concluderà la dott.ssa Raffaella Angelini, Direttrice del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL della Romagna, che guida il programma ‘Scuole che promuovono salute’.

Info e programma nell'allegata locandina.

 

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 La città incontra l’ospedale e le sue bellezze. Nella giornata di ieri quasi 200 persone hanno partecipato alla visita guidata dell’ospedale di Forlì.
Gabriele Zelli, studioso di storia forlivese, e la dott.ssa Sonia Muzzarelli, conservatore dell'Ausl della Romagna, hanno condotto la visita guidata alla scoperta dell’Ospedale Morgagni- Pierantoni nato come sanatorio, inaugurato formalmente nel 1939, e oggi nosocomio della città.

La visita è stata anche l’occasione per dare il benvenuto al nuovo Direttore del Presidio Ospedaliero, Giorgio Martelli, che ha inquadrato il nosocomio, spiegando la devastazione che la malattia TBC (non ancora debellata), portava al tempo della costruzione dei Padiglioni del sanatorio che oggi sono parte integrante dell’ospedale.

La visita è proseguita nel parco, dove i dipendenti Ausl Romagna, l’esperto del verde Ivan Versari e l’Arch. Andrea Gozzoli, Dirigente architetto presso l’Uo Attività Tecniche di Forlì e Cesena , hanno spiegato, ognuno per la propria competenza le piante e l’architettura dei padiglioni storici, la loro funzione e l’integrazione con il parco, che era parte integrante della cura alla tbc. Durante la passeggiata la dott.ssa Muzzarelli ha fatto notare le opere presenti nel parco e nel nuovo padiglione definendola “arte pubblica” poiché era stata prodotta a seguito di bandi destinati agli abbellimenti di edifici pubblici.

La visita è proseguita nel padiglione Valsalva, dove l’Architetto dell’Ausl Romagna, Gianni Bisulli, ha raccontato come nei luoghi destinati a incontri pubblici, è possibile rendere fruibile la raccolta storica scientifica dell’Ausl. Nella sala sono custoditi i libri donati dal medico Sante Solieri (Cotignola,1877- Forli'1949) e la strumentazione scientifica donata dal nipote del noto medico Fabio Rivalta. Il fuori programma del Dott. Giancarlo Cerasoli è stato fondamentale per comprendere l'importanza della "prova di Rivalta", oggi caduta in disuso. La visita è terminata nel parco di fronte al raro albero ibrido nato spontaneamente più di cinquant’anni fa.

 

 

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Un importante successo per la Banca della Cute RER - U.O. Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale M. Bufalini, con sede a Pievesestina di Cesena, diretta dal prof. Davide Melandri.

Una nuova metodica di conservazione a temperatura ambiente di tessuti destinati all’uso clinico ha ricevuto, in questi giorni il parere favorevole dall'Ufficio Brevetti Italiano, che ha riconosciuto l’importanza dell’invenzione. Gli inventori del brevetto sono la dottoressa Elena Bondioli, dirigente responsabile dell’ attività di Ingegneria tessutale e Direttore tecnico Cell Factory e Sala Criobiologica, il prof. Davide Melandri e la dottoressa Valeria Purpura, Dirigente Biologo della Banca Cute RER .
“Si tratta – spiega Valeria Purpura - di una soluzione che permette di conservare le caratteristiche morfologiche e strutturali dei tessuti fino a tre anni dal confezionamento. Il fatto di poter mantenere il tessuto a temperatura ambiente in questa soluzione è molto vantaggioso perchè permette la distribuzione del tessuto ancora confezionato ed un suo utilizzo solo in seguito a evidenza clinica”
“Al momento – chiarisce la dottoressa Purpura - il tessuto richiesto dal medico viene scongelato e deve essere utilizzato entro e non oltre tre giorni dallo scongelamento. Nel caso in cui si verifica un problema (per fortuna non capita molto di frequente), il tessuto scongelato non può essere utilizzato e viene smaltito. Con questa nuova metodica la distribuzione del tessuto in soluzione permette invece di avere un tessuto pronto all'uso e di evitarne l'eventuale smaltimento. E' comunque da considerare che la crioconservazione, che prevede lo scongelamento del tessuto ed il suo utilizzo entro tre giorni, è una metodica ottimale, soprattutto per i tessuti vitali”
“Un altro vantaggio della conservazione dei tessuti in soluzione a temperatura ambiente – conclude la dottoressa Purpura - è l'abbattimento dei costi di stoccaggio in vapori di azoto, necessari per la crioconservazione”
“Si tratta di un primo risultato che ci riempie di soddisfazione – aggiunge il prof. Melandri - e al quale tutto il gruppo stava lavorando da tempo. La conservazione a temperatura ambiente semplifica e ottimizza l'utilizzo di alcuni tipi di tessuti per determinate indicazioni cliniche tutto a vantaggio della praticità e, non ultimo, riduce i costi e ne semplifica la conservazione e la distribuzione svincolandoli dalla catena del freddo".

