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Articoli filtrati per data: Febbraio 2024

Il Centro Studi Aziendale per il Volontariato e la Solidarietà “Giovanni Donati” dell’Ausl Romagna, con la Deliberazione n. 404 del 13.12.2023, ha nominato il nuovo Comitato Scientifico per il triennio 2023-2026. I membri sono Capacci Silvia, infermiera (Sale Operatorie Forlì), Cavalieri Federica, infermiera (Pronto Soccorso di Cesena), Giorgetti Susanna, Dirigente Medico (U.O Ostetricia e Ginecologia di Cesena), Leoni Silvia Infermiera (U.O. Terapia Intensiva di Forli’), Preda Francesca, Dirigente Medico (U.O Neurologia – Cesena – Forli'), Sintoni Francesco, Direttore Distretto Sanitario Forlì, Tomassetti Simona, Dirigente Medico ( U.O. Ematologia di Rimini), Trincone Silvana, Dirigente Medico (U.O. Dermatologia e Venereologia – U.O Centro Grandi Ust./Dermat. Cesena- Forli'), Zarlenga Giovanni, Coordinatore Infermieristico (Sale Operatorie Forli’).Il Comitato Scientifico ha nominato la Dott.ssa Elena Magnani, dirigente medico della Medicina Interna di Cesena, quale coordinatrice del Centro Studi Aziendale. La Dott.ssa Magnani succede al Dott. Francesco Landi, che continuerà a fornire il suo prezioso contributo, come previsto dall'art.12 dello Statuto.
Partecipano attivamente, al coordinamento e alla promozione del Centro Studi Donati, anche il Dott.Giorgio Maria Verdecchia, già Direttore della Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell'Ospedale “Morgagni - Pierantoni”di Forlì e la dottoressa Daniela Valpiani, già gastroenterologa presso l’ospedale di Forlì.Il gruppo si propone di patrocinare eventi di approfondimento in temi di Bioetica e Salute Globale e, particolare, il Comitato si prefigge di proseguire l’attività di sensibilizzazione al Volontariato Sanitario con incontri di approfondimento culturale, scambi di esperienze e guide di orientamento per tutti quelli che sono direttamente interessati ad approfondire l’argomento del volontariato sanitario, o a farsene promotori.
Per iscriversi al Centro Studi, restare informati sugli eventi, o contribuire a partecipare alle iniziative, basta collegarsi a: https://www.auslromagna.it/comunita/centro-studi-giovanni-donati

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Grazie a una generosa donazione dell’azienda PIR, gruppo Ottolenghi Ravenna, all’Associazione Diabetici Ravennate, verrà attivato per l’anno 2024 un progetto educazionale per la prevenzione del piede diabetico.

“Il piede diabetico - ricorda Daniele Bonazza, presidente dell’Associazione Diabetici Ravennate -rappresenta la complicanza legata al diabete che ha il più alto impatto nella vita della persona con diabete” E aggiunge: “Si tratta della complicanza a maggior complessità assistenziale e con i più alti costi sociali ed economici”.

La donazione della PIR, pertanto, è ben accolta dall’Associazione Diabetici. Come spiega infatti Alessandro Gentile, amministratore delegato della PIR  “l’obiettivo del progetto educazionale che il gruppo Ottolenghi ha deciso di supportare per l’anno 2024 è stato considerato di grande interesse perché, in questa patologia, convergono determinanti non solo sanitarie ma anche sociali”. E sottolinea: “La vicinanza con il territorio e con il sociale è per la PIR di prioritaria importanza”.

Il diabete è una patologia diffusa su tutto il territorio. Come spiega Paolo Di Bartolo, Direttore della Diabetologia della Provincia di Ravenna “in Romagna vivono oltre 76.000 persone con diabete e ogni anno circa 300 persone vanno incontro a un’amputazione.”

“Grazie alla donazione – aggiunge - sarà garantita la presenza presso le diabetologie di Ravenna, Lugo e Faenza di podologi laureati che sosterranno il team diabetologico nell’educazione terapeutica finalizzata alla prevenzione delle lesioni agli arti inferiori”.

E proprio l’educazione del paziente diventa una componente importante nella prevenzione: “Educare le persone con diabete a una corretta igiene dei piedi, al riconoscimento dei possibili segni anticipatori della insorgenza delle lesioni  - spiega Di Bartolo - risulta essere l’elemento che maggiormente consente di ridurre il rischio di sviluppare questa drammatica complicanza”.

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E’ stato siglato l’accordo tra la Direzione Generale della AUSL e le Associazione dei Farmacisti della Romagna per la distribuzione in tutte le farmacie dei dispositivi per la misurazione della glicemia nei pazienti con diabete mellito.

In Romagna vivono oltre 76.000 persone con diabete, a queste si aggiungono circa 300 bambini e adolescenti assistiti dalle diabetologie Pediatriche. Sono oltre 10.000 i pazienti avviati a terapia con insulina e circa 20.000 persone misurano a domicilio la glicemia per poter ottenere informazioni fondamentali alla gestione quotidiana della terapia farmacologica del diabete.

