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Articoli filtrati per data: Marzo 2024

Ridurre al minimo le esperienze stressanti per i neonati e la separazione dai genitori e aiutarne lo sviluppo attraverso un’assistenza individualizzata. Ecco l’obiettivo del metodo NIDCAP (Newborn Individualized Developmental Care and Assessment Program), messo a punto per sostenere i piccoli e le loro famiglie durante e dopo il ricovero in terapia intensiva.
Mercoledì 20 marzo ricorre appunto la Giornata Mondiale NIDCAP con l’intento di promuovere questa forma di assistenza e per l’occasione all’ospedale di Rimini si è tenuto un momento celebrativo, alla presenza del Direttore del Distretto Mirco Tamagnini, della direzione medico-infermieristica del presidio ospedaliero (Francesca Raggi e Cristina Fabbri), insieme all’assessore alle politiche alla salute del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda, e al presidente dell’associazione di volontariato La Prima Coccola, Alessandro Marchi.

In un toccante video alcuni bambini hanno portato la loro testimonianza sul che cosa è NIDCAP. Giovanni, ricoverato in terapia intensiva neonatale sin dalla nascita per una grave malformazione chiamata ernia diaframmatica, racconta che, tramite NIDCAP, i suoi genitori hanno potuto restare sempre al suo fianco in reparto, cogliere i suoi segnali e prendersi cura di lui insieme ai medici e agli infermieri. Mia, una bimba ricoverata in terapia intensiva neonatale per prematurità e con la mamma lontana perché a sua volta ricoverata in neurochirurgia a Cesena per un’emorragia cerebrale, risponde che quando era “piccolina piccolina” mediante NIDCAP il papà veniva aiutato a stare accanto lei e gli infermieri osservavano ogni giorno i suoi progressi e li scrivevano su un diario per la mamma, che così ha potuto conoscere le sue prime conquiste per la vita. Grazie all'approccio NIDCAP, Federico, da tutti chiamato affettuosamente Chicco, è in grado di sfogliare un album in cui ripercorre tante tappe del suo sviluppo, dal ricovero in terapia intensiva, alla prima volta che mamma e papà lo hanno preso in braccio a quella volta in cui è venuta a trovarlo la sorellina o a quando gli hanno regalato il primo ciuccio, finché è andato finalmente a casa. Elia ed Andrea, a cui le mamme hanno raccontato la dolcezza della “marsupioterapia”, trovano ancora quella pace tra le braccia materne.

“Curare secondo il metodo NIDCAP vuol dire mettere in atto, con tutta l’equipe, un programma di cura individualizzato per il neonato allo scopo di proteggerne lo sviluppo, soprattutto quello neurologico – ha spiegato la dottoressa Gina Ancora, direttrice del Centro di formazione NIDCAP di Rimini - L’individualizzazione dell’assistenza al neonato, persona non in grado di esprimersi a parole, è resa possibile attraverso l’osservazione strutturata ed esperta del ricco repertorio di segnali comportamentali presenti anche nei piccolissimi, il tutto in un’ottica di Family Centered Care. Negli ultimi 13 anni, insieme alla direzione e all’equipe medico-infermieristica del presidio di Rimini, abbiamo portato in questo territorio quello che è unanimemente riconosciuto come il miglior approccio di cura al mondo per questi neonati, che richiede un percorso di formazione di quasi tre anni. Poi abbiamo deciso di portare il centro di formazione a Rimini e da luglio 2021 siamo diventati centro training NIDCAP per l’azienda, ora compiamo un ulteriore passo con l’offerta di formazione a livello nazionale, uno dei due centri in tutta Italia”.