 

 

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Centrale il lavoro di squadra: IRCCS con Ausl Romagna, Centro Riferimento Trapianti e Centro Nazionale Trapianti. Una procedura nuova, autorizzata da pochi mesi: solo cinque i centri a livello nazionale con le competenze per effettuarlo. L’utilizzo di un cuore prelevato da “donatore a cuore fermo” (DCD) apre prospettive per i pazienti in attesa. Il Sant’Orsola si conferma primo centro nazionale per numero di trapianti di cuore. La Regione Emilia Romagna grazie ad un modello unico in Italia fornisce quasi il 40% di tutti i donatori DCD nel Paese. L’Emilia-Romagna è, inoltre, la regione con il più alto numero di donatori utilizzati per milione di abitanti (49,7).

Anche un cuore che ha smesso di battere da venti minuti può salvare una vita. Lo rende possibile una procedura innovativa applicata dagli specialisti dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia diretta dal prof. Davide Pacini, assieme ai colleghi degli ospedali di Cesena e Ravenna.  L’intervento effettuato al Sant’Orsola, cosiddetto trapianto da “donatore a cuore fermo”, è il primo in Emilia-Romagna di questo genere e settimo in Italia. Al Sant’Orsola, solo da gennaio ad oggi, sono stati effettuati già 39 trapianti di cuore di cui 8 pediatrici. Così si conferma come primo centro nazionale per numero di trapianti per il 3° anno consecutivo.  È un traguardo possibile grazie alla collaborazione di una rete di professionisti e eccellenze emiliano-romagnole. Insieme al coordinamento e il supporto del Centro Nazionale Trapianti e Centro Riferimento Trapianti.

Un caso unico a livello nazionale

In Italia è la prima volta che una simile procedura viene eseguita in una struttura che non è sede di Cardiochirurgia. Gli specialisti della Cardiochirurgia dell’IRCCS, infatti, si sono recati all’ospedale di Santa Maria delle Croci a Ravenna e hanno prelevato il cuore con il supporto dell’ECMO Team dell'ospedale Bufalini di Cesena applicando una tecnica che consente di salvaguardare le funzionalità degli organi e facilitare la ripresa del cuore. Il trapianto dell’organo è stato poi effettuato presso l’IRCCS a Bologna.

Mettere in piedi un sistema in cui la squadra che preleva il cuore si sposta verso il donatore e non il contrario garantisce una replicabilità e performance migliori della procedura. Proprio grazie a questa competenza nel 2022 l’Emilia-Romagna è arrivata a quota 71 organi (tra rene, fegato e polmone): pari quasi al 40% del totale nazionale dei donatori DCD.

Il trapianto con “donatore a cuore fermo”

Il prelievo di un organo a scopo di trapianto viene sempre eseguito su un cadavere. La procedura si può però differenziare per le modalità di accertamento della morte del donatore: una attraverso criteri neurologici (comunemente conosciuta come “morte cerebrale” e caratterizzata per il prelievo degli organi a cuore battente), l’altra attraverso criteri cardiaci. Il secondo è il caso della donazione “a cuore fermo”. Per questa procedura la legge prevede, in Italia, un tempo di attesa e di osservazione prima del prelievo dell’organo di 20 minuti, contro i 5 minuti della maggior parte degli altri paesi europei.