Ad oggi questi dispositivi vengono distribuiti centralmente presso gli ospedali della nostra AUSL, pertanto, grazie a questo accordo, sottoscritto con le associazioni di categoria delle farmacie pubbliche e private e condiviso con gli ordini dei farmacisti, si faciliterà l’accesso dei pazienti alla distribuzione dei dispositivi erogabili  anche dalle farmacie territoriali. L’avvio di questa nuova modalità di distribuzione è prevista a partire dal mese di aprile.

Marco Tellarini, coordinatore di Diabete Romagna, ricorda come ogni iniziativa che semplifichi le modalità di accesso alla terapia si tradurrà in una maggior soddisfazione della cura e migliore qualità della vita. In questa direzione va questa iniziativa che si affianca alla possibilità di continuare a ricevere, per chi lo desideri, i dispositivi presso le diabetologie, o presso le farmacie ospedaliere.

Daniele Bonazza, presidente della Associazione Diabetici di Ravenna, sottolinea come questo accordo renderà più semplice per le persone con diabete ottenere quanto necessario per la terapia. In questo senso, rendere più prossimo ai pazienti “la cura” favorirà la continuità e la adesione alla terapia, facilitando così il raggiungimento del buon controllo del diabete.

Per conoscere meglio il progetto: www.diabeteromagna.it

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Un altro importante passo verso una maggiore sostenibilità ambientale del Servizio Sanitario: come già annunciato, la Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna ha dato il via libera all’accordo con il Ministero della Salute per il finanziamento di 17 progetti, di cui 10 dedicati all’efficienza energetica finanziati con 29,3 milioni a livello dell’intera Regione.
Di questi tre interventi per un totale di finanziamenti di oltre 5,5 milioni di euro riguardano l’Azienda USL della Romagna, che li ha destinati a una prima tranche di sviluppo di impianti di cogenerazione negli ospedali di Faenza, Forlì e Ravenna, andandosi ad aggiungere agli altri 7 impianti già in esercizio (compresa la energy house gestita da Hera a servizio dell’Ospedale Bufalini di Cesena).
Questi tre impianti andranno ad aumentare per oltre 2 MW la capacità di autoproduzione di energia dell’Azienda, riducendo le emissioni di anidride carbonica di oltre 1.800 tonnellate annue, grazie alla capacità di recuperare il calore altrimenti disperso in atmosfera durante il processo di produzione dell’elettricità.
Gli interventi vanno ad aggiungersi ai nuovi impianti fotovoltaici appena terminati negli ospedali di Cesenatico, Ravenna, Rimini e la sede di Rimini via Coriano, ulteriori 900 kWp di potenza, che ridurranno le emissioni annue di altre 550 tonnellate di anidride carbonica.
Questi impianti, realizzati con modalità innovative (su pensilina nei parcheggi, a film sottile sui tetti piani) vanno ad aggiungersi agli oltre 300 kWp realizzati l’anno scorso presso gli Ospedali di Riccione, Santa Sofia, San Piero in Bagno, Mercato Saraceno e Savignano sul Rubicone.
Grazie ai nuovi interventi approvati, l’Azienda potrà raggiungere l’obiettivo di autoprodurre oltre il 50% del proprio fabbisogno di energia elettrica, con grandi benefici anche per la rete elettrica nazionale.
Prosegue inoltre l’impegno aziendale per la riduzione dei consumi energetici, con il completamento dell’installazione di oltre 30.000 corpi illuminanti a LED, e oltre 2.000 m2 di nuovi infissi in dieci diverse sedi distribuite su tutto il territorio, oltre a nuove riqualificazioni energetiche programmate nelle sedi di Forlimpopoli e del Sert di via Bosi a Lugo.
Tutti questi interventi sono stati realizzati anche grazie all’apporto di risorse garantito dal Programma POR FESR della Regione Emilia-Romagna.
Ulteriori iniziative sono allo studio e verranno presentate nell’ambito della manifestazione nazionale M’illumino di meno, a cui l’Azienda aderisce ormai da quindici anni.

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Sono state consegnate lunedì 5 febbraio al Centro Grandi Ustionati Romagna, presso il Bufalini di Cesena, le attrezzature fisioterapiche per la riabilitazione del paziente post trattamento chirurgico, donate dall’Associazione L’Isola di Nicole in ricordo di Laura Ventrucci.

Ad accogliere Claudia De Pascali Presidente dell’Associazione, il vice Presidente Zambelli Denis accompagnato dal padre Romano Zambelli, nonché marito di Laura Ventrucci, c’erano il Dott. Melandri, Direttore UO Centro Grandi Ustionati Romagna e Dermatologia Cesena-Forlì e una rappresentanza del personale del reparto che ringraziano a nome di tutta l’Azienda per la preziosa donazione.

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Lunedì, 05 Febbraio 2024 17:18

Super Eroi in Pediatria a Ravenna

Sabato 3 febbraio, sono arrivati due Super Eroi, Capitan America e Black Widow,  nel Reparto di Pediatria dell'Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, a far visita ai piccoli pazienti. L' Associazione A.G.E.B.O. OdV  ha accolto la proposta di Pietro Costantini e Sabrina Baglieri, inserendoli tra i suoi volontari, concordando l'iniziativa  con il primario, Professor Marchetti, che con la sua équipe, condivide l'attenzione  al diritto dei bambini/ragazzi ad essere assistiti in modo “globale”.

