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Articoli filtrati per data: Febbraio 2020

Si è svolto in questi giorni, in Florida, presso il Nicholson Centre, il  Settimo Corso annuale internazionale di chirurgia dell'apnea notturna (OSAS). Tra i direttori del corso, il prof. Claudio Vicini, direttore del Dipartimento Testa - Collo dell'Ausl Romagna.

Il Nicholson Center in Florida è uno dei principali centri di formazione robotica degli Stati Uniti e l'unico dei 93 istituti  formativi ad aver ricevuto un riconoscimento dall’American College of Surgeons per la continua implementazione della più avanzata tecnologia medica, che consente di offrire un’esperienza educativa e formativa senza eguali.

La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (anche nota con ľacronimo anglosassone OSAS, Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è la forma più frequente dei disturbi respiratori nel sonno. Consiste nella presenza di interruzioni, della durata di almeno 10 secondi, parziali  o totali del flusso aereo dalla bocca (o dal naso) al polmone con conseguente ridotta ossigenazione del sangue.

"In Italia il 54% della popolazione soffre di disturbi respiratori del sonno - spiega il prof.Vicini - ed esistono trentacinque provvedimenti terapeutici certificati per il trattamento di tali patologie, che l'otorino deve scegliere, ed imparare ad utilizzare, a vantaggio dei diversi pazienti."

"Questa settima edizione del corso organizzato dal Nicholson Centre - prosegue- ha visto la partecipazione di oltre 70 iscritti provenienti da 29 nazioni diverse, con ben sedici docenti che provenivano da USA, Egitto, Italia, Australia, Germania, Brasile.In sette anni ai corsi del Nicholson Centre abbiamo formato   350 - 400 persone. Proponiamo il corso a degli specialisti provenienti da tutto il mondo che vogliono approfondire, in termini teorici e pratici, il trattamento dei disturbi respiratori del sonno, offrendo lezioni frontali, seminari, dissezioni su cadavere e training"

"Si tratta di uno dei migliori corsi al mondo sui disturbi respiratori del sonno - conclude il prof. Vicini  - ed io sono davvero onorato di poterlo dirigere da ben sette anni."

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Si comunica che l'incontro informativo "Nascere a Cesena" dedicato alle donne in gravidanza, previsto lunedì 2 marzo nella sala Convegni dell'ospeale Bufalini, è stato sospeso.

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Prosegue all'insegna del più stretto raccordo tra l'Ausl (medici e tecnici del Dipartimento di Sanità pubblica) e le forze dell'ordine coordinate dal Prefetto di Rimini Alessandra Camporota, l'indagine epidemiologica mirata ad individuare tutti coloro che possono aver avuto contatti stretti col primo paziente risultato positivo a coronavirus. Le forze dell'ordine infatti stanno supportando il Dipartimento nell'individuazione e reperimento dei contatti, esaminando la documentazione di una struttura ricettiva che ha ospitato lavoratori del Nord Italia che hanno frequentato il locale del "paziente uno", per cercare di comprendere l'origine della trasmissione del virus.

Sempre nell'ambito dell'indagine, personale del Dipartimento di Sanità pubblica sta svolgendo "interviste epidemiologiche" anche ai dipendenti delle ditte nelle quali lavorano i due nuovi pazienti risultati positivi.

A questo proposito va chiarito che sussistono criteri clinici ben precisi rispetto sia all'effettuazione del tampone per rilevare l'eventue positività al virus, sia per l'attivazione della quarantena domiciliare volontaria, che emergono proprio dall'"intervista epidemiologica". Per quanto riguarda la quarantena, è appropriata nei soggetti che abbiano avuto un "contatto stretto" -  vicinanza prolungata e con contatto fisico o a distanza minore di un metro e mezzo - con un paziente positivo, entro i 14 giorni precedenti.

Il tampone va invece effettuato se a tale condizione si aggiunge il fatto che il paziente ha sintomi (tosse, febbre, polmonite). Il tampone va peraltro effettuato non prima di tre giorni dal momento del contatto accertato, periodo nel quale il paziente non trasmette la malattia e nel quale il tampone porta ad un forte rischio di avere un falso negativo.

Il Dipartimento di sanità pubblica ha messo a disposizione un numero di cellulare dedicato, il 3397720079, attivo dalle ore 8:30 alle 18, principalmente per i soggetti che ritengano di aver avuto contatti con i pazienti positivi. Questo stesso recapito, insieme al 118, al 1500 e al numero verde regionale 800 033 033, sono a disposizione anche per cittadini e aziende che abbiano necessità di informazioni più in generale sul coronavirus.

A questo link del Ministero della Salute è inoltre pubblicato un decalogo con alcune buone pratiche.

Nelle prossime ore sono attesi, infine, i risultati di ulteriori campioni effettuati.