“La giornata mondiale NIDCAP celebra tutti coloro che contribuiscono a migliorare il futuro dei neonati ospedalizzati - racconta Natascia Simeone, una delle due trainer italiane certificate, che lavora nella terapia intensiva dell’Ospedale di Rimini - attraverso una cura personalizzata, umanizzata, in collaborazione con le famiglie, basata su un approccio scientifico. Si tratta di una cura fornita in 5 continenti, 18 paesi, 30 centri di formazione, ma che fa sentire la sua influenza su tante terapie intensive neonatali: in Italia stiamo formando e formeremo personale che lavora nei principali reparti di terapia intensiva, tra cui Treviso e Bologna. Ci troviamo ad assistere piccolissime creature di 600-700 grammi e fondamentale per noi operatori è imparare ad osservare quelli che sono i messaggi del loro corpo: il colorito di alcune parti, le espressioni del viso, i movimenti quasi impercettibili di occhi e dita delle mani e dei piedi”. Proprio nell’ottica di affiancare le famiglie è stato ideato il Treno verso casa, fra l’altro scelto per essere inserito in un documento nazionale in fase di elaborazione. “Si compone di tre vagoni, uno rosso a identificare l’erogazione di cure più intensive, uno giallo per le cure intermedie e uno verde per le cure minime, quello più vicino alla locomotiva che rappresenta la casa. E in ciascun vagone sono presenti quattro finestre, con le voci respiro, alimentazione, crescita e temperatura, dove i genitori nel corso dei colloqui periodici previsti pongono le stelline per i progressi rispetto alle singole voci”.

“E’ molto emozionante sentire queste esperienze – le parole di Kristian Gianfreda, assessore alle politiche alla salute del Comune di Rimini – e come rappresentante dell’amministrazione e presidente del Distretto vi porto il ringraziamento di tutta la città per quello che fate, con un’attenzione speciale alla persona che dà senso e forma al nostro essere comunità. Un grazie anche all’Ausl della Romagna per sviluppare e custodire una realtà come questa, dove in questo impegno quotidiano spesso si va ben oltre al proprio lavoro. E un sentito grazie va anche alle mamme che nel nostro territorio riescono a sostenere gli sforzi dei professionisti sanitari. Abbiamo capito che non possiamo lasciare soli medici e infermieri, ma che dobbiamo affiancarli come comunità che porta avanti un progetto condiviso”.

Concetti ripresi anche dal Direttore di Distretto, Mirco Tamagnini, nel suo intervento, rivolgendosi direttamente ai professionisti di tale ambito: “E’ bello vedere dalle testimonianze dei bambini e dei genitori come siate capaci di assisterli in un momento di temporanea difficoltà. Un’ulteriore dimostrazione di come Rimini e la rete dell’Ausl della Romagna nelle sue diverse sedi sia in grado di mettere in campo servizi di primo livello per la persona, in grado di dare risposte ai bisogni dei cittadini. E in questo particolare caso ho visto proprio il modello verso il quale tendere, dove ospedale, famiglie, Comune, sociale e territorio si mettono insieme per il futuro dei bambini”.

Francesca Raggi, Direttrice Medica del Presidio Ospedaliero, ha espresso l’orgoglio di tutta la struttura per “quella che è una punta di diamante riconosciuta dalla comunità scientifica. Un reparto ad alto impatto emotivo in cui si conciliano competenze tecnico-professionali e fattore umano. Dietro di noi, sulla parete, campeggia la scritta ‘Abbi cura di me’ che è un po’ il motto dell’ospedale che si apre alla comunità di Rimini per avvicinare le persone del territorio”.

Cristina Fabbri, Direttrice Infermieristica di Presidio, ha posto in particolare l’accento su due concetti: “uno è quello di squadra, alla base di un percorso così articolato a cui abbiamo sempre creduto e che ora si apre pure verso l’esterno, ritenendo giusto contaminare altri ambiti con esperienze che funzionano, e l’altro è umanizzazione, tema fondamentale per chi svolge questa professione”.
Tale articolata attività di formazione è fortemente supportata dalle associazioni di genitori (coordinate in Italia dalla Vivere ETS), tra cui l’associazione La Prima Coccola di Rimini, il tutto sotto il patrocinio della European Foundation for the Care of Newborn Infant.
Proprio dal suo vissuto personale ha preso le mosse Alessandro Marchi, presidente dell’associazione La Prima Coccola. “Mi è tornato alla mente quel che ho toccato con mano nove anni fa, quando è nato mio figlio Giovanni, e ogni mattina dopo il briefing con gli altri medici la dottoressa Ancora ci domandava se noi eravamo d’accordo, coinvolgendoci in tutto e per tutto. In quel frangente avevo promesso a Natascia che se avessi riportato a casa il nostro piccolo, sarei diventato un volontario ed eccomi qua, da qualche anno pure presidente di questa associazione che ha lo scopo di dare sostegno alle famiglie dei bambini nati prima del termine di gestazione o affetti da patologie, che quindi necessitano di cure nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Rimini. Ne sono esempi il progetto di Home Visiting, che si avvale di un team multidisciplinare, composto da neonatologo, pediatra di famiglia, psicologo e ostetrica, o quello denominato ‘A un passo da te – La Casa delle Famiglie’, un luogo vicino all’ospedale, inaugurato a maggio 2023, a disposizione gratuita delle famiglie che vengono da fuori e attraversano, con i loro figli ricoverati, l’esperienza della Terapia Intensiva Neonatale a Rimini, che costringe a enormi sacrifici, anche organizzativi. Un risultato reso possibile grazie alle concrete risposte della comunità – ha concluso Marchi - che in quest’occasione ringrazio insieme a tutti i membri del direttivo e ai volontari che vedo presenti numerosi”.