L'iniziativa,è stata molto apprezzata dai piccoli degenti, dai loro famigliari e dai presenti nella sala d'attesa del Pronto Soccorso Pediatrico, e si ripeterà per due sabati al mese. 

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Potenziata l’integrazione tra servizi e professionisti: la COT prioritariamente rappresenta la chiave per il coordinamento tra ospedale e territorio, assicurando le connessioni necessarie per la presa in carico di pazienti con bisogni complessi. Al suo interno operano infermieri e assistenti sociali dell’azienda sanitaria e del Comune in integrazione con i medici responsabili del piano di cura del paziente

 

Ancora più integrazione tra professionisti e maggiore prossimità per garantire al cittadino una presa in carico tempestiva e globale. La nuova Centrale Operativa Territoriale di Ravenna, entrata in funzione lunedì 5 febbraio, funge da sede provinciale Hub con funzioni di coordinamento per le altre 2 COT che verranno attivate nei Distretti di Lugo e Faenza.

Il modello organizzativo trova le sue radici all’interno del DM 77 – il decreto ministeriale che  potenzia l’assistenza sanitaria territoriale e fornisce i nuovi indirizzi per la sanità del futuro – e rappresenta la chiave per l’integrazione  tra la filiera dei servizi e i professionisti coinvolti nei diversi luoghi e livelli di cura, assicurando continuità, accessibilità e integrazione dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria.

La COT, inserita nel Piano approvato dalla Conferenza territoriale socio sanitaria, garantisce al cittadino la presa in carico, in particolare nelle fase di transizione, tra un setting di cura ed un altro; assicura la continuità delle cure e l’appropriatezza dei contesti di assistenza. I singoli professionisti sanitari e sociali coinvolti avranno un contesto organizzativo capace di sviluppare modalità di interazione, valutazione e decisione in meriti agli interventi più appropriati in relazione alle esigenze specifiche della singola persona e del famigliare di riferimento.

 

La sede

La COT di Ravenna si trova al primo piano del CMP in un’area dedicata e ristrutturata che ha previsto un finanziamento complessivo di circa 280.000 euro finanziati coi fondi PNRR.  La nuova centrale operativa è costituita da 11 locali più servizi igienici, per un totale di circa 270 mq.

La riqualificazione ha riguardato le finiture edili (incluso l'esecuzione dei nuovi controsoffitti antisismici) e l'adeguamento impiantistico e tecnologico, ai fini della sicurezza antincendio, di tutto il compartimento del primo piano per una superficie totale di 1280 mq circa. Sono stati riqualificati anche alcuni ambulatori del primo piano, per una superficie complessiva di 280 mq circa,  per liberare i locali su cui è stata poi ricavata la COT.

 

L’attivazione

Chi può contattare la Centrale Operativa Territoriale? Non il privato cittadino, ma uno dei professionisti che si stanno occupando del piano di cura e assistenza. Può essere attivata infatti da tutti i professionisti del territorio e dell’ospedale, sia di ambito sanitario che di ambito sociale: medici di medicina generale,  assistenti sociali, Infermieri Case Manger e Medici delle UU.OO Ospedaliere, medici di continuità assistenziale, infermieri di Comunità, specialisti e altri professionisti sanitari della rete.

La Centrale, nella prima fase sarà operativa dalle ore 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 14 il sabato (poi si passerà a un servizio 7 giorni su 7 per 12 ore). È composta da infermieri, assistenti sociali e medici  che partecipano alle valutazioni multidimensionali d’equipe e alla progettazione degli interventi.

I destinatari della sua attività sono i cittadini cosiddetti “fragili”, persone prevalentemente anziane, o con disabilità o malattie particolarmente invalidanti, che nella maggior parte dei casi presentano un quadro composto da più patologie che coesistono, e che dunque richiedono la necessità di cure. L’obiettivo è anche mantenere il più possibile la persona all’interno del proprio contesto di vita e alla rete relazionale.

“Di fronte alle sfide che stiamo vivendo, ha affermato Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, quali la trasformazione demografica e l’invecchiamento della popolazione, non possiamo permetterci di stare fermi. La spinta di riforma deve essere forte, anche sperimentando e monitorando costantemente i risultati. Quello che stiamo inaugurando oggi va nella direzione di dare risposta ai nuovi bisogni della popolazione, anche ripensando e rimodulando i nostri servizi. Nella nostra realtà forme di integrazione fra i servizi sono già sperimentate e sviluppate. Quella che ci accingiamo a fare oggi è una sfida ancora più alta che mette insieme i professionisti sanitari e sociali, una rete che ha anche il compito istituzionale di ridurre le disuguaglianze”.

“Si tratta di un pezzo molto importante  del nuovo sistema sanitario e sociale, che cerca di essere sempre più vicino ai bisogni delle persone – sottolinea Tiziano Carradori, Direttore Generale di Ausl Romagna -. La Centrale Operativa Territoriale è l’esempio lampante che per realizzare la prossimità delle cure, principio guida della sanità di oggi e di domani, servono anche cambiamenti organizzativi e non solo strutturali.