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Al Laboratorio Unico del Centro Servizi dell’AUSL Romagna, con sede a Pievesestina di Cesena, è stato attivato, come annunciato dalla Regione Emilia Romagna, il test diagnostico per l’analisi dei tamponi per la presenza del coronavirus, a cura del Laboratorio di Virologia.

Si tratta di un Laboratorio ad alta specializzazione, dotato delle attrezzature e delle professionalità necessarie e che fa capo all’Unità Operativa di Microbiologia diretta dal professor Vittorio Sambri.

Sono stati a tal fine acquisiti con procedure d’urgenza i reagenti specifici ed è stata attivata l’organizzazione dei percorsi diagnostici dedicati. Una novità che rappresenterà un aiuto importante per il tempestivo accertamento della diagnosi da coronavirus.

Va a questo fine precisato che l’effettuazione del campione è appropriata nei soggetti che abbiano avuto un "contatto stretto" - vicinanza prolungata e con contatto fisico o a distanza minore di un metro e mezzo - con un paziente positivo, entro i 14 giorni precedenti e qualora il soggetto abbia sintomi (tosse, febbre, polmonite).

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Diffidate dei sedicenti operatori sanitari che propongono di fare a domicilio il tampone per il Coronavirus.  Suonano al citofono, o chiamano a casa, spacciandosi per volontari ,  o operatori sanitari  e millantano finti tamponi per le analisi del Coronavirus. Ovviamente si tratta di truffatori che, a volte, esibiscono anche tesserino di riconoscimento dell’Azienda  sanitaria, che fingono di essere stati mandati per prestare assistenza sanitaria a domicilio e per effettuare il tampone necessario per scoprire l’eventuale contagio. Anche i tamponi, come i tesserini sono falsi : uno strumento per entrare in casa di cittadini preoccupati e spaventati e rubare contanti, gioielli e oggetti di valore. 

Per evitare che si commettano reati del genere, la Procura della Repubblica di Forlì-Cesena  e l'Ausl vogliono avvisare i cittadini che le modalità di comportamento in caso di sintomatologia collegabile al Coronavirus (febbre e sintomi respiratori) consistono nel non accedere direttamente alle strutture di Pronto Soccorso , ma  contattare il proprio medico di medicina generale o, in caso di emergenza, il numero 118 .

Solo in seguito alla richiesta dell’interessato si presenterà personale sanitario al domicilio del paziente ad effettuare il tampone e nell’ipotesi di risultato positivo, il soggetto sarà trasferito con mezzi del 118 appositamente attrezzati nei reparti ospedalieri di malattie infettive. 

Nel dubbio sull'identità di coloro che si dovessero presentare al domicilio senza alcuna richiesta da parte dell’interessato, i cittadini possono sempre rivolgersi alla autorità e alle Forze dell’ordine, oppure chiamare il Dipartimento di Sanità Pubblica, contattando il centralino allo 0543/731111.

 

 

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Si informa che l’incontro mensile sull’analgesia peridurale in travaglio di parto in programma il 26 febbraio nella Sala Convegni dell’Ospedale Bufalini di Cesena è stato annullato.

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A seguito della notizia della scomparsa del professor Dino Amadori, la direzione aziendale dell'Ausl Romagna esprime il proprio cordoglio.

Con la scomparsa del Professor Dino Amadori la Romagna, ma non solo, perde un pioniere della lotta contro il cancro e un uomo di grande valore.

Il suo impegno è andato ben al di là della professione,  interpretata nel segno dell’ascolto e di una rara capacità di alimentare sempre la speranza, sconfinando nel contesto sociale, attraverso un impegno costante e prezioso che ha trovato la massima espressione nella straordinaria “invenzione” dell’Istituto Oncologico Romagnolo (Ior), per non citare le iniziative umanitarie nei Paesi Africani.

Dino Amadori ha assicurato, nel corso di tutti questi anni, un contributo fondamentale allo sviluppo della sanità di questo territorio, che ha avuto coronamento nella realizzazione dell’IRST di Meldola, e sempre attraverso un confronto leale e cotruttivo.

Con un sentimento di sgomento e dolore ci uniamo alle preghiere dei famigliari>>.

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In merito all'influenza da nuovo Coronavirus la Direzione Aziendale dell'Ausl Romagna rende noto quanto segue.
Al momento, non vi sono casi accertati sul territorio romagnolo di pazienti affetti dal virus. E' massima l'attenzione di tutte le articolazioni aziendali, e costante il raccordo con le autorità regionali e ministeriali per tenere monitorata la situazione e le sue evoluzioni.