La maggior parte dei trapianti è ancora oggi legata alle morti encefaliche, ma le donazioni “DCD” (Donazione dopo la “morte cardiaca” o a “cuore fermo”) per organi come i reni, il fegato o i polmoni crescono anno dopo anno. La procedura fino ad oggi invece non era mai stata effettuata per il cuore proprio perché un organo complesso e uno tra i più sensibili alla mancanza di ossigeno durante il periodo di arresto della circolazione sanguigna. Oggi invece le tecniche di riperfusione più all’avanguardia consentono finalmente di recuperare le funzionalità del cuore anche dopo i 20 minuti di arresto previsti per legge. Di conseguenza il Centro Nazionale Trapianti ha autorizzato la procedura e l’IRCCS si è iscritto nel ristretto gruppo di centri d’eccellenza che hanno le competenze per effettuare anche questo tipo di trapianto. Aumentando così le possibilità e le prospettive dei pazienti in attesa.

Trapianti in Emilia-Romagna: Il CRT esempio di collaborazione e organizzazione

È un caso unico che dimostra concretamente l’importanza di istituire strutture organizzative per coordinare attività tempo-dipendenti da cui dipendono le vite di tantissime e tantissimi pazienti. Il Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna rappresenta un modello pionieristico, primo esempio in Italia con una struttura dedicata a rendere più efficiente la collaborazione tra gli ospedali in tema di trapianti. Pochi anni dopo l’istituzione, infatti, è stato preso in esempio per la stesura della legge nazionale in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti (legge 91 del 1999).

È una struttura regionale operativa-gestionale con sede presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola con l’obiettivo di far funzionare al meglio il percorso di donazione e trapianto di organi e tessuti, che in Emilia-Romagna è organizzato secondo il modello ‘Hub&Spoke’ e garantisce quindi il collegamento tra centri di alta specializzazione e gli ospedali del territorio con le sedi donative, i centri trapianto, le sedi delle banche di tessuti e cellule in rete tra loro. Il Centro fa anche riferimento al Ministero della Salute (Centro Nazionale Trapianti).

In 26 anni la rete ha prodotto oltre 5.700 segnalazioni di potenziali donatori, 3.200 dei quali divenuti poi effettivi dopo le verifiche del caso. Grazie alla loro generosità sono stati realizzati più di 730 trapianti di cuore, oltre 3.450 di fegato (44 dei quali da donatore vivente), più di 4.430 di rene (530 dei quali da donatore vivente), oltre un centinaio di polmone e una cinquantina di intestino. In totale il CRT ha garantito il corretto utilizzo di oltre 9.000 organi offrendo una nuova possibilità di vita a ben 8.288 persone.

Nonostante le inevitabili difficoltà nel 2020 il numero dei trapianti realizzati è rimasto stabile, mentre il 2021 si è chiuso con un nuovo record dei trapianti realizzati: 488. Quest’ultimo dato, poi, è ulteriormente migliorato nel 2022 con 516 trapianti (29 di cuore, 9 di polmone, 247 di fegato, 229 di rene e 2 di pancreas) e al momento la proiezione al 31 dicembre è di 578 trapianti. Negli ultimi due anni, inoltre, la percentuale di opposizione alla donazione, ha toccato il suo livello più basso: “appena” il 22%, rispetto al 30% della media nazionale, circa 12-16 punti percentuali in meno rispetto ai primi anni 2000. L’Emilia-Romagna è, inoltre, la regione con il più alto numero di donatori utilizzati per milione di abitanti (49,7).

Numeri che hanno un impatto decisivo sulla vita dei riceventi e che non sarebbero possibili senza l’essenziale contributo e generosità delle famiglie dei donatori.  A loro va il più sentito ringraziamento.

“Saper cogliere in tempi rapidi ogni innovazione in grado di migliorare ulteriormente l'attività dei nostri professionisti sanitari è uno degli obiettivi principali della sanità dell'Emilia-Romagna, e oggi ne abbiamo una conferma. – commenta Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna – Il mio ringraziamento va a tutti i professionisti che hanno garantito questo risultato e che mette la nostra sanità nelle condizioni di assicurare ai cittadini una risposta ancora più efficace in un contesto complesso come quello dei trapianti”.