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In merito alle numerose richieste di cittadini assistiti dal Dott. Mauro Passarini, l'Azienda Usl della Romagna, comprendendo il disagio che deriva dalla cessazione del rapporto convenzionale con il Medico di medicina generale, precisa quanto segue:  

“Le ragioni della cessazione sono tutelate da precisi obblighi di riservatezza e, pertanto, non possono formare oggetto di interlocuzione con l'utenza, la cui tutela resta sempre e comunque una priorità per l'Azienda.

Tutto ciò avviene nella consapevolezza della ristrettezza delle tempistiche concesse, le quali non dipendono dalla volontà dell'Azienda, che agisce nella rigorosa osservanza di disposizioni  derivanti dall'Accordo Collettivo Nazionale per la medicina generale, al quale non è possibile  derogare.

Al fine di garantire la continuità dell'assistenza di base, ogni assistito è stato tempestivamente informato dall'azienda sanitaria della cessazione del medico, con apposita comunicazione individuale tramite sms".

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Quattro nuovi incontri gratuiti promossi da UO Pediatria e Consultorio Familiare di Cesena, Centro Interculturale MoviMenti dell’Unione Valle Savio e Biblioteca Malatestiana Ragazzi nell’ambito del Percorso di salute interculturale finalizzato a migliorare l'utilizzo dei servizi sanitari e ridurre i fattori di rischio legati a scorrette abitudini e stili di vita.

Gli argomenti saranno trattati da personale esperto: dietista, ostetrica, assistenti sanitarie e operatori dell'infanzia, insieme alle mediatrici in lingua. Nel corso degli incontri la mediazione sarà simultanea con i singoli gruppi e con una particolare attenzione alle tradizioni culturali di origine.

in allegato, il calendario degli incontri in lingua araba, bengali, francese e inglese.

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 Secondo appuntamento, sabato 23 marzo, con il corso di pratica assistenziale rivolto ai caregivers, familiari, volontari e assistenti familiari di persone affette da demenza-decadimento cognitivo, malattia cerebrovascolare ed esiti di ictus, malattia di Parkinson, promosso, nell’ambito delle attività di formazione e psicoeducazione, da Ausl Romagna Centro disturbi cognitivi demenze insieme con le associazioni territoriali Alzheimer Ravenna, Alice ictus, Parkinson Ravenna e in collaborazione con i Comuni di Ravenna, Cervia, Russi del distretto socio-sanitario di Ravenna.

L’attività formativa si occupa dei vari e numerosi aspetti che coinvolgono l’assistenza a persone non autosufficienti, che vanno da quelli medici e infermieristici a quelli pratici e burocratici fino a quelli che investono la sfera giuridica e normativa.

Il corso è a numero chiuso previa prenotazione e si svolge nella sala “Vanna Vanni” del CMP, in via Fiume Montone Abbandonato 134, al primo piano (sala esterna adiacente al bar).

Per ricevere ulteriori informazioni e iscrizioni contattare il Centro Disturbi Cognitivi Demenza Azienda USL della Romagna – Distretto di Ravenna ai numeri 0544/286628 – 286629 oppure – associazione Alice Ictus Ravenna 389.0977365; associazione Alzheimer Ravenna 327.0741786; associazione Parkinson Ravenna 333.7434981.

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Sette storie, tante voci per raccontare, attraverso i suoi protagonisti, la sanità pubblica e universalistica dell’Emilia-Romagna.

Un parto difficile, quello di Anna, e l’incredibile sequenza di complicanze che richiedono interventi specialistici. Lisa colpita da un ictus e salvata grazie alle competenze della stroke unit. E ancora la lettera di Monica Minardi, presidente di Medici senza frontiere Italia, portata in salvo durante i giorni dell’alluvione nel maggio 2023.