Questo ulteriore tassello che inauguriamo oggi, insieme ad altri interventi già operativi, quali il Cau e l’Ospedale di Comunità, provano a dare gambe alla necessità di una potente assistenza primaria, in cui il cittadino non deve più mettere in fila tutti i passaggi e tutti i pezzi per trovare le risposte giuste ad un bisogno di cura, sia di natura sanitaria che sociosanitaria. La famosa presa in carico che altro non è che un’assunzione di responsabilità da parte del sistema. Oggi si attiva a Ravenna, dopo che sono già state attivate le Centrali Provinciali di Rimini e Forlì lo scorso 15 gennaio, e nei mesi prossimi si completerà il piano di realizzazione con le ulteriori otto COT previste dal piano aziendale”.

“La COT mette come elemento centrale l’integrazione fra i diversi professionisti che si prendono cura delle persone e assolve al suo ruolo di raccordo attraverso funzioni distinte e specifiche – precisa Roberta Mazzoni, Direttrice del Distretto di Ravenna - occupandosi del coordinamento tra i servizi e i professionisti coinvolti nella transizione della persona con bisogni sanitari e socio-sanitari tra i diversi setting assistenziali: rientro a domicilio dal Pronto Soccorso; dimissione da strutture ospedaliere sia verso il domicilio che in altre strutture residenziali e semiresidenziali; ammissione, dimissione o trattamento temporaneo in Casa Residenza Anziani o negli Ospedali di Comunità, lungodegenza e post-acuti. Inoltre costituiscono interfaccia continua le relazioni con la rete delle Cure Palliative  Locale, i servizi socio-sanitari e l’Infermiera Referente del Progetto DAMA – percorso sanitaria per l’accesso alle prestazioni specialistiche per pazienti con disturbi dello spettro autistico e disabilità intellettiva”. 

In altri termini, la COT è una vera e propria “regia”, che si prende cura dei diversi bisogni del paziente, organizzando per lui le risposte più appropriate. Il sanitario o l’assistente sociale che per primo viene a contatto col cittadino e identifica un nuovo bisogno di salute (anche temporaneo), che cambia la situazione precedente, attiva la COT che velocemente mette in rete le risorse per individuare la miglior soluzione. Inoltre, la COT diventerà una delle principali interfacce con il Servizio 116117 attualmente in fase di progettazione operativa.

“Attraverso l’integrazione interdisciplinare di più professionisti afferenti a diverse discipline e con varie competenze – aggiunge Maria Mazzamurro, coordinatrice COT Ravenna – la Centrale Operativa Territoriale è un valido esempio concreto di messa in atto del Decreto Ministeriale 77, così da assicurare le connessioni necessarie per la presa in carico globale di pazienti con bisogni complessi, interfacciandoci anche con altri servizi Ausl e con gli Enti locali”.

 Nel distretto di Ravenna esisteva già da qualche anno un meccanismo di centralizzazione di percorsi per persone con fragilità sanitarie, assistenziali e sociali  che aveva l’obiettivo di renderli più fluidi creando le necessarie connessioni per una presa in carico globale.

Nel 2023, grazie all’integrazione interdisciplinare di vari professionisti, sono state gestite più di 4100 persone e più di 1700 insieme agli assistenti sociali del Comune. La COT sarà un ulteriore sviluppo organizzativo che migliorerà e potenzierà i servizi di transizione e di presa in carico territoriale.

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L’ospedale di Faenza ha sviluppato negli anni forme di integrazione organizzativa, in primis, con gli ospedali di Ravenna e Lugo, e da qualche anno con l’ospedale di Forlì.

I valori e i principi alla base della programmazione della rete ospedaliera dell’AUSL della Romagna sono:

- garantire prossimità di cura ai cittadini;

- concentrare le attività più complesse che non possono essere delocalizzate;

- utilizzare appieno tutte le strutture della rete come piattaforme logistiche;

- favorire l’interscambio di professionisti tra ospedali polispecialistici e distrettuali, al fine di renderli il più possibile attrattivi nei confronti dei giovani specializzati.

Da questo punto di vista, la vicinanza tra i due ospedali di Faenza  e Forlì  e le storiche traiettorie di mobilità sanitaria, facilitate anche dalla migliore viabilità, indirizzano a promuovere integrazione e facilitare assetti organizzativi che favoriscano i progetti di collaborazione.

Per quanto concerne la viabilità, è di tutta evidenza che i collegamenti su gomma garantiscono migliore accessibilità al presidio ospedaliero di Forlì per i cittadini del comprensorio faentino.

 Anche per queste ragioni sono state avviate e strutturate collaborazioni/integrazioni  tra i due ospedali, di seguito illustrate per ordine cronologico di avvio.

 

Otorinolaringoiatria

Dal mese di luglio 2015 è presente un’unica Unità Operativa Complessa per i due ospedali di Faenza e Forlì; all’ospedale di Faenza è attiva una Unità Operativa Semplice.

Il modello organizzativo nell’ospedale di Faenza prevede:

a) attività ambulatoriale (include foniatria e audiologia per circa 6000 prestazioni anno) - visite urgenti, prioritarie per un totale di circa 850 all’anno e visite di controllo, controlli post-operatori, consulenze ospedaliere. Al Pronto Soccorso è attivo, da aprile 2023, il Fast Track per la presa in carico diretta dei pazienti con patologie di pertinenza otorinolaringoiatrica.

b) attività chirurgica in regime di degenza ordinaria (2 sedute/operatorie settimanali) con principale riferimento alla chirurgia adenotonsillare e funzionale  nasale e dei seni paranasali, nel 2023 sono stati eseguiti 355 interventi ; screening di prima diagnostica per tumori.

c) attività chirurgica in regime di day hospital con terapie mirate principalmente a disturbi della sfera audiologica ed otovestibolare oltre che foniatrica ed audio-protesica, nel 2023 sono stati trattati 187 pazienti;

d) attività chirurgica in regime di day surger.