“Un traguardo importante per tutta la rete trapiantologica regionale, che si dimostra ancora una volta capace di eseguire con successo procedure complesse e dal carattere altamente innovativo – afferma Chiara Gibertoni, Direttore Generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola – L’IRCCS rappresenta un punto di riferimento di questo sistema, sia grazie all’eccellenza dei professionisti che grazie a strutture e tecnologie a disposizione dell’equipe. Un livello che ci impegniamo a migliorare costantemente per garantire risposte, cure e soluzioni sempre più ampie e differenziate ai nostri pazienti”.

“L’Ateneo si congratula per questo importante risultato conseguito dall’equipe dei professionisti dell’Unità Operativa a direzione universitaria di Cardiochirurgia del Policlinico di Bologna in collaborazione con i colleghi dell’AUSL della Romagna nelle sedi di Ravenna e Cesena. - afferma Giovanni Molari, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna - È anche la riprova della lungimiranza di una strategia che ha portato l’Università e queste due Aziende sanitarie, su cui insistono le attività assistenziali dei corsi di Medicina e Chirurgia, a perfezionare un modello di programmazione congiunta in grado di potenziare le attività di ricerca. Presupposto necessario per realizzare interventi innovativi di questa complessità e di formazione che consentono di trasferire ad altri queste capacità”.

“Il traguardo raggiunto non esisterebbe senza la generosità dei donatori - affermano  Marina Terzitta (Direttore Anestesia e Rianimazione Ravenna), Andrea Nanni (Coordinatore Medico Aziendale Procurement Ausl Romagna ) e Alessandro Circelli (coordinatore Ecmo Team di Cesena)  - Un risultato importante, grazie al tenace lavoro di squadra che ha visto, nel corso degli anni, crescere in Ausl Romagna la possibilità di perseguire obiettivi sempre più ambiziosi con un unico costante interesse: il bene dei pazienti e l’esito della cura. Avere realizzato una donazione di cuore in un ospedale non sede di cardiochirurgia illumina la strada che insieme stiamo percorrendo” . 

La Cardiochirurgia dell’IRCCS diretta dal Prof. Davide Pacini

L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è l’unico ospedale a eseguire trapianti di cuore in Emilia-Romagna. Da gennaio ad oggi sono già stati effettuati 39 trapianti di cuore di cui 8 in pazienti pediatrici. Un numero da record, già superiore a quello dello scorso anno, che posiziona l’IRCCS come primo centro in Italia per numero di interventi per il terzo anno consecutivo. Non solo: quello del Sant’Orsola è stabilmente il centro che garantisce la più alta sopravvivenza post-intervento in Italia (80% dopo 5 anni, contro la media nazionale del 73%).L’IRCCS di Bologna, inoltre, è l’unico centro cardiologico-cardiochirurgico in Italia a vantare la possibilità di seguire il paziente dalla diagnosi prenatale a tutta l’età adulta garantendone una presa in carico totale durante l’intero arco di vita e offrendo a tutte le fasce di età l’opzione del trapianto e delle assistenze meccaniche.

 

L’Ausl della Romagna in prima linea nell’attività di prelievo di organi e tessuti a cuore fermo

In Ausl Romagna la donazione di organi a cuore fermo è una realtà consolidata nei quattro presidi ospedalieri polispecialistici di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Dal primo prelievo effettuato all’ospedale Bufalini di Cesena nel 2016 si è via via passati a 21 prelievi a cuore fermo nel 2022, con un trend che si conferma anche nel 2023, con già 15 prelievi effettuati da inizio anno ad oggi. Anche le donazioni di tessuti a cuore fermo hanno visto un importante sviluppo con l’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, prima sede donativa della Regione per numero di prelievi realizzati nel 2022 (9) e nel 2023 con 8 prelievi effettuati ad oggi. Dal 2018 l’ospedale di Cesena è sede di riferimento per lo sviluppo del Programma di donazione organi a cuore fermo in Emilia Romagna; da allora ha collaborato e fornito supporto per l'avvio del percorso in 9 ospedali della Regione.