“Sanità pubblica. Lessico famigliare” è il podcast prodotto dalla Regione che affida alle testimonianze e alle storie di pazienti, operatori e professionisti il racconto del Servizio sanitario regionale, una macchina complessa e in continua evoluzione che, giorno dopo giorno al servizio delle comunità, vede impegnati migliaia di donne e uomini a garantire a ognuno di noi, senza distinzioni, le migliori cure disponibili.

Diritti, universalismo, denaro e tempo sono i temi dei sette episodi, già online sul sito all’indirizzo https://regioneer.it/podcast-lessico-famigliare e sui canali Spotify e Spreaker della Regione, che fanno emergere tutto il valore di questo patrimonio.

Accanto alle storie di Anna, Lisa e Monica, anche le testimonianze di chi conosce bene la macchina sanitaria. Livia Azzariti, giornalista e anestesista, e il fratello Gaetano Azzariti, costituzionalista, sono i protagonisti di una conversazione che ci conduce alle origini del diritto alla salute nel nostro Paese. E ancora una riflessione sulla spesa sanitaria con le parole di Luca Baldino, direttore generale Cura della persona, salute e welfare della Regione.

Infine, le voci degli operatori del 118, donne e uomini che dietro una consolle, su un elicottero o in ambulanza salvano vite, e quella di Antonio Pastori, coordinatore della rete 118 dell’Emilia-Romagna, che spiega perché comprendere la differenza tra urgenza ed emergenza può salvare una vita.

 

La campagna di comunicazione

“Sanità pubblica. Lessico famigliare” è parte della campagna di comunicazione che la Regione ha avviato nei mesi scorsi per spiegare ai cittadini come cambia l’accesso ai servizi di emergenza-urgenza regionale - quindi dove sorgono e come funzionano i CAU e per quali patologie sono indicati - e accrescere la consapevolezza che il servizio sanitario pubblico è un patrimonio comune di grande valore, da preservare.

Diversi gli strumenti messi a punto: spot radio e tv, affissioni, contenuti per canali social e materiale informativo disponibile online, nella pagina web dedicata alla riforma del sistema emergenza-urgenza sul sito della https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergenzaurgenza e nella sezione domande poste frequentemente https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergenzaurgenza/domande-frequenti.

Negli strumenti di comunicazione che lo consentono, i messaggi sono riportati nelle cinque lingue adottate nei Pronto Soccorso (italiano, inglese, francese, arabo e cinese). Inoltre, è disponibile online l’approfondimento “Una giornata al CAU”, a cura dell’Agenzia di Informazione e comunicazione della Giunta regionale, che mostra come trascorre una giornata in un CAU, raccontando in particolare quello che succede nel Centro di assistenza e urgenza del Navile di Bologna, il primo aperto nel capoluogo, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, all’interno della Casa della Comunità.

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Incrementare i servizi di assistenza alla persona sul territorio e al tempo stesso rinnovare il parco auto con veicoli “green”, che consentono una riduzione degli impatti e dei rischi ambientali. Ecco il duplice importante obiettivo alla base dell’intervento attuato dall’Ausl della Romagna e rientrante nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) Missione 5 “Inclusione e coesione”. L’azienda ha infatti provveduto ad acquistare 24 Jeep Avenger 100% elettriche, di ultima generazione per garantire la massima sicurezza di operatori e cittadini, le prime 20 delle quali sono state consegnate ed è stato avviato il loro completo allestimento, per renderle operative (entro un mese è previsto l’arrivo delle rimanenti 4 vetture).
Tali nuovi veicoli ecosostenibili (nel rispetto dei principi DNSH) saranno utilizzati per lo sviluppo dei servizi di assistenza domiciliare per gli anziani e il potenziamento degli strumenti a disposizione degli infermieri e delle ostetriche di comunità per la cura della persona, facilitando così l’accessibilità ai territori più distanti dai poli sanitari principali per garantire adeguati servizi socio-sanitari.
Sono dunque 23 le aree di riferimento ove graviteranno le auto elettriche con partenza dalla struttura sanitaria più prossima, si tratta di comuni intermedi e periferici nell’area di pertinenza della Ausl della Romagna e della relativa mappatura indicata nel progetto. Nello specifico, i Comuni che si vedranno raggiunti da operatori dell’azienda con mezzi nuovi ed ecologici sono: Poggio Torriana, Talamello, Sant’Agata Feltria, San Leo, Pennabilli, Novafeltria, Maiolo, Casteldelci, Montegridolfo, Montefiore Conca e Mondaino nel riminese, Bagno di Romagna, Borghi, Civitella, Galeata, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia, Sogliano al Rubicone, Tredozio e Verghereto per la provincia di Forlì-Cesena, e Casola Valsenio per quella di Ravenna.