Si smentiscono categoricamente voci relative a servizi di pronto soccorso chiusi e si ribadisce che, al contrario, tutti i Pronto soccorso e i Punti di pronto intervento della Romagna sono al momento completamente operativi.
Si ribadisce in linea generale il consiglio, per i cittadini che abbiano il sospetto di aver avuto contatti con il virus, specie se presentano sintomi, a non recarsi di persona in Pronto soccorso o presso altre strutture sanitarie, bensì a contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia o il 118 in modo da ricevere ogni utile indicazione sul da farsi.
Si invita infine la cittadinanza a diffidare da notizie che non giungano da fonti ufficiali.

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Sabato, 22 Febbraio 2020 17:21

Coronavirus, suggerimenti all'utenza

In relazione alla situazione del nuovo Coronavirus la Direzione Aziendale dell'Ausl Romagna rende note le seguenti considerazioni.
Tutte le articolazioni aziendali, afferenti al Dipartimento di Sanità Pubblica, alle Direzioni Mediche e Assistenziali e alla Medicina Territoriale, sono in condizione di massima attenzione rispetto all'evolversi della situazione, in stretto raccordo con gli organismi regionali e nazionali e pronti a predisporre eventuali ulteriori modalità attuative, logistiche e organizzative, in caso si renda necessaria la presa in carico di pazienti nelle strutture ospedaliere, in condizioni di massima sicurezza, come da protocolli già condivisi.
Ciò doverosamente premesso, va ribadito che non sussistono al momento in Romagna motivazioni che inducano a prefigurare una situazione di allarme o di pericolo ne' al momento, casi positivi.
Restano valide le raccomandazioni già rese note, in chiave preventiva.
In particolare, come da indicazioni della Regione Emilia Romagna, cittadini che abbiamo il sospetto di aver avuto contatti con il virus, specie se presentano sintomi, sono invitate a non recarsi di persona in Pronto soccorso o presso altre strutture sanitarie, bensì a contattare il proprio medico di famiglia o il 118 in modo da ricevere ogni utile indicazione sul da farsi.
In termini più generali restano inoltre validi gli inviti ad adottare le normali misure d igiene e prevenzione già previste per l'influenza, come lavarsi bene e spesso le mani per almeno venti secondi ed evitare se possibile contatti con persone che abbiano sintomi influenzali.
Si ricorda che resta attivo il monitoraggio rispetto ad alunni, studenti e più in generale soggetti che siano di ritorno o abbiano avuto contatti con le zone a rischio ai quali è consigliato un periodo di quarantena.

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Si è svolta, nella mattinata di ieri, l'inaugurazione del nuovo Centro per i disturbi alimentari, presso l'Ospedale "Santa Maria delle Croci" di Ravenna, nonchè la mostra fotografica "La Spesa", che arricchisce il reparto in un'ottica di umanizzazione delle cure.

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione suscitano comunemente un grande interesse: si tratta di disturbi diversi, ma in entrambi le persone vivono con profonda sofferenza psicologica per eccessiva valutazione del peso e della “forma” del proprio corpo. Spesso il rapporto che la persona instaura con il cibo rappresenta la manifestazione di un vuoto, della solitudine che la circonda e che si esprime con la privazione del cibo o con un suo abuso portato all’estremo.

A Ravenna, a partire già dal 1998, è stata portata avanti una esperienza centrata  sulla multidisciplinarietà clinica. Esperienza fruttuosa, tanto che è stato definito un team multiprofessionale dedicato a questo percorso, sia per minori che per adulti, in ogni ambito territorilae dell’Ausl Romagna, con personale proveniente da Dipartimenti Territoriali e Ospedalieri, e in particolare medico-psichiatra, psicologo-psicoterapeuta, medico-nutrizionista, dietista.

Si è poi valutato di individuare una sede unica per il team multidiscplinare, in modo da creare un unico luogo di riferimento, per councelling e prestazioni, per i pazienti. A questo scopo l’Azienda ha provveduto ad ottimizzare e ripristinare i locali situati al primo piano della “Scala azzurra” dell’Ospedale, creando studi, ambulatori e sala d’attesa confortevole (i lavori sono stati seguiti dall’unità operativa “Attività tecniche” dell’Ausl), che si inaugurano oggi.

Si è inoltre puntato (come consuetudine all’Ospedale di Ravenna, e in particolare su questo percorso clinico così delicato e particolare), all’umanizzazione degli spazi dedicati alla presa in carico. Sono state dunque collocate piccole plance con poesie, al fine di “alleggerire l’animo” dei pazienti, donate nell’ambito del progetto “Rianimazione letteraria di poesia intensiva”, che già contraddistingue il percorso di umanizzazione in particolare con gli eventi condotti da Livia Santini.