In allegato una scheda con l’elenco dei professionisti coinvolti.

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Giorgia è una bambina di 2 anni che non riesce a mangiare se non guardando un video. Leonardo è un bambino di 8 anni che gioca da solo in camera con i videogiochi e la notte non riesce a dormire. Filippo ha 13 anni, ed al mare con i genitori si rifiuta di uscire dalla stanza perchè vuole rimanere a chattare con la sua amica.

Questi sono solo alcuni dei racconti di genitori posti di fronte a nuove sfide educative. La realtà virtuale, che indica tutto ciò che esiste e che riguarda Internet, ha un effetto concreto su di noi e sui nostri bambini. Genitori, pediatri ed educatori hanno bisogno di sapere come accompagnare i bambini ad un uso sano e responsabile delle tecnologie digitali, vale a dire a quale età permettere loro di iniziare ad utilizzare i dispositivi digitali, il tempo di utilizzo giornaliero, definito screen time, e la corretta tipologia dei contenuti visionati. Questo permette di mantenere quella che viene definita la “salute digitale”, importante ai fini della salute globale, al pari della salute biologica (come sta il corpo), psichica (come ci si sente) e sociale (come sono le relazioni). A questo fine, il Dipartimento Materno-Infantile di Rimini (Ausl Romagna), diretto dalla dott.ssa Gina Ancora, i pediatri di famiglia, rappresentati per questo progetto dalla dott.ssa Antonella Antonelli ed il Distretto territoriale di Rimini e Riccione, diretto dal dott. Mirco Tamagnini, hanno redatto un progetto di “Educazione al Digitale” che è stato finanziato con i fondi regionali della prevenzione anche tramite il supporto della dott.ssa Elisabeth Bakken Direttore Igiene e Sanità Pubblica di Rimini.

“Si tratta – spiegano gli operatori - di un progetto unico in Italia che prevede un bilancio di salute digitale da parte dei pediatri di famiglia per aumentare la consapevolezza dei genitori sul tema ed identificare eventuali situazioni a rischio su cui intervenire con informazione ed interventi. A ciò si aggiunge una formazione congiunta su “Educare al digitale” per il personale sanitario, educativo e sociale che vede in questi giorni il suo evento conclusivo a Rimini Terme, dal titolo “PROGETTO BILANCIO DI SALUTE DIGITALE. EMPOWERMENT DEI GENITORI NELL’EDUCAZIONE AL DIGITALE DEI PROPRI FIGLI. INDIVIDUAZIONE PRECOCE DI MINORI A RISCHIO”.

Il corso ha visto la partecipazione di circa 350 iscritti ad ascoltare esperti come il dott. Luca Pisano, psicoterapeuta, esperto in giurisdizione minorile ed in cyberbullismo, che dal 2022 realizza per il Dipartimento per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri il progetto “il patentino digitale per i minori autori del reato” e il pediatra Osama al Jamal, segretario della FIMP regionale Sardegna.

L’obiettivo del progetto è di attivare un programma di prevenzione-intervento che parta dalla gravidanza, attraversi il momento della nascita per arrivare attraverso i pediatri di famiglia alla neuropsichiatria infantile ed ai centri per le famiglie per proteggere i nostri giovani dal “pifferaio magico” del mondo virtuale facendo cultura ed identificando precocemente i disturbi da abuso del digitale”

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Mercoledì 4 ottobre ore 10,00

presso Ospedale "Infermi" di Rimini

Ingresso principale - Area esterna ospedaliera

 

 

Il progetto prevede la messa a dimora di giovani alberi al fine di sottolineare l'importanza del legame tra la salute delle persone e quella dell'ecosistema.