“Con l’acquisizione di nuovi veicoli che garantiscono la riduzione dell’inquinamento, una mitigazione dei cambiamenti climatici e favoriscono l’economia circolare attraverso il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali si vuole raggiungere l’obiettivo di incrementare i servizi dell’Ausl della Romagna sui propri territori – sottolinea Agostina Aimola, direttore amministrativo dell’azienda -. Lo scopo è quello di aumentare gli strumenti utili al trasporto delle persone fragili, anziani e disabili residenti nelle località identificate, potenziare i servizi di cura resi ai cittadini intensificando la presenza degli infermieri di assistenza domiciliare integrata e ostetriche di comunità, consentendo di agevolare l’accesso e il recupero funzionale agli utenti rispetto sia al disagio fisico o sociale sia al disagio legato a comuni geograficamente “svantaggiati”. Inoltre questo investimento, realizzato grazie ai fondi del PNRR, permette di incrementare l’offerta assistenziale garantendo una miglior prossimità dei servizi resi ai cittadini nei comuni delle aree identificate attraverso l’ampliamento delle attività di prevenzione, informazione e cura con l’acquisizione di Centrali operative mobili ambulatoriali”.

Oltre alle 24 auto ad energia pulita, con relative colonnine per la ricarica elettrica 220V (fino a 7,3 Kw), il progetto – denominato ‘Ammodernamento e rafforzamento del parco mezzi per servizi di Assistenza Domiciliare Territoriale” - si completa infatti con l’acquisizione di tre centrali operative mobili ambulatoriali, di un’autovettura 9 posti con pedana elettrica per trasporto persone diversamente abili e di 28 GPS satellitari, uno per ciascun mezzo, sicuramente utili agli operatori.
Da rilevare inoltre che una serie di fattori insieme consentono questa implementazione di mezzi generando contestualmente un risparmio per l’Azienda e conseguentemente per la comunità non solo in ragione del finanziamento ottenuto, ma anche per il tempo che gli operatori potranno destinare al solo lavoro senza più preoccuparsi di rifornimenti e manutenzioni.

“Il rinnovo del parco mezzi adibiti all’assistenza territoriale, oltre a perseguire il rispetto dei principi DNSH relativi alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico, prevede l’introduzione per ciascun veicolo di un sistema di localizzazione – spiega Enrico Sabatini, Mobility Manager di Ausl Romagna - che permetterà di migliorare l’utilizzo, la gestione e la manutenzione dei veicoli. Nello specifico renderà più efficiente il ‘percorso clinico’ della programmazione giornaliera delle attività e garantirà la fornitura dei servizi necessari, riducendo i chilometri percorsi, i tempi di percorrenza al volante e quindi le emissioni di CO2. Si tratta di un ulteriore significativo passo nel percorso di attenzione all’ambiente intrapreso dall’azienda, dimostrato anche dal progetto che abbiamo presentato in Regione per la dotazione di colonnine elettriche di ricarica nei principali presidi dell’Azienda e dal sostegno degli abbonamenti per l’utilizzo dei mezzi pubblici nel percorso casa-lavoro da parte dei dipendenti”.

Obbiettivi sfidanti sono anche quelli contenuti nei piani di sviluppo sia in tema di mobilità che energia, questi in particolare da sempre portati avanti dal servizio tecnico nella figura dell’Energy Manager, ingegner Paolo Bianco. In relazione a questi ultimi veicoli elettrici, daranno l’opportunità di azzerare i costi di ricarica grazie alla presenza di impianti fotovoltaici di significativa potenza nei presidi in cui andranno parcheggiate le auto.

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Il Porto dei piccoli approda a Ravenna e porta le sue professionalità, e le sue attività, ai bambini e ai ragazzi in cura presso la Pediatria dell'Ospedale Santa Maria delle Croci.

Il polo ravennate è il terzo, dopo Massa e Trieste, a nascere oltre i confini della Liguria, la regione in cui l'associazione è nata nel 2005.