Le prospettive di lavoro prevedono che il paziente residente nel territorio faentino , in caso di sospetto oncologico, venga  inserito all’interno del protocollo diagnostico-terapeutico esistente nell’ospedale di Forlì, con l’attiva partecipazione dei medici operanti presso l’ospedale di Faenza, al fine di garantire la continuità dell’assistenza;

- attivazione di interventi di microchirurgia dell’orecchio medio presso l’ospedale di Faenza in collaborazione con medici otorinolaringoiatri dell’ospedale di Forlì.

 

Oculistica

Ad oggi è presente un unico Direttore per le due Unità Operative Complesse istituite nei rispettivi ospedali (ad interim per l’ospedale di Faenza).

La collaborazione tra gli ospedali di Faenza e Forlì consente di garantire una risposta 7 giorni su 7 a problemi di salute afferenti all’ambito oculistico delle persone residenti nel distretto di Faenza.

Il progetto di integrazione sin qui realizzato prevede:

- la mobilità delle equipe chirurgiche in un’ottica di concentrazione del case-mix delle prestazioni chirurgiche nei due ospedali sulla base della tipologia di intervento (es. chirurgia avanzata del glaucoma presso l’ospedale di Faenza; terapie intravitreali presso l’ospedale di Forlì)

- una pronta disponibilità notturna il venerdì, e nei giorni prefestivi e festivi da parte dell’oculista di Forlì per la gestione delle urgenze-emergenze dei residenti nel distretto di Faenza;

- la creazione di una “lista unica” chirurgica di prenotazione tra i due ospedali ha portato ad una significativa riduzione dei tempi di attesa, nonché facilitazione ed equità di accesso;

- anche sul fronte dell’aggiornamento tecnologico con la sostituzione della strumentazione diagnostica di base (autorefrattometri, tonometri, e lampade a fessura) e l’acquisizione di apparecchiature per una diagnostica di secondo livello (OCT per lo studio della retina e del nervo ottico e topografo corneale per la cornea).

 

I volumi di attività

Nell’anno 2023 si è proceduto al ripristino dei volumi di attività al periodo pre-COVID;

- miglioramento delle competenze del personale tramite tutoraggio e svolgimento di attività complesse nell’Ospedale di Forlì (dotato di attrezzature tecnologicamente avanzate);

- incremento complessivo dell’attività delle due UU.OO. di Faenza e Forlì, pari al 3% rispetto all’anno precedente (2023 vs 2022), con particolare riferimento all’attività di Day Hospital nell’Ospedale di Faenza (+ 325% rispetto al 2020 e 2021);

- 142 interventi chirurgici effettuati per pazienti con glaucoma, posizionando l’UO tra i centri di riferimento nazionali;

- 120 interventi chirurgici effettuati per pazienti con patologia vitreoretinica di base, con un incremento del volume di attività di un 10% rispetto agli anni 2010-2020;

-  la rimodulazione dei percorsi di emergenza-urgenza e delle pronte disponibilità, con rotazione di tutto il personale medico afferente alle due U.O. su entrambi i presidi ospedalieri nei fine settimana e festivi, ha garantito una miglior presa in carico delle situazioni più critiche;

- soddisfazione da parte della popolazione che accede all’Ospedale di Faenza, come dimostrato dagli elogi pervenuti all’Ufficio Relazioni con il Pubblico

 

Ginecologia e Ostetricia

Da fine 2022 è stata formalizzata un’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia per i due Ospedali di Faenza e Forlì; all’ospedale di Faenza è attiva un’Unità Operativa Semplice.

Il percorso di integrazione ha consentito di raggiungere, come atteso, un volume di attività ed un case-mix (con particolare riferimento all’assistenza al parto ed all’attività chirurgica) tale da favorire il mantenimento, l’aggiornamento ed anche lo sviluppo di competenze specifiche, ostetriche e ginecologiche, da parte del personale afferente alle due UU.OO. ai fini di una gestione appropriata e sicura dei casi urgenti e di elezione.

In particolare, la gestione integrata dei due Punti Nascita ha potuto garantire meglio un numero di parti/anno coerente con gli standard internazionali ritenuti di sicurezza, consentendo il mantenimento delle clinical skills adeguate da parte dei medici e del personale ostetrico del P.O. di Faenza.