Saranno presenti:

Jamil Sadegholvaad - Sindaco di Rimini

Anna Montini - Assessore Transizione Ecologica (Ambiente, Sviluppo Sostenibile, Pianificazione e Cura del Verde Pubblico), Blu Economy, Statistica Comune di Rimini

Francesca Raggi - Direttrice Ospedale Rimini

Rosa Maria Padovano - Prefetto Rimini

Rosanna Lavezzaro - Questore di Rimini

Fabio Gilioli Presidente Regione ER Fadoi

Maurizio Ongari Past president Fadoi

Arma dei Carabinieri di Pistoia - Gruppo Biodiversità

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Inaugurato oggi, in occasione della giornata Mondiale dedicata all’Alzheimer, il nuovo Centro Disturbi Cognitivi e Demenze presso il Distretto di Ravenna.

A chi è rivolto e come si accede.

“Il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze offre interventi  rivolti a persone con disturbi neuro cognitivi degenerativi, come la malattia di Alzheimer, ed ai loro famigliari, come previsto dal Percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale elaborato dalla nostra Ausl, spiega Roberta Mazzoni, Direttrice del Distretto di Ravenna.

 Afferisce all'U.O di Geriatria diretta dal dr. Stefano  Boni e vede la collaborazione delle Unità Operative di Medicina Interna 1 e Neurologia, dirette rispettivamente dal Prof. Marco  Domenicali e  .dal dott. Pietro  Querzani .

L'equipe multiprofessionale e multidisciplinare è composta da: Medici Geriatri e Neurologi, Infermieri, Psicologi  e Assistenti Sociali. Oltre alla definizione dell'iter diagnostico, viene garantita la presa in carico terapeutica e gestionale del paziente affetto da disturbi cognitivi in attuazione alle indicazioni aziendali e regionali. Di particolare valore la valutazione neuropsicologica e la programmazione degli interventi psicosociali post-diagnostici a supporto dei pazienti e dei caregivers in un'ottica di intgrazione fra la Rete dei Servizi Territoriali e l'Associazione di Volontariato Alzheimer Ravenna”.

Grazie alla consolidata collaborazione e gli accordi di coo-progettazione siglati con il Comune di Ravenna e l'Associazione Alzheimer, viene svolta un'attività informativa e formativa per i familiari dei pazienti con incontri periodici alla presenza del geriatra, infermiere case manager, psicologici e altri professionisti sanitari e sociali al fine di aumentare le conoscenze, le competenze nella pratica assistenziale necessaria alla cura nonchè, supportare i famigliari nella gestione del proprio caro. 

Per accedere al centro è richiesta la prescrizione del Medico di Medicina Generale e la prenotazione al sistema Cup Aziendale o, in considerazione della sintomatologia presentata dal paziente,  è possibile da parte del Medico di Medicina Generale contattare il Medico Geriatra del Servizio e concordare l'accesso in modalità prioritaria.

 

I nuovi spazi

Collocato al primo piano del Centro Medicina e Prevenzione (CMP) vede ampliati i propri spazi, con un'area riservata composta da un locale accoglienza, 3 ambulatori medici e 2 studi per assistenza psicologica e sala di attesa.

 

 

Numeri e problematiche della malattia

E’ fondamentale mantenere alta l’attenzione sulla malattia di Alzheimer e sulla situazione delle famiglie colpite anche al di fuori della Giornata Mondiale Alzheimer. E’ quanto dichiarano la dott.ssa ssa Federica Boschi, geriatra e la dott.ssa Susanna Malagù,  neurologa e  responsabili del percorso demenze AUSL Romagna .

La demenza è stata definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come una priorità di Salute Pubblica: con l'invecchiamento della popolazione il numero assoluto delle persone con demenza è previsto in aumento, spiega la dott.ssa Federica Boschi. Attualmente si stima che nel mondo ci siano  55 milioni di persone con  demenza e che questo numero triplicherà entro il 2050 . Il sito del Ministero della Salute riporta che attualmente il numero totale delle persone con demenza in Italia è stimato essere di 1 milione e 100 mila  di cui 600.000 con Demenza di Alzheimer;  270 mila i  nuovi casi/anno. Si stima inoltre che siano 3 milioni le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza .

In AUSL Romagna abbiamo calcolato, attraverso un algoritmo regionale che tiene conto dei flussi amministrativi correnti, la presenza di circa 16.000 persone con demenza .