Ravenna è una delle 5 Pediatrie della AUSL Romagna con la quale il Porto dei piccoli è convenzionato, e grazie all'avvio del progetto base “Mare dentro”, la cultura del mare e del porto verrà portata dentro i reparti ospedalieri, come elemento di evasione per alleviare l'esperienza complessa del ricovero e della malattia.

In ogni reparto gli operatori dell'associazione si prendono cura di bambini e ragazzi ricoverati progettando e realizzando attività ludico-pedagogiche professionali.

Con il nuovo polo di Ravenna sono sette le regioni italiane in cui l'associazione no-profit genovese opera per dare un supporto ai bambini e ai ragazzi con fragilità e alle loro famiglie.

Il Direttore della Pediatria e Neonatologia di Ravenna, Federico Marchetti richiama  l’importanza di questa collaborazione a nome anche della Direzione Aziendale: “siamo molto lieti che il Porto di Piccoli, una associazione storica e prestigiosa, sia 'sbarcata' anche nella AUSL della Romagna. Sono sicuro che le attività che svolge, così consolidate e professionali, si integreranno con quelle già esistenti nel nostro reparto da parte di Enti e Associazioni di volontariato come quella storica di AGEBO.

Il progetto avrà come obiettivo anche quello di un’assistenza personalizzata da parte di una professionista che ha già iniziato le sue attività, rivolta in particolare ai bambini, adolescenti e genitori in condizioni di maggiore difficoltà e per tanti possibili motivi”.

Per la fondatrice, e direttore generale, de Il Porto dei piccoli, Gloria Camurati Leonardi, il nuovo polo di Ravenna dovrà diventare un punto di riferimento per il personale sanitario e per le famiglie del territorio. “Sono molto contenta di aver finalmente consolidato la presenza al 'Santa Maria delle Croci' con una nostra persona fissa – spiega Camurati Leonardi -. Si tratta di un'operatrice qualificata e specializzata che svolge la nostra attività professionale sulla metodologia del child play specialist, dando un supporto concreto alla Pediatria dell'ospedale e a tutte le famiglie con fragilità del territorio”.

 

IL PORTO DEI PICCOLI

L'associazione Il Porto dei piccoli è nata a Genova nel 2005 per volontà della fondatrice, e direttore generale, Gloria Camurati Leonardi.

Attraverso il mare, il gioco e la cultura del porto, l'associazione dona – gratuitamente e quotidianamente - momenti di serenità e svago a tutti i bambini che affrontano la malattia in ospedale, a domicilio o nelle case di accoglienza. Ogni anno Il Porto dei piccoli si prende cura quotidianamente di oltre 20 mila ragazzi con fragilità seguiti in tutta Italia, offrendo circa 30 mila ore gratuite di attività multidisciplinari.

Il Porto dei piccoli è stata la prima realtà in Italia a puntare sul “child play specialist”, una figura professionale formata per svolgere nel miglior modo possibile l'attività con i bambini.

Il presidente del Porto dei piccoli è attualmente Giuseppe Costa (Presidente e amministratore delegato di Costa Edutainment), il past president è Ignazio Messina (Amministratore delegato della Ignazio Messina & C.) e il presidente onorario è il direttore dell'Area Pediatrica di Immunologia dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, Lorenzo Moretta.

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Nell’ambito delle iniziative di promozione delle vaccinazioni previste dai Piano vaccinale nazionale e regionale, l’Ausl della Romagna è partita in questi giorni con l’invito, tramite Fascicolo sanitario Elettronico o SMS, ai gruppi di popolazione adulta target delle campagne vaccinali ad aderire ad alcune vaccinazioni raccomandate.

Sono invitati a vaccinarsi:

  • contro lo Pneumococco i nati nel 1958, che potranno fare la vaccinazione dal proprio medico di base o presso gli ambulatori dell’Igiene Pubblica;
  • contro l’Herpes Zoster (Fuoco di Sant’Antonio) i nati nel 1959 che potranno fare la vaccinazione presso gli ambulatori dell’Igiene Pubblica;
  • contro il papillomavirus le ragazze tra i 18 e i 25 anni mai vaccinate contro l’HPV che potranno fare la vaccinazione presso gli ambulatori dell’Igiene Pubblica;

Per accedere agli ambulatori vaccinali dell’Ausl Romagna è necessaria la prenotazione tramite Cup o Cup tel. Non serve la ricetta medica.