 

I volumi di attività

Il modello organizzativo prevede attualmente presso l’Ospedale di Faenza:

 - Punto Nascita capace di accogliere le gravidanze presso il termine in cui non sia compromesso il benessere materno-fetale. Al riguardo, si rileva come il numero di parti effettuati sia stato pari a n.357 nell’anno 2021, n.273 nell’anno 2022, e n. 353 nell’anno 2023. Nell’anno corrente si evidenzia un incremento del 22% rispetto all’anno 2022 dei parti effettuati presso il Punto Nascita dell’Ospedale di Faenza.  Con riferimento al numero di parti relativi alle donne residenti nel Distretto di Faenza si sottolinea come nell’anno 2021 siano avvenuti 556 parti presso i Punti Nascita dell’Azienda ed intra/extra-regionali; nell’anno  2022, n.522 e nell’anno 2023 (periodo gennaio-novembre) n. 510.  Che evidenzia una stabilizzazione della natalità nel territorio faentino. Parallelamente è aumentata l’attività ambulatoriale ostetrica, sia per quanto riguarda la Diagnosi Prenatale (Test Combinato) sia per quanto riguarda la valutazione ecografica del II e del III trimestre, in stretta collaborazione con i Servizi territoriali del Consultorio.

 - Relativamente all’attività chirurgica sono previste a Faenza mediamente 3 sedute operatorie settimanali. Nell’anno 2023 sono stati effettuati 443 interventi ginecologici in elezione e urgenza, con un incremento rispetto all’anno 2022 nei termini di complessità della casistica trattata e di volumi di attività.  Tale volume di attività ha permesso il coinvolgimento di un numero maggiore di operatori nell’equipe di SO, mantenendo da una parte la competenza per gli operatori più esperti ma garantendo dall’altra la crescita professionale di giovani neospecialisti o la formazione di specializzandi, secondo obiettivi universitari

 - Attività ambulatoriale ginecologica, di primo e secondo livello, per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della patologia ginecologiche ed in particolare delle disfunzioni del pavimento pelvico. Complessivamente, grazie alla riorganizzazione degli ambulatori e al contributo dei medici specializzandi in formazione, si è ottenuto un incremento di oltre il 200 % delle attività, con notevole riduzione dei tempi di attesa e dello spostamento delle pazienti presso altri Distretti o presso le strutture private.

- Presenza di specialisti in sede h24, 7 giorni su 7, per la gestione delle urgenze sia ostetriche sia ginecologiche, con rimodulazione dei percorsi di emergenza/urgenza e delle pronte disponibilità con rotazione di tutto il personale medico come un’équipe integrata Faenza-Forlì.

 

Cardiologia

Dal mese di dicembre 2022 l’Ospedale di Forlì costituisce il riferimento per la gestione delle emergenze-urgenze cardiologiche, tempo-dipendenti, delle persone residenti nel territorio di riferimento del Distretto di Faenza, presenti nel territorio o che hanno avuto accesso all’Ospedale. Al riguardo, nell’ambito di un gruppo di lavoro multidisciplinare è stata elaborata e condivisa una specifica Istruzione Operativa “Gestione delle emergenze-urgenze cardiologiche Distretto di Faenza” (del 21.06.2023).

 

Chirurgia generale

Il progetto di integrazione sviluppato dalle Unità Operative di Chirurgia Generale di Faenza e Forlì prevede:

- nell’ambito del progetto chirurgia 2.0 la strutturazione di un percorso di condivisione di spazi operatori su Faenza, 2 sedute al mese, dedicate alla programmazione di interventi a favore di pazienti in lista su Forlì  con attesa oltre il tempo previsto per la rispettiva classe di priorità . 

- l’accesso a sedute di Chirurgia Robotica nell’Ospedale di Forlì da parte di professionisti con expertise dell’Ospedale di Faenza.

Tra le principali prospettive di integrazione si prevede la realizzazione di una lista di attesa unica per interventi in elezione alimentata da entrambe le Unità Operative di Chirurgia Generale dei due Ospedali, proponendo la sede (Faenza o Forlì) in funzione della complessità dell’intervento e della volontà espressa dal paziente. Questa modalità potrà garantire un più efficiente utilizzo della risorsa “sala operatoria”, nonché maggiore equità e facilità di accesso per la popolazione del territorio di riferimento ed esecuzione degli interventi nel miglior tempo possibile;

 

Urologia

Anche per l’urologia nell’ambito del progetto chirurgia 2.0 si è avviato un percorso di condivisione di spazi operatori su Faenza, 1 seduta settimanale, dedicate alla programmazione di interventi a favore di pazienti in lista su Forlì  con attesa oltre il tempo previsto per la rispettiva classe di priorità.

 

Senologia

Presso l’Ospedale di Faenza la consolidata attività di chirurgia senologica è ora garantita dall’equipe chirurgica afferente all’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Senologica di Forlì e Cesena, e funzionalmente integrata con il Centro di Prevenzione Oncologica e l’oncologia medica, garantendo una totale presa in carico delle pazienti.

L’attività chirurgica svolta a Faenza attualmente si svolge su due sedute chirurgiche settimanali che consentono l’effettuazione di circa 180 interventi/anno su patologie oncologiche.