“Dietro a questi numeri, sottolinea la dott.ssa Boschi, ci sono persone e  famiglie alle quali va garantito   un percorso diagnostico terapeutico  di presa in carico globale attraverso le equipe multiprofessionali dei centri disturbi  cognitivi e demenze (CDCD) che operano in collaborazione con i medici di medicina generale, le associazioni dei familiari, gli operatori dei servizi sociosanitari domiciliari, residenziali e semiresidenziali e con gli enti locali. 

La demenza è una patologia cronica, complessa ad elevato impatto assistenziale con bisogni diversificati durante la sua naturale evoluzione che devono essere intercettati e soddisfatti per assicurare una buona qualità di vita non solo alla persona con demenza ma anche della sua famiglia e di quanti se ne occupano. Dalla realizzazione di questi interventi dipende la garanzia della dignità delle persone con demenza, la non discriminazione,  e la lotta allo stigma. 

Attualmente,  prosegue Boschi,   l'attenzione   si sta  focalizzando su come vivere bene "nonostante la demenza", come affrontare nella vita di tutti i giorni le difficoltà create dalla progressione della malattia, come conservare i contatti sociali ed  essere riconosciuti ancora come parte attiva della società.  E' importante inoltre ricordare che l'80% delle persone con demenza sono assistite da un caregiver familiare che fornisce in media  4,4 ore al giorno di assistenza diretta e oltre 10 ore  di sorveglianza; 38% delle famiglie usufruisce di assistenti familiari. Il supporto psicologico ed informativo ai  caregiver oltre  alla formazione delle assistenti familiari sono pertanto parte integrante  del lavoro di rete.  Un 'altro tema centrale  è lavorare sulla prevenzione del declino cognitivo in particolare nei contesti di assistenza territoriale, per esempio nelle case della comunità, informando e stimolando i cittadini rispetto a sani stili di vita (movimento corretta alimentazione, contrasto alle dipendenze e all'isolamento)”.

 

Una patologia che non colpisce solo gli anziani

La dott.ssa Susanna Malagů evidenzia come le demenze non siano una patologia esclusiva della  popolazione anziana ma anche delle persone al di sotto dei 65 anni,  in tal caso si parla di demenze ad insorgenza precoce . “Tali forme di demenza hanno una prevalenza di 0,8/1000 residenti (corrispondenti a cica 960 pazienti presenti in AUSL Romagna). In base ai dati epidemiologici disponibili è atteso nel nostro territorio un numero di nuovi casi di circa 80 /anno. Le forme "early onset "richiedono una diagnostica  laboratoristica, strumentale e neuropsicologica dedicata che trova risposta attraverso la rete degli specialisti neurologi  dei centri disturbi cognitivi e demenze aziendali. Nell'ambito delle demenze ad insorgenza precoce sono frequenti le forme  “sintomatiche” ossia espressione di altre patologie (neurologiche, neurochirurgiche o sistemiche), alcune delle quali, se riconosciute in tempo, possono essere trattate e quindi essere reversibili; particolare attenzione va posta al lieve declino cognitivo (mild cognitive impairment) e alla diagnosi differenziale con i quadri depressivi.

A tal fine è stato elaborato anche nella nostra azienda un percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale specificatamente indirizzato a definire e soddisfare i bisogni dei pazienti con disturbi cognitivi ad esordio precoce  (PDTA Early Onset Dementia- EOD)”

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Mercoledì 20 settembre, alla presenza del Direttore della Pediatria e Neonatologia dell’Ospedale di Ravenna, Federico Marchetti, del dr.Giancarlo Piccini, Responsabile della Terapia Intensiva Neonatale (TIN) e del personale infermieristico, le volontarie dell’Associazione A.G.E.B.O. OdV, hanno consegnato 10 copri culla termica.

L’accudimento del neonato in TIN prevede una serie di comportamenti che sia il personale sanitario che i genitori, devono mettere in atto per favorire la maturazione, la crescita e lo sviluppo delle competenze abilitativo-funzionali neuromotorie e sensoriali dei neonati a seconda del loro grado di prematurità (età gestazionale).