Si richiama l’importanza delle vaccinazioni indicate per la prevenzione delle infezioni da Pneumococco, un batterio che può causare otiti e polmoniti o diffondere nel sangue (setticemie/sepsi) o nel sistema nervoso centrale (meningiti), con conseguenze molto gravi; le infezioni da Herpes Zoster comunemente chiamato Fuoco di Sant’Antonio, una patologia comune e debilitante, dovuta alla riattivazione del virus della varicella e che può causare complicazioni a livello delle fibre nervose con un dolore severo e cronico che può durare per lungo tempo (anche anni).

Infine si raccomanda la vaccinazione contro il Papillomavirus, un virus trasmesso per via sessuale che in alcuni casi può portare a sviluppare lesioni che possono progredire verso forme tumorali.

Si ricorda che lo stato vaccinale può essere verificato sul Fascicolo Sanitario Elettronico.

Per informazioni è possibile rivolgersi ai seguenti indirizzi mail:

Cesena:   vaccinazioni.ce@auslromagna.it

Forlì        vaccinazioni.fo@auslromagna.it

Ravenna vaccinazioni.ra@auslromagna.it

Rimini     vaccinazioni.rn@auslromagna.it

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Nell’ambito della campagna di sensibilizzazione al tema della donazione organi e in occasione della Giornata Mondiale del Rene sabato 16 marzo gli studenti delle classi quarte dell'istituto d'Istruzione Superiore "Tonino Guerra" di Novafeltria hanno partecipato attivamente ad un formativo incontro in Aula Magna, nel corso del quale sono state esposte le tematiche relative alla donazione di organi, tessuti, cellule, agli stili di vita sani e alle malattie renali.

All'interessante iniziativa hanno portato la loro significativa testimonianza il dott. Angelo Rigotti, già direttore della UO Nefrologia e Dialisi di Rimini, il suo successore, dott. Emanuele Mambelli, 
il dott. Davide Morri, coordinatore ospedaliero Procurement Donazione di Organi e Tessuti di Rimini e Riccione, Eleonora Busano, infermiera del medesimo coordinamento, Domenico Roberto, vice presidente Aido Emilia-Romagna e trapiantato, Lia Blatti, volontaria Aido e trapiantata di rene residente nel Montefeltro, Emanuela e Stefano, genitori della giovane Giada (donatrice di organi).

I giovani studenti hanno avuto modo di confrontarsi su un argomento di alta civiltà etica, nell'ottica di stimolare una scelta consapevole sulla donazione, da ricordare ad ogni rinnovo della carta di identità, dopo aver ricevuto le giuste informazioni su procedure e protocolli ed ascoltato esperienze di vita che, grazie al trapianto, possono salvare altre persone.

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Un chiaro messaggio contro la violenza di genere e ogni forma di discriminazione. E’ quello lanciato da alcuni studenti del Corso di Laurea in Infermieristica di Rimini, protagonisti di un’iniziativa simbolica ma dai forti contenuti: i giovani hanno verniciato di colore rosso le due panchine poste all'esterno della sede di Via Flaminia 76, sotto al porticato, per ricordare le donne vittime di violenza, in particolare la studentessa Giulia Cecchettin, 22enne di Vigonovo (Veneto) uccisa l’11 novembre scorso dal suo ex fidanzato.
In questo modo gli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica vogliono contribuire a sensibilizzare gli altri studenti, quali futuri professionisti della salute, al rispetto delle donne e alla difesa delle persone più fragili.

Questa, in particolare, la riflessione di Davide Castaldi, uno degli studenti coinvolti: “La violenza non può creare, può soltanto distruggere. È questo il concetto che deve entrare nella mente e nel cuore di ognuno di noi. È impensabile continuare così, guardando il telegiornale o i social e trovare ormai sempre più spesso notizie di uomini (se così possono essere definiti) che esercitano violenza fisica o verbale sulle donne, le stesse donne che dicono di amare. Si parla tanto di progresso, ma nei fatti si vive una regressione. Finché non si fermerà questa violenza, saremo sempre dei selvaggi”.
Analoga iniziativa sarà a breve svolta anche a Cesena.

“Siamo fieri dei nostri studenti e confidiamo in loro per un futuro migliore”, il commento dei tutor didattici della sede formativa, Milena Spadola, responsabile delle attività didattiche professionalizzanti, e Stefano Bastianini, coordinatore del corso di studi.

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