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L'equipe di Gastroenterologia dell'ospedale Infermi di Rimini ha eseguito con successo un delicato e complesso intervento in endoscopia, che ha consentito di asportare un tumore maligno allo stomaco e salvare così la vita a una donna di 81 anni. Ad effettuare l’intervento, con una tecnica resettiva avanzata chiamata dissezione endoscopica sottomucosa (ESD), è stato alla fine del mese di novembre il dottor Marco Di Marco, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Rimini, affiancato dalla sua equipe medica, assistita dagli infermieri Manuel Marchesciano e Annalisa Saragoni.
“Alla paziente, 81 anni, era stata diagnosticata una lesione dello stomaco di 6 x 4 centimetri, che all'esame istologico svolto su biopsie era compatibile con un adenocarcinoma infiltrante ben differenziato - spiega il primario - ma per motivi legati alle sue condizioni generali e alle sue plurime comorbidità era stata giudicata inoperabile dai chirurghi e fuori da ogni possibilità di chemioterapia. Dopo averla sottoposta ad una Tac torace-addome di stadiazione, fortunatamente negativa per metastasi a distanza, abbiamo deciso di procedere con l'unico intervento possibile, appunto quello endoscopico, però assai complesso, proprio perché la lesione era già un tumore maligno, pertanto con pochissime chance di essere radicale. Con la ESD siamo invece riusciti ad asportare completamente la lesione ottenendo radicalità endoscopica ed istologica come se fosse stato fatto un intervento chirurgico, e allo stesso tempo siamo riusciti a preservare l'organo e la sua funzione fornendo preziose chance di sopravvivenza alla signora”.
Questa metodica, introdotta una ventina d’anni fa in Giappone (Paese che presenta una notevolissima incidenza dei tumori al tratto gastrointestinale e per questo ha sviluppato tecniche all’avanguardia nel campo della prevenzione e delle terapie disponibili) e rispetto ai Paesi occidentali comunemente utilizzata in Oriente per il trattamento dei tumori di stomaco e colon in fase iniziale, garantisce tutti i vantaggi dell’intervento chirurgico tradizionale senza le eventuali complicanze, perché non è necessario il ricorso al bisturi: l’asportazione avviene durante una normale gastroscopia o colonscopia con speciali accessori endoscopici che scavano e rimuovono la neoplasia, salvaguardando i tessuti sani, senza ricorrere a tagli o asportazioni demolitive che possono compromettere la funzionalità degli organi coinvolti.
In particolare rispetto alle altre tecniche di resezione endoscopica la ESD offre il vantaggio di consentire una resezione delle lesioni tumorali superficiali del tratto gastro-intestinale in un unico frammento e di qualsiasi dimensione, avvicinando così l'intervento endoscopico ad un intervento chirurgico. L'asportazione della lesione in un unico frammento permette una migliore caratterizzazione istologica per valutare la presenza o meno di fattori di rischio di invasività, permettendo di stabilire se l'intervento è stato o meno radicale e curativo. Analisi istologica accurata che non sarebbe possibile invece nel caso di ricorso ad una tecnica endoscopica tradizionale, cioè con asportazione in tanti frammenti, per cui il paziente sarebbe di norma avviato verso un intervento chirurgico tradizionale.
“La dissezione endoscopica sottomucosa viene eseguita in Gastroenterologia a Rimini da alcuni anni e tante volte ha permesso ai pazienti di non essere sottoposti ad interventi chirurgici demolitivi – aggiunge il dottor Di Marco – La particolarità di quest'intervento, durato circa 2 ore, sta nel fatto che comunemente con questa tecnica vengono asportate lesioni preneoplastiche, in una fase cioè molto iniziale, non tumori già diventati maligni come nel caso specifico. Tutta la mia equipe ha studiato in maniera approfondita la paziente sia nel reparto di degenza che in endoscopia digestiva permettendo che tutto andasse bene. Prima di divulgare la notizia abbiamo aspettato che tutte le indagini post-procedura fossero negative, e così è stato. E la riuscita di un intervento così complesso ci ha riempito tutti quanti di soddisfazione, soprattutto per aver dimostrato che tale tecnica può essere applicata anche in età avanzata grazie alla sua mini invasività. Ciò apre nuove possibilità per i pazienti più anziani, per i quali la chirurgia tradizionale comporta notevoli rischi, così da fornire a tutti le più ampie possibilità di guarigione”.

Proprio su queste tecniche endoscopiche avanzate il Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Rimini e la sua equipe stanno organizzando come responsabilità scientifica il congresso "Rimini incontra Tokyo", in calendario il 23 marzo (evento che gode anche del patrocinio di Ausl Romagna), al quale interverranno come ospiti alcuni medici nipponici opinion leader mondiali sul tema (ad esempio Yutaka Saito) provenienti direttamente dal National Cancer Center della capitale giapponese – dove il dottor Di Marco nell’aprile scorso ha perfezionato tale tecnica durante uno stage - e che eseguiranno pure un live endoscopico all'Infermi. “Si tratterà di una preziosa occasione di confronto con i veri maestri giapponesi di questa metodica, per la prima volta presenti di persona in Romagna”, conclude Di Marco.

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In questi giorni, all’ospedale “Morgagni – Pierantoni” di Forlì, è stato eseguito un intervento di estrazione dentaria senza anestesia, solo con l’ausilio dell’agopuntura e dell’ipnosi. I professionisti coinvolti sono stati il dottor Armando Criscuolo (anestesista e agopunturista presso il Centro di Terapia del Dolore di Forlì, Responsabile Dott.ssa Morena Calli, che afferisce alla U.O. di Anestesia e Rianimazione, diretta dal Dott. Stefano Maitan), il dottor Angelo Coffa (anestesista presso la stessa Unità e ipnotista) e il dottor Gianluca Giorgio Marrano, odontoiatra presso il Servizio di “Specialistica Ambulatoriale e Medicina dei servizi” (Responsabile di branca odontoiatrica Dott. Giuseppe Latorre)

“La paziente, residente in Veneto – spiega il dottor Criscuolo - si è rivolta al nostro Presidio Ospedaliero in quanto necessitava di estrarre un dente infetto. Purtroppo la signora è portatrice di diverse patologie che ne determinano un alto rischio di effetti collaterali gravi nell’ eseguire sia un ‘anestesia locale, che generale. Per queste motivazioni abbiamo deciso di eseguire l’estrazione del dente con l’ aiuto dell’agopuntura e dell’ipnosi.”