Il copri incubatrice è uno dei tanti strumenti che aiutano nell’interazione visiva e uditiva.  L’utilizzo del copri incubatrice, confezionato e realizzato con tessuto coprente, imbottito e a petali, permette di proteggere gli occhi del piccolo prematuro dalla luce durante le manovre assistenziali, alternando periodi di diversa intensità anche nell’arco della giornata.  Il tessuto imbottito permette inoltre di ridurre lo stimolo rumoroso.

I copri culla sono stati realizzati da alcune volontarie dell’Associazione utilizzando stoffe acquistate e in parte donate da negozi che hanno subito l’alluvione. I copri culla inoltre sono stati impreziositi da ricami eseguiti da tre signore ultra novantenni. Un bell’esempio di comunità collaborativa. Un sentito ringraziamento è stato espresso dal Direttore del Dipartimento Maternita' ed Infanzia dr. Federico Marchetti anche della Direzione Sanitaria dell’Ospedale

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Il progetto “Musica senza barriere” in Ausl Romagna con due concerti gratuiti dell'Orchestra Luigi Cherubini a Meldola e Premilcuore.

Continua la scoperta del patrimonio storico e artistico di derivazione sanitaria grazie al progetto "Musica senza barriere", che vede coinvolta la formazione da camera dell' Orchestra giovanile Luigi Cherubini.
Sarà il Comune di Meldola, lunedì 25 settembre, alle ore 16, a dare l'avvio ai concerti gratuiti nel cortile dell'ex Ospedale del Santissimo Crocifisso, in via Cavour 60. Seguirà il concerto di martedì 26 settembre, alle ore 15,30, nell'ex Ospedale di Premilcuore, in via Valbura, 1 .

Il progetto musicale sarà affiancato dalla narrazione storica del conservatore dell'Ausl Romagna, Sonia Muzzarelli, che illustrerà la storia ospedaliera dei due Comuni che ospitano l’iniziativa.

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In occasione della settimana del benessere e della promozione dei corretti stili di vita organizzata dalla Wellness Foundation, il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL Romagna ambito di Forlì Cesena, in collaborazione con il Servizio di Medicina dello Sport e l'Istituto Comprensivo Valle Savio, e il patrocinio del Comune di Mercato Saraceno, organizza un corso di formazione gratuito per diventare ‘Walking Leader’, un conduttore di Gruppi di Cammino per la salute.

Un corso teorico – pratico che si articola in due giornate venerdì 22 settembre dalle ore 17 alle 18.40 e SABATO 23 SETTEMBRE dalle ore 9:00 alle 12.30 e si terrà presso la Scuola secondaria di primo grado "Filippo Zappi" via Giacomo Matteotti, 13, a Mercato Saraceno. Per iscriversi basta inviare una mail a promosalute.ce@auslromagna.it  . L'evento è aperto a tutta la cittadinanza, previa disponibilità di posti.

L’obiettivo è quello di formare persone con competenze e conoscenze adeguate nella conduzione di un gruppo di cammino. Nello specifico, il Walking Leader organizza le camminate: sceglie la durata, il percorso, si preoccupa della sicurezza e dell’integrità del gruppo, fa da “motivatore” e garantisce continuità dell’attività.

Il corso vedrà la partecipazione dei tecnici delle Attività Motorie, delle infermiere di Famiglia e di Comunità di San Piero in Bagno, della psicologa dell’U.O. Cure Primarie Forlì-Cesena e anche della Polizia Municipale.

Si tratta di un importante appuntamento organizzato nel Distretto Valle Savio nell’ambito del Piano Regionale della Prevenzione, per la promozione dell'attività fisica nelle comunità dell'Emilia-Romagna, in continuità con le esperienze accumulate con i precedenti piani della prevenzione, secondo un approccio life-course e agendo su diversi fattori che possono contribuire ad incrementare i livelli di attività fisica delle persone. Una delle azioni per il raggiungimento di questo scopo è rappresentato dai gruppi di cammino, che consentono alle persone di una comunità, o quartiere cittadino, di incontrarsi periodicamente e svolgere delle passeggiate nei dintorni, accompagnati da "walking leader".

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