In questo attento contesto si inserisce la mostra fotografica “La spesa – Non siamo quello che mangiamo” (che a sua volta si inaugura oggi e di cui si allega locandina) grazie alla generosità della fotocronista Oriente Marzotto Plazzi: una rassegna di fotografie, fedeli e di impatto, arricchite da didascalie della stessa autrice, proprio sul rapporto tra disturbi alimentari e cibo, e mirate a sensibilizzare su questi aspetti talvolta sottovalutati. Raffinate immagini in cui il corpo è in stretta relazione al cibo, per una mostra che non avrebbe potuto trovare migliore collocazione, che in questi luoghi vocati all’ascolto e alla cura. L’arte, infatti, svolge anche una funzione terapeutica: ricavare qualcosa dall’arte significa esplorare noi stessi, essere pronti a guardarci dentro in risposta a quanto vediamo. E le foto di Plazzi si prestano perfettamente a declinare questo approccio secondo i canoni dell’autocomprensione, della ricerca di una propria dimensione e del desiderio d’amore, aspetti che a loro volta sono interrelati al rapporto con corpo e col cibo. La mostra resterà in ospedale fino al 3 aprile, visibile tutti i giorni dalle ore 8:30 alle ore 17:30. E dalla "viva voce" dell'autrice: "Il rapporto tra il cibo e la cura del proprio corpo è molto importante. Ho voluto, con queste immagini, alcune anche forti, evidenziare questo rapporto in un'ottica e con l'obiettivo di dare speranza".

"La realizzazione di questo spazio unificato in cui prendere in carico tutte le persone con disturbi dell'alimentazione è quantomai opportuna e ringrazio l'ufficio tecnico aziendale per l'attività svolta. Anche spazi ben strutturati sono importanti per la presa in carico più efficace possibile" ha detto il dottor Paolo Tarlazzi, direttore medico Presidio ospedaliero di Ravenna, durante l'evento.

"La collaborazione tra tutti i servizi, per la presa in carico dei pazienti con questi disturbi, che sono in crescita, è importante, e per questo intendo ringraziare in modo particolare la Pediatria e la Gastroenterologi - ha detto la dottoressa Antonella Distani, responsabile dell'Ambulatorio per i disturbi alimentari - L'importanza di questo nostro progetto è la valorizzazione della rete dei servizi: un modello che trova riscontro in Emilia Romagna e in poche altre realtà e che a livello nazionale viene preso come riferimento. Questo approccio inclusivo ricomprende anche i medici di famiglia ed il volontariato. E grazie ad esso possiamo dare risposte a tutti i livelli: dall'ambulatoriale, al day hospital al ricovero con un posto letto entro 48 ore. Su un percorso di questo tipo il percorso di umanizzazione, attraverso la mostra, è a sua volta molto importante". Per l'ambito territoriale di Ravenna sono stati 147, nell'ultimo anno, i pazienti presi in carico per disturbi del comportamento alimentare, di cui 36 minorenni.
La dottoressa Lorella Bordandini, direttore del servizio Dietetica clinica ha aggiunto che "una alimentazione sana e corretta, importante per tutti, per i pazienti diventa fondamentale. Purtroppo tra i degenti vi è una incidenza anche superiore al 30 per cento di alimentazione non corretta e insufficiente, e questo porta ad un aumento della durata della malattia e della sua intensità. Ciò si verifica in particolare in oncologia e lungodegenza. E' dunque importante effettuate un adattamento dei pasti per questi pazienti, e quindi una riabilitazione psiconutrizionale, con benefici sull'intero iter sanitario".

Quindi le associazioni stesse. Brunella Monti, associazione "Sulle ali delle menti" di Ravenna, portavoce dei genitori "nonché mamma di una ragazza malata di anoressia" come ha precisato: "Presso il reparto ho trovato accoglienza, professionalità, competenza e persone appassionate al loro lavoro. Quello dei nostri figli è un disagio forte e che dura anni. I nostri ragazzi, capaci e molto intelligenti, ma incastrati in questo disturbo, se aiutati subito possono riprendersi la loro vita, che è il nostro futuro. Da questa malattia si guarisce. Nostra figlia è guarita".

"Siamo in un'epoca di sviluppo sociale selvaggio, all'interno del quale anche le abitudini alimentari sono state stravolte e in negativo. E' dunque fondamentale dare la massima attenzione, anche secondo le linee guida della Regione Emilia Romagna, a questi aspetti" ha aggiunto Valerio Cellini, presidente associazione "Porte aperte".

Conclusioni affidate all'assessore Gianandrea Baroncini, del Comune di Ravenna: "Questo progetto è importante per migliorare i servizi osservando la società attorno a noi. E anche lavorare sugli spazi è importante per migliorare i servizi. Questa nostra società è molto basata sull'immagine per cui si rischia, anche a causa del triste fenomeno del ciberbullismo, che i nostri ragazzi ne restino vittime. La presa in carico che si fa in questo reparto è molto importante da questo punto di vista. E voglio fare un appello, a non utilizzare internet per farsi autodiagnosi, né su questo né in nessun altro campo della salute".

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