“La procedura di estrazione dentaria – prosegue il medico - è stata eseguita dal Dott Gianluca Giorgio Marrano, insieme alla sua équipe infermieristica, dopo il posizionamento, da parte del sottoscritto, degli aghi di agopuntura in precise zone del corpo, con elettrostimolazione degli stessi, mantenuti in sede per tutta la durata dell’intervento ed a seguito del processo di ipnosi della paziente effettuato dal Dott Angelo Coffa. La combinazione di agopuntura ed ipnosi ha permesso il raggiungimento di un’ analgesia ottima, consentendo al Dott Giorgio Marrano di lavorare agevolmente e di eseguire il trattamento prefissato. I parametri vitali sono stati monitorati e si sono mantenuti stabili, durante e al termine dell’estrazione dentaria, avvenuta senza somministrazione di farmaci. Il dolore è stato ben tollerato dalla paziente anche nei giorni a seguire.”

L’ambulatorio di Agopuntura dell’ospedale di Forlì

L’ambulatorio di Agopuntura, attivato dal dottor Criscuolo nel 2019, fa parte del Centro di Terapia del Dolore dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì (Responsabile Dott.ssa Morena Calli; U.O. di Anestesia e Rianimazione diretta dal Dott. Stefano Maitan).

Con la Delibera della Giunta Regionale 741/2014 l’Agopuntura è entrata nei LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza) Regionali. Afferiscono a tale ambulatorio i pazienti affetti da dolore ricorrente o cronico muscolo-scheletrico lombare (dopo aver eseguito visita presso Ambulatorio di terapia Antalgica) oppure affetti da cefalea muscolo-tensiva o emicrania ( dopo aver eseguito visita presso ambulatorio di Neurologia ). L’ambulatorio di agopuntura è aperto tre giorni alla settimana e, nel 2023, sono state eseguite più di 2000 sedute di agopuntura. Il dottor Criscuolo ha conseguito il titolo di esperto agopuntore nel 2019, presso la scuola “Accademia di Medicina Tradizionale Cinese di Bologna” (diretta dal forlivese Dott Giorgio Di Concetto , tra i massimi esperti italiani di Agopuntura) e da un anno fa parte del corpo docenti della Scuola.

L’ipnosi clinica

“A Forlì – spiega il dottor Angelo Coffa - siamo un gruppo ristretto di Ipnologi e abbiamo trattato alcuni pazienti affetti da dolore cronico con risultati positivi ma, ancora, tale servizio non è strutturato. Nel Presidio ospedaliero di Rimini è stato attivato un servizio di Comunicazione Ipnotica, al quale si può richiedere la consulenza e l’assistenza di un esperto in comunicazione ipnotica. La Comunicazione Ipnotica è una tecnica che utilizza in modo consapevole la comunicazione, la programmazione neurolinguistica e la relazione sanitario - paziente e consente di guidare il paziente in una condizione fisiologica di forte focalizzazione dell'attenzione su di un'idea o un'immagine modificando positivamente la percezione dell' esperienza che sta vivendo e migliorando l’aderenza terapeutica. Con l’ipnosi si ottiene uno stato di coscienza modificato, ma fisiologico e dinamico, attraverso la possibilità creativa che ha un’idea, rappresentata mentalmente in modo esclusivo, di realizzarsi nell’ organismo e indurre modificazioni percettive, emozionali, muscolari, nervose, viscerali, endocrine, immunitarie. In quest’ottica, vari medici e infermieri dell’ AUSL Romagna (me compreso) hanno seguito un corso annuale di formazione sull’Ipnosi clinica e Comunicazione Ipnotica presso l’ Istituto Franco Granone di Torino (CIICS) , membro costituente della International Society of Hypnosis (ISH) e dell’ European Society of Hypnosis (ESH). L’ipnosi clinica, anche per analgesia, rientra da tempo tra le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. “

Ambulatorio di Odontostomatologia di Forlì

“L’ ambulatorio – spiega il dottor Giorgio Marrano - fa parte del servizio di “Specialistica Ambulatoriale e Medicina dei servizi dell’AUSL ROMAGNA. Qui vengono trattati, oltre ai pazienti che rientrano nei LEA Regionali, anche utenti con patologie gravi e soggetti diversamente abili, gestiti sia in regime ambulatoriale che in Anestesia Generale, con la preziosa collaborazione del Reparto Otorinolaringoiatria di Forlì, diretto dal Dott. Andrea De Vito. Dal 2004 svolgo la mia attività presso questo ambulatorio odontoiatrico, comprensiva di una seduta mensile in Sala operatoria per i pazienti non collaborativi e con disabilità”.

 

 

 

 

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